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Le due anime del cardinale Lercaro

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dibattito sull'argomento, il senatore comunista Paolo Fortunati —<br />

trovando l'immediato consenso di padre Ernesto Balducci, il suo<br />

contraddittore — sostenne che « la presenza <strong>del</strong> <strong>cardinale</strong> a Palazzo<br />

d'Accursio è anche l'anticipazione di un processo storico liberante,<br />

in vista <strong>del</strong>la costruzione di una comune società di liberi e di uguali,<br />

nella libertà, nella dignità, nella pace di tutti gli uomini » 114 .<br />

Oggi si può dire che il PCI, più che a un processo storico, mirava<br />

al « compromesso storico », un'operazione politica che ha avuto<br />

alterna fortuna negli anni Settanta e messa in soffitta all'inizio degli<br />

Ottanta. Bologna ebbe il merito di sperimentare il mo<strong>del</strong>lo di una<br />

eventuale « repubblica conciliare » e di offrire materia di meditazione<br />

alla direzione nazionale <strong>del</strong> PCI, proprio nel momento in cui<br />

questa cercava una nuova linea politica e nuove alleanze, non solo<br />

per scelta strategica, ma per necessità tattiche, dal momento che il<br />

PSI era ogni giorno sempre di meno l'alleato disponibile di un<br />

tempo.<br />

Un mese dopo il conferimento <strong>del</strong>la cittadinanza, il PSI uscì dalla<br />

giunta comunale, ponendo fine a un'alleanza che durava dal 1946.<br />

Più che una scelta, era il prezzo pagato per consumare l'unificazione<br />

socialdemocratica con il PSDI. Anche se non l'avesse voluto, il<br />

PCI era costretto a cercare nuove alleanze e la sua apertura ai cattolici<br />

risultò credibile perché era vecchia di qualche anno. Ma anche<br />

se fosse stata chiaramente strumentale, molto probabilmente i cattolici<br />

l'avrebbero favorita ugualmente, perché intravedevano un interesse<br />

immediato che non era solo politico.<br />

Per parte sua il PCI era disponibile a tutto. Il caso più sintomatico<br />

e clamoroso <strong>del</strong> nuovo corso si ebbe nel 1967 quando toccò<br />

all'Emilia-Romagna il compito di donare l'olio che alimenta la lampada<br />

votiva nel santuario di S. Francesco ad Assisi. <strong>Le</strong> preoccupazioni<br />

<strong>del</strong>la Santa sede — spaventata dal pensiero che i sindaci <strong>del</strong>la<br />

regione più rossa d'Italia avrebbero gestito quell'operazione — furono<br />

dissolte in un fiat. L'incarico di guidare ad Assisi gli amministratori<br />

emiliano-romagnoli fu dato a Felicori, il capo <strong>del</strong>la minoranza<br />

cattolica.<br />

Cattolici e comunisti si incontrarono a Bologna nel momento giusto<br />

e diedero vita a un'alleanza non ufficiale, che si rivelò soffocante<br />

per il PSI, proprio nel momento in cui aveva perduto credibilità<br />

agli occhi <strong>del</strong> suo elettorato popolare con la rovinosa unificazione<br />

socialdemocratica. Ma più che con la DC, il PCI stipulò l'alleanza<br />

con la corrente dorotea, i cui esponenti controllavano il potere<br />

economico. L'intesa sulle cose venne trovata facilmente e durò<br />

nel tempo. Il frutto maturo di quell'alleanza è il quartiere <strong>del</strong>la<br />

zona fieristica, nato e cresciuto con la benedizione di <strong>Le</strong>rcaro.<br />

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