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Le due anime del cardinale Lercaro

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Dopo essersi augurato che <strong>Le</strong>rcaro potesse « ulteriormente recare<br />

la ricchezza <strong>del</strong> Suo contributo alla ricerca cittadina di una più<br />

avanzata condizione di civiltà, in una società più giusta, capace di soddisfare<br />

l'ansia di pace, di libertà, di progresso che è nei bolognesi »,<br />

lesse la motivazione di un « atto libero e consapevole ». La cittadinanza<br />

onoraria gli veniva concessa « a riconoscimento solenne »<br />

dei suoi meriti religiosi e civili 107 . Con voto un<strong>anime</strong> e senza discussione,<br />

il consiglio approvò la proposta e, subito dopo, una <strong>del</strong>egazione<br />

di assessori e consiglieri si recò in curia per comunicare<br />

la decisione a <strong>Le</strong>rcaro in persona.<br />

Quel giorno il <strong>cardinale</strong> era stato costretto al letto, a villa Revedin,<br />

da un attacco di nefrite. Contro il parere dei medici — aveva<br />

quaranta di febbre — si alzò per non mancare allo storico appuntamento.<br />

Era la prima volta che la città intera inviava i suoi rappresentanti<br />

— liberamente eletti — in curia per rendere omaggio<br />

al rappresentante <strong>del</strong>la chiesa.<br />

Della <strong>del</strong>egazione, guidata dal sindaco, facevano parte il vice sindaco<br />

Borghese, quattro assessori e un consigliere per ogni partito. I<br />

consiglieri comunisti erano <strong>due</strong> perché la DC aveva consigliato l'inclusione<br />

di Dozza. « Se vuoi, chiediglielo tu », disse Fanti a Rubbi,<br />

quando glielo propose. L'ex sindaco, che pochi mesi prima aveva<br />

avuto una nuova rovinosa emorragia cerebrale, scoppiò in lacrime<br />

quando Rubbi lo invitò ad aggregarsi alla <strong>del</strong>egazione. All'ultimo<br />

minuto si aggiunse anche Tesini <strong>del</strong>la DC, uno dei più decisi sostenitori<br />

<strong>del</strong>l'iniziativa.<br />

Sia per lui, che per Felicori e per altri consiglieri cattolici, si<br />

trattava di una grande vittoria. « Ci assumemmo tutti <strong>del</strong>le gravi<br />

responsabilità », ricorda Felicori, riferendosi agli sforzi fatti per<br />

piegare le non piccole resistenze interne <strong>del</strong> suo partito. « Ma nel<br />

momento in cui salimmo le scale <strong>del</strong>la curia, » è sempre Felicori<br />

che ricorda « sentimmo tutti, nella nostra carne, l'abbattimento<br />

<strong>del</strong>le mura. Avvertimmo il senso preciso <strong>del</strong> loro smantellamento ».<br />

Se alcuni vissero quel momento con profonda emozione — Dossetti<br />

era tesissimo e al limite <strong>del</strong>la commozione — altri parteciparono<br />

all'incontro con animo disincantato e altri ancora con una punta<br />

di autoironia. Come avviene sempre nella vita, nei momenti più<br />

seri e tesi non mancano le situazioni al limite <strong>del</strong> comico.<br />

Sindaco, assessori e consiglieri erano in abito blu o scuro. Tutti<br />

erano stati sollecitati espressamente a indossarlo, pena l'esclusione.<br />

Anche i giornalisti furono avvertiti che, per entrare in curia, occorreva<br />

non solo la cravatta, ma addirittura l'abito scuro. In passato,<br />

in occasione di analoghe cerimonie, l'assenza <strong>del</strong>la cravatta dal<br />

collo dei giornalisti aveva dato luogo a più di uno scontro verbale<br />

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