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Le due anime del cardinale Lercaro

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ferenza sul Concilio, promossa dalle ACLI alla fine <strong>del</strong> 1982. In<br />

quell'occasione disse che « A Bologna il Concilio è stato inteso nella<br />

lettera e non nello spirito santo, quasi fosse una legge e non una<br />

scelta di coscienza. Il popolo di Dio è stato sì protagonista, ma ci<br />

sono stati degli schermi che lo hanno velato e diviso. A Bologna, chi<br />

ha parlato con i cittadini <strong>del</strong> Concilio? ».<br />

Dopo la destituzione di <strong>Le</strong>rcaro, il PCI e Fanti si sentirono quasi<br />

orfani. In consiglio comunale, quando porse il saluto al <strong>cardinale</strong><br />

che se ne andava e al vescovo che arrivava, Fanti ricordò che <strong>Le</strong>rcaro<br />

aveva rivolto al successore l'augurio di potere « con la collaborazione<br />

di tutti, realizzare e oltrepassare di gran lunga le mete cui<br />

in questi mesi abbiamo guardato insieme ». E aggiunse che Poma,<br />

nel saluto ai fe<strong>del</strong>i e al clero, aveva detto che il suo « cammino pastorale<br />

» avrebbe seguito la linea tracciata dal predecessore nel nome<br />

di « una fruttuosa collaborazione ».<br />

Mai, come in quel caso, lo stesso concetto espresso da <strong>due</strong> persone<br />

aveva assunto un significato tanto diverso, se non addirittura opposto.<br />

Il dialogo tra comune e curia era finito per sempre, a conferma<br />

<strong>del</strong> fatto che si era trattato di un'operazione verticistica.<br />

Prematura, nella migliore <strong>del</strong>le ipotesi. La « repubblica conciliare »<br />

non è mai esistita se non nella fantasia degli avversari di <strong>Le</strong>rcaro.<br />

Per la base comunista fu la fine di un equivoco voluto in alto e<br />

per molti cattolici il risveglio dopo un brutto sogno. Era come se,<br />

sia gli uni che gli altri, avessero ritrovato la propria identità smarrita,<br />

oltre che le certezze di un tempo. L'avversario da battere tornava<br />

ad essere l'altro, anche se tutti erano consapevoli che i tempi<br />

erano mutati e che non si sarebbe più tornati ai livelli e agli schemi<br />

politici di un tempo.<br />

Un anonimo cronista così descrisse il primo incontro tra Poma e<br />

Fanti: « Nelle scorse settimane si è avuto il primo incontro tra<br />

monsignor Poma ed il sindaco Fanti: nessun gesto clamoroso lo<br />

ha preceduto e nessun discorso lo ha accompagnato; soprattutto, lo<br />

si noti bene, nessun comunicato stampa con quello stile dei trombettieri<br />

al quale erano abituati i bolognesi, lo ha seguito. Siamo sul<br />

piano <strong>del</strong>la cortesia e non <strong>del</strong> dialogo. Questa, si dice, è la strada<br />

scelta dal nuovo arcivescovo: nessuna confusione di poteri, di piani,<br />

di competenze e soprattutto nessun incontro ideologico né sul pianerottolo<br />

né dentro casa » 1 .<br />

Il gruppo dirigente comunista impiegò <strong>del</strong> tempo per capire che<br />

il nuovo corso politico non aveva fatto in tempo a decollare che<br />

era già finito. Molti credettero che il <strong>cardinale</strong> fosse scivolato sul<br />

problema <strong>del</strong>la pace. « Ritenemmo » dice oggi Fanti « che la destituzione<br />

di <strong>Le</strong>rcaro fosse avvenuta per colpa degli americani, dopo<br />

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