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Le due anime del cardinale Lercaro

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mato, il suo imbarazzo se lo tenne dentro, ma senza cercare di<br />

abbozzare un sorriso. Per un uomo che aveva subito la violenza<br />

di Stalin, quel saluto era ancora una cosa sopportabile.<br />

Il giorno dopo ci fu un seguito in comune dove Borghese, alla<br />

maniera di Cambronne, disse quello che pensava <strong>del</strong> gruppo dirigente<br />

comunista. Non se la prese con Dozza, limitandosi a dire che<br />

« Il leone dei Carpazi ha colpito ancora ». Il sindaco si mostrò imbarazzato,<br />

ma non più di tanto e abbozzò addirittura una difesa<br />

d'ufficio <strong>del</strong>la decisione <strong>del</strong> suo partito.<br />

Se non imbarazzate furono certamente insolite le cronache dei<br />

giornali. Il quotidiano cattolico dedicò una pagina all'incontro, senza<br />

spendere una riga per spiegare il significato politico, dopo uno<br />

scontro durato un quindicennio. Anche « Il Resto <strong>del</strong> Carlino »<br />

diede una cronaca diffusa, ma asciutta, senza tentare di spiegare<br />

le ragioni politiche <strong>del</strong> saluto o cercare di capire dove si sarebbe<br />

andati a finire.<br />

« L'Unità » — che registra con un giorno di ritardo gli avvenimenti<br />

che si verificano dopo le ore 21, perché si stampa a Milano —<br />

uscì il 10 dicembre con una foto che ritraeva Dozza che parlava e<br />

<strong>Le</strong>rcaro che ascoltava. La didascalia era di pura cronaca e il titolo<br />

a <strong>due</strong> colonne un po' anodino: « Omaggio al moderatore ». Anche<br />

il foglio comunista non scrisse una riga per spiegare come si era<br />

giunti al disgelo o indicare la nuova linea politica <strong>del</strong> PCI. L'« Avanti!<br />

», invece, ignorò completamente l'avvenimento.<br />

Mai, nella storia bolognese, un nuovo corso politico di così grande<br />

importanza venne tanto volutamente trascurato dai giornali, a<br />

cominciare da « l'Unità », il più interessato. Sia pure indirettamente,<br />

sul fatto tornò Dozza, qualche giorno dopo, quando inviò una<br />

lettera a « l'Unità » per chiedere pubblicamente al PSI un chiarimento<br />

in merito ad alcuni problemi cittadini, sui quali non esisteva<br />

accordo. « Così » si legge fra l'altro nella lettera « apprenderemo<br />

con piacere se l'Avanti! è o no favorevole al passo fatto dalla Giunta,<br />

ancora una volta un<strong>anime</strong>, presso il <strong>cardinale</strong> di ritorno dal Concilio<br />

» 91 . Il quotidiano socialista continuò a ignorare la cosa e così<br />

pure la federazione <strong>del</strong> PSI, mentre « l'Unità » non aggiunse una<br />

riga, nonostante le numerose note pubblicate in quei giorni contro<br />

il PSI, molte <strong>del</strong>le quali firmate da Fanti.<br />

Quel saluto imbarazzava un po' tutti i partiti, a cominciare dal<br />

PCI dove non erano pochi i contrari. Nella DC si era addirittura<br />

al limite <strong>del</strong>la spaccatura. « Io vidi la cosa molto favorevolmente »<br />

dice Felicori « e in questo senso operai nei confronti di chi era più<br />

timoroso, perché quell'incontro era conforme al messaggio che partiva<br />

dal Concilio. Inoltre disgelava su un piano limpido, perché<br />

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