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Le due anime del cardinale Lercaro

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Chiesa (messa sempre meglio a fuoco da Papa Giovanni XXIII,<br />

dal Concilio, da Papa Paolo VI) per l'intrinseca forza <strong>del</strong>la sua coerenza,<br />

non può portare oggi a un giudizio sulla precisa questione<br />

dirimente, dalla quale dipende oggi di fatto il primo inizialissimo<br />

passo verso la pace oppure un ulteriore e forte irreversibile<br />

passo verso un allargamento <strong>del</strong> conflitto. Intendo riferirmi, come<br />

voi ben capite, alle insistenze che si fanno in tutto il mondo sempre<br />

più corali — e <strong>del</strong>le quali si è fatto eco il Papa nel recentissimo<br />

discorso ai Cardinali — perché l'America (al di là di ogni questione<br />

di prestigio e di ogni giustificazione strategica) si determini a desistere<br />

dai bombardamenti aerei sul Vietnam <strong>del</strong> Nord. Il Santo<br />

Padre ha detto testualmente: "Molte voci ci giungono invitandoci<br />

ad esortare una parte belligerante a sospendere i bombardamenti.<br />

Noi lo abbiamo fatto e lo facciamo ancora... Ma contemporaneamente<br />

invitiamo di nuovo ora l'altra parte belligerante... a dare un<br />

segno di seria volontà di pace" ».<br />

« La Chiesa » concluse, pur essendo consapevole che la sua richiesta<br />

era molto più avanzata di quella <strong>del</strong> papa « questo lo deve<br />

dire, anche se a qualcuno dispiacesse » 23 .<br />

Con quel discorso — certamente uno dei più impegnati e compromettenti<br />

<strong>del</strong>la sua vita, come lui stesso riconobbe nelle ultime<br />

righe — si era riproposto di conseguire <strong>due</strong> obiettivi. Al tempo<br />

stesso, era una condanna evangelica <strong>del</strong>la guerra — di tutte le<br />

guerre, sia quelle difensive che quelle aggressive — e la conferma<br />

<strong>del</strong> programma che intendeva attuare con il secondo episcopato.<br />

Sia a Roma che a Washington, ma soprattutto nella capitale americana,<br />

fu enorme il clamore che suscitò, anche se l'attenzione degli<br />

osservatori politici era limitata alle pochissime righe dove — facendosi<br />

interprete <strong>del</strong>le richieste di larga parte <strong>del</strong>l'opinione pubblica<br />

mondiale — auspicava la cessazione unilaterale dei bombardamenti<br />

americani sul Viet Nam.<br />

Sia pure non pubblicamente, la curia romana gli rimproverò di<br />

avere abbandonato la posizione di equidistanza di Paolo VI, per<br />

schierarsi a favore <strong>del</strong> Viet Nam <strong>del</strong> nord, una repubblica comunista.<br />

Addirittura furibonde furono le reazioni negli Stati Uniti,<br />

sia a livello di governo che di comunità cattolica. Appena un anno<br />

prima i sacerdoti cattolici si erano pronunciati quasi all'unanimità<br />

a favore <strong>del</strong>la guerra contro il Viet Nam <strong>del</strong> nord.<br />

Pochi giorni dopo, a conferma <strong>del</strong>l'importanza che Washington<br />

annetteva a quel discorso, giunsero a Bologna <strong>due</strong> diplomatici americani.<br />

Erano Peter Scott Bridges secondo segretario addetto alla<br />

sezione affari politici <strong>del</strong>l'ambasciata USA a Roma e Horace C.<br />

Dufour Woolfley addetto agli affari politici presso il consolato USA<br />

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