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Le due anime del cardinale Lercaro

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<strong>Le</strong>rcaro, il primo che uscì allo scoperto per accusarlo duramente<br />

fu il <strong>cardinale</strong> Antonio Bacci.<br />

La polemica prese le mosse da lontano e, almeno inizialmente,<br />

assunse le forme di un dibattito d'idee. <strong>Le</strong>rcaro intervenne <strong>due</strong><br />

volte nella discussione generale, sia pure a « titolo personale »,<br />

come si affrettò a puntualizzare il quotidiano <strong>del</strong>la curia. Il 3 ottobre<br />

parlò sul « De ecclesia », lo schema per il dialogo tra la chiesa<br />

e il mondo moderno, e l'8 novembre sul « De episcopis », lo schema<br />

sulla struttura e il funzionamento <strong>del</strong>la chiesa.<br />

Di entrambi i discorsi « L'Avvenire d'Italia » poté dare ampi anticipi<br />

prima e resoconti dettagliati poi, grazie all'abolizione <strong>del</strong> segreto<br />

sui lavori conciliari. Era successo che nell'intervallo tra la<br />

prima e la seconda sessione, La Valle — oramai completamente<br />

compreso <strong>del</strong>l'importanza <strong>del</strong> Concilio — aveva ottenuto di essere<br />

ricevuto da Giovanni XXIII per chiedergli l'abolizione <strong>del</strong> segreto.<br />

Sia pure con le cautele <strong>del</strong> caso e nelle forme dovute, sostenne che,<br />

in caso contrario, il suo giornale avrebbe cercato di forzarlo. È un<br />

diritto dei cattolici, disse, vivere più intensamente il Concilio anche<br />

grazie a una maggiore e più esatta informazione.<br />

« L'Avvenire d'Italia » divenne l'organo ufficioso <strong>del</strong> Concilio<br />

perché era in grado di anticipare sia i temi che i testi dei documenti<br />

in preparazione o già pronti per la discussione e perché i suoi resoconti<br />

erano tra i più esaurienti e completi. Avendo <strong>Le</strong>rcaro tra i<br />

moderatori e Dossetti tra i periti conciliari, La Valle si trovò in una<br />

situazione ideale sia per anticipare che per seguire i dibattiti. Non<br />

era un vantaggio da poco, per un giornale che aveva fatto <strong>del</strong>l'informazione<br />

conciliare il suo primo scopo. Come non bastasse, Dossetti<br />

ispirava quando addirittura non rivedeva le note, sia che fossero<br />

firmate da La Valle che dagli altri redattori 50 .<br />

Ovviamente largo spazio era riservato agli interventi di <strong>Le</strong>rcaro,<br />

il primo dei quali fu molto importante per <strong>due</strong> motivi. Innanzitutto<br />

propose un « ripensamento generale di tutta l'architettura <strong>del</strong> primo<br />

capitolo <strong>del</strong>lo schema De Ecclesia », con la collaborazione dei « Padri<br />

che hanno dato un più alto contributo alla discussione in corso<br />

». Poi, rifacendosi ad analoghe posizioni sostenute dai vescovi<br />

olandesi, francesi e tedeschi sostenne « che la Chiesa come società<br />

visibile, e la Chiesa come Corpo Mistico » non si identificano. E<br />

questo perché « Chiesa visibile e Corpo Mistico sono sì una sola<br />

cosa, ma non considerata secondo una unica ragione formale (non<br />

secundum eandem rationem), bensì secondo <strong>due</strong> ragioni formali e<br />

distinte ». In subordine, se non fosse stata accolta quella proposta,<br />

chiese « che alla affermazione sulla identità reale tra Chiesa e Corpo<br />

Mistico, si faccia seguire il chiarimento che le <strong>due</strong> cose sono una<br />

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