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Le due anime del cardinale Lercaro

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talare, essendosi fatto sacerdote nel 1959 — e l'« Autore sacro »<br />

vede in lei « al di là <strong>del</strong>le apparenze fulgenti, una schiavitù di male<br />

e di orrore, e un destino di rovina e di morte ». E questo perché<br />

« la città è la manifestazione eminente <strong>del</strong>la potenza febbrile <strong>del</strong>l'uomo<br />

», mentre è noto che « a Caino e alla sua stirpe la Bibbia<br />

attribuisce le invenzioni tecniche decisive ». Così come è noto che<br />

la « volontà razionalizzatrice e pianificatrice in sé, non immune da<br />

una presunzione di autosufficienza e di dominio, (è) ciò che attira<br />

l'intervento di Dio ».<br />

Babilonia, proseguì Dossetti, era il trionfo <strong>del</strong>la capacità razionalizzatrice<br />

e pianificatrice <strong>del</strong>l'uomo e rappresentava il trionfo e la<br />

più alta affermazione « di false interpretazioni <strong>del</strong> reale, di falsi<br />

mo<strong>del</strong>li, di falsi bisogni, di false soluzioni, che come gli idoli sono<br />

il niente ». A Babilonia e alle grandi città <strong>del</strong>l'epoca, la Bibbia contrapponeva<br />

Gerusalemme che « è la sola metropoli che non può essere<br />

trono di Satana ».<br />

<strong>Le</strong> città, « per quanto dominatrici e belle », sono per l'uomo « un<br />

luogo di passaggio e di esilio », la « semplice tappa » <strong>del</strong>l'uomo<br />

« viandante » diretto alla « città di Dio ». Pertanto, la città terrena<br />

è e « resterà sempre soggetta a una alienazione che non è semplicemente<br />

(come suppongono i pianificatori illuministici) una mera carenza<br />

di ulteriore e più razionale sviluppo tecnologico, ma è una<br />

alienazione metafisica che attiene allo stato decaduto <strong>del</strong>l'uomo ».<br />

A causa <strong>del</strong> peccato <strong>del</strong>l'uomo, la « città avrà sempre bisogno non<br />

solo di programmazione, ma di redenzione; e perciò di un continuo<br />

controllo, di una revisione critica vigilante nella fede, di un continuo<br />

sforzo di conversione e di salvezza ». Ma anche se « La città come<br />

luogo privilegiato di insediamento <strong>del</strong>l'uomo rischia sempre di aggravare<br />

la tentazione più pericolosa, quella <strong>del</strong> terrenismo » —<br />

mentre il piccolo gruppo, disprezzato dagli uomini, « può godere<br />

favore agli occhi di Dio » — non si può « rinnegare la città », né<br />

si può « auspicare impossibili ritorni a stadi precedenti di civiltà o<br />

suggerire al cristiano, come soluzione normale, la fuga dalle grandi<br />

metropoli ».<br />

Per Dossetti la soluzione era una sola: trasformare la città, frutto<br />

<strong>del</strong>l'opera <strong>del</strong> demonio, nella città di Dio e dare all'uomo « non<br />

solo una casa, ma una casa sulla sua misura umana e sovrannaturale;<br />

che gli consenta la custodia sacra <strong>del</strong> mistero <strong>del</strong> suo colloquio<br />

con Dio ». Solo così, concludeva « La casa diventa allora essa stessa<br />

preziosa e privilegiata come il Tempio ». Di qui la necessità di<br />

mettere il tempio accanto alla casa 65 .<br />

Partendo da una simile concezione <strong>del</strong>la città, religiosa prima ancora<br />

che politica e urbanistica, <strong>Le</strong>rcaro fece preparare dall'ufficio<br />

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