Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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<strong>Le</strong>rcaro ». Molto significativamente l'articolo giornalistico di Cervellati,<br />
dal quale sono tolte le citazioni, era intitolato: « Quando<br />
Fanti parlò con <strong>Le</strong>rcaro ».<br />
La scelta di Tange fu un atto di benevolenza, se non di piaggeria,<br />
verso l'architetto di fiducia <strong>del</strong> <strong>cardinale</strong>, dal quale era stato<br />
scomodato, ma non utilizzato. Non potendo veder costruire la chiesa<br />
progettata, avrebbe fatto sorgere altri edifici attorno a quell'area<br />
benedetta, ma destinata a restare vuota. « Tanto lo paghiamo con<br />
un pugno di riso », borbottarono alcuni, per giustificare una scelta<br />
che passava sopra la testa di tutti gli architetti italiani. Da professionista<br />
serio qual è, Tange si mise al lavoro con lo stesso impegno<br />
con cui aveva progettato la nuova Tokio. Per il Fiera district fece<br />
un progetto faraonico, con una serie di edifici che scavalcavano audacemente<br />
l'anello stradale <strong>del</strong>la tangenziale e si proiettavano a<br />
nord verso Ferrara.<br />
Nel 1970, quando Fanti lasciò il comune, per assumere la presidenza<br />
<strong>del</strong>l'ente regione, il nuovo sindaco comunista — Zangheri —<br />
si affrettò a ridimensionare il progetto e quello che restò è oggi in<br />
fase di avanzata realizzazione. <strong>Le</strong> torri grigie che svettano a nord<br />
di Bologna e che, viste dalla collina, non migliorano il panorama,<br />
sono il frutto <strong>del</strong>la « intesa » tra Fanti e <strong>Le</strong>rcaro.<br />
In materia urbanistica, quell'incontro ha dato altri frutti. Per<br />
venire incontro alle esigenze <strong>del</strong> <strong>cardinale</strong>, l'amministrazione nominò<br />
una commissione mista incaricata di pianificare la localizzazione<br />
degli impianti religiosi. A disposizione <strong>del</strong>la commissione — composta<br />
di tecnici comunali e <strong>del</strong>la curia — furono messi tutti i piani<br />
e i programmi urbanistici <strong>del</strong> comune, compresi quelli in fase di<br />
studio, per consentire al <strong>cardinale</strong> di approntare i propri piani d'intervento.<br />
Questa concessione — senza precedenti nella storia di<br />
Bologna — fu fatta dopo che la curia si era « impegnata a non<br />
usarne se non per i fini dichiarati » 116 .<br />
Ammettendo che la curia sia stata più che corretta, resta il fatto<br />
che altri avrebbero potuto approfittarne facilmente. <strong>Le</strong> informazioni<br />
riservate di quei piani sono l'oggetto <strong>del</strong> desiderio di tutti i costruttori<br />
edili per poter acquistare in anticipo, e quindi al riparo di possibili<br />
sospetti, terreni di scarso valore, ma destinati a salire vertiginosamente<br />
di prezzo, se inclusi nei piani di fabbricazione.<br />
Queste preziose informazioni avrebbero potuto giungere, sia pure<br />
involontariamente, alle orecchie degli imprenditori edili, dal momento<br />
che molti tecnici di fiducia <strong>del</strong>la curia erano molto vicini alla<br />
DC. E la DC è sempre stata accusata dal PCI di favorire le speculazioni<br />
sulle aree fabbricabili, come risulta scorrendo i giornali comunisti<br />
di quegli anni. Fra i tanti, si può citare l'articolo che l'ono-<br />
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