Quando lavorare non nobilita - Santuario della Guardia

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02.06.2013 Views

La Guardia in... edicola 8 enrico quaglia S. Pietro della Porta in Banchi VICO SAN PIETRO ALLA PORTA (angolo Via Conservatori del Mare): Statua della Madonna della Guardia del secolo XVIII. Le teste sono coronate per ricordare che Maria con Gesù è regina di Genova. In basso si trova una cassetta in ferro con la scritta: “Ellemosina per nostra Sig della Guardia 1729”. NELLE VICINANZE: LA CHIESA DI SAN PIE- TRO DELLA PORTA così chiamata perché costruita accanto ad una porta delle mura cittadine del IX secolo. Oggi è più comunemente detta S. Pietro in Banchi ed è sede di iniziative religiose, di ricerca e di dialogo. Foto: Stefano Perfumo Una preghiera a Maria Donna dei nostri giorni Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che tutte le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste generazioni c’è anche la nostra, che vuole cantarti la sua lode non solo per le cose grandi che il Signore ha fatto in te nel passato, ma anche per le meraviglie che egli continua a operare in te nel presente. Santa Maria, donna dei nostri giorni, liberaci dal pericolo di pensare che le esperienze spirituali vissute da te duemila anni fa siano improponibili oggi per noi, fi gli di una civiltà che, dopo essersi proclamata postmoderna, postindustriale e postnonsoché, si qualifi ca anche come postcristiana. Facci comprendere che la modestia, l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della storia, e che il volgere dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi valori quali la gratuità, l’obbedienza, la fi ducia, la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non andranno mai in disuso. Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri a tutti l’edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane che ti hanno resa grande agli occhi di Dio. Don Tonino Bello

editoriale marco granara Pasqua... forse solo Lei ci credeva! “La Pietà”... Che sia di Michelangelo o di altri artisti, si è da sempre chiamata così la scena di quella Madre che si ritrova in grembo, esangue, il suo giovane figlio morto in croce. Una scena statica, spesso patetica, come quella dei pittori manieristi del ‘600, che raffiguravano una Madonna svenuta dal dolore e sostenuta dai suoi. Non era quella la Madonna dei Vangeli. Nei Vangeli, Giovanni (che era presente al fatto) dice che “stabat” (eistekeisan), stava in piedi, dignitosa e forte nel suo strazio. E così in seguito, le fughe e le paure dei discepoli, il loro barricarsi nel cenacolo “per timore dei giudei”, la loro incredulità anche alla notizia del sepolcro vuoto e delle sue prime strane apparizioni da risorto, non trovano Maria nello stesso stato d’animo. Lei è forse l’unica che si fida di Gesù, di quanto aveva predetto a lei e ai suoi: “Come è vero che sarò messo a morte, è altrettanto vero che al terzo giorno risorgerò”. Lei, ci crede! Ma chi ci può credere? Forse solo una povera mamma, illusa fino alla fine, che spera nell’impossibile? No, Lei si fida di suo figlio e sta alla sua parola! E non sarà smentita. È lei che, come una chioccia, se li tiene sotto le ali questi figli impauriti, e Luca la ricorda “presente” e “animatrice” di quella prima assemblea del cenacolo, in preghiera e in fiduciosa attesa del Promesso dall’Alto, lo stesso Spirito di Gesù e del Padre. Usciranno tosto da quella sala, affronteranno la piazza, grideranno a tutti con franchezza di essere “testimoni” che “Colui che passò in mezzo a voi facendo del bene e che voi avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato e lo ha costituito Signore”! La prima grande e bella notizia, il Vangelo: l’amore vince anche la morte e la vita, data per amore, non è perduta ma ritrovata. “La Pietà” diventa “maestra di vita”. E tutto questo perché la stessa è “Maestra di Fede vera”. Forse è proprio l’ora di rivedere certe iconografie – non solo pittoriche e scultoree – che ci portiamo appresso da secoli. Forse dobbiamo finirla di fare di Maria una simile a noi nel dolore inconsolato e inconsolabile (il dolore cieco e senza senso di chi non crede) ma una che, pur sentendo sulla sua pelle tutta la gravità di quella tragedia, non cessa, anche allora, di credere che l’ultima parola è quella della vittoria della vita sulla morte. Il cristiani lagnosi, sui fatti, sui “brutti tempi che stiamo attraversando”, sulle magagne che “capitano solo a noi”, sul “tanto non serve a niente è sempre andata così”... questi cristiani sono semplicemente scandalosi! Dobbiamo tornare a una spiritualità mariana non solo della “devozione e contemplazione” di un creatura che ci siamo fatti a nostro modo. Dobbiamo ritrovare la spiritualità della “contemplazione e imitazione”. Non più solo fiori, ceri, sospiri e abbandoni ad un suo magico potere protettivo (è una Madre, Maria, che non vuole allevarsi dei bambocci eternamente immaturi e irresponsabili), ma “Contemplazione” e contemplazione in profondità della “vera” Maria di Nazareth, così come viene dal Vangelo: quella del sofferto “sì” dell’annunciazione, quella della verifica di quanto le stava capitando con la visita ad Elisabetta, quella del Magnificat, quella che fa fatica a capire quello che le dice suo Figlio ritrovato a Gerusalemme, quella che lo lascia andare al suo destino e lo segue in discrezione, quella dei giorni della tragica conclusione della vicenda sulla croce e della gioia della resurrezione. “Questa” è la Madonna da conoscere, venerare e imitare. 9

La <strong>Guardia</strong> in... edicola<br />

8<br />

enrico quaglia<br />

S. Pietro <strong>della</strong> Porta<br />

in Banchi<br />

VICO SAN PIETRO ALLA PORTA<br />

(angolo Via Conservatori del Mare):<br />

Statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> del secolo<br />

XVIII. Le teste sono coronate per ricordare che<br />

Maria con Gesù è regina di Genova. In basso si<br />

trova una cassetta in ferro con la scritta: “Ellemosina<br />

per nostra Sig <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> 1729”.<br />

NELLE VICINANZE: LA CHIESA DI SAN PIE-<br />

TRO DELLA PORTA così chiamata perché costruita<br />

accanto ad una porta delle mura cittadine<br />

del IX secolo. Oggi è più comunemente<br />

detta S. Pietro in Banchi ed è sede di iniziative<br />

religiose, di ricerca e di dialogo.<br />

Foto: Stefano Perfumo<br />

Una preghiera a Maria<br />

Donna dei nostri giorni<br />

Santa Maria, donna dei nostri giorni,<br />

vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu<br />

hai predetto che tutte le generazioni ti<br />

avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra<br />

queste generazioni c’è anche la nostra,<br />

che vuole cantarti la sua lode <strong>non</strong> solo<br />

per le cose grandi che il Signore ha fatto<br />

in te nel passato, ma anche per le meraviglie<br />

che egli continua a operare in te<br />

nel presente.<br />

Santa Maria, donna dei nostri giorni,<br />

liberaci dal pericolo di pensare che le<br />

esperienze spirituali vissute da te duemila<br />

anni fa siano improponibili oggi<br />

per noi, fi gli di una civiltà che, dopo essersi<br />

proclamata postmoderna, postindustriale<br />

e post<strong>non</strong>soché, si qualifi ca<br />

anche come postcristiana.<br />

Facci comprendere che la modestia,<br />

l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le<br />

stagioni <strong>della</strong> storia, e che il volgere dei<br />

tempi <strong>non</strong> ha alterato la composizione<br />

chimica di certi valori quali la gratuità,<br />

l’obbedienza, la fi ducia, la tenerezza, il<br />

perdono. Sono valori che tengono ancora<br />

e che <strong>non</strong> andranno mai in disuso.<br />

Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri<br />

a tutti l’edizione aggiornata di quelle<br />

grandi virtù umane che ti hanno resa<br />

grande agli occhi di Dio.<br />

Don Tonino Bello

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