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Le due anime del cardinale Lercaro

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cerdoti bolognesi. A parere di don Camerini, <strong>Le</strong>rcaro si sarebbe notevolmente<br />

raffreddato verso Dossetti, nella seconda metà <strong>del</strong> 1967,<br />

perché « Era stanco dei suoi atti, <strong>del</strong> suo atteggiamento duro verso<br />

il clero e verso Fraccaroli. Iniziò così un tacito antagonismo ».<br />

Infine, Roma era preoccupata dei risvolti politici <strong>del</strong> « secondo<br />

episcopato » di <strong>Le</strong>rcaro. La « repubblica conciliare », frutto dei<br />

« nuovi incontri » tra curia e sinistra, era guardata con molto sospetto<br />

perché si paventavano le conseguenze. Si temeva l'inizio di<br />

un vero e proprio « ribellismo cattolico », <strong>del</strong> quale si avvertivano<br />

i primi sintomi nell'aria. Inoltre la « chiesa locale » avrebbe potuto<br />

provocare la fine <strong>del</strong>l'unità politica dei cattolici. All'interno <strong>del</strong>la<br />

CISL e <strong>del</strong>le ACLI avevano cominciato a circolare le prime ipotesi<br />

sui pro e i contro <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> collateralismo con la DC. A sua<br />

volta, il gruppo dirigente <strong>del</strong>la DC bolognese — composto quasi<br />

interamente di uomini <strong>del</strong>la destra clericale — aveva fatto immediatamente<br />

presente a Roma che il partito si sarebbe trovato in<br />

gravi difficoltà, nel 1968 quando, in occasione <strong>del</strong>le elezioni, si sarebbe<br />

dovuto dire agli elettori che il comunismo non era più un<br />

pericolo per il paese.<br />

Poma — ma questo lo si seppe solo dopo l'allontanamento di<br />

<strong>Le</strong>rcaro — era stato immediatamente avvicinato da sacerdoti e da<br />

dirigenti <strong>del</strong>la DC i quali, sia pure con discrezione e con mille<br />

cautele, gli parlarono dei pericoli cui era esposto il mondo cattolico<br />

bolognese, se non fossero state corrette alcune storture <strong>del</strong>la linea<br />

di <strong>Le</strong>rcaro. « Non possiamo andare alle elezioni politiche <strong>del</strong>l'anno<br />

prossimo con <strong>Le</strong>rcaro capo <strong>del</strong>la diocesi », disse esplicitamente un<br />

dirigente <strong>del</strong>la DC 34 .<br />

Dopo di che è facile comprendere come e perché si sia andato formando<br />

e consolidando, per tutto il 1967, un vasto schieramento<br />

di persone che si sentiva minacciato dalla presenza di <strong>Le</strong>rcaro. Sia<br />

pure per motivi diversi, tutti costoro erano interessati a sbolognare,<br />

quanto prima, il <strong>cardinale</strong> divenuto incomodo e pericoloso.<br />

La curia romana era spinta da motivi di carattere religioso e<br />

strutturale, per conservare lo status quo e respingere quelle che considerava<br />

pericolose innovazioni. La DC, sia a livello nazionale che,<br />

in misura minore, a quello locale, era decisa a contrastarlo solo e<br />

unicamente per motivi di potere politico, mentre erano secondari<br />

quelli di carattere religioso. Anche il mondo industriale, agrario e<br />

commerciale — preoccupato solo ed esclusivamente dei propri interessi<br />

materiali — si espresse duramente e brutalmente contro chi<br />

aveva abbandonato la comune barricata anticomunista.<br />

In ottobre, quando a Roma si riunì il Sinodo dei vescovi, il « dossier<br />

<strong>Le</strong>rcaro » era oramai completo e poteva essere usato. Mancava<br />

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