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Le due anime del cardinale Lercaro

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Anche se con la consueta lentezza, la magistratura rese giustizia ai<br />

tranvieri. Quando il giudice istruttore archiviò la denuncia contro<br />

Gamberini, ritenendola infondata, intervenne il procuratore <strong>del</strong>la<br />

repubblica per avocare a sé gli atti processuali. Rinviato a giudizio<br />

per vilipendio <strong>del</strong>la religione di stato, il tranviere fu assolto perché<br />

il fatto non costituisce reato, anche se la pubblica accusa aveva<br />

chiesto la condanna al pagamento di un'ammenda di <strong>due</strong>centomila<br />

lire per bestemmia in luogo pubblico. Il 20 ottobre 1959, al processo<br />

d'appello promosso dall'accusa, fu applicata l'amnistia. Il quotidiano<br />

<strong>del</strong>la curia diede una breve informazione, mentre « Il Resto<br />

<strong>del</strong> Carlino » non pubblicò una riga.<br />

Per il secondo caso fu rinviato a giudizio il Prado. Comparso in<br />

corte d'assise il 25 maggio 1959, fu assolto da tutti i reati, nonostante<br />

la richiesta di condanna, sia pure limitatamente alle offese al<br />

papa. Questa volta il processo fu ignorato da tutti e <strong>due</strong> i quotidiani<br />

bolognesi.<br />

<strong>Le</strong>rcaro ricorre agli esorcismi<br />

Episodi come quelli dei tranvieri erano il frutto <strong>del</strong> fanatismo<br />

<strong>del</strong>la crociata religiosa che da Bologna si andava estendendo a tutta<br />

la regione. Tra i tanti che si potrebbero ricordare, <strong>due</strong> assumono<br />

un carattere particolare.<br />

Verso la fine <strong>del</strong> 1957 in numerosi centri <strong>del</strong>la regione, iniziò,<br />

quasi contemporaneamente, un'azione tendente a far rimuovere dai<br />

cimiteri le lapidi che, in luogo dei soliti simboli mortuari, recavano<br />

la falce e il martello. Nell'ottobre, il vescovo di Ferrara dichiarò<br />

interdetto il cimitero di Ro perché sulla tomba di una donna era<br />

stata collocata la falce e il martello. Nello stesso periodo il settimanale<br />

cattolico di Reggio Emilia pubblicò una lunga nota, corredata<br />

di foto, per chiedere la rimozione <strong>del</strong>le lapidi con il simbolo<br />

politico che, numerose, si trovavano nel cimitero di quella città 50 .<br />

Invocando l'applicazione <strong>del</strong>l'articolo 1211 <strong>del</strong> codice di diritto<br />

canonico, secondo il quale sulle tombe non deve essere collocato<br />

un simbolo che « disdica alla religione cattolica », il giornale sollecitava<br />

un intervento immediato <strong>del</strong>le autorità, senza chiedersi se,<br />

così facendo, non si violava la libera scelta di coscienza dei cittadini.<br />

Il secondo episodio riguarda don Dario Zanini, il parroco di<br />

Sasso Marconi che nel febbraio 1963 scagliò i fulmini <strong>del</strong>la scomunica<br />

contro una parte dei consiglieri comunali. Ai suoi occhi<br />

erano responsabili di avere approvato un piano regolatore che, pur<br />

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