Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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volere la rottura. Era successo nel 1956, dopo l'intervento sovietico<br />
in Ungheria, quando aveva annunciato che non gli avrebbe più parlato<br />
né dato la mano se lo avesse incontrato.<br />
Non gliela diede neppure quella sera quando si trovarono uno<br />
accanto all'altro alla stazione. Anche Dozza, anziché porgergliela, la<br />
mise nella tasca <strong>del</strong> cappotto. Cavò un foglio e, senza guardarlo in<br />
viso, lesse un breve indirizzo di saluto all'uomo che aveva dato un<br />
« contributo di esperienze, di saggezza, di dottrina » al Concilio e<br />
lo aveva dato « proprio nel senso di andare a cercare gli uomini e<br />
il loro dolore, andare a parlare ai popoli per la loro pace ».<br />
Nel salutarla, disse Dozza, « io non so distinguere la Sua opera da<br />
quella <strong>del</strong>la comunità cittadina, giacché l'aspirazione alla comprensione<br />
fra gli uomini e fra i popoli, alla libertà e alla pace, che <strong>del</strong>la<br />
comprensione si alimentano, è un sentimento di fondo dei bolognesi,<br />
e noi amiamo credere che Ella abbia portato nell'ambito <strong>del</strong> Concilio<br />
il Suo alto pensiero di padre <strong>del</strong>la Chiesa e di vescovo, ma<br />
anche la voce degli uomini tutti di qui, che per la libertà e per la<br />
pace hanno lottato e sofferto » 85 .<br />
<strong>Le</strong>rcaro — dopo avere ascoltato anche il saluto <strong>del</strong> sottosegretario<br />
agli interni Salizzoni — ringraziò e auspicò che quell'incontro potesse<br />
« essere davvero quasi un'alba luminosa <strong>del</strong> nuovo cammino »<br />
<strong>del</strong>la città 86 .<br />
Poco dopo, nella chiesa metropolitana, fece il bilancio <strong>del</strong> Concilio<br />
che rappresentava una « svolta positiva e luminosa nella storia<br />
<strong>del</strong>la Chiesa e, per riflesso, <strong>del</strong> mondo tutto » e che aveva dato<br />
alla stessa « i motivi e le forme di un aggiornamento che le consentisse,<br />
a lei immutabile e pur sempre attuale, di rivolgersi più<br />
agevolmente ed efficacemente agli uomini di oggi e di intessere con<br />
loro un dialogo fecondo offrendo una soluzione dei loro tormentati<br />
problemi e la luce <strong>del</strong>la parola eterna di Cristo, superando nell'ansia<br />
<strong>del</strong>la comunione le barriere che incomprensioni storicamente sedimentate<br />
opponevano » 87 . Il discorso, dopo quello <strong>del</strong> 4 ottobre, non<br />
poteva riservare novità. La vera novità era un'altra: la presenza<br />
<strong>del</strong>la giunta comunale, con il gonfalone, alla stazione.<br />
Quella presenza, imprevista, ma non imprevedibile per chi seguiva<br />
l'evolversi <strong>del</strong>la situazione interna <strong>del</strong> PCI bolognese, segnava<br />
una svolta nella vita politica cittadina. Era il primo atto <strong>del</strong>la linea<br />
politica elaborata dal nuovo gruppo dirigente. Dopo la conferenza<br />
regionale <strong>del</strong> 1959 e l'elezione di Fanti a segretario, il PCI aveva<br />
puntato tutto sull'incontro con i cattolici. Ma, a differenza dei socialisti,<br />
che dialogavano con il partito dei cattolici, la DC, i comunisti<br />
miravano a un'intesa diretta con la curia.<br />
Ragioni psicologiche, più che politiche, ostacolavano e rendevano<br />
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