vita nostra vita nostra - Parrocchia di Bedizzole

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Vita della Parrocchia Bedizzole ha tra i suoi figli un personaggio illustre, ben conosciuto e stimato nella Chiesa italiana per parecchi decenni nel secolo scorso, il vescovo mons. Egisto Melchiori. Nacque nella contrada di Sedesina, il 16 febbraio 1879. Era figlio di una famiglia povera; suo padre, Faustino, era maniscalco e la mamma, Cecilia Landi, casalinga cucitrice. Nella sua famiglia non c’era patrimonio di denaro, ma di fede, tanto che, dei sei fratelli, tre diventarono preti, Egisto, Domenico e Bruno. Dell’educazione ricevuta dalla mamma mons. Melchiori fu sempre riconoscente. Ne 1956 scriveva: “Anche adesso che sono vecchio e vescovo, mi augurerei, nelle circostanze più difficili, di essere sorretto dal consiglio della mia povera mamma, che a stento sapeva scrivere il suo nome, ma che alla scuola delle Madri Canossiane, aveva attinto tanta sapienza pratica che nessun professore di Università saprebbe comunicare”. Il piccolo Egisto aveva desiderio di entrare in seminario; si presentò ai superiori con la mamma nel 1889, ma dovette ritirarsi perché la famiglia non poteva pagare la retta; si ripresentò allora l’anno successivo, raccomandato caldamente dal parroco d. Giovanni Gregorini e fu accettato. Si segnalò subito tra i compagni per le ottime capacità intellettuali, ma anche per particolare vivacità. Nel 1894, in quinta ginnasio, doveva indossare la veste 22 vita nostra La Fondazione Melchiori e la Scuola Materna S. Famiglia ricordano il fondatore a 50°anni dalla morte talare di chierico; ma il superiore disse alla mamma che bisognava sospenderla, perché suo figlio era troppo irrequieto. La mamma dovette riportarsi a casa, tristissima, quel primo abito sacro da lei cucito con tanto sacrificio. Il figlio Egisto, vedendola così accasciata, rimase profondamente colpito e capì il dispiacere che le aveva recato: “Mai quella donna m’è parsa vecchia come allora», egli raccontava poi e aggiungeva: “Io sono diventato prete quel giorno!”. Il giovane Egisto migliorò finalmente la condotta e non ebbe più bisogno di correzioni, tanto che diventò uno dei primi della classe. Fu ordinato sacerdote nel 1901 da mons. Corna Pellegrini, vescovo di Brescia e fu destinato all’insegnamento: divenne vicerettore nel seminario minore di S. Cristo nel 1902 e nel 1908 professore di teologia morale nel seminario maggiore Santangelo. Tra gli alunni teologi ebbe Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI. Mentre era professore in seminario fu nominato prevosto di S. Afra, nel 1910. Nel 1919 diventò abate di Pontevico, abbandonando l’insegnamento in seminario. Nelle due parrocchie riorganizzò il catechismo in classi, istituì l’’oratorio, il centro ricreativo, il circolo operaio, una scuola di canto, una biblioteca, il bollettino parrocchiale. Nella zona fuori porta Cremona, verso la ferrovia, dove abitavano famiglie di operai, iniziò un orfanotrofio per bambini, che avevano perso il papà nella prima guerra. Avviò anche a Pontevico un orfanotrofio. Nel 1924 fu nominato vescovo a Nola. Dopo la consacrazione a Pontevico (15 giugno 1924) ricevuta da mons. Giacinto Gaggia, egli partì con entusiasmo per il suo nuovo ministero. Nola contava 250 mila abitanti, un centinaio di parrocchie e circa 200 sacerdoti. Era una dio- Mario Trebeschi cesi dove non c’erano gli oratori, né l’Azione Cattolica, né le classi di catechismo; i sacerdoti restavano nelle loro famiglie, le canoniche erano poche, e non c’erano case per i curati. L’attività religiosa consisteva in riti, devozioni, manifestazioni di musiche e luminarie. Il vescovo Melchiori dovette rimboccarsi le maniche, per fornire le parrocchie di oratori, catechismo, gruppi cattolici e sacerdoti preparati. Incontrò per questo non lievi ostacoli. A Nola iniziò un orfanotrofio femminile (1928), tenuto dalle Canossiane, e uno maschile (1933). Nel 1934 fu trasferito vescovo a Tortona, dove entrò il 6 marzo 1935. Qui trovò una diocesi più simile a quella bresciana: vi erano attività avviate, anche se solo abbozzate, come gli oratori, il catechismo, i gruppi del movimento cattolico, la buona stampa. Egli, che era stato accolto come un “vescovo catechista”, lavorò come vero pastore in mezzo al suo popolo e fu in perenne visita pastorale; compì, infatti, cinque visite in trent’anni. Le sue iniziative non si contarono più: riattivò il convitto ecclesiastico dei sacerdoti novelli (1935); avviò la Casa del Sacro Cuore per gli esercizi spirituale dei preti e dei laici (1936), iniziò l’Ufficio Catechistico Diocesano (1935), volle la fondazione degli oratori in ogni parrocchia, favorì la devozione alla Madonna e la partecipazione ai sacramenti (Anno Mariano nel 1954, Anno Lourdiano nel 1958), organizzò convegni per i gruppi di Azione Cattolica e vari congressi catechistici. Tenne il Sinodo diocesano nel 1948. In riconoscenza di tanta attività, la Santa Sede gli attribuì i titolo di arcivescovo (1949). Un suo collaboratore, mons. Aldo del Monte, poi vescovo di Novara, nel 1955 elencava i risultati di questa intensa attività di Melchiori:
l’Azione Cattolica, al suo ingresso, contava un numero esiguo di iscritti, ora 30 mila; gli oratori erano cinque o sei, ora c’erano in tutte le parrocchie; il catechismo era tenuto solo in Quaresima e Avvento, ora si svolgeva in tutte le domeniche, diviso in classi e con specifici programmi. Anche se tanto impegnato, il vescovo bedizzolese non dimenticò mai la propria parrocchia di origine. Vi ritornò spesso, per qualche periodo di riposo, o invitato dal parroco don Antonio Bontacchio e dai sacerdoti, per amministrare le cresime e per particolari celebrazioni. Circa due mila ragazzi di Bedizzole furono cresimati da lui. Egli venne nel suo paese in occasione del bicentenario della traslazione della Madonna del Lazzaretto al santuario di Masciaga (1941); nel settembre 1942, a ricordare la beatificazione della Canossa, avvenuta il 7 dicembre 1941; nel 1951, per la Peregrinatioo Mariae, il suo 50° di messa, il 25° di parrocchiato di don Bontacchio e il bicentenario della parrocchiale; nel 1952 per il Congresso eucaristico vicariale (7-14 settembre); nel 1955, per ordinare sacerdote d. Francesco Soncina; nel 1956, nel centenario della fondazione delle Canossiane; nel 1957, per il quinquennale della Peregrinatio Mariae. A Bedizzole, mons. Melchiori volle dare un’opera importante, che aveva iniziato in altre diocesi e parrocchie, l’orfanotrofio, che intitolò alla S. Famiglia. Egli vendette la casa di Brescia, in cui aveva aperto un orfanotrofio e comperò una casa a Bedizzole dalla famiglia Lorenzoni, a Sedesina, nel 1932, e la adattò ad orfanotrofio per fanciulle. L’orfanotrofio era sostenuto da monsignore stesso, dai fratelli don Domenico e don Bruno, dal fratello Leopoldo, come amministratore. Alla direzione fu chiamata, all’inizio, la benemerita signorina Domenica Pezzaioli di Novagli. Nell’aprile 1934 vi entrarono tre suore Antoniane di Nola. Quando Melchiori fu trasferito a Tortona, invitò le suore Piccole Figlie del S. Cuore, di Sale, a prenderne la direzione. Quando l’orfanotrofio smise la sua attività, l’istituto si orientò verso la scuola materna e il doposcuola, rimanendo tuttavia ente “Orfanotrofio S. Famiglia”, costituito in Fondazione Onlus “Mons. Egisto Melchiori”, nel 2001. Mons. Melchiori espresse il suo affetto per Bedizzole anche nel suo stemma episcopale, in cui è riportata la lettera “M” di Maria. Nella sua prima lettera alla diocesi di Nola (Immacolata 1924) scriveva. “Avrete notato che sullo stemma, in alto vi è il monogramma di Maria. Esso dice tutta la fiducia ch’io pongo nel suo patrocinio. Quante memorie rievoca in me il nome di Maria! Mi ricorda il caro santuario di Masciaga del paese natio, al quale guidato dalla mamma rivolgevo i primi passi,e dove nei momenti più difficili della mia giovinezza andavo ad attingere forza per corrispondere alla grazia della vocazione ecclesiastica”. Il vescovo Melchiori morì alla sera del 2 marzo 1963; durante la malattia era stato visitato più volte dal suo antico alunno, ora arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini. I funerali si svolsero il 6 marzo 1963, lo stesso giorno in cui aveva fatto l’ingresso a Tortona nel 1935; allora aveva detto: “L’episcopato che inizio in mezzo a voi sarà veramente fecondo, se di esso potrò essere contento nel momento della morte”. Mons. Egisto Melchiori fu un vescovo pastore, sempre in visita alla sua diocesi; fu un vescovo padre, come dimostrano gli orfanotrofi da lui aperti; fu un vescovo catechista e predicatore, convinto della necessità della parola di Dio per una degna vita cristiana e parrocchiale; nel 1949 scriveva: “Le parrocchie che mancano di catechismo, sono esposte al pericolo di veder domani le chiese deserte”. Mons. Martino Canessa Vescovo di Tortona Vita della Parrocchia Venerdi 3 maggio ore 20,30 Conferenza su Mons. Melchiori presso la Fondazione Melchiori (Scuola Materna Sacra Famiglia) Sabato 4 maggio ore 20,30 in Parrocchia Concerto * a cura del coro del Conservatorio di Brescia Mercoledì 8 maggio ore 20,30 in Parrocchia Solenne Concelebrazione presieduta da S. E. Mons. Martino Canessa Vescovo di Tortona (città dove fu Vescovo Mons. Melchiori per 28 anni) * Programma Concerto L’incanto delle Voci brani proposti di W.A. Mozart - A. Caplet Lo splendore delle trombe brani proposti di G.F. Handel - A. Vivaldi G.A. Aldrovandini Bob Chilcott Ensemble vocale “I solisti” del Conservatorio di Brescia Direttore: Silvio Baracco Soprano: Claudia Muschio Trombe: Sergio Malacarne, Carlo Sufflico, Riccardo Baracco, Valentino Recalcati Tastiera: Alessandro Costantini Contrabasso: Paolo Mantini vita nostra 23
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