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Le due anime del cardinale Lercaro

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quando, invitato, si era recato nella chiesa metropolitana di Mantova<br />

per celebrare una <strong>del</strong>le prime messe pontificali con il canto in<br />

italiano.<br />

« Salutiamo » aveva detto Poma « il Cardinale <strong>del</strong>la Santa Romana<br />

Chiesa, il Moderatore <strong>del</strong> Concilio Vaticano II, il Presidente<br />

<strong>del</strong> Consilium per l'attuazione <strong>del</strong>la Costituzione liturgica in tutta<br />

la Chiesa e, al di là di tali nobilissimi e formidabili compiti, noi ci<br />

troviamo in sintonia con un Pastore che oggi, nella Chiesa e nel<br />

mondo, vibra di finissima sensibilità pastorale per i valori più alti<br />

di cui la vita <strong>del</strong> nostro tempo, nonostante tutto, sente profonda e<br />

inderogabile esigenza » 9 .<br />

Poma, forse, era in sintonia con <strong>Le</strong>rcaro. Sicuramente non gli<br />

era e non gli fu amico. Pur avendo sbagliato spesso nella scelta<br />

degli uomini, mai aveva preso un abbaglio tanto grande. I primi<br />

ad accorgersi che Poma era diverso dal sacerdote che molti credevano<br />

che fosse, furono i <strong>del</strong>egati bolognesi inviati a Mantova a<br />

« prelevare » — come virgolettò il quotidiano <strong>del</strong>la curia — il nuovo<br />

vescovo.<br />

Avvertirono subito che non doveva essere molto amato dal clero.<br />

Quando un sacerdote bolognese disse a un confratello mantovano<br />

« Siamo venuti a prendere il vostro vescovo », si sentì rispondere<br />

con prontezza: « Perché non siete venuti prima? ». Poi, conversando,<br />

seppero che sin dal primo giorno — era giunto a Mantova nel<br />

1951, come vescovo coadiutore con diritto di successione — si era<br />

trovato in forte contrasto con il vecchio vescovo Domenico Menna.<br />

« Non si può dire che i rapporti tra i <strong>due</strong> » disse un sacerdote<br />

« siano stati buoni. Anzi. Menna ne soffrì molto e si accorò di<br />

più ». « Ora il nostro venerato pastore viene a Bologna come vescovo<br />

coadiutore con diritto di successione. Proprio come quando venne<br />

qui », disse un altro sacerdote. E aggiunse con un filo d'ironia:<br />

« Vi preghiamo di porgere al vostro pastore i nostri più vivi auguri<br />

».<br />

Varie furono le reazioni dei sacerdoti bolognesi, quando questi<br />

particolari si riseppero in curia. Alcuni li accolsero con mestizia e<br />

poco piacevoli presentimenti. Altri con senso di rivalsa e liberazione.<br />

Tutti cominciarono a chiedersi quanto sarebbe durato <strong>Le</strong>rcaro<br />

con un simile coadiutore. Dossetti apprese quelle notizie con un<br />

senso di preoccupazione e di liberazione a un tempo, perché si liberava<br />

dalla carica di provicario, anche se sapeva che <strong>Le</strong>rcaro non<br />

lo avrebbe lasciato andare.<br />

Toccò proprio a lui il compito di porgere il saluto al nuovo arrivato.<br />

Dopo avere auspicato una « piena ed efficace concordia operativa<br />

», ricordò al nuovo venuto che quella bolognese era « una<br />

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