Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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evole Giancarlo Ferri, uno dei massimi esperti economici <strong>del</strong>la federazione<br />
comunista, pubblicò nel 1961 su « Due torri ». Il titolo,<br />
molto significativo, diceva: « Si servono <strong>del</strong>la DC speculatori sulle<br />
aree e grossi industriali » 117 . Dopo di che bisogna chiedersi se quel<br />
partito era cambiato solo perché il <strong>cardinale</strong> era diventato cittadino<br />
onorario di Bologna.<br />
Un mese dopo il conferimento <strong>del</strong>la cittadinanza, Fanti si recò<br />
in curia per porgere al <strong>cardinale</strong> gli auguri di fine anno. Lo accompagnava<br />
Dozza. I presenti notarono lo sguardo che il <strong>cardinale</strong> rivolse<br />
all'ex sindaco. Era simile a quello che il vincitore rivolge al<br />
vinto.<br />
Forse Dozza era il vinto. Sicuramente <strong>Le</strong>rcaro non era il vincitore.<br />
Nessuno poteva immaginarlo, ma era iniziato il « decennio<br />
d'oro » <strong>del</strong> PCI. Potendo raccogliere voti a piene mani nell'orto<br />
socialista, con un PSI che non riusciva a darsi una linea politica<br />
e una credibilità dopo l'errore catastrofico <strong>del</strong>l'unificazione, e potendo<br />
addirittura mietere nei fertili campi cattolici, il PCI passò da un<br />
successo elettorale all'altro sino a conquistare la maggioranza assoluta.<br />
Fu un trionfo memorabile, <strong>del</strong> tutto meritato. Memorabile,<br />
anche se breve. Finì nel marzo 1977 quando una « Bologna diversa<br />
» esplose fragorosamente, ma non inaspettatamente. Quel « decennio<br />
d'oro », che pareva non dovesse finire mai, perché non dispiaceva<br />
neppure alla grossa borghesia, tramontò tra il bagliore sinistro<br />
alle auto incendiate e usate come barricate nella zona universitaria<br />
e lo sconquasso e il fragore <strong>del</strong>le vetrine distrutte a colpi<br />
di pietra nella centralissima via Rizzoli e davanti a Palazzo d'Accursio.<br />
La fresca brezza <strong>del</strong>la primavera 1977 dissolse dalle strade non<br />
solo l'acre odore <strong>del</strong> fumo degli incendi e dei lacrimogeni <strong>del</strong>la<br />
polizia, ma anche un certo clima politico. In quel momento —<br />
mentre a Roma era in atto l'esperimento <strong>del</strong> governo di « unità<br />
nazionale », con l'appoggio esterno concordato <strong>del</strong> PCI — la borghesia<br />
bolognese comprese che neppure affidandosi ai comunisti<br />
avrebbe ritrovato quella sicurezza cui aspirava da sempre. Ma <strong>del</strong><br />
tramonto <strong>del</strong>la « Bologna felix » — nelle amministrative <strong>del</strong> 1980<br />
il PCI perse la maggioranza assoluta — bisognerà parlare altrove.<br />
Nel 1966, nel momento in cui il PCI iniziava la sua marcia trionfale<br />
e pareva che nessuno potesse fermarlo, <strong>Le</strong>rcaro era soddisfatto<br />
e si complimentava di quella che riteneva una grande vittoria politico-pastorale.<br />
Dal suo punto di vista non aveva tutti i torti perché,<br />
in quel momento, sembrava proprio il vincitore, essendo anche<br />
stato riconfermato dal papa. Giustamente La Valle ha scritto, in<br />
morte, che « <strong>Le</strong>rcaro interpretò questa conferma come una nuova in-<br />
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