vita nostra vita nostra - Parrocchia di Bedizzole
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Vita della Chiesa<br />
Ma il terzo giorno...<br />
Forse non tutti sanno quanto sia<br />
interessante e curioso che nella<br />
cultura ebraica le parole e<br />
i numeri siano legati da un misterioso<br />
significato, ogni lettera<br />
dell’alfabeto corrisponde a un<br />
numero, così ogni parola formata<br />
dalle <strong>di</strong>verse lettere ha anche<br />
un valore numerico, ottenuto<br />
dalla somma delle singole lettere.<br />
Per esempio la parola «<strong>vita</strong>»<br />
in ebraico è khai, composta da<br />
due lettere che valgono rispettivamente<br />
8 e 10, quin<strong>di</strong> la loro<br />
somma: 18 è un numero importante<br />
e considerato <strong>di</strong> buon augurio.<br />
Una riflessione sui numeri mi<br />
è parsa coerente con la fine<br />
dell’anno appena trascorso che<br />
è stato caratterizzato, a volte in<br />
modo esagerato, dalla preoccupazione<br />
per i numeri e le date,<br />
alla ricerca della conoscenza<br />
esatta del giorno della fine del<br />
mondo; numeri e combinazioni<br />
<strong>di</strong> cifre su cui molti si sono scervellati.<br />
In particolare vorrei soffermarmi<br />
su un particolare numero che mi<br />
ha incuriosito a proposito dell’esperienza<br />
terrena <strong>di</strong> Gesù nei<br />
suoi ultimi giorni <strong>di</strong> <strong>vita</strong> e così anche<br />
nel grande mistero della sua<br />
Risurrezione.<br />
Si tratta del numero tre, che ultimamente<br />
è stato per me occasione<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione per le<br />
tante volte in cui ricorre come<br />
un ritornello nel periodo che<br />
precede la Pasqua e nella <strong>vita</strong><br />
e nella Passione <strong>di</strong> Gesù. Vorrei<br />
così con<strong>di</strong>videre con voi alcuni<br />
pensieri per lasciarvi poi i miei<br />
auguri pasquali.<br />
Tutti sappiamo che dopo tre<br />
giorni Cristo è risorto, come era<br />
4 <strong>vita</strong> <strong>nostra</strong><br />
stato predetto dai profeti e l’esempio<br />
più chiaro nell’Antico<br />
Testamento è quello del profeta<br />
Giona, che rimase tre giorni e tre<br />
notti nel ventre del pesce che lo<br />
aveva inghiottito per comando<br />
<strong>di</strong> Dio e poi «rigettato all’asciutto»<br />
(Giona 2,1.11). Durante la sua<br />
<strong>vita</strong> Gesù usò altre immagini per<br />
descrivere se stesso, oltre a quella<br />
<strong>di</strong> Giona, ne segnalo alcune<br />
che compaiono nei Vangeli: il<br />
pane (vivo <strong>di</strong>sceso dal cielo), la<br />
sorgente (<strong>di</strong> acqua viva), la luce<br />
(che splende nelle tenebre),<br />
la via, la verità e la <strong>vita</strong>. Proprio<br />
Lui che è il pane della <strong>vita</strong> ha<br />
iniziato la sua missione con un<br />
lungo <strong>di</strong>giuno e dopo quaranta<br />
giorni «ebbe fame». Lui che è la<br />
sorgente della <strong>vita</strong>, sulla croce<br />
ebbe sete. Lui che è la luce, «si<br />
spense» … e «si fece buio su tutta<br />
la terra fino alle tre del pomeriggio».<br />
Che interessanti simboli<br />
antitetici.<br />
Ed ecco le tre parole che hanno<br />
attirato la mia attenzione negli<br />
ultimi giorni: via, verità e <strong>vita</strong>.<br />
Sant’Agostino mi ha dato l’ispirazione<br />
per cercare queste corrispondenze;<br />
è proprio lui che<br />
riflette sull’immagine <strong>di</strong> Gesù<br />
come «via», la strada, il sentiero<br />
per arrivare al Padre, e si chiede<br />
come può una «via» cadere?<br />
<strong>di</strong> fra Alberto Joan Pari ofm,<br />
Jaffa<br />
Come può inciampare? Eppure<br />
Gesù è caduto tre volte sulla<br />
via del calvario, è caduto per<br />
noi, per <strong>di</strong>rci che non dobbiamo<br />
meravigliarci quando «ca<strong>di</strong>amo»,<br />
ma come ha fatto Lui, dobbiamo<br />
rialzarci con coraggio.<br />
Lui che è verità, che la contiene<br />
tutta e ce l’ha partecipata, è<br />
stato tra<strong>di</strong>to tre volte da tre rinnegamenti<br />
del primo papa. Tuttavia<br />
dopo essere risorto darà a<br />
Pietro l’occasione per affermare<br />
il suo amore per il maestro tre<br />
volte: «Mi ami tu?» (Gv 21, 15-17).<br />
Che esempio perfetto <strong>di</strong> umiltà<br />
e perdono!<br />
Ed infine, Lui che è la <strong>vita</strong>, è stato<br />
crocifisso inchiodato con tre<br />
chio<strong>di</strong> al legno della croce. Sul<br />
calvario a decretare la fine della<br />
«<strong>vita</strong>» sono in tre i condannati.<br />
Ma poteva finire tutto così? Certamente<br />
no, anche se spesso noi<br />
uomini ci fermiamo qui: al calvario,<br />
alla croce e al sepolcro. La<br />
Pasqua è la festa delle feste, è<br />
la celebrazione dell’incre<strong>di</strong>bile...<br />
Pietro, Giacomo e Giovanni,<br />
scendendo dal Tabor (erano anche<br />
loro in tre) si chiedono «cosa<br />
volesse <strong>di</strong>re risuscitare dai morti»<br />
(Mc 9,10). Anche noi ce lo chie<strong>di</strong>amo,<br />
ma la fede ci viene in<br />
aiuto superando i nostri pensieri<br />
limitati: «è risorto, non è qui!»<br />
Allora, quando ci assaliranno gli<br />
eventi che sconfortano e fanno<br />
smarrire la strada, ricor<strong>di</strong>amoci<br />
che Lui è la via. Quando avremo<br />
solo dubbi ed incertezze, aggrappiamoci<br />
alla Verità che salva<br />
e, quando saremo <strong>di</strong> fronte<br />
alle tante situazioni <strong>di</strong> morte che<br />
ci circondano, non fermiamoci<br />
lì, ma pensiamo alla Vita che è<br />
il premio che ci attende con la<br />
Risurrezione!