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Le due anime del cardinale Lercaro

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misura <strong>del</strong>la libertà e dignità <strong>del</strong>l'uomo ». Un mondo che non potrà<br />

mai essere tale se non sarà garantita e difesa la pace 110 .<br />

<strong>Le</strong>rcaro — leggendo, ancora una volta, parole scritte da Dossetti<br />

— seguì la stessa impostazione di Fanti e arrivò a parlare di<br />

« memorabile avvenimento ». Se il sindaco aveva usato la parola<br />

emozione, il <strong>cardinale</strong> confessò di avere provato « commozione »<br />

e parlò di « edificazione storica in corso ». Sempre in sintonia con<br />

Fanti, disse che quel riconoscimento « trascende la mia povera persona:<br />

in verità muove da più lontano e si protende ben oltre ».<br />

« Quel che accade questa sera in questo palazzo già tanto carico<br />

di storia », proseguì, « ha veramente il valore di una svolta ». Oggi<br />

« Un arcivescovo di questa Chiesa bolognese », che è « nonostante<br />

i limiti, più limpida, più pura, più povera e più libera, oserei dire,<br />

per grazia di Dio, più evangelica che quattrocento anni orsono alla<br />

fine <strong>del</strong> Concilio Tridentino » rientra in questa sede « per un incontro<br />

libero, onorevole e fecondo » e si incontra con un consiglio<br />

« autenticamente rappresentativo di tutto il popolo bolognese un<strong>anime</strong><br />

» nel desiderio di un domani « di libertà, di progresso e di<br />

pace ».<br />

La chiesa bolognese, che si riconosce nel Concilio e che intende<br />

operare secondo quell'insegnamento, aggiunse <strong>Le</strong>rcaro, è qui con<br />

me perché vuole contribuire « all'opera di sviluppo civile di questa<br />

comunità ». Dopo un breve e <strong>del</strong> tutto imprevedibile accenno al<br />

Viet Nam martoriato dalla guerra, disse che, a quanti cercano la pace<br />

nel mondo, la chiesa offre « la parola e la luce <strong>del</strong> Vangelo ». E il<br />

Vangelo porto qui con me, questa sera, a quello che « mi sembra<br />

soprattutto essere un incontro, singolarmente disponibile e generante,<br />

tra il popolo di Bologna e l'Evangelo di Cristo, il messaggio<br />

evangelico impreteribile da ogni uomo (qualunque sia il suo orientamento<br />

in materia religiosa)... ».<br />

Con un'argomentazione che risultò di non facile interpretazione,<br />

aggiunse: « Nulla mi sarebbe più gradito di questo: che al di là<br />

<strong>del</strong>la persona <strong>del</strong>l'arcivescovo, al di là <strong>del</strong>la stessa Chiesa come<br />

"compagine sociale" (Lumen Gentium, n. 8) si vedesse questa sera<br />

soprattutto, anzi soltanto, l'Evangelo: quella parola, sacra e creatrice,<br />

alla quale lo stesso magistero ecclesiastico non è superiore, ma<br />

subordinato e servo (Dei Verbum, n. 10) ». Infine, con una forzatura<br />

al significato di quell'incontro, disse che « l'onore che viene<br />

reso a me, vorrei intenderlo come onore reso all'Evangelo ».<br />

Il momento in cui il consiglio comunale di Bologna ha deciso di<br />

conferirmi la cittadinanza onoraria — proseguì <strong>Le</strong>rcaro, affrontando<br />

il nodo centrale <strong>del</strong> discorso — è venuto casualmente a coincidere<br />

con quello in cui il pontefice mi ha confermato nel mio posto di<br />

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