Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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non conoscevano tregua i bombardamenti sulle città <strong>del</strong> nord.<br />
Il primo, il 22 dicembre, si tenne a Palazzo d'Accursio. Parlando<br />
davanti all'intero consiglio comunale <strong>Le</strong>rcaro disse che data la « gravità<br />
<strong>del</strong>la situazione internazionale » non era più « tempo di atti<br />
isolati, di atti soltanto di singole Persone ». A suo parere si imponevano<br />
« piuttosto atti comunitari, aperti in modo crescente alle<br />
solidarietà e corresponsabilità più vaste e più diffuse in ogni settore<br />
e grado <strong>del</strong>l'umana convivenza ».<br />
Tre erano i compiti che la « Chiesa locale » avrebbe cercato di<br />
assolvere. In primo luogo, si sentiva « richiamata a ricercare — ancor<br />
più di quanto non abbia fatto sin qui — i termini e i modi<br />
concreti <strong>del</strong> suo particolare servizio per la pace, in conformità <strong>del</strong><br />
peculiare contesto comunitario — sociale, civile e culturale — in<br />
cui essa vive e spera ». In secondo luogo, disse <strong>Le</strong>rcaro, noi crediamo<br />
« alla indivisibilità <strong>del</strong>la pace, a tutti i livelli ». Per questo<br />
« essa non può essere solo elargita dall'alto ad opera dei supremi<br />
responsabili politici, ma deve essere anche costruita dal basso, instaurando<br />
l'unità e la concordia nella famiglia, nel quartiere, nella<br />
città », al fine di creare « una volontà ed una esperienza pacifica<br />
sempre più vasta e partecipata, che sia invincibile rifiuto e insormontabile<br />
ostacolo alla inclinazione di qualunque alto responsabile<br />
verso l'impiego di mezzi violenti per la soluzione <strong>del</strong>le contese internazionali<br />
». Infine, disse <strong>Le</strong>rcaro, la chiesa bolognese « vuole assumersi<br />
da oggi un impegno educativo più forte e sistematico per<br />
concorrere [...] a nutrire nei giovani uno slancio, sempre più coraggioso<br />
e attivo, per il superamento di ogni forma di violenza ».<br />
Il sindaco Fanti — che presiedeva una giunta monocolore, per<br />
l'uscita <strong>del</strong> PSI — dopo alcune frasi di circostanza sui valori <strong>del</strong>la<br />
pace, affrontò direttamente il nodo <strong>del</strong> problema. « Il discorso di<br />
pace non può non prendere, secondo il nostro avviso, » disse « nell'attuale<br />
momento, un significato concreto e non suonare come<br />
monito e riprovazione verso coloro che pervicacemente rifiutano di<br />
allinearsi con chi vuole la pace e di operare perché essa ritorni fra<br />
gli uomini. Il nostro pensiero va prima di tutto al Viet Nam martoriato<br />
dalla guerra e si esprime con la condanna dei bombardamenti<br />
sulla repubblica <strong>del</strong> Viet Nam <strong>del</strong> nord e con la richiesta <strong>del</strong>la loro<br />
cessazione, come condizione preliminare indispensabile perché siano<br />
avviate le trattative per la pace che noi tutti auspichiamo » 20 .<br />
<strong>Le</strong>rcaro, che non aveva pronunciato il nome <strong>del</strong> Viet Nam, annuì<br />
con il capo. Quel gesto non sfuggì ai presenti, i quali afferrarono<br />
anche il tipo di rapporto preferenziale che aveva voluto dare a<br />
quell'incontro. Nelle intenzioni <strong>del</strong> comune e <strong>del</strong>la curia doveva essere<br />
il prolungamento naturale e lo sviluppo <strong>del</strong> discorso avviato<br />
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