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Le due anime del cardinale Lercaro

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la pratica doveva andare all'ufficio <strong>del</strong> responsabile degli affari ordinari<br />

<strong>del</strong>la Segreteria di stato (seconda sezione), monsignor Dell'Acqua,<br />

amico e protettore di <strong>Le</strong>rcaro.<br />

Quasi contemporaneamente si verificarono <strong>due</strong> episodi molto importanti,<br />

il primo dei quali imprevisto, ma provvidenziale, mentre<br />

il secondo era previsto e atteso da tempo. Il papa si ammalò per<br />

cui, tra intervento chirurgico e degenza, dovette stare lontano dagli<br />

affari di stato sino alla fine <strong>del</strong>l'anno. Il secondo fatto fu il trasferimento<br />

di Dell'Acqua e la sua sostituzione con monsignor Giovanni<br />

Benelli.<br />

Il nuovo Sostituto alla segreteria conosceva poco o nulla <strong>Le</strong>rcaro,<br />

come conosceva poco gli ambienti <strong>del</strong>la curia romana, dove tornava<br />

dopo molti anni, durante i quali aveva ricoperto importanti incarichi<br />

all'estero. Tra le varie pratiche che lo attendevano, sul tavolo<br />

trovò anche il « dossier <strong>Le</strong>rcaro » e alcune lettere anonime contro<br />

il <strong>cardinale</strong> bolognese. Mandò copia di una lettera a Bologna, com'era<br />

consuetudine, ma trattenne le altre. Poi, esaminato il dossier,<br />

si mise al lavoro. Secondo una versione che trova poco credito, incaricò<br />

qualcuno — il visitatore apostolico? — di compiere un'inchiesta<br />

segreta a Bologna o di chiamare a Roma alcuni esponenti<br />

<strong>del</strong>la curia bolognese per interrogarli. La relazione <strong>del</strong> visitatore<br />

apostolico, secondo altri, era invece già pronta.<br />

Verso la fine di dicembre, quando il papa poté riprendere l'attività,<br />

era pronto un nuovo organigramma che prevedeva un vasto<br />

rinnovamento dei titolari <strong>del</strong>le congregazioni, secondo i principi contenuti<br />

nella Costituzione Regimini Ecclesiae, <strong>del</strong>l'agosto precedente.<br />

Era l'operazione « taglio <strong>del</strong>le ali », come la definì il quotidiano<br />

cattolico francese « La Croix ». Avrebbe dovuto consentire al papa<br />

di eliminare le punte estreme, i conservatori e gli innovatori, per<br />

governare al centro, lungo una linea mediana, anche se, in questo<br />

modo, lo spirito <strong>del</strong> Concilio subì « un totale riassorbimento nei<br />

meccanismi <strong>del</strong>la curia romana » 38 .<br />

Il piano prevedeva l'allontanamento di Ottaviani dal S. Offizio,<br />

di Larraona dalla congregazione dei riti e di <strong>Le</strong>rcaro dal Consilium.<br />

Il 10 gennaio, per « motivi di età », <strong>Le</strong>rcaro lasciò il Consilium e<br />

Larraona la sua congregazione, immediatamente sostituiti dal <strong>cardinale</strong><br />

Benno Gut, che assunse entrambe le cariche per omogeneizzare<br />

la linea che avrebbe dovuto favorire l'unificazione dei <strong>due</strong> organismi.<br />

Il papa riuscì a bloccare — almeno così pare — la seconda parte<br />

<strong>del</strong>l'operazione che prevedeva l'allontanamento di <strong>Le</strong>rcaro dalla curia<br />

bolognese. Forse lo fece in ricordo <strong>del</strong>la vecchia amicizia o per<br />

motivi di opportunità, con la scusa di volerci pensare. Ma dopo il<br />

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