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Le due anime del cardinale Lercaro

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<strong>del</strong>lo Spirito che solo può dissolvete l'energia demoniaca e arrestare<br />

il mistero di iniquità che è all'opera nel profondo <strong>del</strong>la storia umana<br />

». E ancora: « ...rifiutarsi di prendere un'iniziativa di pace<br />

unilaterale o di desistere da un'iniziativa di guerra — fino a che<br />

non sia stata dalla controparte accettata preventivamente una certa<br />

riparatone o reintegrazione — può essere forse (e non sempre,<br />

neppure da un punto di vista meramente umano) un discorso di<br />

buon senso: ma non è certo un discorso cristiano, tanto meno un<br />

discorso che possa invocare a conferma la parola di Dio ».<br />

Dopo avere riconosciuto che la Gaudium et spes non era un<br />

punto di arrivo, ma di partenza per articolare nuovi e più validi<br />

concetti sul tema <strong>del</strong>la pace, sostenne la « illiceità anche <strong>del</strong> solo<br />

possesso <strong>del</strong>le armi atomiche » per la « inesorabile concatenazione »<br />

che si sarebbe avuta automaticamente e forse senza la volontà <strong>del</strong>l'uomo.<br />

Rifacendosi alle sacre scritture, disse che la pace era « il buon<br />

annuncio per eccellenza, l'evangelo, la proclamazione <strong>del</strong>la salvezza,<br />

il regno di Dio in atto », una vera e propria « comunione con Dio »,<br />

anche se « Gli uomini in quanto peccatori, sono e saranno sempre<br />

sotto la minaccia <strong>del</strong>la guerra fino alla venuta di Dio ». Sino a<br />

quel giorno era doveroso riconoscere il « diritto-dovere dei singoli<br />

di rifiutare obbedienza alle decisioni e agli ordini dei poteri pubblici<br />

responsabili, contrari ai principii supremi affermati »; la « legittimità<br />

<strong>del</strong>l'obiezione di coscienza » e il « trascendimento <strong>del</strong>la<br />

falsa alternativa tra impiego <strong>del</strong>la forza bellica e inerzia pacifista,<br />

mediante invece l'impiego dei mezzi attivi <strong>del</strong>la cosiddetta non-violenza<br />

» 19 .<br />

<strong>Le</strong>rcaro, che non si era eccessivamente scomposto quando gli era<br />

stato riferito che il suo nuovo impegno pacifista non aveva riscosso<br />

molti consensi, si prese una grande rivincita alla fine <strong>del</strong>l'anno quando<br />

Paolo VI proclamò il 1° gennaio 1968 « Giornata <strong>del</strong>la pace ».<br />

Aveva anticipato i tempi in tema di pace, come gli confermò la<br />

lettura <strong>del</strong> messaggio pontificio rivolto agli « uomini saggi e forti »<br />

di tutto il mondo. I concetti che conteneva li aveva espressi molto<br />

tempo prima.<br />

Incontrando l'immediato favore degli amministratori pubblici, oltre<br />

che dei dirigenti dei sindacati e degli organismi professionali e<br />

sociali, decise di organizzare una serie di incontri pubblici per consegnare<br />

« alla città » il messaggio pontificio. Con un rituale e un<br />

cerimoniale simile, ma a un livello più basso, a quello adottato<br />

in occasione <strong>del</strong> conferimento <strong>del</strong>la cittadinanza onoraria, si tennero<br />

alcuni incontri pubblici per dibattere il tema <strong>del</strong>la pace nel<br />

mondo, anche se il pensiero di tutti era rivolto al Viet Nam, dove<br />

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