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Le due anime del cardinale Lercaro

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Chiesa che il presente episcopato <strong>del</strong> nostro Cardinale ha portato<br />

con anticipo di un decennio sui punti nodali <strong>del</strong>la strada <strong>del</strong> Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II », ma soprattutto una « Chiesa aperta<br />

». Aperta, sottolineò ancora, « pur nella salvezza <strong>del</strong>la fede:<br />

che — glielo assicuriamo Eccellenza — contrariamente a quanto<br />

talvolta si pensi fuori di Bologna, è a Bologna forte, per quanto è<br />

oggi possibile, senza sensibili incrinature o declinazioni, sia tra i<br />

sacerdoti, sia tra i fe<strong>del</strong>i, anzi — per certi aspetti — forse oggi è<br />

più serena e pacifica di quanto non sia in altri ambienti tradizionalmente<br />

condotti con un senso più esterno <strong>del</strong>la autorità e <strong>del</strong>la<br />

disciplina » 10 .<br />

<strong>Le</strong> parole di Dossetti caddero nel vuoto. Ricambiando il saluto<br />

— e porgendolo alle autorità venute a salutarlo, tra le quali Fanti<br />

e il presidente socialista <strong>del</strong>la Provincia Vighi — Poma si limitò<br />

a ricordare la vecchia amicizia che lo legava a <strong>Le</strong>rcaro da un ventennio.<br />

Quindi, parlò brevemente dei doveri di un vescovo coadiutore<br />

e fece un breve accenno al Concilio, senza dire una parola<br />

a proposito <strong>del</strong>la chiesa bolognese che aveva sopravanzato di un<br />

decennio le altre comunità cattoliche e, meno che mai, di « quanto<br />

talvolta si pensa fuori di Bologna ».<br />

Casini accusa: <strong>Le</strong>rcaro peggio di Lutero!<br />

<strong>Le</strong> parole rassicuranti sulla fe<strong>del</strong>tà e l'ortodossia <strong>del</strong>la chiesa<br />

bolognese, che Dossetti aveva sentito il bisogno di dire a Poma,<br />

erano il sintomo dei dubbi che cominciavano a riaffiorare nell'animo<br />

di <strong>Le</strong>rcaro e dei suoi collaboratori? O quel modo insolito di<br />

mettere le mani avanti era dettato più dal desiderio di sentirsi in<br />

pace con la coscienza, che non dalla necessità di rassicurare il nuovo<br />

venuto?<br />

Molto probabilmente la stagione <strong>del</strong>le grandi certezze e dei grandi<br />

entusiasmi, propiziati dal Concilio, stava volgendo al termine. Continuamente<br />

criticato dai porporati tradizionalisti, <strong>Le</strong>rcaro aveva ricominciato<br />

a chiedersi se in tema di riforma liturgica era perfettamente<br />

a posto, dal punto di vista teologico. Non gli era più sufficiente<br />

che a rassicurarlo fosse un grande teologo come Dossetti.<br />

Inoltre vedeva che la linea conciliare stentava ad affermarsi a<br />

Roma, come a Bologna.<br />

Avvertiva nuove resistenze inspiegabili, incontrava difficoltà imprevedibili,<br />

udiva mugugni sempre più evidenti e vedeva montare<br />

un'onda sempre più lunga, mentre il papa appariva distaccato e<br />

lontano, quasi indifferente ai lavori <strong>del</strong> Consilium. E questo, pro-<br />

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