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Quando lavorare non nobilita - Santuario della Guardia

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Periodico ROC - La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - MP/GENOVA NO/51/2011 - n. 04 anno 116 - Mensile - Poste Italiane S.p.A. Taxe perçue - Tassa riscossa - CMP GE Aeroporto<br />

<strong>Quando</strong> <strong>lavorare</strong> <strong>non</strong> <strong>nobilita</strong><br />

Come sono cambiati<br />

i rapporti di lavoro.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />

... e c’era la Madre di Gesù<br />

Gv. 2,1<br />

4/aprile 2011


il Sommario<br />

7 le fonti del credere e venne povertà<br />

gianfranco parodi<br />

8 la <strong>Guardia</strong> in... edicola s. pietro <strong>della</strong> porta in banchi<br />

enrico quaglia<br />

9 editoriale pasqua... forse solo lei ci credeva!<br />

marco granara<br />

10 osservatorio certi giorni mi sento un robot!<br />

marcello monticone, gianfranco parodi<br />

20 le ragioni del credere apparizioni, squarci di cielo?<br />

ivana zanobelli, anna gatti<br />

26 cronache<br />

30 il ricordo e la preghiera<br />

Proposta numero 2:<br />

“Costruttori o ricostruttori”... <strong>non</strong> solo di muri!<br />

4 scrivere e rispondere<br />

marco granara<br />

19 succede in Chiesa<br />

alma severino<br />

24 due minuti per pensare<br />

nucci scipilliti, laura siccardi<br />

Associato all’U.S.P.I.<br />

Unione Stampa<br />

Periodica Italiana<br />

Stampa B.N. MARCONI s.r.l.<br />

Passo Ruscarolo, 71 - 16153 Genova<br />

Tel. 010.651.59.14<br />

la<strong>Guardia</strong> dei piccoli 14<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

pensierino <strong>della</strong> sera 19<br />

padre nostro... in famiglia 25<br />

marcello monticone<br />

La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Anno 116 o n. 04<br />

Autorizzazione n. 2/84 del 17.1.1984<br />

del Tribunale di Genova


“Donna, perché piangi? Chi cerchi?” (Gv. 20,15)<br />

È Pasqua e queste sono le prime parole pronunciate da Gesù risorto che il vangelo secondo<br />

Giovanni riporta. Parole rivolte a Maria di Màgdala, afflitta perché teme che abbiano portato<br />

via il suo Signore.<br />

Poi Gesù pronuncia il suo nome, lei si volta ed ecco un incontro di sguardi. La profonda gioia<br />

che Maria di Màgdala prova è partecipazione alla gloria del Risorto: lei risorge con lui nello<br />

spirito, <strong>non</strong> c’è più bisogno di piangere, colui che cerca <strong>non</strong> la abbandonerà mai.<br />

Ogni anno la Pasqua è la celebrazione di Colui che è vivo e nel quale siamo stati immersi attraverso<br />

le acque del Battesimo. A Pasqua Gesù chiede a ciascuno: “Perché piangi? Chi cerchi?”.<br />

Gesù <strong>non</strong> è risorto per dimostrare che è il Figlio di Dio, ma per deificare noi. Giovanni nella<br />

sua prima lettera scrive: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati<br />

figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1Gv. 3,1).<br />

Nelle afflizioni, nelle difficoltà, nel peccato, nello scoraggiamento, nei fallimenti umani, di<br />

fronte al mistero <strong>della</strong> sofferenza e <strong>della</strong> morte dell’uomo, quando più siamo tentati a scoppiare<br />

a piangere, la Pasqua ci ricorda che ogni giorno e in ogni istante possiamo voltarci e<br />

incrociare lo sguardo di Gesù.<br />

Il Risorto è talmente vicino a noi che a volte <strong>non</strong> lo vediamo neppure. Pensiamo ai sacramenti<br />

che il Signore ha dato alla sua Chiesa, tutti nascono dal mistero di morte e risurrezione di<br />

Cristo, sono semplici da accostare, ogni volta che li riceviamo gustiamo la gioia <strong>della</strong> risurrezione<br />

e ci danno la forza di riprendere il cammino. Ci dicono che nessuna morte è più forte<br />

dell’amore di Dio.<br />

Alla Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> chiediamo di saper vivere da risorti in Cristo, è uno stile che al<br />

mondo può sembrare strano: Gesù, all’uomo che ha paura di morire, risponde con la sua morte<br />

e, risorto, appare ai discepoli con i segni <strong>della</strong> passione. Egli “<strong>non</strong> è venuto per<br />

essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti” (Mt. 20,28). E<br />

questa missione rimane tale anche con la sua Risurrezione.<br />

La fede in Cristo risorto ci invita a cambiare mentalità: hai fame?<br />

Dai da mangiare! Hai sete? Dai da bere! Sei triste? Consola il tuo<br />

fratello! Hai poco? Aiuta i poveri! Sei ricco? Dai tutto! Hai<br />

peccato? Perdona! Ti senti morto? Aiuta<br />

gli afflitti a risorgere!...<br />

Lasciamoci incontrare da Gesù<br />

risorto e anche noi annunceremo<br />

al mondo (con la vita<br />

prima che con le parole)<br />

la stessa gioia di Maria<br />

di Màgdala: “Ho visto<br />

il Signore!”.<br />

Cristo è davvero<br />

risorto!<br />

Don Fernando<br />

fernando primerano<br />

a Proposito<br />

3


scrivere e rispondere<br />

4<br />

“Supporre” senza verificare... Ahi! Ahi!<br />

Egregio Monsignore,<br />

un povero signore rimasto vedovo cerca compagnia di un uomo che lo accompagni a fare una passeggiata.<br />

Non può andare solo anche se cammina discretamente poiché soggetto a svenimenti e quindi deve essere<br />

sorretto da braccia robuste. Un altro <strong>della</strong> mia cerchia cerca solo compagnia, un circolo anche cattolico<br />

dove possa trovare da scambiare qualche frase. La sua solitudine è tale che parla col registratore e risponde<br />

alla sue stesse domande confortandosi appena un po’. Telefonato a varie parti per entrambi si sono avute<br />

solo risposte consolatorie. Non potrebbe la sua rivista pubblicare un elenco di chi può ovviare? Possibile<br />

che i soli debbano restare sempre più soli sino alla nevrosi o al suicidio? Sono anche persone interessanti,<br />

con una certa cultura e molto educati. E <strong>non</strong> vorrebbero mettersi in mani disoneste. E assolutamente privi<br />

di vizi, per giunta.<br />

Maurizio Silvestri – Sampierdarena<br />

N.B. C’è anche da considerare che anche il prete è un uomo solo. Pensiamo che la fede <strong>non</strong> basti per salvarlo da<br />

nevrosi, in <strong>non</strong> pochi casi. Com’è triste la Chiesa cattolica che relega uomini vigorosi in astinenze celibatarie che<br />

sfociano verso manipolazioni e talora verso la pedofilia come si evince dai discorsi dello stesso Papa. Forse anche lei<br />

piange, o velatamente soffre, quando chiude la porta <strong>della</strong> sua stanza personale con un letto sfatto davanti. Una<br />

parola di conforto anche per lei che pure è assistito dall’assistenza clericale (o così si suppone).<br />

Ma sa che lei è un bel tipo!? Mi vuole spiegare da dove si “evince” che il Papa accosterebbe le “astinenze celibatarie”<br />

ai casi di pedofilia? E inoltre... <strong>Quando</strong> mai io – o altri preti – saremmo assistiti dall’“assistenza clericale” (?!)...<br />

Come fa a dire (lei dice che “si suppone”) che anch’io – poverino – piango, quando chiusa la porta <strong>della</strong> camera, mi<br />

trovo un letto sfatto davanti? Io <strong>non</strong> mi sento certo un eroe, ma, grazie a Dio, <strong>non</strong> ho mai pianto per le mie scelte<br />

celibatarie. Non le sembra di essere un po’ avventato a parlare così – supponendo... – di cose che, evidentemente, le<br />

sono totalmente estranee? Boh!? È proprio divertente, la cosa.<br />

Quanto al caso <strong>della</strong> solitudine dei suoi amici... è vero, è molto vero, è uno dei malanni più gravi <strong>della</strong> società moderna.<br />

Parlo <strong>della</strong> solitudine dei così detti “single”, soprattutto se anziani, ma anche quella – ancora più triste e grave – di<br />

molti che sono “soli di fatto” pur vivendo insieme ad altri sotto lo stesso tetto. Quanti ho incontrato “terribilmente<br />

soli” – e che sofferenza!! – pur sposati e accasati con tanto di mariti, mogli, figli e conoscenti vari! Si è mai chiesto<br />

cosa determina il fenomeno <strong>della</strong> ricerca spasmodica di un... “partner comunque”? La “solitudine” di chi naviga<br />

in internet, di chi ha “bisogno” di un partner e lo trova nell’animale domestico, di chi – come lei mi dice – arriva a<br />

parlarsi e rispondersi da solo a mezzo di un registratore? “Gli manca la parola”, qualche volta si dice del cane e del<br />

gatto... Ma questa, <strong>non</strong> è solo una figura “compensativa” di altre “presenze” che dovrebbero esserci o con le quali ci si<br />

dovrebbe relazionare? Individuata l’ampiezza e la gravità del fenomeno, quale soluzione si prospetta? Un detto popolare<br />

dice che, anche in questo caso, “ce n’è per l’asino e per chi lo mena”. Noi stessi, cresciuti in tranquilla, scontrosa<br />

ed egoistica solitudine, al momento opportuno, pretenderemmo la compagnia e, per di più... una compagnia a nostra<br />

misura. Ci sono mille e più occasioni di socializzazione, ci sono migliaia di persone dedicate a un serio volontariato<br />

in merito. Sono presenze ancora insufficienti o sono inadeguate alle attese dei pretendenti? Le racconterò un fatterello<br />

che mi capitò quand’ero parroco. Visita e benedizione pasquale alle famiglie... quartiere popolare... un palazzo abitato<br />

da persone pensionate benestanti, molte vedove e sole. Grande e gentilissima accoglienza da parte di tutte (persone da<br />

me conosciute e in ottimi rapporti personali...). Sul pianerottolo, al V piano del civ. X di via Y, convergono 5 interni,<br />

abitati da cinque signore in buona età, tutte vedove, benestanti e sole. È una litania che si ripete, identica, in ogni<br />

casa: “Grazie a Dio sto bene, ma sono tanto sola!...” Alla quinta “lagnanza”, mi fermo, chiedo alla signora di<br />

lasciare un attimo la porta aperta che sarei tornato subito. Ritorno dalle altre 4, suono e chiedo loro di portarsi<br />

sull’uscio di casa. Lo fanno, incuriosite. <strong>Quando</strong> tutte si vedono in faccia, dal mezzo del pianerottolo<br />

dico loro, sorridendo, che... se d’ora in poi, tutti i giorni ad ora convenuta, <strong>non</strong> si incontreranno in casa<br />

di una di loro per giocare a carte e prendersi insieme il tè... le avrei scomunicate! Risatina imbarazzata<br />

e tutto finì lì. Non finirono le lagne sulla loro solitudine...!<br />

Caro amico, tutto si può organizzare meglio ancora, ma... dobbiamo imparare a vivere da<br />

fratelli da sempre. Farlo a ottant’anni... è tanto difficile! Un premio per chi ci prova e<br />

chi ci riesce! Pago io!


Negata<br />

l’assoluzione!?<br />

E per che cosa?<br />

Rilievo familiare. Mio figlio è andato<br />

a confessarsi in San Lorenzo<br />

e – come mi diceva con tristezza –<br />

<strong>non</strong> è stato assolto perché <strong>non</strong> frequenta<br />

la Messa domenicale. Era<br />

molto avvilito e forse <strong>non</strong> ripeterà<br />

più, anche se è un buon cristiano<br />

ma trova le Messe troppo noiose e<br />

ripetitive. Che fare? Tre domande<br />

brevi. Veda lei. Cordialità.<br />

M. S.<br />

Ha ragione suo figlio. Moltissime<br />

delle nostre Messe domenicali sono<br />

“sempre le stesse e... di una noia infernale”!<br />

Ragione sufficiente – e <strong>non</strong><br />

solo per i ragazzi – per disertarle e<br />

fare dell’altro? Non sono gli schemi<br />

<strong>della</strong> vita di ciascuno, in genere, ripetitivi<br />

e a rischio di noia? Quante<br />

evasioni di ogni tipo per “divertirsi”<br />

e scappare dalla noia di una<br />

vita “sempre la stessa”? È così che<br />

si deve fare? Fuggire invece che affrontare<br />

il “perché” e “come” vivere?<br />

Non c’è da meravigliarsi se – avendo<br />

insistito sul “dovere” Messa festiva<br />

e sul “peccato” del suo tralasciarla<br />

piuttosto che sulla comprensione del<br />

valore <strong>della</strong> stessa e sul suo diretto<br />

e determinante rapporto con la vita<br />

– ora molti provano disaffezione e<br />

voglia di sostituirla con altro più interessante.<br />

Se questo lo fa un ragazzo,<br />

<strong>non</strong> è ancor più comprensibile? Il<br />

bravo confessore che valuta a occhi<br />

chiusi e applica una norma oggettiva,<br />

farà un buon sevizio alla Fede<br />

in genere e, soprattutto, alla crescita<br />

<strong>della</strong> fede di quel ragazzo? A noi<br />

confessori è stato insegnato che <strong>non</strong><br />

si da in morale una “gradualità <strong>della</strong><br />

legge”, ma che comunque è doverosa<br />

la “legge <strong>della</strong> gradualità”, <strong>non</strong> potendosi<br />

dare “responsabilità” se <strong>non</strong><br />

risponde mons. marco granara, rettore del santuario<br />

rettore@santuarioguardia.it<br />

nella “gravità <strong>della</strong> materia”, nella<br />

“piena avvertenza” e “nel consenso<br />

deliberato”. Dov’è mai tutto questo<br />

nel cristiano medio, ignorante di<br />

tutto questo e da sempre solo “obbligato”,<br />

pena il peccato e l’inferno, ad<br />

assolvere a un dovere partecipando a<br />

un “rito avulso dalla vita”? “Meno<br />

Messe e più Messa” è stato detto e<br />

scritto autorevolmente. Oggi diremmo:<br />

“Meno imposizioni gratuite e<br />

più catechesi seria” altro che negazioni<br />

e scomuniche!<br />

Non so se quanto mi riferisce avviene<br />

in San Lorenzo – mi rimetto a lei –<br />

ma, se così è, sarebbe solo un aggravante<br />

da segnalare, lasciandone la<br />

<strong>non</strong> facile soluzione a chi è responsabile<br />

<strong>della</strong> cosa.<br />

“La gente<br />

ha smesso di<br />

farsi domande”...<br />

È vero?<br />

Le riporto questa considerazione.<br />

Si è tenuto a Parigi nelle settimane<br />

scorse l’incontro inaugurale de “Il<br />

Cortile dei Gentili”, iniziativa di<br />

dialogo tra credenti e <strong>non</strong> credenti<br />

promosso a livello internazionale<br />

dal Card. Gianfranco Ravasi e auspicato<br />

dallo stesso Papa. Gli studiosi<br />

partecipanti si sono chiesti quali<br />

risposte siano attese dalle persone<br />

oggi ma si sono trovati d’accordo<br />

nel concludere che il vero problema<br />

è che la gente ha smesso di farsi<br />

domande. Qual’ è la sua opinione e<br />

esperienza in merito? Quanti salgono<br />

ancora alla <strong>Guardia</strong> con qualche<br />

domanda nel cuore?<br />

Mirko R. – Milano<br />

Cessano le domande quando cessa<br />

il bisogno. Sempre. L’autosufficiente<br />

– o chi si crede tale – crede di <strong>non</strong><br />

aver bisogno di nessuno. Generazioni<br />

di persone, educate alla soddisfazione<br />

materiale dei bisogni e ridotte a<br />

“consumatrici di cose”, almeno fin<br />

che credono sufficiente tutto questo,<br />

sembrano sature. Ma, come le definiva<br />

Papa Giovanni Paolo II, erano<br />

poi “sature e disperate”. Fin che<br />

<strong>non</strong> si toccano almeno certi margini<br />

<strong>della</strong> disperazione, <strong>non</strong> ci saranno<br />

vere domande nella direzione giusta.<br />

Ultima spiaggia di questo tipo di ricerca,<br />

per la nostra generazione, è il<br />

nichilismo (quel “niente vale niente”)<br />

di una società che si credeva autosufficiente<br />

e <strong>non</strong> è capace di un atto di<br />

umiltà per riconoscere che così <strong>non</strong><br />

è. Ed ora, l’esperienza del <strong>Santuario</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>... Sono sempre di più le<br />

“domande di fondo” – spesso ancora<br />

indecifrate e confuse – che portano<br />

molti pellegrini al nostro <strong>Santuario</strong> e<br />

ai suoi “confessionali”. Qui, spesso il<br />

confessore sembra essere chiamato ad<br />

essere sociologo e psicologo, prima che<br />

benevolo e accogliente riconciliatore<br />

nel nome di quel Dio – dimenticato<br />

o esplicitamente escluso da molti –<br />

che invece ha saputo aspettare questo<br />

tempo di libera “domanda di Lui” da<br />

parte dei suoi figli. È il momento <strong>della</strong><br />

Grazia. Si intravvede – e lo dico con<br />

felice cognizione di causa – che il fenomeno,<br />

da individuale e circoscritto,<br />

può diventare tosto di massa. Ma noi,<br />

siamo pronti ad individuare, intercettare,<br />

rispondere a queste esigenze?<br />

Risponderemo con risposte “serie” o<br />

stiamo rispondendo con “tamponamenti<br />

emozionali”, quasi “farmaci<br />

dello spirito del momento” che sembrano<br />

lenirti il male lì per lì, ma <strong>non</strong><br />

te lo tolgono dal cuore? Spesso l’uomo<br />

moderno preferisce essere “emozionato”<br />

più che “maturato e convinto”.<br />

Non fa così anche con i malesseri fisici?<br />

Un farmaco e via... Non è questo il<br />

modo di prendere sul serio le domande<br />

serie. Una bella responsabilità, la<br />

nostra!<br />

5


scrivere e rispondere<br />

A parte<br />

la mia ignoranza<br />

personale...<br />

Mi sono trovato a discutere con<br />

un musulmano di vari argomenti<br />

sulle nostre rispettive religioni.<br />

Nel corso <strong>della</strong> conversazione mi<br />

è uscita la frase: “Del resto cristiani<br />

e musulmani sono tutti e due<br />

monoteisti” ma mi sono sentito<br />

correggere con decisione: secondo<br />

il mio amico musulmano sarebbero<br />

solo loro veri monoteisti, mentre<br />

noi cristiani divideremmo Dio<br />

in tre. Ora: so che la questione è<br />

stata definita molti secoli fa dalla<br />

Chiesa antica, ma con il fatto che<br />

<strong>non</strong> sono spiegazioni semplici da<br />

dare <strong>non</strong> ho saputo controbattere<br />

a ragione. A parte la mia ignoranza<br />

personale, <strong>non</strong> sarà che è davvero<br />

un pò difficile la questione<br />

del Dio trino ed unico?<br />

Pierangelo F. - Savona<br />

Una bella pretesa, la sua e la mia, di<br />

rispondere compiutamente in poche<br />

righe a una domanda simile... Una<br />

prima risposta: solo di linguaggio,<br />

forse dovremmo ritrovare il linguaggio<br />

di Gesù per parlare del “Padre”,<br />

di Lui che col Padre “siamo una cosa<br />

sola” e “dello Spirito del Padre mio”.<br />

Come vede, il riferimento di Gesù è<br />

sempre e solo a un Unico Referente,<br />

“il Padre”. Gesù <strong>non</strong> parla mai<br />

di “Santissima Trinità”, espressione<br />

giusta e corretta <strong>della</strong> “dottrina” cattolica,<br />

più idonea alla scuola di teologia,<br />

che ha il compito di rapportare il<br />

dato <strong>della</strong> Fede ai linguaggi espressivi<br />

<strong>della</strong> filosofia. Parlare del Padre, del<br />

Figlio e dello Spirito, <strong>non</strong> è escludere<br />

il concetto scolastico di “Trinità”.<br />

Una via più convincente – ma quanti<br />

cristiani medi ne sono coscienti e<br />

capaci? – sarebbe quella di aiutare<br />

qualunque interlocutore a partire dal<br />

6<br />

basso per arrivare al “Come <strong>non</strong> può<br />

<strong>non</strong> essere il nostro unico Dio”. Mi<br />

spiego: se è vero, come è vero, che noi<br />

veniamo da Lui e da lui siamo stati<br />

fatti a sua immagine e somiglianza,<br />

come potremmo spiegare diversamente<br />

la profonda e imprescindibile<br />

esigenza di ogni uomo di relazionarsi<br />

con amore verso altri suoi simili?<br />

Come spiegare l’esistenza dell’uomo e<br />

<strong>della</strong> donna (“simili e <strong>non</strong> uguali”) e<br />

la loro reciproca correlazione d’amore?<br />

Come spiegare la vera e propria<br />

“morte” interiore dell’egoista e la gioia<br />

di chi sa amare? Come mettere insieme<br />

tutta la complementarietà degli<br />

esseri verso l’unità di un’unica creazione<br />

rispettandone la complessità<br />

esistente in natura? Se, per assurdo,<br />

arrivasse un qualcuno nella Chiesa<br />

a dirci che le tre persone <strong>della</strong> Trinità<br />

si son o scoperte essere quattro (?!)...<br />

che cambierebbe nella nostra vita?<br />

Nulla? Vorrebbe dire che il “mistero<br />

principale <strong>della</strong> nostra Fede” sarebbe<br />

così insignificante? Insignificante il<br />

mistero o abissale la nostra ignoranza<br />

e colpevole la nostra ignavia? Certo,<br />

anche così ci si deve disporre al dialogo<br />

(<strong>non</strong> alla contrapposizione) coi<br />

nostri fratelli mussulmani. “Ragioni”<br />

e “fatti coerenti”, <strong>non</strong> nuovi fondamentalismi<br />

di chi <strong>non</strong> vuol pensare e<br />

capire.<br />

La <strong>Guardia</strong> è o<br />

<strong>non</strong> è un “centro<br />

di spiritualità”?<br />

Caro don, ho avuto altre occasioni<br />

di dirti quanto adesso voglio<br />

scriverti, sperando di essere pubblicato<br />

e con ciò di interessare il<br />

tuo pubblico. Penso che a Genova<br />

manchino centri di spiritualità.<br />

Non potrebbe diventarlo la <strong>Guardia</strong>?<br />

Non sarebbe un posto ideale,<br />

con la sua posizione ritirata e do-<br />

minante al contempo, la sua quiete<br />

e i suoi spazi?<br />

Italo V. - Genova<br />

La tua domanda/provocazione presupporrebbe<br />

qualche concetto sul<br />

“cosa si intenda” per “centro di spiritualità”.<br />

Io credo che la <strong>Guardia</strong> lo sia<br />

da oltre cinquecento anni un “centro<br />

di spiritualità”, <strong>non</strong> perché così è stato<br />

fatto da qualcuno qui in terra, ma per<br />

la scelta e mandato dall’Alto. Nella accezione<br />

evangelica il Padre vuole essere<br />

adorato “in spirito e verità”. Solo chi<br />

lo cerca così lo trova e solo chi si lascia<br />

cercare e trovare da Lui capisce se stesso<br />

e il senso più profondo <strong>della</strong> sua vita.<br />

“Né a Gerusalemme, né sul monte<br />

Garizim, né a San Pietro in Roma, né<br />

alla <strong>Guardia</strong>... adorerete il Padre”. È<br />

Lui che “cerca tali adoratori”. Chiarito<br />

questo, per <strong>non</strong> confondere un centro<br />

di spiritualità cristiano con un “centro<br />

di benessere e relax psicofisico”, e, visto<br />

che a certe condizioni ambientali<br />

(posto splendido, natura quasi magica,<br />

ambiente coefficiente all’incontro col<br />

divino) ci ha già pensato la Madonna<br />

con le sue scelte, c’è solo da chiederci<br />

come e quanto la nostra presenza è in<br />

sintonia con queste premesse. Quanto<br />

siamo e facciamo noi uomini (preti,<br />

religiose, volontari, personale) ostacola<br />

o è congeniale all’azione di Dio nelle<br />

coscienze dei pellegrini? Un bel problema!<br />

La <strong>Guardia</strong> <strong>non</strong> è un’azienda<br />

del sacro, un centro di turismo<br />

religioso, un’alternativa religiosa al<br />

magico invadente proposto dal mondo<br />

che, di fronte alle esigenze dello<br />

spirito spesso <strong>non</strong> ha altro da suggerire...<br />

Noi vogliamo che la <strong>Guardia</strong><br />

sia sempre più un umile grande centro<br />

di spiritualità, per TUTTI, per quanti<br />

appena emergono da un materialismo<br />

esasperante e vengono su magari a...<br />

“cercare miracoli” e per quanti, forse<br />

un po’ più esigenti, chiedessero uno<br />

“spazio mistico”, fatto di luoghi e<br />

di persone capaci di <strong>non</strong> ostacolare<br />

l’azione di Dio.


E venne Povertà<br />

Tra la fi ne e la metà del XII secolo la<br />

chiesa attraversava un preoccupante<br />

periodo di crisi.<br />

La motivazione di queste diffi coltà andava<br />

cercata nella pesante disparità di condizioni<br />

economiche tra popolo e basso clero da una<br />

parte e alti rappresentanti <strong>della</strong> gerarchia<br />

dall’altra. I primi vivevano in condizioni di<br />

indigenza, i secondi invece <strong>non</strong> disdegnavano<br />

comodità e ricchezze.<br />

Ci furono perciò molti cristiani che si ribellarono<br />

a questo stato di cose, richiamandosi alla parola<br />

del Vangelo e alla povertà dell’uomo Gesù.<br />

Alcuni di questi lo fecero in maniera violenta<br />

scagliandosi apertamente contro il lusso di cardinali<br />

e vescovi e mettendosi automaticamente<br />

fuori dalla comunione ecclesiale, altri invece,<br />

pur condividendo queste critiche, cercarono di<br />

mantenersi all’interno dell’ortodossia.<br />

Oggi ci occuperemo di entrambe queste posizioni.<br />

Tra le correnti “contestatrici” più importanti<br />

ricordiamo i Catari. Essi costituirono la setta<br />

europea più consistente. Si misero da subito<br />

in contrasto con la Chiesa anche su diversi<br />

temi teologici, per cui presto si trovarono<br />

praticamente fuori dalla stessa.<br />

Non così invece fu per i Valdesi. Essi ebbero<br />

il loro fondatore in Valdo, un ricco<br />

mercante di Lione che vendette tutti i<br />

suoi beni per dare il ricavato ai poveri. Divenuto<br />

povero a sua volta iniziò a<br />

reclutare molti seguaci, organizzandoli<br />

in una sorta di confraternita,<br />

e a dedicarsi alla predicazione<br />

delle sue idee. Papa Alessandro III<br />

approvò il loro voto di povertà ma<br />

gli impedì di predicare. Essi <strong>non</strong><br />

accettarono questo divieto e continuarono<br />

nella loro opera di proselitismo.<br />

Condannati dal concilio<br />

di Verona, si diedero una struttura<br />

le Fonti del Credere<br />

gianfranco parodi<br />

autonoma costituita da vescovi, presbiteri e<br />

diaconi. I sacerdoti emettevano i tre voti tipici<br />

<strong>della</strong> comunità monastiche e mantennero<br />

molti riti <strong>della</strong> chiesa cattolica. Tre secoli dopo<br />

aderiranno alla Riforma protestante.<br />

Accanto ai contestatori ci furono però anche<br />

dei gruppi di fedeli che pur contestando le ricchezze<br />

del clero, decisero di restare all’interno<br />

<strong>della</strong> chiesa. Si tratta dei frati dei due ordini<br />

mendicanti, i Francescani e i Domenicani.<br />

I primi hanno il loro fondatore in San Francesco<br />

d’Assisi e faremmo torto ai nostri lettori<br />

spiegando loro chi era. Vogliamo solo sottolineare<br />

che per lui la povertà era un valore<br />

assoluto e quando sottopose al Papa Innocenzo<br />

III la regola di totale distacco dai beni<br />

terreni che voleva dare ai suoi frati, questi fu<br />

ben lieto di approvarla capendo che nell’alveo<br />

francescano avrebbero potuto confl uire<br />

molte delle istanze riformatrici che tanto preoccupavano<br />

la curia romana.<br />

Diversa la posizione di San Domenico. Nato<br />

in Spagna proprio quando era in fase di sviluppo<br />

l’ideologia catara, capì che l’eresia <strong>non</strong><br />

doveva essere affrontata con le armi <strong>della</strong> persecuzione,<br />

ma poteva essere vinta solo con lo<br />

studio e la predicazione <strong>della</strong> giusta dottrina<br />

e specialmente con l’esempio di uno stile<br />

di vita di totale povertà. Domenico<br />

trovò subito molti seguaci e<br />

condusse una vita di fatiche e di<br />

stenti ma sempre sorretto da un<br />

grande ardore. Capendo che quelli<br />

erano i punti nevralgici <strong>della</strong> nuova<br />

coltura medievale fondò subito<br />

conventi a Parigi e a Bologna<br />

dove erano presenti le più prestigiose<br />

università dell’epoca. Il carisma<br />

del nuovo ordine fu la più<br />

fedele adesione alla ortodossia<br />

cattolica e la sua difesa da ogni<br />

attacco.<br />

7


La <strong>Guardia</strong> in... edicola<br />

8<br />

enrico quaglia<br />

S. Pietro <strong>della</strong> Porta<br />

in Banchi<br />

VICO SAN PIETRO ALLA PORTA<br />

(angolo Via Conservatori del Mare):<br />

Statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> del secolo<br />

XVIII. Le teste sono coronate per ricordare che<br />

Maria con Gesù è regina di Genova. In basso si<br />

trova una cassetta in ferro con la scritta: “Ellemosina<br />

per nostra Sig <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> 1729”.<br />

NELLE VICINANZE: LA CHIESA DI SAN PIE-<br />

TRO DELLA PORTA così chiamata perché costruita<br />

accanto ad una porta delle mura cittadine<br />

del IX secolo. Oggi è più comunemente<br />

detta S. Pietro in Banchi ed è sede di iniziative<br />

religiose, di ricerca e di dialogo.<br />

Foto: Stefano Perfumo<br />

Una preghiera a Maria<br />

Donna dei nostri giorni<br />

Santa Maria, donna dei nostri giorni,<br />

vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu<br />

hai predetto che tutte le generazioni ti<br />

avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra<br />

queste generazioni c’è anche la nostra,<br />

che vuole cantarti la sua lode <strong>non</strong> solo<br />

per le cose grandi che il Signore ha fatto<br />

in te nel passato, ma anche per le meraviglie<br />

che egli continua a operare in te<br />

nel presente.<br />

Santa Maria, donna dei nostri giorni,<br />

liberaci dal pericolo di pensare che le<br />

esperienze spirituali vissute da te duemila<br />

anni fa siano improponibili oggi<br />

per noi, fi gli di una civiltà che, dopo essersi<br />

proclamata postmoderna, postindustriale<br />

e post<strong>non</strong>soché, si qualifi ca<br />

anche come postcristiana.<br />

Facci comprendere che la modestia,<br />

l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le<br />

stagioni <strong>della</strong> storia, e che il volgere dei<br />

tempi <strong>non</strong> ha alterato la composizione<br />

chimica di certi valori quali la gratuità,<br />

l’obbedienza, la fi ducia, la tenerezza, il<br />

perdono. Sono valori che tengono ancora<br />

e che <strong>non</strong> andranno mai in disuso.<br />

Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri<br />

a tutti l’edizione aggiornata di quelle<br />

grandi virtù umane che ti hanno resa<br />

grande agli occhi di Dio.<br />

Don Tonino Bello


editoriale<br />

marco granara<br />

Pasqua... forse solo<br />

Lei ci credeva!<br />

“La Pietà”... Che sia<br />

di Michelangelo<br />

o di altri artisti, si è da sempre<br />

chiamata così la scena di<br />

quella Madre che si ritrova<br />

in grembo, esangue, il suo<br />

giovane figlio morto in croce.<br />

Una scena statica, spesso<br />

patetica, come quella dei pittori<br />

manieristi del ‘600, che<br />

raffiguravano una Madonna<br />

svenuta dal dolore e sostenuta<br />

dai suoi. Non era quella<br />

la Madonna dei Vangeli. Nei<br />

Vangeli, Giovanni (che era<br />

presente al fatto) dice che<br />

“stabat” (eistekeisan), stava<br />

in piedi, dignitosa e forte<br />

nel suo strazio. E così in seguito,<br />

le fughe e le paure dei<br />

discepoli, il loro barricarsi<br />

nel cenacolo “per timore dei<br />

giudei”, la loro incredulità<br />

anche alla notizia del sepolcro<br />

vuoto e delle sue prime<br />

strane apparizioni da risorto,<br />

<strong>non</strong> trovano Maria nello stesso<br />

stato d’animo. Lei è forse<br />

l’unica che si fida di Gesù, di<br />

quanto aveva predetto a lei<br />

e ai suoi: “Come è vero che<br />

sarò messo a morte, è altrettanto<br />

vero che al terzo giorno<br />

risorgerò”. Lei, ci crede!<br />

Ma chi ci può credere? Forse<br />

solo una povera mamma, illusa<br />

fino alla fine, che spera<br />

nell’impossibile? No, Lei si<br />

fida di suo figlio e sta alla sua<br />

parola! E <strong>non</strong> sarà smentita.<br />

È lei che, come una chioccia,<br />

se li tiene sotto le ali questi figli<br />

impauriti, e Luca la ricorda<br />

“presente” e “animatrice”<br />

di quella prima assemblea del<br />

cenacolo, in preghiera e in fiduciosa<br />

attesa del Promesso<br />

dall’Alto, lo stesso Spirito di<br />

Gesù e del Padre. Usciranno<br />

tosto da quella sala, affronteranno<br />

la piazza, grideranno a<br />

tutti con franchezza di essere<br />

“testimoni” che “Colui che<br />

passò in mezzo a voi facendo<br />

del bene e che voi avete crocifisso,<br />

Dio lo ha risuscitato e<br />

lo ha costituito Signore”! La<br />

prima grande e bella notizia,<br />

il Vangelo: l’amore vince anche<br />

la morte e la vita, data<br />

per amore, <strong>non</strong> è perduta ma<br />

ritrovata.<br />

“La Pietà” diventa “maestra<br />

di vita”. E tutto questo perché<br />

la stessa è “Maestra di<br />

Fede vera”. Forse è proprio<br />

l’ora di rivedere certe iconografie<br />

– <strong>non</strong> solo pittoriche<br />

e scultoree – che ci portiamo<br />

appresso da secoli. Forse dobbiamo<br />

finirla di fare di Maria<br />

una simile a noi nel dolore<br />

inconsolato e inconsolabile<br />

(il dolore cieco e senza senso<br />

di chi <strong>non</strong> crede) ma una<br />

che, pur sentendo sulla sua<br />

pelle tutta la gravità di quella<br />

tragedia, <strong>non</strong> cessa, anche<br />

allora, di credere che l’ultima<br />

parola è quella <strong>della</strong> vittoria<br />

<strong>della</strong> vita sulla morte. Il cristiani<br />

lagnosi, sui fatti, sui<br />

“brutti tempi che stiamo attraversando”,<br />

sulle magagne<br />

che “capitano solo a noi”, sul<br />

“tanto <strong>non</strong> serve a niente è<br />

sempre andata così”... questi<br />

cristiani sono semplicemente<br />

scandalosi!<br />

Dobbiamo tornare a una<br />

spiritualità mariana <strong>non</strong><br />

solo <strong>della</strong> “devozione e contemplazione”<br />

di un creatura<br />

che ci siamo fatti a nostro<br />

modo. Dobbiamo ritrovare<br />

la spiritualità <strong>della</strong> “contemplazione<br />

e imitazione”.<br />

Non più solo fiori, ceri, sospiri<br />

e abbandoni ad un suo<br />

magico potere protettivo (è<br />

una Madre, Maria, che <strong>non</strong><br />

vuole allevarsi dei bambocci<br />

eternamente immaturi e irresponsabili),<br />

ma “Contemplazione”<br />

e contemplazione in<br />

profondità <strong>della</strong> “vera” Maria<br />

di Nazareth, così come viene<br />

dal Vangelo: quella del sofferto<br />

“sì” dell’annunciazione,<br />

quella <strong>della</strong> verifica di quanto<br />

le stava capitando con la visita<br />

ad Elisabetta, quella del<br />

Magnificat, quella che fa fatica<br />

a capire quello che le dice<br />

suo Figlio ritrovato a Gerusalemme,<br />

quella che lo lascia<br />

andare al suo destino e lo segue<br />

in discrezione, quella dei<br />

giorni <strong>della</strong> tragica conclusione<br />

<strong>della</strong> vicenda sulla croce e<br />

<strong>della</strong> gioia <strong>della</strong> resurrezione.<br />

“Questa” è la Madonna da conoscere,<br />

venerare e imitare.<br />

9


La crisi, le trasformazioni nella produzione e nella società.<br />

<strong>Quando</strong> il lavoratore <strong>non</strong> si sente più una persona.<br />

Certi giorni mi sen<br />

“<strong>Quando</strong> si è aperta<br />

la porta <strong>della</strong><br />

‘saletta incontri’ ho fatto una<br />

smorfi a tipo sorriso e mi sono<br />

seduto sulla seggiola, scomoda<br />

a dirla tutta, pronto al dialogo<br />

con il mio capo uffi cio. Era previsto<br />

e sapevo già più o meno<br />

cosa aspettarmi dato che altri<br />

colleghi prima di me ci erano<br />

passati, ma ora c’ero io, lì”. Sorseggio<br />

il caffè insieme al mio<br />

amico e lo invito a continuare<br />

il racconto. “Vedi, lo scopo di<br />

questi colloqui è fornire all’uffi -<br />

cio del personale una scheda di<br />

valutazione <strong>della</strong> persona nella<br />

quale viene detto se sei o <strong>non</strong><br />

sei conforme alle aspettative<br />

tecniche ed umane che l’azienda<br />

ha verso di te.” “Mi sembra<br />

una cosa normale fare delle valutazioni<br />

sul personale, specie<br />

in una grande azienda come la<br />

tua”, rispondo. “Non lo metto<br />

in dubbio! Ma dieci anni fa<br />

<strong>non</strong> era così formale. Un incontro<br />

davanti alla macchinetta<br />

del caffè o due discorsi qua e là<br />

con il capo, insieme ai risultati<br />

ottenuti sul lavoro, bastavano<br />

per avere un quadro preciso di<br />

10<br />

marcello monticone<br />

chi eri. Ora è tutto regolato da<br />

norme e moduli da compilare<br />

in modo asettico, conforme alle<br />

aspettative. Ti pare un giudizio<br />

sulla persona?”. “Francamente<br />

no”. “Appunto! Mi pare sia stato<br />

fatto un passo indietro. Bene<br />

per la forma”.<br />

Come è cambiato il rapporto<br />

uomo/posto di lavoro?<br />

Quanto hanno infl<br />

uito la crisi economica<br />

e, forse più a largo raggio,<br />

il cambiamento dei<br />

costumi, delle abitudini,<br />

<strong>della</strong> tecnologia?<br />

Incontro un sindacalista,<br />

molto attivo e molto loquace.<br />

Il suo racconto è illuminante<br />

sulle diffi coltà che si<br />

incontrano se si è impegnati<br />

sia professionalmente che<br />

sindacalmente. “Tutti hanno<br />

un problema da metterti sulle<br />

spalle: chiama questo e mi dice<br />

che il lavoro è diventato insopportabile;<br />

chiama quell’altro e<br />

si lamenta di <strong>non</strong> esser passato<br />

di livello, <strong>non</strong> che se lo meriti,<br />

intendiamoci, però una risposta<br />

gliela devo pur dare, <strong>non</strong> trovi?”<br />

“Certamente” gli rispondo con<br />

tono di chi approva. E penso:<br />

tutti chiedono qualcosa! E<br />

quanti la ottengono? “Ma sai<br />

qual è il vero problema? È che<br />

davanti al profi tto ed alla crisi<br />

fi nanziaria è tutto cambiato, il<br />

rapporto con i capi, il rapporto<br />

fra gli operai, fra gli impiegati:<br />

è più diffi cile stabilire rapporti<br />

seri di fi ducia reciproca. Tutti<br />

pensano a sé stessi e <strong>non</strong> più<br />

al bene dell’azienda. Per <strong>non</strong><br />

parlare <strong>della</strong> qualità stessa del<br />

lavoro che mal si coniuga con<br />

la fretta di chiudere i lavori alla<br />

quale siamo sottoposti giornalmente”.<br />

La velocità, la qualità, i<br />

rapporti personali. Sono<br />

tutti così legati fra di<br />

loro in modo tale che se<br />

uno va a mancare crolla<br />

tutto?<br />

“Può darsi che sia una naturale<br />

evoluzione del mondo del lavoro,<br />

ma i compromessi ai quali<br />

ci è chiesto di rispondere a volte<br />

sono il minore dei mali e <strong>non</strong><br />

possiamo tirarci indietro”. “E<br />

come sindacalista senti questa


Lavorare oggi<br />

to un robot!<br />

responsabilità addosso!” “Esattamente”.<br />

Metà mattinata, faccio un<br />

giro e mi accorgo di quanta<br />

gente sta per strada e penso:<br />

“Però, ce n’è di gente che <strong>non</strong> fa<br />

niente!”. Disoccupati, precari,<br />

pensionati. Un micro-cosmo<br />

di persone. Allora mi torna in<br />

mente una ragazza conosciuta<br />

tempo fa. Laureata, la defi -<br />

nirei “cervello in fuga all’estero”,<br />

come altri che ho avuto<br />

modo e fortuna di conoscere.<br />

Ragazzi che hanno fatto la<br />

scelta estera per il solo motivo<br />

che al di fuori del nostro<br />

paese le opportunità per<br />

questi lavoratori specializzati<br />

sono maggiori, come maggiori<br />

sono le possibilità anche di<br />

riconoscimenti adeguati ai<br />

risultati ottenuti. “Non ti è<br />

pesato andare via dal tuo paese?<br />

I tuoi affetti, i tuoi amici?”<br />

“Certo - mi risponde - mi è<br />

dispiaciuto lasciare qui il mio<br />

fi danzato, ho passato diversi<br />

anni lontano da casa e alcune<br />

volte mi è pesato. Ma…” “Ma<br />

sei arrabbiata, delusa?” “Non<br />

ce l’ho con chissà chi, è semplicemente<br />

una presa di coscienza<br />

che qui <strong>non</strong> ho trovato l’oppor-<br />

tunità giusta, il posto giusto, le<br />

persone giuste. Mi hanno fatto<br />

un’offerta buona e l’ho accettata.<br />

Ho lavorato con tedeschi,<br />

indiani, francesi, svizzeri. Una<br />

bellissima esperienza”. “Beata<br />

te che hai trovato la tua strada e<br />

ti è piaciuta, <strong>non</strong> come molti che<br />

pur di <strong>lavorare</strong> accettano compromessi”,<br />

penso fra me. La saluto<br />

e le auguro buona fortuna. Ritorno<br />

a pensare all’amico ed<br />

al suo colloquio. mi vengono<br />

in mente altri, i miei parenti e<br />

genitori. Ciascuno con le sue<br />

esperienze, le sue prove e le<br />

sue ambizioni.<br />

È cambiato il mondo del<br />

lavoro? Se sì, come?<br />

Non conosco nessuno che dia<br />

una risposta esaustiva, ma ciascuna<br />

delle persone con cui<br />

ho parlato mi ha fornito un<br />

tema diverso ed unico. Mestieri<br />

alienanti ma necessari.<br />

Guidare per ore nel traffi co<br />

cittadino un autobus di dodici<br />

metri e pesante svariate<br />

tonnellate nelle ore di punta.<br />

Un delirio di rumori, smog e<br />

altro. Oppure stare allo sportello<br />

di una fi liale delle poste<br />

dove ogni giorno centinaia<br />

di persone ti sfi orano appena<br />

osservatorio<br />

e mugugnano perché <strong>non</strong> si<br />

è mai abbastanza veloci nello<br />

smaltire le pratiche. O ancora<br />

scaricare container dall’alto<br />

di una gru o dal basso di una<br />

banchina attenti a <strong>non</strong> farsi<br />

male e a <strong>non</strong> danneggiare il<br />

carico. E di esempi ne ho in<br />

mente mille altri. Eppure…<br />

Eppure il lavoro ci appartiene<br />

e ci caratterizza in tutti i<br />

sensi; almeno un’ora (o più)<br />

per giungere al lavoro dove<br />

passerai le successive otto<br />

ore, un terzo <strong>della</strong> giornata,<br />

insieme a colleghi simpatici<br />

e antipatici, ruffi ani e poco<br />

capaci, in gamba e preparati,<br />

capi che detesti e che stimi.<br />

Affronti il tuo lavoro ogni<br />

giorno sognando qualcosa<br />

di meglio, magari più soldi<br />

o più soddisfazioni. Ma sono<br />

questi fattori ambientalipersonali,<br />

la crisi, o altro che<br />

hanno cambiato il lavoro o la<br />

nostra percezione del lavoro?<br />

Non riesco a darmi un’unica<br />

risposta, ma per contrasto<br />

si rinnova in me la certezza<br />

che, ancora oggi, il lavoro è<br />

una fonte di situazioni di vita<br />

personale sempre ricca che va<br />

alimentata in ogni momento.<br />

Questo l’ho capito.<br />

11


Gli ultimi 65 anni<br />

hanno visto molto<br />

spesso i lavoratori <strong>della</strong><br />

città di Genova impegnati<br />

in lotte, a volte anche<br />

molto accese, per la difesa<br />

dei posti di lavoro. Quale<br />

è stato il ruolo <strong>della</strong> chiesa<br />

locale in queste vicende che<br />

potevano diventare dei veri<br />

e proprio conflitti sociali?<br />

Lo abbiamo chiesto a Mons.<br />

Luigi Molinari, per lunghi<br />

anni incaricato <strong>della</strong> Pastorale<br />

del Lavoro <strong>della</strong><br />

Arcidiocesi di Genova e dal<br />

1976 direttore dei Cappellani<br />

del lavoro dell’<br />

ONARMO (Opera Nazionale<br />

Assistenza Religiosa e Morale<br />

degli Operai).<br />

Mons. Molinari fa una premessa:<br />

a Genova la struttura<br />

dell’ONARMO voluta dal<br />

Card. Pietro Boetto negli<br />

anni ‘40, ma poi resa concretamente<br />

operativa nel dopoguerra<br />

dal Card. Giuseppe<br />

Siri, ha avuto un ruolo importante,<br />

in quanto oltre ad<br />

assistere moralmente e spiritualmente<br />

i lavoratori sul<br />

luogo di lavoro, è stata anche<br />

cerniera di collegamento<br />

tra il mondo del lavoro e<br />

12<br />

Una lunga storia<br />

di appassionate difese e mediazioni.<br />

La Chiesa di Genov<br />

di Gianfranco Parodi<br />

i responsabili <strong>della</strong> diocesi.<br />

Se infatti i vari arcivescovi<br />

succedutesi a Genova, in primis<br />

il card. Siri, hanno potuto<br />

svolgere importanti ruoli<br />

di mediazione è proprio<br />

perché c’erano i cappellani<br />

che li informavano tempestivamente<br />

dei problemi e delle<br />

crisi che potevano mettere a<br />

rischio tanti posti di lavoro. E<br />

la lista di questi interventi è<br />

veramente notevole.<br />

Si parte dallo “storico” salvataggio<br />

del porto da parte<br />

del Card. Boetto, che<br />

riuscì a dissuadere i comandi<br />

militari tedeschi dal proposito<br />

di far saltare tutte le<br />

strutture portuali, prima<br />

di abbandonare Genova alla<br />

fine <strong>della</strong> Seconda Guerra<br />

Mondiale. E poi ci sono gli<br />

innumerevoli interventi<br />

del cardinale Siri nei 41<br />

anni del suo episcopato<br />

che hanno visto, all’inizio, la<br />

nascita e lo sviluppo dell’industria<br />

a partecipazione<br />

statale e poi, alla fine, il suo<br />

inesorabile declino. Sia nella<br />

fase di crescita (che comportava<br />

enormi problemi legati alla<br />

immigrazione da altre regioni)<br />

sia nella fase di ridimensionamento<br />

(quando erano in pericolo<br />

i posti di lavoro) sempre<br />

il cardinale Siri era stato vicino<br />

al mondo del lavoro e<br />

dei lavoratori e aveva svolto<br />

preziosi ruoli di mediatore<br />

tra maestranze e imprese<br />

e tra queste e i competenti<br />

ministeri romani. Un altro<br />

suo storico intervento,<br />

nel pieno <strong>della</strong> crisi che aveva<br />

coinvolto il porto di Genova,<br />

era stata la convocazione allo<br />

stesso tavolo del responsabile<br />

del Consorzio del porto<br />

e del console dei portuali,<br />

al fine di trovare una mediazione<br />

tra le opposte posizioni.<br />

Negli ultimi anni di episcopato<br />

del card. Siri si tenne anche<br />

la visita a Genova di Giovanni<br />

Paolo II. Il cardinale volle<br />

che il primo contatto con<br />

la città avvenisse proprio nel<br />

capan<strong>non</strong>e di una fabbrica,<br />

l’Italsider, dove il Papa incontrò<br />

migliaia di lavoratori<br />

entusiasti.<br />

Il Card. Canestri succedette<br />

a Siri nel 1987. Erano i tempi<br />

<strong>della</strong> chiusura dei grandi<br />

impianti industriali e<br />

petroliferi: certamente la-


Lavorare oggi<br />

osservatorio<br />

a e la città del lavoro<br />

vorazioni inquinanti ma che<br />

comunque garantivano dei<br />

posti di lavoro. Forse gli interventi<br />

del nuovo arcivescovo<br />

furono più discreti ma la<br />

sua attenzione verso i problemi<br />

sociali e quelli del lavoro<br />

fu altrettanto accorata.<br />

Lasciata la carica nel 1995<br />

per raggiunti limiti di età,<br />

Canestri cedette il pastorale a<br />

Mons. Dionigi Tettamanzi.<br />

Già all’inizio <strong>della</strong> sua missione<br />

a Genova ci fu l’invito agli<br />

imprenditori a <strong>non</strong> sotterrare<br />

i talenti, ma ad investire<br />

di più, a essere più coraggiosi.<br />

Subito dopo, rendendosi<br />

conto che spesso la perdita<br />

del lavoro faceva cadere i più<br />

deboli nei tentacoli dell’usura,<br />

diede inizio a due attività<br />

molto importanti per la<br />

diocesi: la Fondazione Antiusura<br />

e la Commissione<br />

Emergenza Famiglie. Nel<br />

1998, Tettamanzi fu nominato<br />

Cardinale e al suo ritorno<br />

a Genova, durante il<br />

pellegrinaggio del primo<br />

sabato al <strong>Santuario</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> (era stato lui a<br />

inaugurare la tradizione di<br />

questi pellegrinaggi), invitò<br />

a partecipare alla processione<br />

anche le organizzazioni<br />

sindacali dell’Ansaldo e<br />

dell’Elsag, in quel momento<br />

in vertenza con le aziende<br />

a causa di un annunciato ridimensionamento<br />

di quelle<br />

importanti realtà. Forse era<br />

la prima volta che in una<br />

chiesa venivano srotolati gli<br />

striscioni dei metalmeccanici!<br />

Anche in questa occasione<br />

pressante fu l’impegno<br />

del cardinale per cercare di<br />

limitare le conseguenze degli<br />

inevitabili tagli, sulle famiglie<br />

dei lavoratori.<br />

Sollecitudine nei confronti<br />

del lavoro e dei problemi ad<br />

esso legati dimostrava anche<br />

il Card. Bertone che resse la<br />

diocesi di Genova dal 2002 al<br />

2006. La città sembrava stesse<br />

finalmente uscendo dalla<br />

crisi che aveva interessato<br />

così pesantemente l’industria<br />

manifatturiera<br />

e si andava avviando<br />

verso una riscoperta<br />

del turismo e del<br />

terziario, ma, ammoniva<br />

il cardinale<br />

alla vigilia <strong>della</strong> sua<br />

partenza: “....Abbia-<br />

mo una popolazione vecchia<br />

e la disoccupazione sembra<br />

diminuire solo perché si riduce<br />

la popolazione attiva.<br />

Il settanta per cento <strong>della</strong><br />

nuova occupazione è fatta di<br />

lavoro atipico, <strong>non</strong> sicuro e<br />

spesso mal retribuito”.<br />

Purtroppo sono passati cinque<br />

anni da quella denuncia<br />

ma le cose <strong>non</strong> sono cambiate<br />

di molto...<br />

Cardinale<br />

Giuseppe Siri.<br />

13


la<strong>Guardia</strong><br />

dei<br />

piccoli<br />

14<br />

I personaggi <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Salvezza<br />

anna gatti, nucci scipilliti<br />

Una scala per Giacobbe<br />

Mia madre ed io avevamo ingannato<br />

Isacco, è vero, ma in fondo era stato<br />

Esaù a rinunciare alla primogenitura;<br />

adesso era mia e di conseguenza spettava<br />

a me anche la benedizione.<br />

Esaù <strong>non</strong> la prese bene e cominciò ad<br />

odiarmi a tal punto che mia madre, temendo<br />

volesse uccidermi, mi consigliò di<br />

andare a rifugiarmi presso suo fratello<br />

Labano, nella terra di Mesopotamia, la<br />

terra dei nostri avi e convinse Isacco<br />

dicendogli che là avrei potuto scegliermi<br />

una moglie <strong>della</strong> stessa famiglia da<br />

cui provenivano sia lei che Sara, la moglie<br />

di mio <strong>non</strong>no Abramo. Mio fratello<br />

infatti aveva sposato donne cananee e la<br />

cosa aveva rattristato i miei genitori.<br />

Partii da solo ed ero abbastanza spaventato<br />

dalle diffi coltà del viaggio, ma<br />

una notte mentre dormivo in un luogo<br />

deserto feci un sogno: vidi una scala<br />

tanto alta da toccare il cielo e angeli<br />

che salivano e scendevano e il Signore<br />

sulla cima <strong>della</strong> scala che mi diceva<br />

“Io sono il Dio di Abramo e di Isacco,<br />

io darò a te e alla tua stirpe la terra<br />

in cui tu dormi e la tua stirpe si espanderà<br />

come la polvere <strong>della</strong> terra. Io ti<br />

proteggerò sempre”. Mi svegliai pieno di<br />

timore e pensai: “Questa è la casa di Dio<br />

e la porta del cielo” e feci un voto: “se<br />

il Signore mi farà tornare sano e salvo<br />

alla mia casa, sarà il mio Dio per sempre<br />

e io gli offrirò la decima parte di tutte<br />

le cose che mi darà”.<br />

Nella casa di mio zio Labano stetti molti<br />

anni lavorando per lui e come paga chiesi<br />

di avere in moglie sua fi glia Rachele<br />

di cui mi ero innamorato. Ma il giorno<br />

delle nozze Labano mi ingannò: nascosta<br />

dal velo, al posto di Rachele mise la fi -<br />

glia maggiore Lia. Per avere la mia amata<br />

Rachele dovetti <strong>lavorare</strong> altri sette<br />

anni per mio zio. Lia mi diede molti fi gli,<br />

Rachele solo dopo molti anni ebbe un fi -<br />

glio – Giuseppe - che diventò il mio prediletto.<br />

Ma era giunto il tempo di tornare alla<br />

casa di mio padre, di fare a ritroso il<br />

cammino fatto vent‛anni prima da fuggitivo<br />

e così tornai nella terra di Canaan,<br />

questa volta <strong>non</strong> da solo, ma accompagnato<br />

da mogli, fi gli, servi e schiavi e con<br />

greggi di pecore, con cammelli e buoi.<br />

Avevo già undici fi gli e Rachele qualche<br />

anno dopo mi diede il dodicesimo, Beniamino,<br />

ma nel darlo alla luce morì e grande<br />

fu il dolore per la perdita <strong>della</strong> mia amata<br />

sposa.


All’inizio del XX secolo, la corona dei monti che circondano il Figogna e<br />

le relative vallate recavano tutte un segno religioso, che era per molti un<br />

richiamo autentico a coniugare continuamente la fatica del quotidiano<br />

visibile con la levità dell’eterno invisibile.<br />

Proposta numero 2:<br />

“Costruttori”... <strong>non</strong> solo di muri!<br />

Iniziò così...<br />

Aun gruppo di contadini <strong>non</strong> poteva venir<br />

richiesto di fondare un’accademia,<br />

di costituire un gruppo di studio, di fondare<br />

un circolo culturale o anche solo di fare una<br />

riunione, un sinodo... Fu chiesta la “costruzione<br />

di una Cappella”, senza tante spiegazioni<br />

sul perché e percome... Da un solidarizzare su<br />

un impegno prevalentemente “di braccia e di<br />

sassi”, venne fuori, oltre la fatidica Cappella –<br />

simbolo comunque di ben altra costruzione<br />

– un nuovo modo di mettere insieme<br />

forze, valori alti e persone in reciproca<br />

costruzione ideale. Dai sassi nacque<br />

una graduale e grande riforma popolare.<br />

Continuò così, per una serie<br />

di popolazioni di umili<br />

contadini... Decine e centinaia<br />

di volte, a Genova, in<br />

Liguria e sempre più oltre.<br />

Tutte le Edicole, Cappelle,<br />

Chiese, Santuari dedicati<br />

alla Madonna <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> hanno, alla loro<br />

base, una persona o una<br />

famiglia capaci di interessare,<br />

animare e coordinare<br />

“un gruppo” di amici intorno a un obiettivo<br />

concreto. Dal “gruppo” la popolazione intera<br />

di un paese e di una zona; da questi una<br />

costruzione/simbolo; da questo, a sua volta,<br />

il crescere di coscienze, famiglie, popolazioni<br />

riformate e rimotivate su ideali alti. Così in<br />

America Latina troviamo le espressioni più<br />

celebri e più tipiche. A Bernal (Argentina)<br />

Agustin Pedemonte mette insieme il suo<br />

gruppo, costruisce la prima cappella, oggi<br />

grande <strong>Santuario</strong> e gli annessi di un<br />

oratorio giovanile e una scuola, oggi,<br />

di 2500 ragazzi. A Rosario (Argentina)<br />

Benito Dellepiane e fi gli fanno<br />

altrettanto: il gruppo, la Cappella,<br />

oggi il <strong>Santuario</strong>/Parrocchia e<br />

una scuola con 1300 ragazzi.<br />

A Hurlingham i Macchiavello,<br />

a Florida i Fontana...<br />

e così via: persona<br />

– gruppo – costruzione e<br />

crescita di ideali comuni.<br />

E <strong>non</strong> è fi nita lì...<br />

In questi giorni<br />

è venuto da noi<br />

l’amico Fernando<br />

(continua a pag. IV)<br />

I


Un’esperienza “unica”, tutta nello spirito<br />

delle origini del <strong>Santuario</strong>, opera di diversi<br />

“gruppi di uomini semplici” che hanno imparato da Pareto<br />

a mettersi insieme per solidarizzare intorno a queste<br />

semplici “costruzioni murarie” , simbolo di<br />

un’umanità un tempo frastagliata e divisa<br />

e gradualmente rimessasi insieme con passione<br />

encomiabile. Dai sassi... sta nascendo<br />

davvero una nuova umanità. È quello che voleva<br />

Maria. È quello che, in coerenza, vorremmo noi. Chi<br />

sa se questi elenchi di “cose antiche” – alcune<br />

forse scomparse – potrebbero far “rimettere<br />

insieme” altri “gruppi” di uomini capaci di<br />

faticare insieme e di sognare insieme un futuro<br />

diverso?<br />

E, se questi stessi manufatti antichi – i “perdoni”<br />

o le Cappelle <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> – avessero<br />

bisogno che qualcuno se ne prenda cura<br />

per un recupero? Non si tratta solo di tenere<br />

in piedi un pezzo di storia che rischia il degrado,<br />

ma di “mettere insieme altri gruppi”<br />

capaci di ricostruire coscienze e maturità di<br />

ideali... Sotto, a chi se la sente!<br />

Il testo che segue è preso da un “bollettino <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong>” del passato. L’autore è un certo Don<br />

Bruzzo. È il 30 aprile 1897.<br />

“A poco a poco il santuario diventa riferimento alla<br />

fede degli abitanti di borghi e paesi tutt’intorno,<br />

coltivata in modo particolare dalla preghiera dello<br />

sguardo. Ne sono segno le centinaia di “perdoni”<br />

costruiti nei secoli, e con particolare abbondanza<br />

nell’Ottocento.<br />

Diconsi ‘perdoni’ certi punti delle strade, o sui<br />

monti o nelle valli, ove il viandante con una preghiera<br />

saluta la Vergine SS., del cui <strong>Santuario</strong> godesi<br />

comunemente la vista. Se si è in comitiva, basta che<br />

uno dei compagni dia il segnale collo scoprirsi il<br />

capo: ed allora si troncano i discorsi, si mormora o<br />

una Salve Regina o un’Ave e si prosegue poi il cammino<br />

e si ripigliano gli interrotti discorsi”.<br />

Così, sul settimo numero del bollettino al suo primo<br />

anno di vita, venivano defi nite le molte piccole<br />

edicole che accompagnavano il cammino dei pellegrini<br />

verso la vetta. Avevano funzione di invito alla<br />

sosta e al riposo, specialmente per i contadini. Sul<br />

muricciolo costruito o a lato o di fronte, essi potevano<br />

appoggiare il loro carico e riprendere fi ato. I<br />

perdoni erano di tre tipi.<br />

+ Un primo è costituito da “piccole cappellette<br />

con un cancello o in ferro o in legno, entro alle<br />

quali si osserva o un quadro o una statuetta <strong>della</strong><br />

II<br />

I “perdoni” a N.S<br />

Madonna. Pende talvolta dall’alto una piccola lampada<br />

e sotto al quadro si osservano sempre vasi di<br />

fi ori ora artifi ciali, ora, e più comunemente, naturali,<br />

offerti alla Vergine. Hanno in generale una cassetta<br />

per raccogliervi le elemosine in denaro offerte<br />

dai fedeli”.<br />

+ Un secondo è formato semplicemente da “colonne<br />

o prismi quadrilateri più o meno alti e regolari,<br />

posti o agli svolti delle stradicciuole o lungo le<br />

stesse. In cima entro una cavità più o meno grande<br />

e più o meno chiusa, portano o qualche quadro o<br />

qualche statuetta <strong>della</strong> Madonna”.<br />

I primi sono più frequenti nell’abitato, presso le<br />

case dei contadini, i secondi in luoghi aperti e in<br />

piena campagna.<br />

+ I perdoni <strong>della</strong> terza specie “<strong>non</strong> sono segnati<br />

da alcuna traccia esterna. La tradizione costante li<br />

indica. È un punto o più prominente o più aperto,<br />

dal quale si scorge il <strong>Santuario</strong> e basta essere giunti<br />

a quello per credersi obbligati a recitare la preghiera.<br />

Questi perdoni sono esclusivamente fuori<br />

dell’abitato, sugli alti monti, ai valichi da una all’altra<br />

vallata, da una ad altra costiera”.<br />

Essi attestano la devozione popolare radicata e<br />

diffusa.<br />

Don Bruzzo elenca molti perdoni.<br />

Eccone qui sotto un sintetico elenco:<br />

– nel territorio <strong>della</strong> parrocchia di Casanova e <strong>della</strong><br />

sua succursale di Trensasco;<br />

– venendo dal paese di Pino;<br />

– in località ù Cian (per vederlo bisogna partire<br />

dalla Torrazza e andare a Caèga);<br />

– in località Ronca;<br />

– verso Trensasco sulla costa <strong>della</strong> Sèra;<br />

– in località ’o Vigo;<br />

– nella Strinà;<br />

– in località i Campi;<br />

– muovendo dalla Torrazza verso il Peralto;<br />

– in Villa Nòva.<br />

Don G.B. Bruzzo prosegue integrando l’argomento:<br />

“Venendo al di là <strong>della</strong> catena delle montagne che<br />

circondano la nostra Provincia, nel punto d’ogni<br />

via in cui cominciasi a vedere il <strong>Santuario</strong> di Nostra<br />

Signora, vi è a Lei il perdono:<br />

– così venendo dall’Acquasanta a S. Carlo di<br />

Cese;<br />

– venendo dalle Capanne di Marcarolo verso<br />

Torbi;<br />

– venendo dalle Praggie verso Paravanico;<br />

– venendo dai grandi laghi dell’acquedotto


. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>...<br />

Galliera verso Gallaneto;<br />

– venendo dalle parti del monte Tubio verso<br />

Cravasco;<br />

– venendo da Voltaggio verso Pietralavezzara;<br />

– venendo indi dalla parrocchia di Fiaccone<br />

verso Fumeri;<br />

– venendo da Busalla verso i Giovi.<br />

E così di seguito si dica del punto delle alte vie sulla<br />

cresta dei monti d’Orero, di S. Olcese, di Casanova<br />

ecc. fi nché gli ultimi perdoni delle costiere, che circondano<br />

la gran valle, sono alle porte di Granarolo<br />

e alle porte così dette degli Angeli, presso i forti di<br />

Genova”.<br />

“E ancora:<br />

– nella parrocchia di Livellato nel luogo detto ai<br />

Pai, dove abitava il Pareto, e nelle seguenti località:<br />

in fundu da Muntà; in tu fossòu; Suvra i Pascueti;<br />

a Cavaè; suvra ù Maxèu; au Burascin; suvra Lagu<br />

Schouu;<br />

– nella parrocchia di Ceranesi: a Gajassa; in vatea;<br />

in ta strà dell’Ortu; da Scilletta; in clan de Maggi;<br />

in cima de Laètu;<br />

– a Torbi: au Burgu; in Giutta; da u campu de rue;<br />

in ta gua de Cunche; da e rocche de màtempu;<br />

presso Vacarezza;<br />

– a S. Carlo di Cese: in Persegu; in scia Runseggia;<br />

au Bèussàu; in te roucasse;<br />

– a S. Biagio: in ta creusa; ne a stra de Travi; a<br />

Savregin-na; a Rumajun.<br />

– nella parrocchia di S. Martino di Paravanico;<br />

– a S. Stefano di Larvego;<br />

– a Isoverde;<br />

– a Pietralavezzara;<br />

– a Langasco;<br />

– a Campomorone;<br />

– a Cesino;<br />

– a Pontedecimo;<br />

– a S. Quirico;<br />

– a Morego;<br />

– a Murta;<br />

– a Teglia;<br />

– a Rivarolo;<br />

– a Fegino;<br />

– a Borzoli;<br />

– a Cornigliano, sul ponte;<br />

– a Begato;<br />

– a S. Olcese;<br />

– a Orero;<br />

– a Valleregia;<br />

– a Pedemonte;<br />

– a S. Cipriano;<br />

– a Comago;<br />

– a Manesseno;<br />

– a Cremeno;<br />

– a Serra;<br />

– ai Giovi;<br />

– a Fumeri;<br />

– a Paveto”.<br />

Don Bruzzo aggiunge subito che quelli da lui indicati<br />

“sono nei paesi più vicini al Monte, ma se<br />

ti allontani ne rinvieni ogni dove”: tanti sono sui<br />

monti liguri, tanti nella valle del Bisagno e “se verso<br />

sera d’estate fossi a mo’ d’esempio sul Pian di croce<br />

(montagna di Creto nel Bisagno, alta m. 600), ivi,<br />

riferisce il M. Rev. Arciprete A. Campanella, nativo<br />

<strong>della</strong> Parrocchia di Aggio, vedresti tutti i contadini,<br />

che vengono dai monti, posare il fi eno e tosto<br />

porsi a pregare verso la Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

inginocchiati sopra alcuni sassi che ivi sono, i quali<br />

da questo pietoso ossequio conservano ognora il<br />

segno. Nuovamente prima di partire rinnovando<br />

il segno <strong>della</strong> croce da quelle lontananze salutano<br />

la cara Madonna”.<br />

III


“Costruttori”... <strong>non</strong> solo di muri!<br />

(segue da pag. I)<br />

Bernal (Argentina) Rosario (Argentina)<br />

Carrozzi che, ben spalleggiato dalla moglie<br />

Giovanna, tanto ha fatto e brigato da riuscire<br />

a portare l’effi gie <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

nella cattedrale di Sidney in Australia, ivi accolta<br />

dal Vescovo <strong>della</strong> città Card. George<br />

Pell e dai suoi collaboratori. Ma era solo<br />

l’inizio. Non un’operazione solitaria di un emigrante<br />

che “vuol far per sé” un’opera meritoria.<br />

La gioia di questi giorni di Fernando sta crescendo...<br />

“un gruppo di amici”, sempre di più,<br />

scovati dallo sterminato territorio australiano<br />

(grande come l’Europa), ciascuno col suo dono,<br />

la sua disponibilità, la sua voglia di... unirsi ad<br />

altri per “crescere e costruire insieme”. C’è già<br />

il terreno per una Cappella, l’architetto che ha<br />

abbozzato un progetto, il direttore del giornale<br />

locale degli italiani che ha preso sul serio la<br />

cosa e la sta caldeggiando... Persona – Famiglia<br />

– Gruppo – Cappella... Seguito tutto da scoprire<br />

e costruire insieme.<br />

E così sta nascendo anche la storia di<br />

Piero Marras a Cheremule di Sassari.<br />

Piero, la moglie, un gruppo di amici del posto<br />

coinvolti... una statuina <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> in consiglio<br />

comunale, il consenso del Vescovo e del<br />

Parroco locale, un luogo individuato<br />

sul monte Cuccuruddu per la Cappella/simbolo.<br />

E poi...<br />

Sidney<br />

(Australia)<br />

IV<br />

Questa, è o <strong>non</strong> è “concretezza”? Ci muoviamo<br />

dunque sul “possibile”, anche se magari “diffi -<br />

cile”. Non aveva obiettato Benedetto Pareto – di<br />

fronte ad un mandato di questo tipo – : “Ma io<br />

sono un poveretto?”. Non si è sentito rispondere:<br />

“Non avere paura, sarai molto aiutato da<br />

ogni parte”? Non sarà così anche per chi di voi<br />

si mettesse in cammino in questa direzione? Ma<br />

– ciò che più conta – chiunque inizierà, dovrà<br />

ricordare che la concretezza del lavoro manuale,<br />

organizzativo, fi nanziario, è solo un passaggio/simbolo<br />

di “ben altra costruzione”!<br />

<strong>Quando</strong> cresce l’entusiasmo e la convinzione<br />

e da uno passa ad altri che credono almeno<br />

quanto lui a una “cosa bella e grande”, allora<br />

vuol dire che si è centrato l’obiettivo. È solo<br />

questione di <strong>non</strong> demordere, precisare, allargare<br />

il tiro.<br />

Il “gruppo” è il vero “<strong>Santuario</strong>” che vuole<br />

Maria. Quello deve crescere e qualifi -<br />

carsi cristiano <strong>non</strong> solo di nome. Intorno<br />

a quello, così congeniato e alimentato di<br />

Vangelo, nasceranno grandi cose da piccoli<br />

uomini e donne del nostro tempo. E...<br />

se qualcosa del genere venisse chiesto anche<br />

a te?<br />

Dal <strong>Santuario</strong>, oggi, mandiamo questo input,<br />

nella speranza che sia raccolto da molti. Appena<br />

qualcuno avrà qualcosa da dire o da decidere<br />

in merito sappia che siamo interessati<br />

a registrare i primi passi, le eventuali diffi coltà,<br />

i primi risultati. Sarà nostra gioia, valutare<br />

con voi, registrare e<br />

comunicare a tutti i<br />

nostri lettori la bella<br />

notizia che questa<br />

grande storia...<br />

<strong>non</strong> è ancora fi -<br />

nita!


succede in Chiesa<br />

alma severino<br />

• 1° maggio – A sei anni dalla morte, avvenuta il 2 aprile 2005, Papa Giovanni Paolo II verrà<br />

beatifi cato, nella II domenica di Pasqua, <strong>della</strong> Divina Misericordia, durante il rito presieduto<br />

da Papa Benedetto XVI. La causa di beatifi cazione e ca<strong>non</strong>izzazione di Giovanni Paolo II ha<br />

avuto la dispensa da parte di Benedetto XVI del tempo di cinque anni di attesa dopo la morte<br />

prescritti dal Diritto ca<strong>non</strong>ico. Il miracolo preso in considerazione per la beatifi cazione riguarda<br />

la guarigione di suor Marie Pierre Simon.<br />

• 15 maggio – Giornata Mondiale per le Vocazioni, IV domenica di Pasqua; tema del messaggio<br />

del Pontefi ce sarà “Proporre le vocazioni nella Chiesa locale”.<br />

Nel testo del messaggio il Papa insiste sulla responsabilità delle famiglie, delle parrocchie e<br />

delle associazioni nella promozione delle vocazioni. “Specialmente in questo nostro tempo –<br />

afferma Benedetto XVI – in cui la voce del Signore sembra soffocata da ‘altre voci’ e la proposta<br />

di seguirlo donando la propria vita può apparire troppo diffi cile, ogni comunità cristiana,<br />

ogni fedele, dovrebbe assumere con consapevolezza l’impegno di promuovere le vocazioni”. È<br />

necessario aiutare i bambini e i giovani “a maturare una genuina ed affettuosa amicizia con il<br />

Signore coltivata nella preghiera personale e liturgica; ad imparare l’ascolto attento e fruttuoso<br />

<strong>della</strong> Parola di Dio, mediante una crescente familiarità con le Sacre Scritture”.<br />

• 23-27 maggio – L’Assemblea generale dei Vescovi italiani è in programma a Roma ed avrà<br />

come tema “Introdurre ed accompagnare all’incontro con Cristo nella comunità ecclesiale”.<br />

L’incontro – dichiara mons. Domenico Pompili, portavoce <strong>della</strong> Conferenza Episcopale Italiana<br />

(CEI), sarà “il modo più concreto” per declinare la prima tappa degli “Orientamenti<br />

pastorali” sull’educazione per il decennio 2010-2020. A questo proposito – continua mons.<br />

Pompili – la prima condizione da creare è quella di stabilire un contatto personale che <strong>non</strong> va<br />

dato per scontato, dato il disorientamento culturale diffuso e la condizione frammentata di<br />

molte famiglie”.<br />

Pensierino <strong>della</strong> sera<br />

Come sarà che spendiamo cifre notevoli per intrugli<br />

che dovrebbero annullare l’eccesso di calorie<br />

che la nostra golosità ingurgita?<br />

Non sarebbe più intelligente mangiare di meno<br />

e dare quelle cifre a chi muore di fame?<br />

19


LCosa dice la Chiesa delle apparizioni?<br />

Perché ha riconosciuto solo 15 apparizioni mariane su 2400?<br />

Apparizioni, squar<br />

Sono volutamente ignorate<br />

dalla teologia fondamentale<br />

e da quella morale,<br />

la teologia biblica oppone<br />

alle visioni la Rivelazione che<br />

è Parola di Dio, l’esegesi le<br />

considera un fenomeno let-<br />

20<br />

ivana zanobelli<br />

terario, eppure le apparizioni<br />

hanno da sempre affascinato<br />

credenti e no, persone semplici<br />

e santi. Il primato spetta<br />

alle apparizioni <strong>della</strong> Madonna<br />

che secondo il recentissimo<br />

“Dizionario delle<br />

Apparizioni di Maria”di<br />

René Laurentin e Patrick<br />

Sbalchiero sono più di<br />

2400, di cui solo 15 sono<br />

riconosciute uffi cialmente<br />

dalla Chiesa.<br />

All’interno dell’atteggiamento<br />

uffi ciale, da sempre improntato<br />

a grande diffi denza,<br />

si apre nel 1996 uno spartiacque<br />

quando il nuovo Codice<br />

di Diritto Ca<strong>non</strong>ico<br />

<strong>non</strong> proibisce più qualsiasi<br />

pubblicazione sull’argomento.<br />

Semplicemente <strong>non</strong> ne<br />

parla più. Non c’è divieto, anche<br />

se le apparizioni restano<br />

in fondo alla scala dei valori<br />

e delle certezze <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Nessun cristiano è obbligato,<br />

in coscienza, a credere ad<br />

un’apparizione, anche se riconosciuta<br />

uffi cialmente. Nel<br />

Catechismo <strong>della</strong> Chie-<br />

sa Cattolica l’allora Card.<br />

J. Ratzinger ricordava che,<br />

dopo la morte degli Apostoli<br />

“ci sono state delle rivelazioni<br />

dette ‘private’ di cui alcune sono<br />

state riconosciute dall’autorità<br />

<strong>della</strong> Chiesa. Non appartengono<br />

tuttavia al deposito <strong>della</strong> fede. Il<br />

loro ruolo <strong>non</strong> è di migliorare o<br />

di completare la Rivelazione defi<br />

nitiva del Cristo, ma di aiutare<br />

a viverla più pienamente in una<br />

certa epoca <strong>della</strong> storia”. (67)<br />

Certamente alcune apparizioni<br />

come quelle di Guadalupe<br />

(Messico), di Aparecida (Brasile),<br />

di Lourdes e Fatima o<br />

di Rue du Bac (Europa) hanno<br />

avuto un’importanza<br />

profetica, storica e culturale<br />

notevole nel sottolineare,<br />

di volta in volta, il valore <strong>della</strong><br />

cultura meticcia la priorità dei<br />

poveri, il bisogno di spiritualità<br />

di fronte al rischio di un appiattimento<br />

sul materialismo.<br />

Alcune apparizioni <strong>della</strong> Vergine<br />

hanno fondato i maggiori<br />

santuari e pellegrinaggi<br />

senza i quali il mondo sarebbe<br />

più povero.<br />

In che modo allora il Dizionario<br />

si avvicina al tema e<br />

quale approccio suggerisce al<br />

lettore? L’atteggiamento del<br />

Dizionario è aperto a tutto:<br />

affronta l’argomento con un


Vedere<br />

Maria<br />

le ragioni del credere<br />

ci di cielo?<br />

certo rigore scientifi co pur<br />

riconoscendo le diffi coltà. Da<br />

un lato la conoscenza del fenomeno<br />

è limitata e <strong>non</strong> permette<br />

né il discernimento né<br />

la prova, dall’altro lato l’approccio<br />

scientifi co è troppo<br />

recente. Sia l’elettroencefalogramma<br />

sia l’ologramma<br />

sui veggenti (che pure<br />

hanno provato che l’estasi<br />

autentica <strong>non</strong> è patologica)<br />

restano un’eccezione, bloccati<br />

dagli ambienti scientifi ci e dai<br />

veggenti stessi che <strong>non</strong> amano<br />

essere trasformati in cavie.<br />

Il Dizionario offre spunti di<br />

rifl essione molto interessanti,<br />

che rispondono alle numerose<br />

domande provocate dalle<br />

apparizioni, e alcune linee<br />

guida per orientarsi.<br />

<strong>Quando</strong> credere? Oltre al<br />

fatto che il veggente sia persona<br />

credibile e equilibrata,<br />

il dizionario indica alcune<br />

linee di discernimento di cui<br />

due sono fondamentali: che<br />

i messaggi e le testimonianze<br />

siano conformi al Vangelo<br />

e che i frutti spirituali di<br />

queste esperienze straordinarie<br />

siano secondo il criterio<br />

stabilito dal Cristo<br />

(l’albero si giudica dai frutti).<br />

Perché tanto interesse per<br />

le apparizioni? “Nella not-<br />

te <strong>della</strong> fede - si legge nel<br />

dizionario - nell’asfi ssia<br />

del materialismo<br />

le<br />

apparizioni<br />

sono fi nestre<br />

aperte sul<br />

cielo. Quello che <strong>non</strong><br />

vedo io, lo vedono i veggenti”.<br />

In realtà le appari-<br />

zioni <strong>non</strong> si limitano solo ad<br />

un’immagine, ma aprono nei<br />

veggenti una comunicazio-<br />

ne profonda da persona<br />

a persona, una relazione<br />

con Dio stesso. . Essi sono<br />

persone molto umili e sem-<br />

plici elevate al di sopra di sé<br />

stesse dalla “luce delle apparizioni”<br />

che è una luce spirituale<br />

che li tocca così in-<br />

timamente e profondamente<br />

da far loro dire: “Quella luce<br />

era Dio”. Per questo il dizio-<br />

nario sembra suggerire che<br />

un’apparizione è essenzial-<br />

mente una comunicazione<br />

personale. I veggenti tornano<br />

alla vita normale <strong>non</strong> come<br />

ci si sveglia da un sogno, ma<br />

viceversa: come dalla realtà<br />

vera alle ombre <strong>della</strong> vita. Le<br />

apparizioni sono per loro una<br />

pista di decollo verso la<br />

vera vita in Dio.<br />

Perché Maria? Le appari-<br />

zioni esercitano un’attrattiva<br />

verso l’aldilà <strong>della</strong> vita<br />

terrena. Maria appare su<br />

questa frontiera del tempo e<br />

dell’eternità di Dio e degli uomini<br />

come una mediazione<br />

materna perché lei, umile<br />

tra le donne, ha dato alla luce<br />

Dio tra gli uomini in modo<br />

che essi, a loro volta, crescessero<br />

alla vita divina. Dandole<br />

la missione di Madre <strong>della</strong><br />

Chiesa, suo Figlio l’ha dotata<br />

di mezzi per portarla a compimento<br />

e l’apparizione può<br />

essere uno di questi: un mezzo<br />

straordinario ma <strong>non</strong><br />

miracoloso, perché “un’apparizione<br />

<strong>non</strong> è miracolosa;<br />

è un segno interiore, <strong>non</strong> un<br />

prodigio”. C’è nel Dizionario<br />

una forte sottolineatura sul<br />

fatto che è Dio che divinizza<br />

l’uomo dandogli la capacità<br />

(forza e luce) di vivere con<br />

il suo amore divino perfettamente<br />

altruista. “L’amore<br />

prepara l’uomo a condividere<br />

la vita eterna di Dio: tutto<br />

questo avviene normalmente<br />

senza miracoli o prodigi”.<br />

Fonte: René Laurentin Patrick Sbalchier<br />

“Dizionario delle apparizioni <strong>della</strong><br />

Vergine Maria”, Ed. Art 2010<br />

21


Voci, sogni, fuoco, nubi, angeli.<br />

La voce del cielo nella storia dell’uomo.<br />

<strong>Quando</strong> Dio parla<br />

di Anna Gatti<br />

<strong>Quando</strong> si sente notizia<br />

di un’apparizione<br />

<strong>della</strong> Madonna in genere<br />

la gente si divide: ci sono<br />

quelli che subito si entusiasmano,<br />

accorrono a vedere e<br />

parlano di prodigi strepitosi e<br />

ci sono gli increduli e gli scettici<br />

che parlano di isterismo,<br />

di allucinazioni o addirittura<br />

di inganno <strong>non</strong> ritenendo<br />

possibile, in nome <strong>della</strong><br />

ragione e <strong>della</strong> scienza, una<br />

simile manifestazione. La<br />

Chiesa è sempre stata molto<br />

rigida e prudente nel giudicare<br />

la veridicità delle varie apparizioni,<br />

in genere ha dedicato<br />

più sforzi alle smentite<br />

che ai riconoscimenti: infatti<br />

rispetto al grande numero di<br />

pretese apparizioni, visioni e<br />

rivelazioni, pochissime sono<br />

state le dichiarazioni di veridicità<br />

e anche per quelle riconosciute<br />

<strong>non</strong> c’è per il fedele<br />

l’obbligo di credere, <strong>non</strong><br />

sono oggetto di fede. In questi<br />

casi il principio base è che<br />

si riconosce che Dio può<br />

intervenire nella storia<br />

dell’uomo con fatti soprannaturali<br />

e che di<br />

fatto vi interviene.<br />

22<br />

D’altronde questo è quanto<br />

ci dice la Bibbia: tutta<br />

la storia <strong>della</strong> salvezza<br />

è costellata da interventi<br />

diretti di Dio che cerca<br />

il contatto con l’uomo per<br />

manifestargli la sua volontà<br />

e guidarlo al vero suo bene.<br />

Dio si manifesta con segni<br />

– le teofanie – perché l’uomo,<br />

come dice la Bibbia, <strong>non</strong><br />

può vedere in faccia Dio senza<br />

morire (Esodo 33,20). La<br />

prima e più antica forma di<br />

comunicazione tra la divinità<br />

e l’uomo è di natura vocale<br />

o uditiva: Dio parla ad<br />

Adamo ed Eva nel giardino<br />

dell’Eden; Dio parlerà ai Patriarchi,<br />

Abramo, Isacco<br />

e Giacobbe, a Samuele, ai<br />

profeti; una voce scenderà<br />

dal cielo su Gesù battezzato<br />

nel Giordano per proclamarlo<br />

“figlio diletto” ed esorterà<br />

ad ascoltarlo.<br />

Anche il sogno ha una parte<br />

importante nella Bibbia<br />

come strumento di comunicazione.<br />

Famoso è il sogno<br />

di Giacobbe: una scala che<br />

arriva fino al cielo sulla quale<br />

salgono e scendono gli ange-<br />

li di Dio e alla sommità c’è il<br />

Signore che gli dice: “Darò a<br />

te e alla tua stirpe la terra in<br />

cui tu dormi” confermando<br />

le promesse fatte ad Abramo.<br />

Abbiamo poi i sogni di Giuseppe,<br />

figlio di Giacobbe e i<br />

sogni del faraone da lui interpretati,<br />

il sogno del profeta<br />

Daniele e altri ancora.<br />

Nei Vangeli il sogno compare<br />

nei momenti più critici<br />

e drammatici <strong>della</strong> vita <strong>della</strong><br />

Sacra Famiglia: in sogno un<br />

angelo rassicura un Giuseppe<br />

tormentato (“Non temere<br />

di prendere con te Maria perché<br />

quel che è generato in lei viene<br />

dallo Spirito Santo”) e dopo<br />

la nascita di Gesù ancora un<br />

angelo lo avverte del pericolo<br />

(“Alzati, prendi con te il<br />

bambino e sua madre e fuggi in<br />

Egitto”).<br />

Gli Angeli sono i messaggeri<br />

di cui Dio si serve per rivelare<br />

i suoi progetti e spesso angeli<br />

e sogni si combinano insieme<br />

come in questi casi, ma<br />

molte altre volte compaiono<br />

direttamente, per esempio<br />

nell’annunciazione a Maria<br />

e prima ancora a Zacca-


Vedere Maria<br />

ria. Nella notte di Natale<br />

schiere di angeli vengono ad<br />

annunciare la nascita del Salvatore;<br />

nei momenti diffi<br />

cili <strong>della</strong> vita di Gesù<br />

sono presenti: lo servono<br />

dopo i quaranta giorni di digiuno<br />

nel deserto e lo confortano<br />

nell’Orto degli Ulivi,<br />

quando anche i suoi amici<br />

più cari dormono lasciandolo<br />

solo. In tutti i libri <strong>della</strong><br />

Bibbia, dalle prime pagine<br />

con i cherubini dalle spade<br />

fi ammeggianti posti a guardia<br />

dell’Eden, fi no alle schiere angeliche<br />

che popolano il cielo<br />

dell’Apocalisse, troviamo queste<br />

fi gure che fanno da tramite<br />

tra il Cielo e la terra, tra Dio e<br />

l’uomo, portatrici <strong>della</strong> parola<br />

di Dio che annunzia salvezza<br />

e giustizia.<br />

Ma Dio si rivela anche dentro<br />

le forze <strong>della</strong> natura:<br />

il fuoco, le nuvole, il vento...<br />

Nel roveto ardente si manifesta<br />

a Mosè: Dio ha udito<br />

il grido del suo popolo oppresso<br />

e viene in suo soccorso,<br />

comincia l’esodo, la liberazione<br />

dalla schiavitù. Dio<br />

è nella nube che di giorno<br />

accompagna il popolo ebreo<br />

verso il Mar Rosso e di notte<br />

è nella colonna di fuoco<br />

che illumina loro la strada.<br />

Stando nella nuvola Dio parla<br />

a Mosè sul monte Sinai. Il<br />

profeta Ezechiele vede la glo-<br />

le ragioni del credere<br />

ria di Dio splendente come<br />

l’arcobaleno in un giorno<br />

di pioggia.<br />

Vere e proprie apparizioni<br />

le troviamo nei Vangeli<br />

solo dopo la resurrezione<br />

di Gesù: Gesù compare ai<br />

suoi discepoli, alle pie donne,<br />

sulla strada per Emmaus, agli<br />

apostoli nel Cenacolo. Non<br />

sono “visioni”, sono un’esperienza<br />

unica di cui gli apostoli<br />

sono testimoni: il Cristo è<br />

veramente risorto, parla,<br />

cammina, mangia, lo si può<br />

toccare, mettere il dito nelle<br />

sue piaghe. La forza dirompente<br />

di questa realtà spingerà<br />

i suoi discepoli a mettere<br />

in gioco la propria vita per<br />

portare a tutti l’annuncio di<br />

salvezza del Cristo.<br />

Il messaggio <strong>della</strong> Bibbia ci<br />

dice che la storia <strong>della</strong> vita<br />

dell’uomo è diretta verso un<br />

fi ne ultimo che è Dio e che<br />

questo Dio, con ostinazione,<br />

rincorre l’uomo quando devia<br />

dal giusto e dal bene. Cielo<br />

e Terra <strong>non</strong> sono due mondi<br />

indissolubilmente divisi, è<br />

possibile una comunicazione<br />

(ricordiamoci <strong>della</strong> scala di<br />

Giacobbe), è possibile che,<br />

come una madre preoccupata<br />

per i suoi fi gli, Maria venga<br />

a indicarci la strada che<br />

porta al nostro vero bene,<br />

cioè a Dio.<br />

23


2 minuti per pensare<br />

24<br />

Una pillola di saggezza...<br />

a cura di Enrico Quaglia<br />

L’ORA PIÙ IMPORTANTE<br />

È SEMPRE LA PRESENTE;<br />

L’OPERA PIÙ<br />

NECESSARIA<br />

È SEMPRE L’AMORE.<br />

(M. Eckhart)<br />

ah!<br />

ah!<br />

ah...<br />

ah...<br />

ah!<br />

nucci scipilliti, laura siccardi<br />

LASCIA ANDARE<br />

Un giorno un bambino, mentre<br />

stava giocando nel salotto di<br />

casa, fu attirato da un vaso di grande<br />

valore. Nonostante l’imboccatura<br />

del vaso fosse piuttosto stretta, riuscì<br />

comunque a infi larvi una mano, che<br />

però restò all’interno. Non riusciva<br />

assolutamente a tirarla fuori. Il bambino<br />

cominciò a piagnucolare e subito<br />

arrivò il papà in suo aiuto. Anche<br />

lui fece del suo meglio, ma ogni suo<br />

sforzo fu inutile. Mamma e papà stavano<br />

già pensando, anche se a malincuore,<br />

di rompere il prezioso vaso,<br />

quando il papà disse: “Ascolta, tesoro,<br />

facciamo ancora un tentativo: apri<br />

bene la mano e stendi le dita, tenendole<br />

dritte come ti sto facendo vedere io<br />

in questo momento e poi cerca di tirarla<br />

fuori. Sai, <strong>non</strong> sono del tutto sicuro che<br />

tu tenga la mano in questo modo.” Con<br />

grande sorpresa dei suoi genitori il bambino<br />

rispose: “Oh no, papà! Non puoi proprio chiedermi di stendere le dita come mi dici tu, <strong>non</strong><br />

posso farlo, perché se lo facessi, farei cadere la mia moneta da un euro.”<br />

Si può anche sorridere, volendo, ma molti di noi somigliano davvero a quel bambino tutte le<br />

volte che si affannano talmente tanto a tenersi aggrappati alla moneta senza valore, da <strong>non</strong><br />

accettare la liberazione. Basterebbe lasciarla andare e lasciare che il Signore trovi il suo posto<br />

nella nostra vita.<br />

... e un sorso di buon umore<br />

FRA RAGAZZINI:<br />

- Sai mio padre è un razzista.<br />

- E lo dici così?<br />

Dovresti vergognartene.<br />

- Ma è il suo mestiere,<br />

fabbrica razzi.


NONSOLOMAMMA<br />

di Claudia De Lillo, Ed. Tea<br />

“D iario di una mamma” così si presenta il libro<br />

che proponiamo. Un testo “colorato”, vitale,<br />

ricco di spunti di rifl essione ma estremamente leggero,<br />

simpatico e nello stesso tempo profondo perché<br />

intessuto di vita quotidiana più o meno diffi cile e comune<br />

alle molte famiglie che lo leggeranno. Con voglia<br />

e capacità di prendersi in giro, il libro racconta le<br />

giornate più o meno ordinarie di questa “super-famiglia”.<br />

Così possiamo sintetizzare il fi ne di questo diario:<br />

cercare nella risata e nel divertimento un nuovo<br />

modo di vivere e di rapportarsi agli altri, per rinnovare<br />

le dinamiche all’interno <strong>della</strong> propria realtà. In<br />

questo vortice di risate e rifl essioni pseudo-serie il<br />

lettore può rispecchiarsi e sperimentare altre modalità<br />

per vivere la propria quotidianità. Guidati dalla<br />

curiosità e dal desiderio di sorridere, sulla strada<br />

<strong>della</strong> leggerezza e del prendersi in giro, dove ci ritroveremo?<br />

Padre Nostro...<br />

in famiglia<br />

Venga il tuo regno...<br />

Dove? Come? <strong>Quando</strong>?<br />

Che domande diffi cili! In<br />

casa di ogni famiglia mi viene<br />

da scrivere. Già, proprio<br />

così. In fondo la promessa che<br />

Gesù ci ha fatto è che avremmo<br />

avuto una visione <strong>della</strong> sua casa<br />

in anteprima durante questa<br />

vita, e allora proviamo a vedere<br />

se è davvero così. Cominciando dalla nostra<br />

casa, il regno <strong>della</strong> famiglia. La fortezza fatta<br />

di stanze dove trovare i nostri angoli di preghiera<br />

comune ed individuale. Ognuno con<br />

la sua vita e le sue diffi coltà ma tutti insieme<br />

leggere fa bene!<br />

ilaria giusto<br />

marcello monticone<br />

verso lo stesso fi ne: il Regno<br />

in terra. Facile? Magari! Non<br />

c’è niente di facile nella ricerca<br />

del Regno proprio perché è<br />

una ricerca come le altre con curve<br />

e tornanti, salite ripide e discese<br />

impervie, cambia solo l’obiettivo<br />

fi nale da raggiungere. Mettendo in<br />

conto, ovviamente, tradimenti, litigi,<br />

incomprensioni ma anche gioie,<br />

soddisfazioni ed aiuto reciproco. Perché se<br />

è vero che la famiglia è una piccola comunità<br />

questa comunità ha in sé le caratteristiche<br />

per poter essere anticipo ed esempio qui in<br />

terra <strong>della</strong> famiglia celeste.<br />

25


cronaca<br />

“Casa delle Famiglie”:<br />

prime risposte all’appello per il completamento...<br />

P ossiamo dire allora: “Pronti si parte”?<br />

Pare proprio di si. Sono arrivate le prime<br />

concretissime risposte all’appello per il<br />

completamento <strong>della</strong> “Casa delle Famiglie”.<br />

Si tratta di un corpo aggiunto al lato <strong>della</strong><br />

casa, per il soggiorno comune di un bel gruppo<br />

di famiglie. Era indispensabile, per i momenti<br />

conviviali, per incontri di condivisione<br />

formativa e per il gioco dei bambini in caso di<br />

maltempo. I tecnici assicurano che per luglio<br />

può essere pronto il locale. E allora? È solo<br />

questione di dire ai gruppi familiari già esistenti<br />

o ad altri amici che potrebbero apprezzare:<br />

“Perché <strong>non</strong> pensare a una settimana di<br />

Vacanza alla <strong>Guardia</strong>”? Il posto è magico, le<br />

strutture ricettive consone, gli spazi, vicini e<br />

prossimi, sono adatti a passeggiate e a brevi o<br />

lunghe escursioni (a piedi o in macchina o in<br />

battello...) i servizi religiosi essenziali garantiti.<br />

Che bello se con i gruppi/famiglia già costi-<br />

26<br />

tuiti ci potessero essere anche i loro sacerdoti<br />

assistenti. Nel caso tuttavia di impossibilità,<br />

i sacerdoti del <strong>Santuario</strong> sono a disposizione<br />

per qualsiasi incontro o tema integrativo alla<br />

vacanza. È solo questione di parlarne e decidere<br />

per tempo...<br />

La casa, prevediamo possa essere aperta da luglio<br />

a tutto settembre.<br />

Una coppia di coniugi volontari a turno saranno<br />

comunque presenti per un’accoglienza<br />

anche di pochi giorni. Doverosa ovviamente<br />

una telefonata di preavviso per concordare.<br />

Non è una “Casa/Albergo per ferie” è un’occasione<br />

per condividere con altre famiglie<br />

problemi e ideali alti.


La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, la Costa d’Avorio,<br />

e la sua “Via Crucis”<br />

C i sono arrivate, dall’amico P. Aldo<br />

Viti missionario a Bonoua in Costa<br />

d’Avorio, le prime foto delle nuove “stazioni”<br />

<strong>della</strong> Via Crucis poste a ridosso del<br />

<strong>Santuario</strong> dedicato alla Madonna <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong>. Una nostra visita a quella nazione<br />

e precisamente al <strong>Santuario</strong> nazionale di<br />

Notre Dame d’Afrique nella capitale amministrativa<br />

Abidjan, ci aveva fatto incontrare<br />

una grande folla di persone che, in un<br />

giorno feriale qualunque, frequentavano<br />

devotissimamente la Via Crucis all’aperto.<br />

Era evidente che quel “camminare dietro<br />

Gesù sofferente” era molto sentito da quel<br />

popolo di poveri. L’arrivo delle “stazioni”<br />

al <strong>Santuario</strong> di Bonoua in concomitanza<br />

con le notizie drammatiche degli scontri,<br />

da guerra civile, tra i seguaci del vecchio<br />

Presidente perdente alle elezioni e i sostenitori<br />

del nuovo Presidente legittimato<br />

dal voto, ci hanno fatto una notevole impressione.<br />

Un popolo in ginocchio, sotto<br />

la croce, dietro il Signore Gesù... Non solo<br />

un “cammino in immagini”, ma un dramma<br />

vero che si ripete. Mentre andiamo in<br />

stampa, sembrano iniziati tempi forse migliori<br />

con l’arresto del vecchio presidente,<br />

mentre il Papa invoca la sospensione <strong>della</strong><br />

violenza, dialogo e riconciliazione. Già<br />

innumerevoli le vittime civili e i profughi<br />

in fuga. Qui, alla <strong>Guardia</strong> delle origini, si<br />

sta col cuore sospeso, in preghiera per loro,<br />

perché questi tristi giorni abbiano ad essere<br />

abbreviati.<br />

27


cronaca<br />

Estate alla <strong>Guardia</strong>:<br />

per Famiglie - Anziani - Ritiri Spirituali...<br />

G ià segnalate, nell’ultimo numero de<br />

“la<strong>Guardia</strong>”, le proposte di Esercizi<br />

Spirituali per le Religiose (24/29 luglio),<br />

per la Terza età (o meglio, come noi la chiamiamo,<br />

“Età <strong>della</strong> Sapienza”) dal 18 al 21 settembre<br />

e, in autunno quelli dei Sacerdoti e<br />

Religiosi 16/21 ottobre e 6/11 novembre).<br />

Oltre questo, <strong>non</strong> ci sembra temerario dire – e<br />

l’esperienza di questi anni ce lo conferma –<br />

che anche un sereno soggiorno di vacanza,<br />

alla <strong>Guardia</strong>, può avere la valenza di un “momento<br />

forte” per lo spirito. Siamo convinti<br />

di quanto affermiamo e, anche per questo,<br />

Ripresa di contatto con la <strong>Guardia</strong> di Villa Celina<br />

(Bayres - Argentina)<br />

Da una comunicazione postale del... 2007<br />

(!) di padre Attilio Zorzetti dei Dehoniani<br />

di Bayres andata perduta in qualche faldone<br />

e solo ora riemersa, sono arrivate alcune foto<br />

e poche righe dalla Parrocchia <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> di Villa Celina – Barrio Sarmiento<br />

– diocesi di S. Justo. Si defi nisce “parrocchia<br />

bisognosa” e i volti <strong>della</strong> sua gente in<br />

foto corrispondono a questa defi nizione. Un<br />

motivo per amarli di più questi nostri fratelli/<br />

amici. Intanto, come primo contatto, pubbli-<br />

28<br />

ci sentiamo di proporre a singoli, famiglie,<br />

gruppi di giovani o meno giovani, un periodo<br />

di vacanza alla <strong>Guardia</strong>. Almeno una settimana<br />

di... “ossigenazione integrale”.<br />

Le caratteristiche del posto (prossimità alla<br />

città e ai suoi servizi, l’altitudine degli 800<br />

m., le possibilità di gite, brevi o più lunghe<br />

ai monti e al mare...) ci sembrano privilegiare<br />

le famiglie con bimbi piccini e gli anziani.<br />

Le prenotazioni eventuali fatte per tempo,<br />

consentiranno al <strong>Santuario</strong> di attrezzarsi con<br />

persone idonee all’animazione di un sereno<br />

soggiorno.<br />

chiamo la foto <strong>della</strong> Parrocchia popolare <strong>della</strong><br />

<strong>Guardia</strong> e un’immagine del salone parrocchiale<br />

con la sua gente, riunita sotto lo sguardo<br />

<strong>della</strong> nostra “Madonna dei contadini”... Contatto<br />

ripreso, ora è solo questione di tenere i<br />

contatti reciproci anche per il futuro.


La “partenza” di altri due amici:<br />

P. Luigi Rossi e Pierino Bozzo<br />

Sono “partiti” altri due amici <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> e del Suo <strong>Santuario</strong>...<br />

P. Luigino Rossi, noto gesuita genovese,<br />

che è morto a Gallarate dopo un lungo periodo<br />

di fragilità di salute. Un grande devoto<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>, un suo servitore<br />

nel ministero <strong>della</strong> Confessione al santuario<br />

in anni passati, un predicatore <strong>della</strong> Novena,<br />

una guida spirituale illuminata per tanti<br />

genovesi e <strong>non</strong> solo, soprattutto giovani. Sul<br />

suo comodino da notte, lui morente, l’immagine<br />

<strong>della</strong> sua Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>...<br />

La “partenza” di uomini come questi lascia<br />

indubbiamente dei vuoti grandi e una grande<br />

nostalgia di incontrarne altri sul nostro cammino,<br />

magari anche qui, nella casa <strong>della</strong> Madre<br />

comune. Grazie, Padre Rossi!<br />

Pierino Bozzo di Teriasca di Sori, morto<br />

e sepolto al suo ridente e amato paese,<br />

con la stima di tutti. Non si era fatto una<br />

famiglia “sua”, come si dice, perché, anche<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

■ Mercoledì 23 marzo - Gruppo di Gina<br />

Olivieri da Sestri Levante (50 p.) con S.<br />

Messa alle 17 e S. Rosario.<br />

■ Sabato 26 marzo - L’A.C.R. di Ceranesi<br />

passa la notte al <strong>Santuario</strong> per il<br />

bivacco.<br />

■ Domenica 27 marzo - Al <strong>Santuario</strong> i<br />

Catechisti <strong>della</strong> Parrocchia del Carmine<br />

in Genova; Da Quarto la parrocchia di S.<br />

Giovanni Battista un gruppo di genitori e<br />

bambini (40) guidati da don Francesco<br />

Di Comite; Da Scandicci (FI) 50 pellegrini<br />

<strong>della</strong> Parrocchia di S. Luca.<br />

■ Lunedì 28 marzo - Nel pomeriggio<br />

con P. Renato, Cappuccino, arriva al<br />

<strong>Santuario</strong> per la S. Messa con 10 persone<br />

da Monterosso.<br />

■ Mercoledì 30/ Sabato 2 aprile - Cursillo<br />

Uomini di Genova.<br />

dopo la morte<br />

dell’amatissima<br />

mamma che lui<br />

aveva accudito<br />

con amore, <strong>non</strong><br />

si era per niente<br />

chiuso nel legittimo e da<br />

più parti consigliato “pensare un<br />

po’ per sé”. No, <strong>non</strong> è stato un uomo che è<br />

vissuto “pensando a se stesso”, anzi, anche<br />

la seconda parte <strong>della</strong> sua vita è sempre stata<br />

una “vita donata per amore”. L’UNITALSI<br />

ligure e anche il nostro <strong>Santuario</strong> lo hanno<br />

presente come un discreto, umile e costante<br />

accompagnatore di ammalati e disabili. Non<br />

solo durante i pellegrinaggi (giorni un po’<br />

eroici dove sarebbe anche relativamente facile<br />

attivarsi) ma anche in seguito. Se li portava<br />

a casa propria o si recava a casa loro per<br />

un “servizio” pertinente e costante. Quanto<br />

mancherà soprattutto a costoro!!! Ce ne fossero<br />

genti così. La “sua” Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>,<br />

finalmente accudirà ora lui.<br />

■ Sabato 2 aprile - Pellegrinaggio diocesano<br />

mensile presieduto dal Cardinale<br />

Arcivescovo, Card. Angelo Bagnasco<br />

al quale sono presenti anche 27 cresimandi<br />

<strong>della</strong> Parrocchia di S. Paolo e i<br />

bambini <strong>della</strong> 1° Comunione di Granarolo;<br />

Il Serra Club <strong>della</strong> Polcevera alza<br />

le bandiere all’Osservatorio e con l’Assistente<br />

don Antonio Pietroni celebra la<br />

S. Messa.<br />

■ Domenica 3 aprile - 40 pellegrini da<br />

Castano Primo (MI).<br />

■ Lunedì 4 aprile - Un gruppo <strong>della</strong><br />

Parrocchia di Veternigo (VE), con don<br />

Francesco, organizzati dall’Agenzia Pavin<br />

Viaggi.<br />

■ Mercoledì 6 aprile - La Parrocchia<br />

di S. Andrea di Savigliano (CN) con il<br />

parroco don Paolo Perolini; 25° di Matri-<br />

29


il ricordo e la preghiera<br />

Claudio Zanelli 87 anni<br />

Genova-Rivarolo<br />

Agnese Raviolo 75 anni<br />

Serra Riccò (GE)<br />

Notizie<br />

in<br />

poche<br />

righe<br />

30<br />

Silvio Delucchi 94 anni<br />

Genova-Quinto<br />

Lina Costa 91 anni<br />

Genova-Sestri Ponente<br />

Caterina Poggi 93 anni<br />

Comago - S. Olcese (GE)<br />

Giovanni Battista Cervetto 83 anni<br />

Genova-Palmaro<br />

monio di Bozzo Guglielmo e Alessandra<br />

di Teriasca (GE).<br />

■ Venerdì 8 aprile - P. Fabrizio, Cappuccino,<br />

al <strong>Santuario</strong> con 6 postulanti<br />

per un giorno di ritiro.<br />

■ Sabato 9 aprile - L’Associazione “La<br />

Pinna” (50 p.) per un giorno di studio<br />

e convivenza; Un pruppo di indiani del<br />

Keralan sale al <strong>Santuario</strong> a piedi facendo<br />

la Via Crucis e celebrano la S.<br />

Messa; L’ACR di Certosa per bivacco; Il<br />

gruppo dei bambini <strong>della</strong> 1° Comunione<br />

con i loro genitori di S. Pietro di Quinto<br />

(GE) guidati dal Parroco don Corrado<br />

Franzoia che celebra la S. Messa alle<br />

15,30.<br />

■ Domenica 10 aprile - In mattinata il<br />

tradizionale pellegrinaggio degli Alpini<br />

di Genova e <strong>della</strong> Liguria; Da Imperia un<br />

Giuseppe Savio 75 anni<br />

S. Carlo di Cese (GE)<br />

Giuseppina Torre 88 anni<br />

S. Olcese (GE)<br />

Paolo Spallarossa 43 anni<br />

Genova<br />

Delia Gaggero v. Montarsolo 96 anni<br />

Genova-Rivarolo<br />

gruppo dell’USMI; La Parrocchia di Casalpusterlengo<br />

(MI) 90 p con P. Vitale;<br />

La parrocchia dell’Assunta dell’Abbazia<br />

di Chiaravalle <strong>della</strong> Colomba (45 p.) con<br />

P. Rocco.<br />

■ Martedì 12 aprile - Gruppo dell’IN-<br />

NER WEEL Club Genova PHF con la<br />

presidente Graziella Gandolfo.<br />

■ Mercoledì 13 aprile - Per la S. Messa<br />

celebrata da Mons. Rettore e l’incontro<br />

di lavoro settimanale, il Gruppo Antiusura<br />

N.S. del Soccorso di Genova.<br />

■ Venerdì 15 aprile - Gruppo del Centro<br />

di Ascolto d S. Gottardo; 50° di Matrimonio<br />

dei coniugi Beroldo Luigi e Varni<br />

Maria di Crocefieschi.<br />

■ Sabato 16 aprile - 50° di Matrimonio<br />

dei coniugi Semino Carlo e Zanicchi<br />

Vincenza.


informazioni utili<br />

Abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>” 2011<br />

Italia: Ordinario 15,00 Sostenitore 30,00<br />

Estero: Ordinario 26,00 Sostenitore 37,00<br />

$ 30 $ 50<br />

Gli abbonamenti a “la<strong>Guardia</strong>”, si possono fare,<br />

oltre che al <strong>Santuario</strong>, anche presso:<br />

- Ufficio Amm.vo, Via Serra 6/A (solo mattino)<br />

tel. 010 561033 e-mail: amministr.guardia@libero.it;<br />

- Ufficio Pastorale <strong>della</strong> Curia, P.zza Matteotti 4;<br />

- Libreria San Paolo, P.zza Matteotti 31/R;<br />

- Libreria L.D.C., Via Rolando 63/R.<br />

Conto Corrente Postale n. 387167<br />

IBAN: IT30 I 07601 01400 000000387167<br />

intestato a: <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Orari<br />

Il <strong>Santuario</strong> è aperto tutti i giorni dalle ore 7,30 alle 12 e dalle<br />

14 alle 19,00. Nei giorni festivi dalle ore 7 alle 19,00 ininterrottamente<br />

(nell’ora solare la chiusura è alle 18,30).<br />

Sante Messe<br />

Ora Solare festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 16.<br />

feriali: ore 9,30 - 16.<br />

sabato: ore 9,30 - 11<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 16.<br />

Ora Legale festivi: ore 8 - 10 - 11 - 12 - 17.<br />

feriali: ore 9,30 - 11 - 17.<br />

festivi <strong>della</strong> vigilia: ore 17.<br />

Rosario<br />

domenica e festivi ore 10 e ore 16 alla Cappella dell’Apparizione.<br />

Tutti i giorni feriali in Basilica ore 17,00 (ora<br />

solare) ore 18,00 (ora legale).<br />

Indirizzo <strong>Santuario</strong> N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

piazza <strong>Santuario</strong>, 4 - 16014 Ceranesi (GE)<br />

Amministrazione<br />

Via Serra, 6 A<br />

16122 Genova - Tel. 010.561033<br />

e-mail: amministr.guardia@libero.it<br />

Con approvazione ecclesiastica<br />

L’ufficio abbonamenti, offerte<br />

e Sante Messe del <strong>Santuario</strong> è<br />

aperto dalle ore 8,30 alle 12,00 e<br />

dalle ore 14,00 alle 17,00.<br />

Foto defunti:<br />

formato tessera 25,00.<br />

Foto dei Gruppi:<br />

formato grande 50,00.<br />

Foto dei Bambini: pubblicazione <strong>della</strong><br />

foto gratuita per i bambini nuovi abbonati.<br />

Telefoni<br />

Prefisso da tutta Italia Genova compresa: 010;<br />

prefisso internazionale dall’estero: +39 010.<br />

Segreteria 010 72351<br />

Centralino 010 7235810<br />

Fax segr. 010 7235805<br />

Suore 010 7235813<br />

Rettore 010 7235811 (solo ore pasti)<br />

Vice Rettore 010 7235809<br />

E-mail <strong>Santuario</strong>: segreteria@santuarioguardia.it<br />

E-mail Rettore: rettore@santuarioguardia.it<br />

sito internet: www.santuarioguardia.it<br />

Per soggiornare al <strong>Santuario</strong><br />

• Il <strong>Santuario</strong> è attrezzato per accogliere persone<br />

singole, famiglie e gruppi anche numerosi. La<br />

gestione dell’accoglienza è stata da tempo affidata<br />

a Cooperative di servizi e a trattorie private.<br />

Le condizioni e le prenotazioni si possono trovare<br />

al numero <strong>della</strong> segreteria del <strong>Santuario</strong>.<br />

Per arrivare al <strong>Santuario</strong> con il servizio A.T.P.<br />

Bolzaneto FF.SS. - <strong>Santuario</strong> (dal 19 settembre 2010 al 19 giugno 2011)<br />

FeStivi da Bolzaneto: 08.50 - 10.40 - 13.20 - 16.20<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 09.50 - 12.00 - 14.40 - 17.15<br />

Feriali da Bolzaneto: 08.35 - 15.05 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

Stazione Ferroviaria Brignole - <strong>Santuario</strong> - autolinea gran turiSmo<br />

(dal 19 settembre 2010 al 19 giugno 2011 - ad esclusione del 1° maggio)<br />

FeStivi dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza verdi): 08.30 - 16.00<br />

dal <strong>Santuario</strong>: 14.40<br />

Feriali dalla Stazione FF.SS. Brignole (Piazza verdi): 08.10 - 14.45 dal <strong>Santuario</strong>: 11.15 - 17.00<br />

Fermate intermedie: Piazza De Ferrari, Stazione FS Principe, Via Milano, Piazza Montano, Piazza Pallavicini, Via Pastorino.<br />

Per informazioni: Tel. 010 7177210 oppure www.atp-spa.it<br />

Redazione<br />

Via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Anna Gatti, Ilaria Giusto,<br />

Gianfranco Parodi,<br />

Marcello Monticone, Marina Parodi,<br />

Enrico Quaglia, Nucci Scipilliti,<br />

Alma Severino, Laura Siccardi,<br />

Ivana Zanobelli.<br />

... e c’era la Madre di Gesù<br />

Le quote di abbonamento <strong>non</strong> sono ritoccate per i meno abbienti. Per chi può - soprattutto ora che<br />

un nuovo provvedimento di legge ha aumentato a dismisura le spese di spedizione - chiediamo di<br />

aderire in libertà a rinnovare l’abbonato con la quota dell’abbonato sostenitore (E 30,00).<br />

C/C Bancario n. 59722/80 Banca Carige - Sede<br />

di Genova - IBAN: IT79 Q 06175 01400 000005972280<br />

intestato a: Amministrazione <strong>Santuario</strong> di N.S. <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong><br />

via Serra, 6 A - 16122 Genova<br />

Direttore Responsabile<br />

Fernando Primerano<br />

Responsabile di redazione<br />

Mirco Mazzoli<br />

Fotografie<br />

Michele Ferraris,<br />

archivio fotografico<br />

I dati personali di ogni singolo abbonato vengono usati esclusivamente per la gestione degli abbonamenti in conformità alla vigente legge sulla privacy (n. 675 del 31-12-96)<br />

La testata “La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.<br />

La Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova - Mensile - Imprimé à Taxe reduite - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale di Genova - Italia<br />

1/gennaio 2 0 1 1<br />

Rivestiti di preghiera<br />

Paramenti e tesori <strong>della</strong> Chiesa,<br />

tra arte ed espressione di lode.<br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

osservatorio - memoria - comunicazione - proposta<br />

Gv. 2,1


Evidentemente l’iconografia <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> si è ormai<br />

precisata e stabilizzata. Questo<br />

dipinto prezioso del sec. XVIII, attribuito<br />

alla scuola del Piola, raffigura<br />

la Vergine, col Bambino sul braccio<br />

sinistro, la mano indicante il mandato<br />

di “costruire qui” una Cappella<br />

e l’estatico veggente contadino con<br />

il suo falcetto. Particolare inusuale<br />

nell’iconografia su tela, il colore dei<br />

capelli di Benedetto. Finalmente <strong>non</strong><br />

un “vecchietto” calvo, ma com’era<br />

prevedibilmente, un uomo maturo<br />

nel pieno del suo vigore, papà di<br />

Bartolomeo e Pasquale, i suoi ragazzi<br />

e primi collaboratori del padre nella<br />

costruzione, testimoni dei primi passi<br />

<strong>della</strong> grande avventura e successori<br />

dello stesso nel prosieguo del cammino.<br />

Il dipinto si trova su un telo<br />

di dimensioni m. 1,60x1,10, portato<br />

forse un tempo in processione e ora<br />

conservato, in attesa di opportuno<br />

restauro e <strong>non</strong> esposto ai fedeli. Sul<br />

retro, di fattura meno pregevole, il dipinto<br />

del monogramma di Maria con<br />

angioletti e come sfondo una nube.<br />

Il restauro, che è in attesa di perizie,<br />

consensi autorevoli e... di generosi<br />

mecenati, porterà, speriamo presto,<br />

all’ammirazione e venerazione dei<br />

fedeli un nuovo “pezzo” dell’umile e<br />

grande storia <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong>.<br />

Il gonfalone del XVIII secolo: pittura su damasco <strong>della</strong> scuola del Piola.<br />

la<strong>Guardia</strong><br />

Mensile del <strong>Santuario</strong> di Nostra Signora <strong>della</strong> <strong>Guardia</strong> - Genova<br />

16122 GENOVA - ANNO 116 - N. 04 APRILE 2011<br />

PERIODICO ROC - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003<br />

(CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1 - MP/GENOVA NO/51/2011<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. TAxE PERçUE - TASSA RISCOSSA - CMP GE AEROPORTO

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