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Le due anime del cardinale Lercaro

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sava anche se non apertamente. Alla fine di un lungo e tormentato<br />

travaglio toccò proprio a Cicognani firmare un telegramma in latino,<br />

fatto inviare dal papa a <strong>Le</strong>rcaro per dargli atto <strong>del</strong>la « indefatigata<br />

sollertia » con cui aveva diretto i lavori <strong>del</strong> Consilium e biasimare<br />

l'offesa subita.<br />

Soddisfatto, ma solo a metà — anche se il 16 il telegramma era<br />

apparso nella prima pagina de « L'Osservatore Romano » — <strong>Le</strong>rcaro<br />

chiese e ottenne qualcosa di più. Il 19 aprile, alla chiusura dei<br />

lavori <strong>del</strong> Consilium, intervenne il papa. Presente <strong>Le</strong>rcaro in prima<br />

fila, lesse un lungo discorso. « Abbiamo volentieri aderito » iniziò<br />

Paolo VI « nonostante la pressione degli impegni di questi giorni,<br />

alla domanda di questo incontro, per salutare i membri » <strong>del</strong> Consilium<br />

al quale « rinnoviamo l'espressione <strong>del</strong>la nostra stima, <strong>del</strong>la<br />

nostra fiducia, <strong>del</strong> nostro incoraggiamento ».<br />

Dopo avere a lungo elogiata l'attività <strong>del</strong> Consilium, aggiunse:<br />

« Non possiamo a questo proposito, tacere la nostra amarezza per<br />

alcuni fatti e alcune tendenze, che non favoriscono certamente i<br />

buoni risultati, che la Chiesa attende dagli studi operosi <strong>del</strong> "Consilium".<br />

Il primo di questi fatti riguarda l'ingiusto e irriverente attacco,<br />

proveniente da una recente pubblicazione, contro la venerata<br />

persona <strong>del</strong>l'illustre ed eminente presidente <strong>del</strong> "Consilium" stesso,<br />

il signor Cardinale Giacomo <strong>Le</strong>rcaro ».<br />

« Tale pubblicazione, » proseguì il papa « com'è ovvio, non può<br />

avere il nostro consenso; essa non edifica alcuno, e non reca perciò<br />

alcun vantaggio alla causa che vorrebbe difendere, la conservazione<br />

cioè <strong>del</strong>la lingua latina nella liturgia » [...] « Lasciando quindi da<br />

parte la questione <strong>del</strong> latino nella liturgia, pregiudicata piuttosto<br />

che difesa dalla pubblicazione in parola, noi desideriamo rivolgere<br />

al Cardinale <strong>Le</strong>rcaro la espressione <strong>del</strong> nostro rammarico e <strong>del</strong>la<br />

nostra adesione ».<br />

Poi, quasi si fosse pentito di essersi spinto troppo avanti nella<br />

difesa degli innovatori, raccomandò al Consilium di non lasciarsi<br />

« invaghire da velleità di capricciosi esperimenti » né di indulgere<br />

alla « tendenza a "desacralizzare", come si osa dire, la liturgia (se<br />

ancora essa merita di conservare questo nome) e con essa, fatalmente,<br />

il cristianesimo » 17 .<br />

Rimeditando sul successo ottenuto, <strong>Le</strong>rcaro convenne che le cose<br />

non andavano certo bene e che la sua vittoria avrebbe potuto facilmente<br />

volgersi in sconfitta. I cardinali <strong>del</strong>la curia erano più irritati<br />

che mai e non gli perdonavano di avere costretto il papa a intervenire<br />

in sua difesa, anche se consideravano una loro vittoria la<br />

parte finale <strong>del</strong> discorso. La guerra, su questo non aveva dubbi,<br />

sarebbe continuata.<br />

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