Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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Bologna avrebbe dovuto tornare a essere una <strong>del</strong>le tante province<br />
e cessare di rappresentare il punto di riferimento <strong>del</strong>le comunità<br />
cattoliche, italiane e straniere, impegnate lungo la strada aperta dal<br />
Concilio. Di qui la necessità di iniziare tutta una serie di operazioni<br />
miranti all'isolamento di <strong>Le</strong>rcaro all'interno <strong>del</strong>la chiesa italiana e<br />
al suo allontanamento da Bologna.<br />
Quando chiese a Roma di nominare Dossetti vescovo ausiliare,<br />
al posto di Bettazzi, ricevette un rifiuto totale. Anche se alcuni suoi<br />
ex collaboratori sostengono il contrario, non aveva alcuna possibilità<br />
di imporre la nomina di Dossetti. Neppure se avesse fatto ricorso<br />
a Paolo VI, perché si trattava di una prerogativa esclusiva<br />
<strong>del</strong>la curia romana. Per questo dovette accontentarsi di nominarlo<br />
provicario.<br />
Scegliendo Dossetti — inviso sia a Roma che a Bologna — fece<br />
almeno <strong>due</strong> errori. Esasperò ulteriormente i rapporti con Roma e<br />
lo coinvolse nella sua guerra privata con la curia pontificia. Perché<br />
poi la gerarchia religiosa abbia rinunciato a un uomo come Dossetti<br />
resta un mistero 5 .<br />
Il clero bolognese dimostrò subito di non gradire quella presenza<br />
alla guida <strong>del</strong>la curia. I motivi erano i soliti: i preti lo sentivano<br />
estraneo al loro mondo, lontano dal loro modo di pensare e di<br />
agire e quindi incapace di comprenderli, perché non aveva fatto il<br />
seminario e non conosceva i problemi quotidiani <strong>del</strong>la parrocchia.<br />
Sostenevano che non avendo fatto il parroco non aveva l'esperienza<br />
necessaria per guidarli. Alcuni lo accusarono di essere un dittatore.<br />
Altri — ed erano i più — di essere totalmente privo di spirito<br />
pratico. Pochi ebbero parole di lode. Nel 1972, quando Dossetti<br />
partì per la Palestina, don Martino Mezzini, parroco di S. Gabriele<br />
— una frazione di Baricella, uno dei comuni più rossi <strong>del</strong>la provincia<br />
— diede un giudizio spietato.<br />
« Don Dossetti? » disse rispondendo alle domande di un giornalista<br />
« Un integralista dittatoriale ed è per questo che non mi<br />
meraviglia la sua "fuga" (Si riferiva alla partenza per la Palestina,<br />
definita "fuga" da un giornale, n.d.a.). Nei <strong>due</strong> incontri che ho<br />
avuto con lui, infatti, mi sono reso perfettamente conto <strong>del</strong>la sua<br />
incapacità a piegarsi allo stato oggettivo dei fatti; una incapacità<br />
che in un certo senso spiega la sua ultima decisione ».<br />
Don Mezzini si era incontrato con Dossetti per discutere la realizzazione<br />
di alcune opere parrocchiali e la opportunità di aggregare<br />
a una vicina parrocchia un cappellano. Fra i <strong>due</strong> la discussione doveva<br />
essere stata molto vivace se, ad alcuni anni di distanza, il<br />
sacerdote era ancora così visibilmente irritato.<br />
« Nel primo caso » disse al giornalista « andai da don Dossetti<br />
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