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Le due anime del cardinale Lercaro

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e si allargava pubblicamente, anche se « Una volta avviato il discorso<br />

» dice oggi Fanti « bisognava cominciare a enucleare la politica<br />

che si andava <strong>del</strong>ineando e costruendo tra chiesa e comune.<br />

Occorreva un fatto di un certo clamore per partire ». Il fatto clamoroso<br />

fu la cittadinanza onoraria che il sindaco offrì al <strong>cardinale</strong>,<br />

in occasione <strong>del</strong> compimento <strong>del</strong> settantacinquesimo compleanno.<br />

Con il solito e oramai collaudato sistema <strong>del</strong>la diplomazia segreta,<br />

l'operazione venne concordata in tutti i particolari prima <strong>del</strong>la<br />

fine <strong>del</strong>l'estate, anche se sarebbe stata annunciata ufficialmente<br />

solo in autunno. In casa sua Fanti non ebbe problemi di sorta. Ora<br />

che la sua linea era vincente, non vennero sollevate obiezioni dagli<br />

oppositori al dialogo con la curia e si allinearono anche gli irriducibili.<br />

Ancora una volta fu decisivo l'intervento <strong>del</strong>la direzione nazionale,<br />

anche se l'operazione venne particolarmente caldeggiata e<br />

sostenuta dall'onorevole Nilde Jotti e da Amendola, il nume tutelare<br />

dei rinnovatori emiliani.<br />

Qualche problema sollevò il PSI, se non altro per protestare<br />

contro il partito alleato che lo aveva tenuta all'oscuro <strong>del</strong>l'operazione.<br />

Ma anche i socialisti, alla fine, si resero disponibili, dopo essersi<br />

consultati con i socialdemocratici, i quali sedevano all'opposizione.<br />

In quella come in altre occasioni, i <strong>due</strong> partiti cercarono di<br />

concordare una strategia comune essendo in corso le trattative che<br />

avrebbero portato, nell'ottobre <strong>del</strong> 1968, all'unificazione socialdemocratica.<br />

Il comitato direttivo <strong>del</strong> PSI approvò la proposta <strong>del</strong>la<br />

cittadinanza con un voto contrario, quello di Ettore Pezzoli. Anche<br />

nel PSDI si ebbe un voto contrario, quello di Giovanni Pilati.<br />

Ufficialmente, la DC non sollevò difficoltà e mostrò un certo<br />

gradimento, sia pure formale, per l'iniziativa. In realtà, successe una<br />

mezza rivoluzione — <strong>del</strong>la quale si ebbero tenui echi all'esterno —<br />

quando i consiglieri comunali furono informati, a cose fatte, <strong>del</strong>la<br />

cerimonia cui avrebbero dovuto partecipare per il conferimento<br />

<strong>del</strong>la cittadinanza onoraria al <strong>cardinale</strong>. Ebbero un preavviso di pochi<br />

giorni, in ottobre, quando tutto era stato deciso in estate. La<br />

protesta non riguardò solo il modo e la forma con cui era stata condotta<br />

in porto l'operazione. Alcuni ne fecero un problema di principio,<br />

non volendo assolutamente arrivare a un abbraccio generale<br />

con la sinistra. Molti di loro, essendo poco sensibili a un discorso<br />

pastorale e alle prospettive aperte dal Concilio, ne facevano un discorso<br />

di sostanza e si rammaricarono pubblicamente <strong>del</strong>la trasformazione<br />

<strong>del</strong> <strong>cardinale</strong>. Alla fine tutti piegarono il capo, dal momento<br />

che <strong>Le</strong>rcaro era decisissimo a salire le scale di Palazzo d'Accursio.<br />

« Se ne va a Canossa », sussurrarono alcuni consiglieri DC, quando<br />

compresero che nessuno avrebbe potuto fermarlo.<br />

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