Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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Risolse facilmente i casi di contestazione, perché quasi tutti i sacerdoti<br />
dissenzienti preferirono risolvere singolarmente i loro problemi,<br />
senza tentare di dare vita a un movimento organizzato. Essendo<br />
varie le motivazioni, furono altrettanto varie le soluzioni adottate<br />
sul piano personale. Se ne andarono uno alla volta, alla spicciolata<br />
e in silenzio, per cui il fenomeno passò quasi inosservato. Ma,<br />
alla fine degli anni Settanta, quando si tirarono le somme, ci si accorse<br />
che erano più di trenta i sacerdoti che avevano rinunciato ai<br />
voti, mentre non si conosce il numero di quelli che lasciarono il<br />
seminario.<br />
Erano semplici e indolori, ma efficaci i sistemi di Poma per costringere<br />
alla resa chi non era organico alla sua linea. Nella chiesa<br />
di S. Procolo, a Bologna, don Mario Gambari aveva deciso, in accordo<br />
con i fe<strong>del</strong>i, di celebrare alle ore 11 di ogni domenica una<br />
messa gestita — se così si può dire — da sacerdoti e laici. Nel corso<br />
<strong>del</strong> rito venivano fatte riflessioni libere sul vangelo e discussioni<br />
sulle vicende <strong>del</strong> mondo, a cominciare dal problema <strong>del</strong>la pace. Poma<br />
fece spostare l'ora dalle 11 alle 12, quando l'afflusso dei fe<strong>del</strong>i era<br />
più scarso. Poi ridusse gradualmente la partecipazione dei fe<strong>del</strong>i<br />
sino ad eliminarla <strong>del</strong> tutto. Qualche tempo dopo don Gambari lasciò<br />
la tonaca.<br />
Nel settore politico la sua ingerenza fu pesante, ma priva di atti<br />
clamorosi. Nel 1970 Passini e Gherardi sollevarono davanti al consiglio<br />
diocesano il problema <strong>del</strong>le ACLI. Poma ammise che il tema<br />
<strong>del</strong> collateralismo <strong>del</strong>le ACLI alla DC e <strong>del</strong>la « scelta socialista »<br />
che si andava profilando erano molto importanti e che pertanto<br />
andavano discussi dopo una approfondita preparazione. Dal momento<br />
che si era all'inizio <strong>del</strong>l'estate propose di rinviare la discussione<br />
all'autunno. Passò l'autunno, venne l'inverno, ma il problema<br />
<strong>del</strong>le ACLI non fu posto all'ordine <strong>del</strong> giorno dei lavori <strong>del</strong> consiglio<br />
diocesano. Anche se non poterono discuterla e motivarla davanti<br />
ai rappresentanti <strong>del</strong>la comunità cattolica, Gherardi, Passini<br />
ed altri fecero egualmente la « scelta socialista » 3 .<br />
<strong>Le</strong>rcaro assistette muto anche al dramma di quei cattolici che<br />
vissero nella più profonda <strong>del</strong>usione il post-concilio quando, anche<br />
per la riapparizione <strong>del</strong> visitatore apostolico, si comprese che la<br />
chiesa era ritornata alla mano forte in materia di fede. Sul piano<br />
personale le scelte, come avveniva per i sacerdoti, furono le più diverse,<br />
anche se i più restarono obbedienti nel gregge. Ma non tutto<br />
è scomparso, anche se, paradossalmente, è vero che la presenza di<br />
<strong>Le</strong>rcaro e Dossetti a Bologna ha tagliato le gambe alla contestazione,<br />
mentre è almeno deviante la tesi di alcuni, secondo i quali fu<br />
l'impazienza dei progressisti a frenare il rinnovamento ecclesiale<br />
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