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Quando lavorare non nobilita - Santuario della Guardia

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la<strong>Guardia</strong><br />

dei<br />

piccoli<br />

14<br />

I personaggi <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Salvezza<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

Una scala per Giacobbe<br />

Mia madre ed io avevamo ingannato<br />

Isacco, è vero, ma in fondo era stato<br />

Esaù a rinunciare alla primogenitura;<br />

adesso era mia e di conseguenza spettava<br />

a me anche la benedizione.<br />

Esaù <strong>non</strong> la prese bene e cominciò ad<br />

odiarmi a tal punto che mia madre, temendo<br />

volesse uccidermi, mi consigliò di<br />

andare a rifugiarmi presso suo fratello<br />

Labano, nella terra di Mesopotamia, la<br />

terra dei nostri avi e convinse Isacco<br />

dicendogli che là avrei potuto scegliermi<br />

una moglie <strong>della</strong> stessa famiglia da<br />

cui provenivano sia lei che Sara, la moglie<br />

di mio <strong>non</strong>no Abramo. Mio fratello<br />

infatti aveva sposato donne cananee e la<br />

cosa aveva rattristato i miei genitori.<br />

Partii da solo ed ero abbastanza spaventato<br />

dalle diffi coltà del viaggio, ma<br />

una notte mentre dormivo in un luogo<br />

deserto feci un sogno: vidi una scala<br />

tanto alta da toccare il cielo e angeli<br />

che salivano e scendevano e il Signore<br />

sulla cima <strong>della</strong> scala che mi diceva<br />

“Io sono il Dio di Abramo e di Isacco,<br />

io darò a te e alla tua stirpe la terra<br />

in cui tu dormi e la tua stirpe si espanderà<br />

come la polvere <strong>della</strong> terra. Io ti<br />

proteggerò sempre”. Mi svegliai pieno di<br />

timore e pensai: “Questa è la casa di Dio<br />

e la porta del cielo” e feci un voto: “se<br />

il Signore mi farà tornare sano e salvo<br />

alla mia casa, sarà il mio Dio per sempre<br />

e io gli offrirò la decima parte di tutte<br />

le cose che mi darà”.<br />

Nella casa di mio zio Labano stetti molti<br />

anni lavorando per lui e come paga chiesi<br />

di avere in moglie sua fi glia Rachele<br />

di cui mi ero innamorato. Ma il giorno<br />

delle nozze Labano mi ingannò: nascosta<br />

dal velo, al posto di Rachele mise la fi -<br />

glia maggiore Lia. Per avere la mia amata<br />

Rachele dovetti <strong>lavorare</strong> altri sette<br />

anni per mio zio. Lia mi diede molti fi gli,<br />

Rachele solo dopo molti anni ebbe un fi -<br />

glio – Giuseppe - che diventò il mio prediletto.<br />

Ma era giunto il tempo di tornare alla<br />

casa di mio padre, di fare a ritroso il<br />

cammino fatto vent‛anni prima da fuggitivo<br />

e così tornai nella terra di Canaan,<br />

questa volta <strong>non</strong> da solo, ma accompagnato<br />

da mogli, fi gli, servi e schiavi e con<br />

greggi di pecore, con cammelli e buoi.<br />

Avevo già undici fi gli e Rachele qualche<br />

anno dopo mi diede il dodicesimo, Beniamino,<br />

ma nel darlo alla luce morì e grande<br />

fu il dolore per la perdita <strong>della</strong> mia amata<br />

sposa.

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