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Le due anime del cardinale Lercaro

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all'attuazione pratica dei principi conciliari e di proporre soluzioni<br />

adeguate per le nuove strutture <strong>del</strong>la curia. Il secondo compito era<br />

quello <strong>del</strong>l'applicazione totale <strong>del</strong>la nuova riforma liturgica, a proposito<br />

<strong>del</strong>la quale non mancava di porre l'accento sull'opportunità<br />

di usare la lingua italiana in luogo <strong>del</strong> latino. Seguiva tutta una serie<br />

di indicazioni per la campagna <strong>del</strong>le nuove chiese, le visite pastorali<br />

e le iniziative minori 100 .<br />

In attesa che il « popolo di Dio » di Bologna decidesse le nuove<br />

strutture <strong>del</strong>la curia, <strong>Le</strong>rcaro — il cui temperamento continuava a<br />

essere poco incline ai principi democratici e partecipativi, anche se<br />

si sforzava di adeguarsi al nuovo mo<strong>del</strong>lo conciliare di direzione<br />

collegiale <strong>del</strong>la chiesa — decise e attuò un cambio molto importante<br />

ai vertici <strong>del</strong>la diocesi.<br />

Mise Dossetti al posto di Bettazzi, anche se sapeva che l'ex professorino<br />

— che continuava a godere scarsa popolarità tra il clero<br />

bolognese — era più propenso a restarsene a Monteveglio. Il posto,<br />

in ogni caso, era libero perché da tempo Bettazzi aveva espresso<br />

l'intenzione di andarsene, non essendo più in sintonia con <strong>Le</strong>rcaro.<br />

Il suo desiderio coincideva con quello <strong>del</strong> porporato.<br />

Bettazzi aveva cominciato a prendere le distanze quando si era<br />

esposto personalmente al Concilio, per la vicenda <strong>del</strong>la santificazione<br />

di Giovanni XXIII, anche se la rottura — come per Baroni —<br />

avvenne sul problema <strong>del</strong>la « famiglia ». Per parte sua, <strong>Le</strong>rcaro<br />

riteneva che Bettazzi non potesse dare più di quanto avesse già<br />

dato. Per questo poteva fare a meno di un ausiliare che, tra l'altro,<br />

cercava di ritagliarsi spazi sempre più ampi di autonomia. Poiché<br />

<strong>Le</strong>rcaro non era disposto a concedere ai collaboratori quell'autonomia<br />

che rivendicava per sé, tra i <strong>due</strong> si era creato un tacito antagonismo<br />

che non poteva durare più a lungo 101 .<br />

La partenza di Bettazzi fu salutata con gioia dai sacerdoti anziani<br />

e di mezza età e con rammarico dai giovani i quali avevano guardato<br />

a lui come al nuovo pastore <strong>del</strong>la diocesi. A Roma qualcuno<br />

cominciò a chiedersi con preoccupazione cosa stesse succedendo a<br />

Bologna dove <strong>due</strong> ausiliari di grande valore erano stati bruciati in<br />

pochi anni. L'unico che non si pose problemi fu <strong>Le</strong>rcaro. Si sarebbe<br />

disfatto di Bettazzi, anche se fosse stato il più arrendevole<br />

dei sacerdoti, perché era arrivato il tempo di Dossetti.<br />

Quando si era recato a Roma per il Concilio, Dossetti aveva detto<br />

che la sua assenza sarebbe durata poche settimane. Tornato dopo<br />

quattro anni, comprese subito che non lo avrebbero lasciato a Monteveglio<br />

e che anche questa volta sarebbe stato difficile dire di no.<br />

L'impegno gravoso prospettatogli da <strong>Le</strong>rcaro lo spaventava e non<br />

lo desiderava, anche se lo attirava.<br />

130

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