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Le due anime del cardinale Lercaro

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solo un avallo autorevole, oltre che una nuova e diversa spinta per<br />

portare l'operazione alla sua naturale conclusione. Anche se è fuori<br />

luogo ipotizzare una sorta di congiura tramata nei corridoi sinodali,<br />

è un fatto che il colpo di grazia a <strong>Le</strong>rcaro fu inferto proprio in quel<br />

luogo e in quel momento. Per averne la conferma basta scorrere i<br />

resoconti <strong>del</strong> dibattito che si tenne, per quasi tutto il mese, sui vari<br />

temi <strong>del</strong>l'ordine <strong>del</strong> giorno e in particolare su quello <strong>del</strong>la riforma<br />

liturgica. « L'Osservatore Romano » era solito riportare il sunto degli<br />

interventi senza indicare i nomi dei vescovi che li avevano pronunciati.<br />

Per questo si ebbe subito un quadro completo ed esauriente<br />

<strong>del</strong>le posizioni espresse a favore o contro la nuova liturgia, ma<br />

<strong>del</strong> tutto anonimo perché non si sapeva chi fossero i vescovi favorevoli<br />

e quelli contrari. Quelli contrari erano poco meno di quelli<br />

favorevoli. Per <strong>Le</strong>rcaro dovette essere un brutto campanello d'allarme,<br />

anche perché gli argomenti addotti erano pesanti.<br />

Molti fe<strong>del</strong>i, disse un vescovo, « si dicono stanchi di tanti mutamenti<br />

che li disturbano e li confondono spiritualmente ». E un altro:<br />

« Pare opportuno non proseguire oltre negli esperimenti, o almeno<br />

gli stessi non vengano volgarizzati — particolarmente nei seminari<br />

e negli Istituti di formazione — onde non creare confusione<br />

e non facilitare le critiche ». « Gli uomini » disse un altro « cambiano<br />

molto molto meno velocemente dei progressi <strong>del</strong>la scienza liturgica<br />

», mentre un altro ancora si chiese: « Quando si potranno dire<br />

esauriti i cambiamenti nella liturgia? I fe<strong>del</strong>i sono turbati e scandalizzati<br />

» 35 . « Molte cose finora permesse in campo liturgico »<br />

disse un altro vescovo « costituiscono dei veri e propri abusi » 36 .<br />

A dare più forza e più coesione al fronte antilercariano contribuì<br />

il <strong>cardinale</strong> Cicognani, segretario di stato, quando sostenne con<br />

decisione che occorreva chiudere la stagione <strong>del</strong>le innovazioni nei<br />

riti religiosi — come ha rilevato Bedeschi, su informazioni avute<br />

da <strong>Le</strong>rcaro — per non « recare turbamento nei fe<strong>del</strong>i » 37 .<br />

Quelle parole — pronunciate da un porporato che negli anni <strong>del</strong><br />

Concilio non aveva preso posizione sulla riforma liturgica — erano<br />

l'ultimo contributo al « dossier <strong>Le</strong>rcaro », dopo di che poteva essere<br />

considerato completo, anche se non è facile stabilire se lo fece<br />

consapevolmente o no. È più che improbabile che non sapesse quello<br />

che faceva — se non altro per la carica che ricopriva, la più alta<br />

nella curia romana — e che non avesse avuto sentore <strong>del</strong>la manovra<br />

in atto contro il <strong>cardinale</strong> bolognese.<br />

Inoltre, dato che, prima o poi, quel dossier sarebbe finito sul<br />

suo tavolo, il discorso di Cicognani al Sinodo poteva significare il<br />

suo assenso — sia preventivo che, molto più probabilmente, definitivo<br />

— all'operazione. La strada era così aperta anche se, subito,<br />

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