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Le due anime del cardinale Lercaro

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segno premonitore <strong>del</strong>la sconfitta. Furono battuti anche perché i<br />

competitori li subirono senza reagire. Forse lo fecero per opportunismo,<br />

perché tutti gli spostamenti <strong>del</strong>la Fraternitas erano protetti<br />

dalla polizia, ma non reagirono.<br />

I « frati volanti » vennero sconfitti anche perché non seppero evitare<br />

rovinose disavventure giudiziarie. Il 21 marzo 1958 il pretore<br />

di Fano condannò padre Toschi a 8 mesi — pena confermata dal<br />

tribunale di Pesaro il 27 settembre — per avere interrotto un comizio<br />

elettorale <strong>del</strong> PCI. Nel 1959 fu condannato a un'ammenda<br />

perché non si era presentato al processo, dopo avere denunciato un<br />

sindacalista, accusandolo di averlo disturbato mentre teneva un<br />

discorso a S. Giorgio di Piano. Il sindacalista fu assolto con formula<br />

ampia.<br />

Per protestare contro la sentenza <strong>del</strong> tribunale di Pesaro, la Fratellanza<br />

diffuse questo comunicato: « Mentre assassini, seviziatori<br />

di eroici prigionieri italiani e <strong>del</strong>inquenti comuni circolano indisturbati<br />

e spavaldi per le nostre contrade, Padre Toschi, valoroso e strenuo<br />

difensore <strong>del</strong>la libertà, contro la barbarie comunista, è condannato<br />

in appello sotto l'imputazione per aver interrotto un comunista<br />

che volgarmente insultava sulle piazze i sentimenti più nobili e<br />

sacri <strong>del</strong> popolo italiano.<br />

Non intendiamo minimamente criticare l'operato di chi ha voluto<br />

infliggere una pena severissima di otto mesi di galera, senza condizionale,<br />

a Padre Toschi. Ci domandiamo solo se sia ancora lecito<br />

combattere quel comunismo affossatore di ogni libertà che in Italia,<br />

e in Emilia soprattutto, gode di ogni privilegio. 28 settembre 1958,<br />

anno XIII <strong>del</strong>la dominazione barbarica di Bologna » 41 .<br />

Questo documento — l'anno XIII indica il tredicesimo anniversario,<br />

dopo il 1945, quando l'Italia venne liberata e iniziò l'attuale<br />

regime democratico — è praticamente il certificato di morte <strong>del</strong>la<br />

Fraternitas.<br />

Era diventata ingombrante anche per molti cattolici, consapevoli<br />

<strong>del</strong>l'impossibilità di continuare a dare spazio ai « frati volanti » dopo<br />

le condanne di padre Toschi e un altro episodio giudiziario che<br />

vide coinvolto padre Santucci. Il numero <strong>due</strong> <strong>del</strong>la Fraternitas aveva<br />

minacciato di bastonare Guido Fanti, direttore di « Due torri ».<br />

Nel 1958 « Due torri » pubblicò alcuni articoli gustosi, ma irriverenti<br />

su alcuni personaggi <strong>del</strong>la curia. Erano firmati Tino Clerici,<br />

al secolo Antonio Meluschi, un noto scrittore bolognese. Dopo avere<br />

letto i primi, padre Santucci mandò a Fanti una lettera di protesta<br />

tra il serio e il faceto, ma, tutto sommato, innocua. Poi i<br />

nervi gli dovettero saltare, perché inviò una seconda lettera per dirgli<br />

che i redattori <strong>del</strong> periodico erano una « banda di briganti <strong>del</strong><br />

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