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<strong>Mosè</strong><br />
L’EMANCIPATORE DI<br />
ISRAELE<br />
Serie Biografie bibliche<br />
Numero Dodici<br />
John G. Butler<br />
LBC Publications<br />
Copyright © 1996 by John G. Butler.© 2012 <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia<br />
© 2012 tradotto e pubblicato in italiano dalla <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia
MOSÈ L’EMANCIPATORE DI ISRAELE<br />
Serie Biografie bibliche<br />
Numero dodici<br />
ISBN EDIZIONE ITALIANA 978-0-9810086-8-4<br />
Titolo originale dell’opera: Moses The Emancipator of Israel<br />
Copyright © 1996 by John G. Butler.© 2012 <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia<br />
© 2012 tradotto e pubblicato in italiano dalla <strong>Casa</strong> <strong>Editrice</strong> Hilkia Italia<br />
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Curatori: Antonio Consorte, Pastore Eliseo Lattuca<br />
Traduttore: Dott.ssa Silvana Teresa Ferrero<br />
Impaginatore: Manuela Cristallo<br />
Tipografia: Soc. Coop. Multimedia a r.l.<br />
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Tutti I diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta<br />
in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo – compreso quello elettronico – senza il<br />
permesso scritto dell’editore, fatta, eccezione per brevi citazioni che facciano parte di<br />
articoli o recensioni critiche.<br />
Salvo diversa indicazione le citazioni bibliche sono tratte dalla Versione Riveduta<br />
in testo originale dal Dott. Giovanni Luzzi (capo revisore). Società Biblica Britannica<br />
e Forestiera, 1972.
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L’Autore<br />
L’autore, John G. Butler, è nato e cresciuto in una piccola comunità agricola<br />
dell’Iowa centro-settentrionale. Veterano della marina militare<br />
statunitense, ha frequentato il Tennessee Temple College e si è laureato<br />
al Cedarville College.<br />
Ha predicato per oltre quarantacinque anni, di cui trentacinque trascorsi<br />
come pastore di quattro comunità (Williamsburg, Ohio; Detroit,<br />
Michigan; Chicago, Illinois; e Clinton, Iowa).<br />
È autore dei ventisette volumi della serie Biografie bibliche, ha completato<br />
dieci volumi della serie Studi sul Salvatore e sta completando<br />
la pubblicazione del COMMENTARIO ANALITICO ESPOSITIVO dell’intera<br />
BIBBIA in 14 volumi. Sposato da oltre quarant’anni, ha tre figli e cinque<br />
nipoti.<br />
5
I libri<br />
Bible Biography (Serie Biografie bibliche)<br />
Le esperienze dei personaggi biblici possono impartire molte utili<br />
lezioni sulla fede, la giusta condotta e il servizio cristiano. Dio avrebbe<br />
potuto fare delle Scritture un libro di regole, ma ha scelto saggiamente<br />
di includere delle biografie istruttive ed entusiasmanti di persone in<br />
carne e ossa con cui possiamo facilmente identificarci. La serie Biografie<br />
bibliche (Bible Biography Series) è uno studio di ventisette personaggi<br />
biblici prominenti, le cui vite forniscono molte verità importanti<br />
per ogni persona di qualunque età o cultura.<br />
Questi libri sono studi interpretativi delle Scritture che lasciano che<br />
le Scritture stesse determinino l’argomento e le lezioni. Sono anch’essi<br />
strutturati ampliamente per dare organizzazione e chiarezza allo studio.<br />
Essendo biografici, mettono in risalto le realtà pratiche del testo.<br />
Insegnano però anche molte lezioni dottrinali relative allo studio.<br />
La serie comprende libri su<br />
ABrAMo, LoT, GIuSeppe, GIACoBBe, MoSè, GIoSuè, GeDeoNe, SANSo-<br />
Ne, ruT, SAMueLe, DAvIDe, eLIA, eLISeo, ezeCHIA, GIoNA, NeeMIA, MAr-<br />
DoCHeo, GIovANNI BATTISTA, pIeTro, pAoLo, DANIeLe, SALoMoNe, Noè,<br />
ISACCo, SAuLo, GLI eroI, GIoBBe.<br />
(SERIE STUDI SUL SALVATORE)<br />
Lo scopo di questi studi è quello di far conoscere la persona e l’opera<br />
del nostro grande Salvatore, Gesù Cristo. Nonostante molti parlino<br />
7
<strong>Mosè</strong><br />
di Cristo con grande disinvoltura, come se avessero un rapporto di familiarità<br />
con Lui, in realtà non lo conoscono davvero. La giusta conoscenza<br />
corregge molti errori dottrinali ed è particolarmente necessaria<br />
quando si tratta di Gesù Cristo. Le questioni realmente importanti riguardo<br />
alla nostra esistenza possono essere comprese solo in base alla<br />
nostra conoscenza di Cristo.<br />
Questi libri sono scritti nello stesso stile della serie Biografie bibliche<br />
e dallo stesso autore. Sono quindi studi interpretativi delle Scritture<br />
riguardo a Gesù Cristo, strutturati ampliamente per mantenere organizzazione<br />
e chiarezza.<br />
La serie è composta da dieci volumi:<br />
L’INCArNAzIoNe, I MIrACoLI, Le pArABoLe, GLI INCoNTrI, I SeGuACI, IL<br />
SerMoNe SuL MoNTe, Le preGHIere, LA CroCIfISSIoNe, LA reSurrezIoNe<br />
e IL rITorNo DI CrISTo.<br />
8
Introduzione<br />
La serie Biografie bibliche è una serie di libri scritti da John G. Butler<br />
che trattano di diversi personaggi della Bibbia. Sono degli studi espositivi<br />
organizzati dettagliatamente, schematizzati e ricchi di applicazioni<br />
pratiche delle Scritture alla vita quotidiana. Questi libri sono scritti<br />
in un linguaggio semplice da comprendere per chiunque, e a livello<br />
teologico e morale prendono una posizione netta e tradizionalista<br />
tanto impopolare quanto necessaria ai nostri tempi. Questi libri sono<br />
molto utili per i predicatori che hanno bisogno di materiale per sermoni<br />
e lezioni, ma rappresentano anche un ottimo strumento per lo studio<br />
personale della Bibbia. Inoltre, in virtù della scrupolosa organizzazione,<br />
possono essere utilizzati per preparare lezioni per la scuola domenicale<br />
o per qualsiasi studio biblico. La Serie Biografie bibliche completa<br />
contiene ventisette volumi che si concentrano su<br />
ABrAMo, LoT, GIuSeppe, GIACoBBe, MoSè, GIoSuè, GeDeoNe, SANSo-<br />
Ne, ruT, SAMueLe, DAvIDe, eLIA, eLISeo, ezeCHIA, GIoNA, NeeMIA, MAr-<br />
DoCHeo, GIovANNI BATTISTA, pIeTro, pAoLo, DANIeLe, SALoMoNe, Noè,<br />
ISACCo, SAuLo, GLI eroI, GIoBBe.<br />
(SERIE STUDI SUL SALVATORE)<br />
L’autore, John G. Butler, è originario dell’Iowa ed è stato un ministro<br />
battista per quasi mezzo secolo dedicandosi al pastorato per più di<br />
trentacinque anni in Ohio, Michigan, Illinois e Iowa. Ha frequentato la<br />
Tennesee Temple University e la Cederville University nel periodo in cui<br />
9
Giobbe<br />
queste università avevano un orientamento fortemente tradizionalista<br />
concentrato sulla Bibbia e su elevati standard di santità. Inoltre, è<br />
anche un veterano della Marina Militare Americana.<br />
Come già detto in precedenza, tra le altre sue opere vi sono<br />
ventisette volumi della serie Biografie bibliche, ha completato dieci<br />
volumi della serie Studi sul Salvatore e sta completando la stesura e la<br />
pubblicazione del CoMMeNTArIo ANALITICo eSpoSITIvo dell’intera<br />
BIBBIA in 14 volumi. Sposato da oltre quarant’anni, ha tre figli e cinque<br />
nipoti.<br />
10
Indice<br />
prefAzIoNe .......................................................................... 17<br />
1. LA SCHIAvITù IN eGITTo ....................................................... 19<br />
A. Le anime in schiavitù ............................................................. 21<br />
B. Il sovrano della schiavitù ....................................................... 27<br />
C. Il massacro in schiavitù.......................................................... 35<br />
2. fIGLIo DeL DeSTINo ............................................................... 45<br />
A. L’arrivo di <strong>Mosè</strong> ..................................................................... 46<br />
B. L’atteggiamento su <strong>Mosè</strong> ...................................................... 50<br />
C. L’adozione di <strong>Mosè</strong> ................................................................ 61<br />
3. SepArAzIoNe DA fArAoNe .................................................. 67<br />
A. I rifiuti di <strong>Mosè</strong> ...................................................................... 70<br />
B. La riforma di <strong>Mosè</strong> ................................................................ 78<br />
C. Il rifugio di <strong>Mosè</strong> ................................................................... 85<br />
4. IL pruNo ArDeNTe ................................................................ 95<br />
A. La manifestazione di Dio ....................................................... 96<br />
B. Il messaggio da parte di Dio .................................................. 109<br />
5. CoNvoCATo AL ServIzIo ...................................................... 117<br />
A. Il comando dato a <strong>Mosè</strong> ....................................................... 119<br />
B. Le preoccupazioni di <strong>Mosè</strong> .................................................... 123<br />
C. Il comunicato per <strong>Mosè</strong>......................................................... 135<br />
6. rITrAeNDoSI DAL ServIre ................................................... 145<br />
A. Lo scetticismo di <strong>Mosè</strong> .......................................................... 147<br />
B. Il parlare di <strong>Mosè</strong> .................................................................. 157<br />
C. Il sostituto di <strong>Mosè</strong> ................................................................ 163<br />
7. SoTToMeTTeNDoSI AL ServIzIo ......................................... 169<br />
A. La partenza da Madian .......................................................... 171<br />
11
<strong>Mosè</strong><br />
B. Il problema della negligenza ................................................. 182<br />
C. L’adempimento di doveri ....................................................... 188<br />
8. eCCITANDo fArAoNe ............................................................ 193<br />
A. La richiesta di adorare ........................................................... 195<br />
B. Il vituperio di Faraone ........................................................... 204<br />
C. Il mormorio di Israele ............................................................ 210<br />
9. IL SoSTeGNo DI DIo ............................................................... 219<br />
A. L’incoraggiamento di <strong>Mosè</strong> ................................................... 220<br />
B. L’esposizione di <strong>Mosè</strong> ............................................................ 233<br />
C. L’esortazione a <strong>Mosè</strong> ............................................................. 236<br />
10. SerpeNTI e BASToNI 243<br />
A. La revisione prima dei miracoli ............................................. 245<br />
B. L’esecuzione dei miracoli ....................................................... 255<br />
C. La reiezione dei miracoli ........................................................ 261<br />
11. IL fLAGeLLo DeLL’eGITTo ..................................................... 267<br />
A. Lo scopo delle piaghe ............................................................ 274<br />
B. L’analisi delle piaghe 279<br />
C. L’astuzia durante le piaghe .................................................... 324<br />
12. LA MorTe DeI prIMoGeNITI ............................................... 337<br />
A. I preliminari all’uccisione ...................................................... 341<br />
B. La protezione dalla strage ..................................................... 352<br />
C. I risultati dell’uccisione .......................................................... 366<br />
13. LA pArTeNzA per CANAAN .................................................. 379<br />
A. Il momento della partenza .................................................... 382<br />
B. La moltitudine alla partenza .................................................. 385<br />
C. I memoriali alla partenza ....................................................... 390<br />
D. Gli spostamenti della partenza ............................................. 398<br />
14. IL MAre DeLLA LIBerAzIoNe ............................................... 407<br />
A. Il sentiero presso il mare ....................................................... 410<br />
B. Il pericolo presso il mare ....................................................... 415<br />
C. Le suppliche presso il mare ................................................... 420<br />
D. La divisione del mare ............................................................ 426<br />
15. CANTICo DI vITTORIA ........................................................... 439<br />
A. Il prologo al cantico ............................................................... 441<br />
B. La lode nel cantico ................................................................. 447<br />
12
<strong>Mosè</strong><br />
C. Le profezie nel cantico ........................................................... 454<br />
16. LA purIfICAzIoNe DeLLe ACque AMAre .......................... 459<br />
A. I problemi prima della purificazione ..................................... 461<br />
B. I particolari sulla purificazione .............................................. 467<br />
C. Il cammino dopo la purificazione .......................................... 474<br />
17. L’INvIo DeLLA MANNA ......................................................... 479<br />
A. Il mormorare a causa del cibo ............................................... 482<br />
B. Il messaggio sul cibo .............................................................. 489<br />
18. LA MANCANzA D’ACquA ...................................................... 507<br />
A. L’evento della mancanza ....................................................... 509<br />
B. L’oltraggio per la mancanza ................................................... 512<br />
C. Il superamento della mancanza ............................................ 518<br />
19. LA BATTAGLIA CoN AMALek ................................................ 527<br />
A. L’inizio della battaglia ............................................................ 528<br />
B. Il dominare la battaglia.......................................................... 534<br />
C. I memoriali della battaglia ..................................................... 543<br />
20. IL SoGGIorNo DI IeTro ....................................................... 549<br />
A. Il ricongiungimento della famiglia. ........................................ 552<br />
B. La rimostranza sull’opera ...................................................... 561<br />
21. Le TAvoLe DeLLA LeGGe per ISrAeLe ................................. 575<br />
A. La preparazione per gli statuti .............................................. 579<br />
B. La proclamazione degli statuti .............................................. 587<br />
22. IL SANTuArIo DI DIo ............................................................ 607<br />
A. Il progetto del Tabernacolo ................................................... 608<br />
B. I preparativi per il Tabernacolo ............................................. 612<br />
C. Le parti del Tabernacolo ........................................................ 618<br />
D. I sacerdoti per il Tabernacolo ................................................ 632<br />
23. IL peCCATo DI IDoLATrIA ..................................................... 637<br />
A. Il carattere del peccato .......................................................... 640<br />
B. La condanna del peccato ....................................................... 648<br />
C. La compassione per il peccatore ........................................... 659<br />
24. pArLANDo CoN DIo .............................................................. 663<br />
A. Le dichiarazioni nel colloquio ................................................ 665<br />
13
<strong>Mosè</strong><br />
B. Il luogo del colloquio ............................................................. 672<br />
C. Le suppliche nel colloquio ..................................................... 678<br />
25. SeCoNDA SeSSIoNe AL SINAI ............................................... 695<br />
A. La preparazione di <strong>Mosè</strong> ....................................................... 698<br />
B. La rivelazione per <strong>Mosè</strong> ........................................................ 701<br />
C. Il ripetere a <strong>Mosè</strong> .................................................................. 712<br />
D. La radiosità di <strong>Mosè</strong> .............................................................. 722<br />
26. SerIe DI LAMeNTeLe ............................................................. 729<br />
A. Il lamentarsi dei tardi ............................................................ 732<br />
B. Il lamentarsi dei cupidi .......................................................... 739<br />
C. Il lamentarsi del capo ............................................................ 751<br />
27. L’eSCLuSIoNe DI MArIA ....................................................... 761<br />
A. La critica su <strong>Mosè</strong> .................................................................. 762<br />
B. La deliberazione di Dio .......................................................... 768<br />
C. La maledizione del peccato ................................................... 772<br />
28. eSpLorAre CANAAN ............................................................. 781<br />
A. Il resoconto sull’esplorazione ................................................ 786<br />
B. Il resoconto degli esploratori ................................................ 793<br />
C. La reazione del popolo .......................................................... 799<br />
D. La riconciliazione con Dio ...................................................... 807<br />
E. La retribuzione di Dio ............................................................ 814<br />
F. La rivolta del popolo .............................................................. 820<br />
29. LA SeDIzIoNe DI Core .......................................................... 827<br />
A. Il confronto con <strong>Mosè</strong> ........................................................... 832<br />
B. Il divorare del fuoco di Dio .................................................... 845<br />
C. La conferma per mezzo delle verghe ..................................... 854<br />
30. perCuoTeNDo IL SASSo ...................................................... 863<br />
A. La mancanza d’acqua ............................................................ 866<br />
B. Il provvedere l’acqua ............................................................. 870<br />
C. Il peccato a proposito dell’acqua ........................................... 876<br />
31. IL SerpeNTe DI rAMe ........................................................... 889<br />
A. La condotta del popolo ......................................................... 890<br />
B. La maledizione sul popolo ..................................................... 897<br />
14
<strong>Mosè</strong><br />
C. La cura per il popolo .............................................................. 900<br />
32. LA CoLoNIzzAzIoNe DI GALeAD ......................................... 907<br />
A. Il passaggio a Galaad ............................................................. 908<br />
B. Il prendere possesso di Galaad ............................................. 913<br />
C. La protezione di Galaad ......................................................... 918<br />
D. La ripartizione di Galaad ....................................................... 935<br />
33. SepoLCro IN MoAB ............................................................. 939<br />
A. Il far vedere a <strong>Mosè</strong> .............................................................. 941<br />
B. La morte di <strong>Mosè</strong> .................................................................. 943<br />
C. Il successore di <strong>Mosè</strong> ............................................................ 947<br />
D. La superiorità di <strong>Mosè</strong> .......................................................... 951<br />
foNTI ............................................................................................. 953<br />
15
prefazione<br />
<strong>Mosè</strong>, il grande emancipatore d’Israele è uno dei personaggi più<br />
rilevanti dell’Antico Testamento. È così rilevante ed importante che<br />
la grande contrapposizione fra i Testamenti e fra la legge e la grazia<br />
viene spesso espressa in termini di <strong>Mosè</strong> ed il Sinai e di Cristo ed il<br />
Calvario. Questa importanza di <strong>Mosè</strong> nell’Antico Testamento enfatizza<br />
che <strong>Mosè</strong> fu davvero una figura colossale, un grande “uomo di Dio”<br />
(Deuteronomio 33:1). Il suo necrologio conferma la sua grandezza<br />
poiché dice: “Non è mai più sorto in Israele un profeta simile a <strong>Mosè</strong> col<br />
quale l’Eterno abbia trattato faccia a faccia (Deuteronomio 34:10). La<br />
sua grandezza è stata ulteriormente enfatizzata da Dio Stesso il quale<br />
dice che <strong>Mosè</strong> fu un tipo del Cristo che doveva venire: “io susciterò loro<br />
un Profeta [Cristo] come te, di mezzo ai loro fratelli” (Deuteronomio<br />
18:18).<br />
Sebbene fosse un grande gigante nella fede, egli fu, comunque,<br />
un uomo come Elia in quanto “era un uomo sottoposto alle stesse<br />
passioni che noi” (Giacomo 5:17). F. B. Meyer nell’enfatizzare tale<br />
verità disse: “<strong>Mosè</strong> era un uomo come qualsiasi altro uomo, con<br />
grandi qualità che avevano bisogno di essere sviluppate e migliorate,<br />
con pecche che venavano il marmo puro del suo carattere, con difetti<br />
che avrebbero potuto renderlo impotente se non fosse stato per la<br />
grazia onnisufficiente che aveva imparato a far propria”. Questa verità<br />
su di <strong>Mosè</strong> non è asserita per screditare <strong>Mosè</strong> ed annacquare la<br />
sua grandezza. Piuttosto è per incoraggiare anche noi che, per fede,<br />
possiamo compiere grandi cose per Dio. <strong>Mosè</strong> visse nel nostro mondo<br />
17
<strong>Mosè</strong><br />
ed ebbe le stesse lotte con la carne come abbiamo noi. Ma ebbe la<br />
vittoria. Allo stesso modo possiamo vincere anche noi.<br />
Il nostro studio su <strong>Mosè</strong> si limita principalmente alla narrazione della<br />
sua vita. Ci sono alcune digressioni in argomenti come il Tabernacolo, la<br />
legge ed alcuni scritti di <strong>Mosè</strong>, ma questo avviene solo per l’importanza<br />
che ebbero nella narrazione della vita di <strong>Mosè</strong>. Questi altri argomenti<br />
sono così ampi e grandi che costituiscono in loro stessi studi. Il nostro<br />
studio in questo libro, comunque, è per focalizzare soprattutto il<br />
carattere di <strong>Mosè</strong>; da qui l’enfasi sulla narrazione della sua vita.<br />
18
Capitolo 1.<br />
La schiavitù in egitto<br />
“Or questi sono i nomi dei figliuoli d’Israele che vennero in Egitto.<br />
Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia: Ruben,<br />
Simeone, Levi e Giuda; Issacar, Zabulon e Beniamino; Dan e Neftali,<br />
Gad e Ascer. Tutte le persone discendenti da Giacobbe ammontavano<br />
a settanta. Giuseppe era già in Egitto. E Giuseppe morì, come morirono<br />
pure tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. E i figliuoli d’Israele<br />
furono fecondi, moltiplicarono copiosamente, diventarono numerosi e<br />
si fecero oltremodo potenti, e il paese ne fu ripieno. Or sorse sopra l’Egitto<br />
un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo<br />
popolo: “Ecco, il popolo de’ figliuoli d’Israele è più numeroso e più potente<br />
di noi. Orsù, usiamo prudenza con essi; che non abbiano a moltiplicare<br />
e, in caso di guerra, non abbiano a unirsi ai nostri nemici e combattere<br />
contro di noi e poi andarsene dal paese”. Stabilirono dunque<br />
sopra Israele de’ soprastanti ai lavori, che l’opprimessero con le loro<br />
angherie. Ed esso edificò a Faraone le città di approvvigionamento, Pithom<br />
e Raamses. Ma più l’opprimevano, e più il popolo moltiplicava e<br />
s’estendeva; e gli Egiziani presero in avversione i figliuoli d’Israele, e<br />
fecero servire i figliuoli d’Israele con asprezza, e amareggiarono loro la<br />
vita con una dura servitù, adoprandoli nei lavori d’argilla e di mattoni,<br />
e in ogni sorta di lavori nei campi. E imponevano loro tutti questi lavori,<br />
con asprezza. Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici degli Ebrei, delle<br />
quali l’una si chiamava Scifra e l’altra Pua. E disse: “Quando assisterete<br />
le donne ebree al tempo del parto, e le vedrete sulla seggiola, se è un<br />
maschio, uccidetelo; ma se è una femmina, lasciatela vivere”. Ma le<br />
levatrici temettero Iddio, e non fecero quello che il re d’Egitto aveva<br />
17
<strong>Mosè</strong><br />
ordinato loro; lasciarono vivere i maschi. Allora il re d’Egitto chiamò le<br />
levatrici, e disse loro: “Perché avete fatto questo, e avete lasciato vivere<br />
i maschi?” E le levatrici risposero a Faraone: “Egli è che le donne ebree<br />
non sono come le egiziane; sono vigorose, e, prima che la levatrice arrivi<br />
da loro, hanno partorito”. E Dio fece del bene a quelle levatrici; e il<br />
popolo moltiplicò e divenne oltremodo potente. E perché quelle levatrici<br />
temettero Iddio, egli fece prosperare le loro case. Allora Faraone<br />
diede quest’ordine al suo popolo: “Ogni maschio che nasce, gettatelo<br />
nel fiume; ma lasciate vivere tutte le femmine” (Esodo 1:1-22 Riveduta)<br />
Il grande bisogno dell’opera di emancipazione di <strong>Mosè</strong> viene chiarito<br />
perfettamente nel primo capitolo di Esodo. Questo capitolo informa<br />
che Israele era sotto la servitù di una schiavitù estremamente crudele<br />
in terra d’Egitto. La sua stessa esistenza veniva minacciata dall’oppressione<br />
omicida degli egiziani. C’era un disperato bisogno di un liberatore.<br />
E, come Dio sempre opera, un salvatore venne da lui suscitato a<br />
tempo debito per provvedere la liberazione dei figliuoli di Israele dalla<br />
loro terribile schiavitù. Quel liberatore, il grande emancipatore di Israele,<br />
era <strong>Mosè</strong>.<br />
Per aiutarci a valutare le circostanze opprimenti di Israele in Egitto<br />
e, quindi, il grande bisogno di liberazione, in questo primo capitolo del<br />
nostro studio su <strong>Mosè</strong>, osserveremo dettagliatamente ciò che la Bibbia<br />
dice circa le condizioni di Israele in Egitto. Non è un bel quadro. Sfortunatamente<br />
il quadro non è l’unico. Possiamo scrivere capitoli come<br />
Esodo 1 in qualsiasi epoca umana. Quando l’uomo si allontana da Dio<br />
e serve alle sue proprie passioni meschine, può diventare come una<br />
bestia bruta nel modo in cui tratta il suo prossimo. Sebbene la società<br />
sia istruita, sofisticata e computerizzata, senza Dio può diventare come<br />
moralità e comportamenti una giungla.<br />
Nello studio di questo primo capitolo dell’Esodo, un capitolo che<br />
serve come introduzione alla venuta di <strong>Mosè</strong>, considereremo le anime<br />
in schiavitù (Esodo 1:1-7), il sovrano della schiavitù (Esodo 1:8-14) e il<br />
massacro in schiavitù (Esodo 1:15-22).<br />
18
La schiavitù in Egitto<br />
A. Le ANIMe IN SCHIAvITù<br />
Qui diamo uno sguardo agli Israeliti, il popolo che verrà emancipato<br />
da <strong>Mosè</strong>. Apprendiamo della loro presenza, della loro fecondità e della<br />
loro corruzione in Egitto.<br />
1. La loro presenza in egitto<br />
“Or questi sono I nomi dei figliuoli d’Israele che vennero in Egitto.<br />
Essi ci vennero con Giacobbe, ciascuno con la sua famiglia” (Esodo 1:1).<br />
Notiamo tre cose riguardo la presenza d’ Israele in Egitto: la ragione di<br />
ciò, la sua regione e la sua ratificazione.<br />
La ragione di ciò. Che cosa sta facendo Israele in Egitto? Anche un<br />
lettore occasionale della Bibbia conosce la risposta. L’ultima parte del<br />
libro della Genesi ci dà la spiegazione del motivo per cui Israele è in<br />
Egitto (per uno studio dettagliato di questa sezione della Genesi, vedi il<br />
libro dell’autore su Giuseppe). Giuseppe, il figlio favorito di Giacobbe,<br />
fu venduto dai suoi crudeli fratelli a commercianti di schiavi. Essi portarono<br />
Giuseppe in Egitto e Giuseppe vi venne venduto come schiavo.<br />
Fu il primo degli Israeliti a fare esperienza della schiavitù in Egitto. Ma<br />
Giuseppe non rimase uno schiavo. Sebbene questa schiavitù lo portasse<br />
alla prigione, un giorno egli uscì dalla prigione per essere il secondo<br />
governante d’Egitto e salvare l’Egitto dall’essere distrutto da una grave<br />
carestia durata sette anni. La carestia portò I fratelli di Giuseppe ad<br />
approvvigionarsi di cibo in Egitto e alla fine condusse Giacobbe e tutta<br />
la sua famiglia a spostarsi da Canaan in Egitto sotto la cura di Giuseppe.<br />
Ciò che era iniziato come una grande tragedia finì in una grande benedizione.<br />
Dio è Maestro nel far sì che le nostre circostanze tenebrose ci<br />
portino una grande luce.<br />
La sua regione. Giuseppe desiderava che I suoi fratelli dimorassero<br />
in Goscen, ed egli riuscì ad ottenere che Faraone ordinasse che i suoi<br />
fratelli vi risiedessero (Genesi 46:28; Genesi 47:6). La regione di Goscen<br />
era localizzata nel lato orientale d’Egitto. Era un’area del paese<br />
19
<strong>Mosè</strong><br />
fertilissima, essendo bagnata dal delta del fiume Nilo. Ciò la rendeva<br />
un ottimo luogo per Israele con tutte le sue greggi. Veniva provveduta<br />
una terra che era di grande aiuto per la loro prosperità e crescita per<br />
diventare una grande nazione. Israele vi si stanziò e rimase in Egitto per<br />
circa quattrocento anni prima della sua emancipazione sotto la guida<br />
di <strong>Mosè</strong>. Dio conosce dove collocarci per provvedere ai nostri bisogni<br />
specifici al tempo in cui sono particolarmente sentiti.<br />
La sua ratificazione. La presenza d’Israele in Egitto era sotto approvazione<br />
di Dio (Genesi 46:3). Dobbiamo essere chiari, perché generalmente<br />
una discesa in Egitto da parte dei patriarchi attestava disobbedienza.<br />
L’Egitto parlava dì mondo. Colmo di paganesimo e materialismo,<br />
il suo effetto sul carattere e sulla spiritualità del popolo di Dio<br />
era generalmente estremamente negativo. L’Egitto non rappresenta la<br />
vita spirituale, ma la morte spirituale. Il viaggio di Abrahamo in Egitto<br />
(Genesi 12:10-20), il primo di tali viaggi del popolo eletto di Dio in<br />
Egitto, era un atto di incredulità che risultò nel mentire e in molti altri<br />
problemi (come l’acquisto di Agar, la serva egiziana che lo afflisse per<br />
tutta la vita). Più tardi nella storia nazionale d’Israele, le sue alleanze<br />
con l’Egitto (Isaia 30) e l’emigrazione di alcuni in Egitto (Geremia 43) attestavano<br />
il loro rigetto di Dio che costò loro sempre moltissimo. Ma ci<br />
furono delle eccezioni in cui l’essere in Egitto da parte di Israele non rifletteva<br />
disobbedienza. Un caso fu quello di Giacobbe e la sua famiglia<br />
che erano andati in Egitto al tempo di Giuseppe. Un altro fu quando<br />
venne ordinato a Giuseppe e a Maria nel Nuovo Testamento di portare<br />
il Cristo Fanciullo in Egitto per parecchi anni al fine di proteggerlo<br />
da Erode (Matteo 2:13-15). La carnalità vorrebbe fare dell’eccezione<br />
la regola, ma la spiritualità comprende meglio e non si reca in Egitto a<br />
meno che ci sia un chiaro, inequivocabile comando di Dio. Tale era il<br />
caso di Giacobbe nell’andare in Egitto con la sua famiglia e di Giuseppe<br />
nel prendere Maria ed il Cristo Fanciullo in Egitto.<br />
20
2. La loro fecondità in egitto<br />
La schiavitù in Egitto<br />
“E I figliuoli d’Israele furono fecondi, moltiplicarono copiosamente,<br />
diventarono numerosi e si fecero oltremodo potenti, e il paese ne fu<br />
ripieno (Esodo 1:7). La fecondità d’Israele in Egitto era l’adempimento<br />
di una promessa che Dio aveva dato a Giacobbe quando la sua famiglia<br />
stavano spostandosi verso l’Egitto. Dio promise a Giacobbe: “ […] là ti<br />
farò diventare una grande nazione” (Genesi 46:3). L’adempimento di<br />
questa promessa ci dà buone lezioni sull’adempimento di tutte le promesse<br />
divine. Noi notiamo soprattutto le lezioni a proposito del luogo,<br />
dei problemi e pazienza implicati nell’adempimento.<br />
Il luogo dell’adempimento. “... là ti farò diventare una grande nazione”<br />
(Genesi 46:3). “Là era il luogo dell’adempimento. “Là” nel caso di<br />
Giacobbe voleva dire Egitto. La promessa di Dio specificava il luogo del<br />
suo adempimento. Se Giacobbe e la sua famiglia non avessero dimorato<br />
in Egitto come erano stati istruiti, avrebbero perso la benedizione<br />
di tale adempimento.<br />
Non ogni luogo è il luogo di benedizione divinamente designato. È,<br />
quindi, molto importante che noi siamo nel luogo particolare dove Dio<br />
ha stabilito che ci sarebbe la benedizione se ci aspettiamo di ricevere la<br />
benedizione promessa. Possiamo vedere questa verità in altri episodi<br />
della Scrittura tanto quanto nel caso di Giacobbe. Per esempio, al profeta<br />
Geremia fu indicato di andare a casa del vasaio per udire da Dio. A<br />
Geremia venne detto: “ […] e quivi ti farò udire le mie parole” (Geremia<br />
18:1). Se Geremia non fosse andato nella casa del vasaio come gli era<br />
stato indicato, non avrebbe ricevuto la benedizione di udire la Parola<br />
di Dio.<br />
Coloro che si lamentano di non ricevere le benedizioni promesse da<br />
Dio sono spesso coloro che non sono attenti ad essere “là” nel luogo di<br />
benedizione. Le promesse non prescindono dalle responsabilità. Una<br />
delle grandi responsabilità è quella di essere “là” nel luogo stabilito di<br />
benedizione. Per coloro che hanno difficoltà nel conoscere dove “là”<br />
sia (e molta gente che frequenta la chiesa evidenziano che hanno qui<br />
21
<strong>Mosè</strong><br />
un grande problema), possiamo dare dell’aiuto. Per esempio “là” sarebbe<br />
il culto della domenica mattina e non la spiaggia o il lago o a casa<br />
a guardare la TV o a tagliare l’erba.<br />
“Là” può non essere dove noi necessariamente vogliamo andare.<br />
“Ma dovunque il “là” di Dio sia, è dove la benedizione promessa sarà<br />
ed è quindi il miglior luogo per noi in cui essere. Occorre essere “là”<br />
non importa quali siano i nostri sentimenti.<br />
I problemi dell’adempimento. Come abbiamo notato all’inizio di<br />
questo capitolo, Esodo 1 registra alcuni dei grandi problemi della persecuzione<br />
cui Israele dovette far fronte in Egitto e che minacciava di<br />
distruggere il popolo. Però nonostante questi grandi problemi dovuti<br />
alla persecuzione, gli israeliti ancora crescevano e moltiplicavano. La<br />
promessa di Dio, come sempre, provò essere più forte dei problemi<br />
dell’uomo. Se Dio disse che avrebbe reso Israele una grande nazione<br />
in Egitto, egli lo avrebbe fatto nonostante i problemi che la schiavitù<br />
portò agli Israeliti. Il diavolo realmente combatte le promesse di Dio<br />
e, a volte, i santi nel vedere le loro attuali circostanze possono chiedersi<br />
se le promesse di Dio prevarranno. Ma non abbiate timore! Se<br />
Dio ha promesso, Dio adempirà! Come dovrebbe essere incoraggiante<br />
questo per il popolo di Dio. Se Dio poté adempiere la promessa di fruttuosità<br />
ad Israele tra l’opposizione che abbondava in Egitto, Egli può<br />
anche adempiere le sue promesse nonostante l’opposizione del nostro<br />
nemico che a volte ci scoraggia rendendo le nostre circostanze molto<br />
negative.<br />
La pazienza dell’adempimento. Tale fruttuosità di Israele non accadde<br />
nell’arco di una notte. Occorsero diverse centinaia di anni prima<br />
che divenissero un grande popolo e una grande nazione. Infatti; Israele<br />
fu in Egitto per circa quattrocento anni prima che abbandonassero la<br />
terra come nazione. C’erano solo settanta anime (Esodo 1:5) quando<br />
arrivarono in Egitto – poche paragonate a una nazione. Ma anno dopo<br />
anno il numero aumentava finché finalmente essi furono un gran popolo<br />
e una grande nazione.<br />
22
La schiavitù in Egitto<br />
La carne è così impaziente riguardo le promesse di Dio. Vuole l’adempimento<br />
totale della promessa attimi dopo che la promessa viene<br />
fatta. Se la promessa non viene adempiuta velocemente si lamenta velocemente.<br />
Ma lo scrittore dell’epistola agli Ebrei enunciò l’esortazione<br />
di cui noi abbiamo bisogno così sovente riguardo le promesse di Dio.<br />
Egli disse: “Poiché voi avete bisogno di costanza, affinché avendo fatta<br />
la volontà di Dio, otteniate quel che vi è promesso” (Ebrei 10:36). Dover<br />
attendere l’adempimento della promessa proverà la nostra fede,<br />
naturalmente. Ma ciò ci darà l’opportunità di rafforzare la nostra fede<br />
e di dare maggiore evidenza della sincerità della nostra fede. Queste<br />
sono due cose di cui oggi abbiamo davvero bisogno di averne di più.<br />
Abbiamo bisogno di una fede più forte in modo da vivere più vittoriosamente,<br />
per sconfiggere la tentazione e servire fedelmente. E noi<br />
abbiamo bisogno di una evidenza maggiore della sincerità della nostra<br />
fede in modo da avere una migliore testimonianza verso il mondo.<br />
3. La loro contaminazione in egitto<br />
Gli israeliti non mantennero una forte posizione di fede in Egitto.<br />
Alcuni, naturalmente, resistettero fermi, come i genitori di <strong>Mosè</strong>. Ma<br />
una gran parte di Israele venne corrotta spiritualmente e moralmente.<br />
Noi apprendiamo di questa corruzione degli Israeliti in Egitto considerando<br />
svariati passaggi della Scrittura oltre Esodo, particolarmente<br />
Giosuè 24:14 ed Ezechiele 20:6-8. Nel testo di Giosuè, Giosuè disse agli<br />
Israeliti dopo essere arrivati in Canaan: “.. togliete via gli dei ai quali i<br />
vostri padri servirono di là dal fiume [l’Eufrate], e in Egitto, e servite<br />
all’Eterno” (Giosuè 24:14). La frase “e in Egitto” in questo testo rivela il<br />
fatto che l’idolatria veniva praticata dagli Israeliti in Egitto. Questo fatto<br />
viene confermato nel testo di Ezechiele in cui è riportato che Dio dice<br />
ad Israele quando stavano per lasciare l’Egitto: “Gettate, via ognuno di<br />
voi, le abominazioni che attirano i vostri sguardi, e non vi contaminate<br />
con gl’idoli d’Egitto” (Ezechiele 20:7). Israele non prestò comunque<br />
molta attenzione in quell’occasione, poiché il prossimo versetto in Ezechiele<br />
dice: “Ma essi si ribellarono contro di me, e non mi vollero dare<br />
23
<strong>Mosè</strong><br />
ascolto; nessuno d’essi gettò via le abominazioni che attiravano il suo<br />
sguardo e non abbandonò gl’idoli d’Egitto” (Ezechiele 20:8). È difficile<br />
credere alla ribellione d’Israele. Si penserebbe che essi sarebbero stati<br />
felici di fare qualunque cosa per uscire dalla dura schiavitù in Egitto,<br />
ma il peccato aveva una morsa su di loro. “L’adorazione del vitello, la<br />
concupiscenza di Kibroth-hatavah (Numeri 11:34), l’esplosione dell’iniquità<br />
alle frontiere di Moab, tutto provava quanto profondamente<br />
la contaminazione dell’idolatria egiziana e l’impurità avessero operato<br />
(F. B. Meyer. ” Israele non aveva solo bisogno di essere portata fuori<br />
dall’Egitto, ma l’Egitto doveva essere portato fuori d’Israele. Disgraziatamente,<br />
Israele fu portata fuori dall’Egitto molto più facilmente e<br />
velocemente di quanto l’Egitto venisse tratto fuori d’Israele, sebbene<br />
portare via Israele dall’Egitto non fosse un compito né facile, né veloce.<br />
Poiché l’Egitto è una terra di mollezza e sfarzo avrebbe incoraggiato<br />
la decadenza spirituale e morale di anime indisciplinate. Goscen che<br />
“è fino ad oggi considerata la provincia d’Egitto più ricca” (Edersheim),<br />
avrebbe fornito specialmente comodità e lusso, perché la fertilità della<br />
terra e il clima caldo erano lì prevalenti. “Sotto le influenze seduttive<br />
del clima egiziano […] il loro carattere s’indebolì molto. Gli ideali della<br />
fede monoteistica di Abrahamo e strenua fermezza si smorzarono ed<br />
indebolirono” (F. B. Meyer).<br />
Dio aveva collocato Israele in un luogo scelto in Egitto che contribuisse<br />
alla loro prosperità e crescita. Ma come per molte persone in<br />
qualunque età, i vantaggi materiali invece di essere d’aiuto spiritualmente<br />
venivano adoperati per il degrado. Nella nostra terra questa<br />
condizione prevale così ovviamente nelle nostre chiese. I membri di<br />
chiesa hanno belle case, automobili, vestiti, molti agi – ognuno dei<br />
quali dovrebbe dare loro più tempo e convenienza e mezzi per servire<br />
il Signore. Ma invece, questi vantaggi materiali hanno allontanato i<br />
membri dal Signore e dal Suo servizio. Queste persone sono così prese<br />
dallo spendere il loro tempo e il loro guadagno materiale in piaceri carnali<br />
che hanno poco tempo per Dio. Questo spiega perché molta gente<br />
di domenica sono via a cercare divertimento invece di essere in chiesa.<br />
24
La schiavitù in Egitto<br />
Spiega anche perché le nostre chiese sono bombardate dalla degradazione<br />
morale. Divorzio, bambini nati fuori del matrimonio e scandali<br />
morali di svariati generi permeano la congregazione di molte chiese.<br />
Le benedizioni materiali ed i vantaggi non sono sbagliati in sé stessi,<br />
ma quando vengono usati per viziare la carne invece di promuovere lo<br />
spirito, il carattere ne verrà distrutto. Quando ciò accade, Dio è forzato<br />
a portare molte e potenti afflizioni sulle persone in modo da riportarle<br />
a Sé, persino quando afflisse Israele in Egitto – come sottolineeremo<br />
molto in questo capitolo.<br />
B. IL SovrANo DeLLA SCHIAvITù<br />
“Or sorse sopra l’Egitto un nuovo re” (Esodo 1:8). Questa affermazione<br />
indica più che solo una persona differente divenne re, perché<br />
le parole “nuovo re” indicano “un re che segue differenti principi di<br />
governo dai suoi predecessori” (Keil). Atti 7:18 ci parla in modo simile<br />
quando descrive il cambiamento come “un altro” re. “In greco ci sono<br />
due differenti parole per ‘un altro’: allos che significa ‘un altro dello<br />
stesso genere’, heteros, che significa ‘un altro di un genere diverso’. È<br />
quest’ultima la parola usata in Atti 7:18” (A. W. Pink). Tutto questo ci<br />
dice che questo nuovo re non era della stessa dinastia che aveva governato<br />
quando Giuseppe era il governatore numero due d’Egitto. Alcuni<br />
credono che il nuovo re fosse uno straniero che aveva conquistato<br />
l’Egitto. Ma chiunque egli fosse o da qualunque parte egli provenisse,<br />
la venuta di questo nuovo re sul trono egiziano segnalò un grande ed<br />
ostile cambiamento nella politica del governo egiziano verso Israele.<br />
Noi esamineremo questo cambiamento di politica con il rilevare la carenza,<br />
la deduzione e l’intento del sovrano.<br />
1. La grande carenza del sovrano<br />
La grande carenza del nuovo sovrano stava nel fatto che egli “non<br />
conosceva Giuseppe” (Esodo 1:8). Sebbene Giuseppe fosse stato un<br />
grande uomo, fu però dimenticato. Quanto sovente il genere umano<br />
25
<strong>Mosè</strong><br />
dimentica il migliore e il più nobile personaggio e le sue azioni. “ Entro<br />
diciassette anni da Waterloo il Duca di Wellington [il leader vittorioso<br />
contro Napoleone] fu costretto a proteggere le finestre di Apsley House<br />
con serrande di ferro” (F. B. Meyer). Anche Salomone, in Ecclesiaste<br />
9:14-15 ci dà un’illustrazione di questo fallimento del genere umano.<br />
Comunque, sebbene l’uomo dimentichi azioni nobili, coloro che servono<br />
il Signore possono essere consolati dal fatto che “Dio non è ingiusto<br />
da dimenticare l’opera vostra e l’amore che avete mostrato verso il suo<br />
nome” (Ebrei 6:10).<br />
Questa carenza del re nel non conoscere Giuseppe avrebbe portato<br />
rovina all’Egitto. Il re poteva conoscere diecimila altre cose, ma<br />
non avrebbe compensato la sua mancanza di conoscenza su Giuseppe.<br />
Dove questo re era stato allevato ed educato, la conoscenza di Giuseppe<br />
non veniva onorata o ritenuto che fosse necessario imparare. Questo<br />
re era stato ovviamente educato in molti modi sul governare o egli<br />
non sarebbe stato re. Sapeva come avere il controllo di una nazione.<br />
Aveva potere politico. Egli avrebbe il rispetto di molti. Ma la sua carenza<br />
nel conoscere Giuseppe avrebbe maledetto lui e la sua nazione..<br />
Questa ignoranza del re riguardo a Giuseppe illustra il pericolo dell’ignoranza<br />
in questioni spirituali. Il profeta Osea parlò di questo pericolo<br />
quando disse: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza”<br />
(Osea 4:6). Israele mancava di conoscenza spirituale ai giorni di Osea, e<br />
ciò li portò alla rovina. Rovinò il loro carattere e portò il giudizio divino<br />
su di loro. Alla fine furono condotti in cattività e per diverse migliaia di<br />
anni gli ebrei non avevano stato nazionale. Tutto perché mancavano di<br />
conoscenza spirituale.<br />
I tempi non sono cambiati. La conoscenza più importante è spirituale.<br />
Particolarmente, abbiamo bisogno di conoscere Gesù Cristo. Tanto<br />
quanto la mancanza di conoscere Giuseppe risultò nella rovina dell’Egitto,<br />
così il non conoscere Gesù Cristo risulterà nella rovina dell’anima<br />
e ciò significa dannazione eterna per l’anima nel fuoco dell’inferno. Tu<br />
puoi essere molto istruito in molte aree, ma se non conosci Gesù Cristo,<br />
tu sperimenterai la peggior morte che un uomo possa sperimen-<br />
26
La schiavitù in Egitto<br />
tare. Però, nonostante questo fatto, il nostro paese oggi schernisce e<br />
disonora questa conoscenza. Non puoi insegnare di Gesù Cristo e della<br />
sua redenzione nelle nostre scuole pubbliche. Non puoi dare insegnamenti<br />
dalla Bibbia, il più grande libro mai pervenuto al genere umano.<br />
Puoi imparare molte cose nelle nostre scuole pubbliche, ma tu non imparerai<br />
mai la verità su Gesù Cristo. E nessuna ignoranza è così grande<br />
e pericolosa. Quanto insufficiente è il nostro sistema educativo oggi<br />
perché non insegna su Cristo e sulla Bibbia.<br />
2. La deduzione del sovrano<br />
“Egli disse al suo popolo: “Ecco il popolo dei figliuoli d’Israele è più<br />
numeroso e potente di noi. Orsù usiamo prudenza con essi, che non<br />
abbiano a moltiplicare e, in caso di guerra, non abbiano a unirsi ai nostri<br />
nemici e combattere contro di noi e poi andarsene dal paese” (Esodo<br />
1:9-10). Poiché il re non conosceva Giuseppe, egli fece alcune deduzioni<br />
arbitrarie riguardo gli Israeliti. Ricapitolato, egli vide Israele come<br />
una passività e non come una attività. Temette che in guerra potessero<br />
schierarsi con il nemico (il che avrebbe dato al nemico un vantaggio<br />
nell’attaccare l’Egitto) ed egli temeva che fossero abbastanza numerosi<br />
da lasciare il paese anche se l’Egitto si fosse opposto. Ma le sue paure<br />
non erano giustificate. La sua deduzione che Israele era “più numeroso<br />
e potente di noi” (Esodo 1:9) al tempo era difficilmente corretta. “L’espressione<br />
è senza dubbio esagerata […] il tipo di esagerazione in cui<br />
persone senza principi indulgono per giustificare sé stessi nel prendere<br />
una direzione estrema ed insolita” (George Rawlinson).<br />
Questo re non è né il primo, né l’ultimo regnante a vedere Israele<br />
in un modo negativo. Molti capi e le loro nazioni hanno visto Israele in<br />
questo modo e come risultato tutti hanno sofferto. La promessa di Dio<br />
riguardo il suo popolo è: “Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò<br />
chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”<br />
(Genesi 12:3). Fa attenzione alla conversazione e alla politica nazionale<br />
che sia antiebrea. Distruggerà una nazione. Questo non significa, naturalmente,<br />
che tutto quello che fanno gli ebrei e la nazione d’Israele<br />
27
<strong>Mosè</strong><br />
sia giusto. Piuttosto, esorta un atteggiamento verso gli Ebrei che, nella<br />
relazione nazionale, è quello di un alleato, non di un nemico, e nella<br />
relazione personale è quello di rispetto e onore, non derisione e persecuzione.<br />
Questo atteggiamento è comandato dalla Parola di Dio.<br />
Quando gli uomini non conoscono Gesù Cristo, come il re non conosceva<br />
Giuseppe, avranno difficoltà nel discernere le situazioni correttamente<br />
e farne deduzioni corrette. Ciò che Dio chiama bene, essi<br />
chiameranno male. Ciò che Dio condanna, essi elogeranno e giustificheranno.<br />
Ciò che Dio proibisce, essi richiederanno. E ciò che Dio richiede,<br />
essi proibiranno. Ciò non spiega lo strano modo di pensare che<br />
permea le nostre società? La nostra società proibisce la preghiera a<br />
scuola, ma permette e incoraggia l’insegnamento favorevole dell’omosessualità<br />
agli studenti. Per mezzo di leggi ambientali, proteggiamo le<br />
uova degli animali, ma allo stesso tempo permettiamo e promuoviamo<br />
l’aborto umano. Inoltre, il popolo di Dio, come Israele in Egitto, viene<br />
rappresentato come pericoloso per la società. I liberali parlano del cristianesimo<br />
conservatore in termini di “pericoloso” e “nocivo”. Come<br />
disse Matthew Henry: “È stata la politica dei persecutori quella di rappresentare<br />
l’Israele di Dio [il popolo di Dio in generale] come gente pericolosa,<br />
dannosa ai re e alle province, non degna di fiducia, non solo,<br />
non degna di essere tollerata”. Oh, come sono confusi mente e giudizio<br />
dell’uomo quando egli è afflitto da ignoranza spirituale.<br />
3. L’intento del sovrano<br />
“Orsù, usiamo prudenza con essi; che non abbiano a moltiplicare e,<br />
in caso di guerra, non abbiano a unirsi ai nostri nemici e combattere<br />
contro di noi e poi andarsene dal paese. Stabilirono dunque sopra il paese<br />
dei soprastanti ai lavori, che li opprimessero con le loro angherie”<br />
(Esodo 1:10-11). L’intento del nuovo re era quello di mettere Israele<br />
sotto una schiavitù talmente dura che avrebbe impedito loro di moltiplicarsi<br />
e quindi non essere, come egli temeva, una minaccia nell’unirsi<br />
ai nemici d’Egitto oppure essere così numerosi da poter andarsene<br />
dal paese sebbene l’Egitto vi si opponesse. Osserviamo la follia dell’in-<br />
28
La schiavitù in Egitto<br />
tento, la perfidia dell’intento, il fallimento dell’intento e i sentimenti<br />
dell’intento.<br />
La follia dell’intento. “Usiamo prudenza con essi” (Esodo 1:10) suona<br />
così nobile. Ma ciò che il nuovo re disse e ciò che fece erano due<br />
cose diverse. Quello che egli chiamò “prudenza” viene detto “astuzia”<br />
in Atti 7:19. “Astuzia” qui significa furbizia. Agire “furbescamente” non<br />
è mai vera saggezza. Ma gli uomini malvagi definiscono sempre erroneamente<br />
le loro azioni perverse come “ sagge” e “accorte”. Come<br />
disse Matthew Henry: “Quando gli uomini operano malvagiamente, è<br />
comune che immaginino che stanno comportandosi saggiamente”. Ma<br />
le azioni del nuovo re non erano sagge. Erano molto sciocche e stupide.<br />
Esse alienavano proprio le persone che avrebbero dovuto cercare<br />
come alleati.<br />
Gli uomini pensano che sono così scaltri quando si impegnano in<br />
qualche progetto perverso. Essi possono pensare che, per mezzo di<br />
esso, guadagneranno molto in termini di possessioni o prestigio o potere<br />
o piacere. Ma quando esso viola la legge di Dio, un giorno evidenzierà<br />
sé stesso come completa follia. Però, gli uomini argomentano<br />
astutamente contro le vie di Dio. Con argomenti astuti, essi cercano di<br />
giustificare il divorziare i loro coniugi, diminuire il loro dare alla chiesa,<br />
svignarsela dai servizi in chiesa, imbrogliare negli affari e sposare non<br />
salvati. Ma questo non è saggezza. Piuttosto è una gran follia e il tempo<br />
lo proverà. La loro furbizia si rivolterà su di loro e li distruggerà.<br />
La perfidia dell’intento. “Stabilirono dunque sopra Israele dei soprastanti<br />
ai lavori, che l’opprimessero con le loro angherie (Esodo 1:11).<br />
Essi fecero “servire i figliuoli d’Israele con asprezza [rigor] 1 ” (Esodo<br />
1:13). Il significato della parola “asprezza” nel versetto 13, riassume la<br />
crudeltà e lo scopo della schiavitù. “La parola tradotta ‘rigor’, rigidità,<br />
è molto rara. Deriva da una radice che significa ‘mandare in pezzi, stritolare’<br />
(Rawlison). La schiavitù d‘Israele era inumana. Venivano trattati<br />
1 Rigor nella versione inglese cioè rigidità, tradotto in italiano con asprezza (N.d.T).<br />
29
<strong>Mosè</strong><br />
nella stessa maniera bestiale dei prigionieri di guerra dei nazisti, comunisti<br />
ed altra gente crudele. Sotto questo crudele lavoro forzato, il popolo<br />
schiavo israelita: “edificò a Faraone le città d’approvvigionamento,<br />
Pithom e Raamses [città magazzino per le provviste per l’esercito]<br />
” (Esodo 1:11); ed essi lavorarono “in ogni sorta di lavoro nei campi”<br />
(Esodo 1:14). Le condizioni di lavoro erano terribili perché “ Non c’è un<br />
altro lavoro così logorante come quello di lavorare sotto il rovente sole<br />
egiziano […] dal sorgere del sole al tramonto, come i lavorati forzati<br />
sono in genere costretti a fare” (Rawlison).<br />
È istruttivo notare che la schiavitù imposta agli israeliti dà una buona<br />
immagine dell’opera del peccato sul genere umano. Qui vediamo<br />
l’opera del peccato in tre modi: il peccato rende schiavi, amareggia e<br />
sottrae.<br />
− Primo, il peccato rende schiavi. Il peccato del re d’Egitto rese schiavi<br />
moltitudini di israeliti. Il peccato rende sempre schiavi. Non porta<br />
la libertà. Il peccato assoggetta ad abitudini perverse e distruttive. I<br />
peccatori spesso pensano che le persone devote mancano di libertà<br />
per fare come piace a loro perché i devoti non indulgono in cattive<br />
abitudini. Ma è il peccatore, non il devoto, che manca di libertà<br />
− Secondo, il peccato amareggia. “ […] e amareggiarono loro la vita”<br />
(Esodo 1:14). Il peccato non rende le persone felici. Il peccato fa pubblicità<br />
a sé stesso come a ciò che porta grande divertimento nella<br />
vita di ciascuno (soprattutto la pubblicità della birra enfatizza questa<br />
bugia). È vero in effetti che il peccato porta piacere per un breve tempo<br />
(Ebrei 11:25). Ma quel tempo è estremamente breve e, quando è<br />
passato, si insedia l’amarezza su una base permanente a meno che<br />
non si vada a Cristo per essere lavati dal peccato.<br />
− Terzo, il peccato sottrae. Quando quotidianamente i soprastanti avevano<br />
finito con gli schiavi, agli schiavi rimaneva poca forza per fare<br />
qualunque altra cosa. Il peccato ci porta sempre via il meglio. Sottrae<br />
un grande prezzo. Ci manda in rovina moralmente e spiritualmente.<br />
30
La schiavitù in Egitto<br />
Prende la nostra energia, il nostro tempo, ciò che possediamo, il nostro<br />
carattere, i nostri interessi, la nostra salute, la nostra felicità ed<br />
infine, la nostra anima. Quando i membri di chiesa permettono al<br />
peccato di acquisire il controllo delle loro vite, non hanno più molto<br />
interesse e tempo ed energia e mezzi con i quali servire il Signore. Il<br />
peccato ha sottratto loro tutto ciò.<br />
Il fallimento dell’intento. Ma più l’opprimevano, e più il popolo si<br />
moltiplicava e si estendeva” (Esodo 1:12). La schiavitù non riuscì a far<br />
diminuire il numero degli israeliti. Sebbene la percentuale di mortalità<br />
fra gli ebrei potesse aumentare a causa della schiavitù, la percentuale<br />
di nascite aumentava ancora di più. “La moltiplicazione d’Israele proseguì<br />
proprio in proporzione all’ammontare dell’oppressione” (Keil).<br />
Quanto questo riflette l’opera dell’afflizione. L’afflizione sembra spesso<br />
che ci distrugga. Ma invece ci edifica. Le afflizioni non sono esperienze<br />
piacevoli. Sono aspre e dolorose. Ma Dio le usa per farci del bene.<br />
L’afflizione che venne sugli israeliti a causa della schiavitù in Egitto,<br />
adempì un’altra promessa che Dio fece circa il suo popolo in Egitto (Genesi<br />
15:13). Precedentemente abbiamo notato che Dio promise che<br />
Israele sarebbe fruttifera e moltiplicherebbe per diventare un grande<br />
popolo e una grande nazione in Egitto (Genesi 46:3). Qui notiamo che<br />
Dio promise loro anche afflizione in Egitto. A noi piacciono le promesse<br />
di fecondità, ma non ci piacciono le promesse di afflizione. Ma l’afflizione<br />
e la fecondità, non sono senza rapporto. L’afflizione porta la<br />
fecondità, sì, è sovente necessaria per la fecondità. Il Salmista espresse<br />
alcuni dei benefici dell’afflizione quando dice: “Prima che fossi afflitto,<br />
andavo errando, ma ora osservo la tua parola (Salmi 119:67) e “È stato<br />
un bene per me l’essere afflitto, onde io imparassi i tuoi statuti” (Salmi<br />
119:71). Quanto spesso Dio deve impiegare l’afflizione come misura<br />
disciplinare per ottenere che le persone finalmente si volgano dalle<br />
loro vie malvagie. Non ogni afflizione è un castigo per il peccato, naturalmente,<br />
ma molta lo è. Ma sia che sia di castigo o no, può portare<br />
molto beneficio per la nostra fede e per il nostro carattere.<br />
31
<strong>Mosè</strong><br />
L’afflizione d’Israele li aiuterebbe a migliorare fede e carattere –<br />
qualche cosa di cui avevano molto bisogno. Un po’ prima abbiamo osservato<br />
che Israele era divenuta coinvolta nell’idolatria pagana e le sue<br />
pratiche licenziose mentre era in Egitto. L’afflizione purifica e, perciò,<br />
aiuterebbe Israele a nettarsi. Aiutava a far uscire l’Egitto da Israele tanto<br />
quanto dare a Israele il desiderio di uscire dall’Egitto. Li aiuterebbe<br />
a tornare a Dio. “Quando saranno nell’angoscia, ricorreranno a me”<br />
(Osea 5:15). L’afflizione li irrobustirebbe per il duro viaggio nel deserto.<br />
Vivere nella comodità e nell’agiatezza in Egitto non li preparerebbe per<br />
il viaggio di fronte a loro. Ma l’afflizione correggerebbe quel problema.<br />
I sentimenti dell’intento. “Ed essi presero in avversione i figliuoli<br />
d’Israele” (Esodo 1:12). La parola ebrea tradotta nel testo inglese con<br />
“grieved” 2 significa: “odiare, aborrire, stancarsi di; implica dispiacere<br />
misto ad avversione”(William Wilson). Questi erano i sentimenti più<br />
morbosi da avere riguardo agli ebrei. Ma quando tu maltratti qualche<br />
cosa, alla fine arriverai ad aborrirla. Se non dai a Dio l’onore dovuto,<br />
tu finirai di disprezzare Dio e odiare le cose di Dio. Se non onori la tua<br />
chiesa, tu la disprezzerai. Questo spiega perché molti che si professano<br />
cristiani si interessano così poco della chiesa. Vorremmo anche<br />
aggiungere che quando un marito e una moglie si maltrattano vicendevolmente,<br />
essi scopriranno che il loro amore l’uno per l’altra diminuirà<br />
ed il loro matrimonio sarà a repentaglio. Nel nostro paese abbiamo<br />
maltrattato così tante cose che dovremmo onorare, ed i risultati sono<br />
molto brutti. Ora noi odiamo la virtù, l’integrità, la laboriosità, la religione,<br />
l’autorità e la religiosità perché non abbiamo onorato queste<br />
cose. Ma d’altra parte diamo onore e rispetto alle pratiche più abiette<br />
perché rifiutiamo di prendere una posizione ferma contro questi mali.<br />
2 Grieved: crucciat; tradotto con’ prender in avversione’ in italiano nella versione<br />
riveduta dal Dott. G. Luzzi (N. d. T).<br />
32
La schiavitù in Egitto<br />
C. IL MASSACro IN SCHIAvITù<br />
Poiché la dura schiavitù a cui erano stati sottoposti gli israeliti aveva<br />
mancato di arrestare la loro moltiplicazione, il re d’Egitto concepì un altro<br />
piano omicida per eliminare gli ebrei – uccidere i bimbi maschi. Egli<br />
non fermò la feroce schiavitù, ma semplicemente aggiunse ulteriore<br />
crudeltà verso gli schiavi.<br />
Se il re d’Egitto fosse riuscito nel suo intento, non sarebbero rimaste<br />
a <strong>Mosè</strong> persone da emancipare. Ma egli stava combattendo contro<br />
Dio e non poteva vincere. Forse puoi eliminare qualche altra razza, ma<br />
non eliminerai mai gli Ebrei. Dio disse per mezzo di Geremia: “Io annienterò<br />
tutte le nazioni fra le quali t’ho disperso, ma non annienterò<br />
te” (Geremia 30:11). Per enfatizzare l’indistruttibilità degli Ebrei, Dio<br />
diede attraverso Geremia l’impossibile formula per eliminare gli Ebrei:<br />
“Così parla l’Eterno che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi<br />
alla luna e alle stelle perché siano luce alla notte, che solleva il mare sì<br />
che ne muggono le onde; colui che ha nome: l’Eterno degli eserciti. Se<br />
quelle leggi vengono a mancare dinanzi a me, dice l’Eterno, allora anche<br />
la progenie d’Israele cesserà d’essere in perpetuo una nazione nel<br />
mio cospetto” Geremia 31:35-36). L’unico modo con cui il re d’Egitto<br />
può disfarsi degli Ebrei è quello di disfarsi dell’universo – e non può farlo!<br />
Come il decano Inge d’Inghilterra disse: “L’Ebreo è rimasto in piedi<br />
a lato della fossa di qualsiasi persecutore”.<br />
Il piano per uccidere i bambini maschi ebrei rese l’infanticidio legge<br />
del paese per gli Ebrei. Non ti suona familiare questo? Sì, davvero. Noi<br />
non lo chiamiamo infanticidio, ma lo chiamiamo aborto o, come preferiscono<br />
I liberali, “libertà di scelta”. Ma non è differente – è ancora<br />
omicidio e Dio lo giudicherà come omicidio: Come fece il re d’Egitto,<br />
molti paesi oggi praticano l’uccisione del bambino innocente per controllare<br />
l’incremento della popolazione. L’aborto, non l’affogamento è<br />
il metodo solito per uccidere oggi. Ma, come l’affogamento, l’aborto è<br />
così barbarico, così crudele e così terribilmente ingiusto. Ci meravigliamo<br />
che il giudizio di Dio non sia ancora piombato in modi devastanti<br />
33
<strong>Mosè</strong><br />
sull’America a causa delle nostre pratiche abortive. Ma verrà! Passarono<br />
molti anni prima che l’Egitto subisse la mano del giudizio divino su<br />
di loro. Ma alla fine arrivò, e come fu pesante. Se pensi che l’America<br />
se la caverà con un giudizio leggero, non hai letto la Bibbia o i libri di<br />
storia.<br />
Nell’esaminare questo massacro di infanti ebrei, osserveremo gli ordini<br />
per il massacro, gli ostacoli al massacro, l’ostinatezza nel massacro<br />
e gli obiettivi nel massacro.<br />
1. Gli ordini per il massacro<br />
“Il re d’Egitto parlò anche alle levatrici degli Ebrei […] E disse: ‘Quando<br />
assisterete le donne ebree al tempo del parto, e le vedrete sulla<br />
seggiola, se è un maschio, uccidetelo, ma se è una femmina, lasciatela<br />
vivere’” (Esodo 1:15-16). L’ordine di uccidere i bambini maschi ebrei<br />
comportava tradimento e brutalità..<br />
Tradimento. Il lavoro delle levatrici era quello di assistere le donne<br />
affinché l’esperienza del parto avesse buon esito. Il loro lavoro era per<br />
preservare la vita. Ciò era fondamentale, essenziale. Però il re egiziano<br />
ordinò loro di fare proprio l’opposto. Quindi alle levatrici venne ordinato<br />
di tradire la fiducia che le donne avevano in loro. Le levatrici dovevano<br />
pretendere che stavano aiutando a salvare la vita quando, di fatto,<br />
stavano tentando di uccidere. Quanto deplorevoli gli ordini – ed erano<br />
sanciti dal governo.<br />
L’aborto è lo stesso. Opera con un indecente inganno. Primo, i dottori<br />
che praticano l’aborto tradiscono il loro giuramento medico di<br />
salvare la vita. Viene supposto che salvino la vita, non che uccidano.<br />
Però l’aborto prende ciò che è vivente e lo uccide. È completamente<br />
contrario al principio fondamentale dell’essere un medico. Secondo,<br />
alle donne che si presentano per un aborto vengono dette terribili bugie.<br />
Viene loro detto che l’aborto non farà del danno fisico, ma quanto<br />
falso! Abbiamo letto testimonianza in cui donne hanno confessato che<br />
l’aborto fa più male che il peggior dolore da parto. Alle donne viene<br />
34
La schiavitù in Egitto<br />
anche detto che l’aborto non farà loro del male emotivamente. Anche<br />
questa è una grande falsità. Abbiamo letto testimonianza che ci informa<br />
del pesante senso di colpa che afferra la donna che ha abortito il<br />
proprio bambino. È una colpa che distrugge tutte le gioie di vivere. E la<br />
colpa resta per sempre. Secondo la testimonianza di coloro che hanno<br />
fatto esperienza di un aborto, esse tendono a valutare l’età dei bambini<br />
che sono in loro presenza e focalizzare specialmente sul bambino che<br />
è dell’età corrispondente a quella che avrebbe il loro bambino se non<br />
lo avessero abortito. Sì, l’aborto, come l’infanticidio in Egitto, gronda<br />
grave inganno.<br />
Brutalità. La crudeltà dell’infanticidio proposto in Egitto è impensabile<br />
a brava gente. Nessuno è così innocente come un neonato Ma,<br />
senza alcuna difesa, il bambino deve essere ucciso. La levatrice doveva<br />
fare tutto quello che fosse necessario per uccidere il maschietto.<br />
Soffocamento, emorragia non arrestata o una botta in testa, si poteva<br />
far ricorso facilmente a tutti questi mezzi per uccidere velocemente il<br />
bambino. E tali cose si potevano fare in modo che la madre non sapesse<br />
che la levatrice stava uccidendo il bimbo.<br />
Ai nostri giorni, induriti dall’aborto, molti non avranno ripugnanza<br />
di questo brutale massacro di neonati ebrei. Ma il peccato è brutale<br />
sia che il cuore sia indurito verso di esso o no – e gli abortisti sono<br />
veramente induriti. Sono così induriti nella loro pratica brutale, sanguinaria,<br />
cruenta e bestiale che possono proseguire con il loro assassinare<br />
giorno dopo giorno. Comunque, se sparano con una pistola a un<br />
abortista, improvvisamente i sostenitori dell’aborto diventano molto<br />
compassionevoli, commossi e colmi di legittima indignazione contro<br />
l’azione dello sparatore. Ma in ciò sono grossolanamente ipocriti! Sono<br />
le ultime persone al mondo che hanno diritto a protestare a proposito<br />
di morte brutale! Viene ucciso un assassino, mentre quelli che praticano<br />
aborti uccidono l’innocente.<br />
35
<strong>Mosè</strong><br />
2. Gli ostacoli al massacro<br />
“Ma le levatrici […] non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinate<br />
loro; lasciarono vivere i maschi” (Esodo 1:17). I piani del re studiati<br />
con cura per uccidere gli infanti entrarono in collusione con un grande<br />
ostacolo – le levatrici. Esaminiamo il timore, il fallimento e il favorire<br />
delle levatrici.<br />
Timore. Le levatrici “temettero Iddio” (Esodo 1:17). Esse possono anche<br />
aver temuto il crudele, malvagio re. Ma temettero di più Dio. Colui<br />
che temettero di più era Colui che poteva uccidere l’anima, non solo il<br />
corpo (Luca 12:4-5). E tale timore purificò la loro condotta! Perché “temettero<br />
Iddio”, esse, “non fecero quello che il re d’Egitto aveva ordinato<br />
loro: lasciarono vivere i maschi” (Esodo 1:17). Il timore di Dio darà carattere<br />
all’uomo, ma il timore dell’uomo corromperà l’uomo. Un grande<br />
problema nel mondo oggi è che abbiamo molto timore dell’uomo, ma<br />
poco timore di Dio. Siamo così preoccupati su quello che l’uomo pensa<br />
di noi e quello che l’uomo ci farà, che accordiamo la nostra condotta per<br />
compiacere l’uomo anche se quella condotta può essere volgarmente<br />
malvagia. Coloro che temono Dio regoleranno la propria condotta per<br />
piacergli, noncuranti se piaccia o non piaccia all’uomo.<br />
Fallimento. Quando il re scoperse che le cose non stavano andando<br />
come aveva progettato, egli “chiamò le levatrici e disse loro: ‘perché<br />
avete fatto questo, e avete lasciato vivere i maschi?’ E le levatrici risposero<br />
a Faraone: ‘Egli è che le donne ebree non sono come le egiziane;<br />
sono vigorose, e, prima che la levatrice arrivi da loro hanno partorito’<br />
(Esodo 1: 18-19). Sebbene quello che le levatrici dissero avesse qualche<br />
fondamento di verità, comunque mentirono, perché la loro intenzione<br />
era quella di ingannare il re. Le levatrici avevano rifiutato di fare ciò che<br />
il re aveva detto di fare, ma quando furono interrogate, esse offersero<br />
una scusa non vera. La vera ragione per cui i maschi non erano stati<br />
uccisi era che le levatrici avevano semplicemente rifiutato di ucciderli.<br />
Mentre il rifiuto delle levatrici di obbedire al decreto omicida del<br />
re è così molto encomiabile, non giustifica il loro mentire. Alcuni ar-<br />
36
La schiavitù in Egitto<br />
gomentano che se non avessero mentito, avrebbero perso le loro vite.<br />
Forse, ma il vivere disonesto non è migliore o più onorevole del morire<br />
onesto. Inoltre, non screditare gli effetti del dire la verità. Dire al re la<br />
verità potrebbe aver fatto così vergognare il re da fargli cambiare il suo<br />
punto di vista. E se le levatrici avessero detto la verità, quale grande influenza<br />
ciò avrebbe avuto nel promuovere l’integrità in molte persone<br />
nel corso degli anni.<br />
Dobbiamo promuovere la verità, non il mentire. La verità non è così<br />
debole che a volte dobbiamo ricorrere alla menzogna per far avanzare<br />
la causa di Dio. Abbiamo il dovere davanti a Dio di essere sinceri. Questo<br />
dovere non viene meno quando la nostra vita è in gioco. Ma, naturalmente,<br />
ci vuole molta forza spirituale per resistere sinceri in ogni<br />
tempo. Le levatrici non erano spiritualmente così forti come avrebbero<br />
dovuto essere. Certamente, esse non avevano i vantaggi spirituali<br />
che abbiamo oggi. Ma questo non scusa il loro mentire. Fa, comunque,<br />
vergogna a molti santi del giorno d’oggi perché le levatrici si comportarono<br />
molto meglio nella fede persino con il loro sbaglio di quanto si<br />
comportino la maggior parte dei santi oggi con tutti i vantaggi spirituali<br />
che sono presenti nel nostro paese.<br />
Favorire. “E Dio fece del bene a quelle levatrici […] E perché quelle<br />
levatrici temettero Iddio, egli fece prosperare le loro case” (Esodo<br />
1:20-21). La condotta delle levatrici portò loro molto favore da parte<br />
di Dio. Questo favore era fedele, consisteva in famiglia e un premio<br />
appropriato per il loro non aver ucciso i maschietti ebrei.<br />
− Primo, era un premio fedele. Dio è fedele da dare sempre il premio<br />
dovuto per il nostro servizio per lui. Joseph Parker giustamente disse:<br />
“Quelli che servono Dio servono un buon Maestro […] Nessuna<br />
donna o uomo onesto può compiere un’opera per Dio senza ricevere<br />
una grande ricompensa” La mancanza delle levatrici riguardo la verità<br />
non impedì il loro premio. Se Dio dovesse trattenere il premio fino<br />
a quando saremo perfetti, nessuno mai verrebbe premiato. Quando<br />
l’allenatore dice: “Bella partita” non sta giustificando gli errori dei<br />
37
<strong>Mosè</strong><br />
giocatori. Più tardi tornerà su quegli errori. Ma il complimento: “Bella<br />
partita” regge ancora. Dio non condona mai il male, ma neanche<br />
trattiene benedizioni dovute. Naturalmente la benedizione sarebbe<br />
stata maggiore se le levatrici non avessero mentito.<br />
− Secondo, era un premio consistente in famiglia. La frase “fece prosperare<br />
le loro case” (Esodo 1:21) significa che Dio diede loro delle<br />
famiglie. La benedizione di famiglie date alle levatrici era una grande<br />
benedizione, ma non sarebbe così apprezzata ai nostri giorni, perché<br />
le famiglie non sono valutate molto nel nostro tempo. Ma Dio le<br />
valuta molto e le levatrici le stimavano. Le famiglie sono veramente<br />
benedizioni eccellenti. Danno molta forza alla società alla nazione e<br />
alla chiesa. Indebolisci la famiglia e indebolirai la società, la nazione<br />
e la chiesa.<br />
− Terzo, era un premio appropriato. Il fatto delle levatrici, benedette<br />
con le famiglie, ci ricorda che il servizio svolto per il Signore è spesso<br />
contraccambiato nello stesso tipo. Queste levatrici preservarono famiglie<br />
con la loro audace disobbedienza al comando del re e Dio, in<br />
cambio, diede loro famiglie. Noi seminiamo e raccogliamo, e raccogliamo<br />
quello che seminiamo non solo con la nostra cattiva condotta,<br />
ma anche con la buona.<br />
3. L’ostinazione nel massacro<br />
“Allora Faraone diede quest’ordine al suo popolo: ‘Ogni maschio<br />
che nasce, gettatelo nel fiume; ma lasciate vivere tutte le femmine’”<br />
(Esodo 1:22). Il re d’Egitto è ostinato nel volere sterminare Israele: Se<br />
un piano fallisce, ne adotterà un altro. Questo nuovo piano era un progetto<br />
per annegare, sconfortare ed esigere.<br />
Un piano per annegare. Annegare i bambini sembrava così facile ed<br />
efficiente. Joseph Parker lo descrisse in modo sarcastico e giustificato,<br />
come è così bravo a fare quando disse: “Faraone non richiese alle persone<br />
di tagliare il tappeto erboso e deporre i bambini assassinati nella<br />
38
La schiavitù in Egitto<br />
terra; la vista sarebbe stata spiacevole, i ricordi sarebbero stati troppo<br />
numerosi, egli disse: ‘Gettate gli intrusi nel fiume: non ci sarà che uno<br />
spruzzo, alcune bolle sulla superficie e l’intera faccenda sarà finita. Il<br />
fiume non porterà alcun segno, non racconterà storie, non sosterrà<br />
alcuna pietra tombale scorrerà come se le sue acque non fossero mai<br />
state divise dalla mano dell’assassino’”.<br />
Gli abortisti sono così. Mentre non buttano i loro bimbi morti nel<br />
fiume, virtualmente fanno la stessa cosa quando li buttano in un contenitore<br />
per rifiuti rivestiti all’interno con sacchi di plastica. Questi sacchi<br />
vengono raccolti dai camion dei rifiuti e quindi portati in discariche.<br />
Qui vengono gettati nei profondi fossi della discarica e ricoperti di immondizia.<br />
A tempo debito la discarica sarà come un campo verde. Nessuna<br />
pietra tombale, nessun segno. Solo un bel campo verde. Ma Dio<br />
vede nel fiume, Dio vede sotto la superficie della discarica, Dio vede<br />
nei cuori e Dio giudicherà! Gli uomini spesso pensano che possono nascondere<br />
i loro peccati, ma al contrario: “E sappiate che il vostro peccato<br />
vi ritroverà”(Numeri 32:23).<br />
Un piano sconfortante. Questo piano doveva essere molto sconfortante<br />
per gli Israeliti. Quello che normalmente sarebbe stato un tempo<br />
di grande gioia, venne reso invece un tempo di grande dolore. Quanto<br />
questa infelice situazione mostra il vile lavoro del male. “Il dono divino<br />
[il neonato] diventa una tribolazione attraverso la malvagità dell’uomo.<br />
Il peccato volge le benedizioni in maledizioni, e la gioia in dolore” (J. C.<br />
Gray). Poche cose sono così dilettevoli come la venuta di un neonato in<br />
una famiglia. Però nella nostra società molti bambini nascono senza essere<br />
desiderati dai loro genitori. La nascita non è la benvenuta, non porta<br />
gioia, solo infelicità. L’aborto prova a risolvere il problema delle nascite,<br />
ma crea solo problemi peggiori. Perché questo atteggiamento verso i neonati?<br />
La risposta è il peccato. Il genere umano non può vivere con uno<br />
stile di vita viziato e immorale e mantenere le gioie delle nascite.<br />
Un piano esigente. “Allora Faraone diede quest’ordine al suo popolo”<br />
(Esodo 1:22). Annegare i bimbi maschi ebrei divenne la legge del<br />
39
<strong>Mosè</strong><br />
paese per tutto il popolo d’Egitto, poiché venne loro comandato di uccidere<br />
l’innocente. Quanto malvagio un governo perverso può diventare.<br />
E disgraziatamente possiamo vederlo nella nostra stessa nazione<br />
oggi. Quando agli ufficiali di polizia viene comandato di far la guardia<br />
ad una clinica in cui si praticano aborti così che possa continuare ad<br />
operare, è il governo che ordina a uomini di aiutare ad uccidere infanti<br />
innocenti. Il re d’Egitto non ha nulla di più del nostro proprio governo.<br />
Il nostro governo può essere un po’ più sofisticato nel modo in cui uccide<br />
gli infanti, ma ciò non cambia il carattere vile del governo o rende<br />
l’uccisione qualcosa di meno di brutale assassinio.. Infatti, l’aborto<br />
è più doloroso per l’infante di un veloce affogamento nel fiume Nilo.<br />
Qualsiasi abortista che sia critico nei confronti del re d’Egitto per aver<br />
ordinato di annegare bambini è un grandissimo ipocrita.<br />
Quando una nazione si abbassa a ordini perversi, si abbassa a un<br />
livello spregevole e distruttivo. E la nostra nazione lo sta facendo sempre<br />
di più ed in molti modi. L’aborto non è l’unico modo in cui il nostro<br />
governo forza i cittadini a fare il male, ad uccidere quello che è buono.<br />
I cittadini vengono anche forzati a fare il male con leggi che favoriscono<br />
omosessualità e gioco d’azzardo e alcool e tabacco ed atei – leggi che<br />
trucidano la virtù. Una nazione protegge o la giustizia o il male. Non c’è<br />
via di mezzo. Le leggi del paese onorano o il bene o il male. Possa Dio<br />
darci il coraggio di disprezzare e disobbedire tutte le leggi malvagie.<br />
4. Gli obiettivi del massacro<br />
Gli obiettivi immediati del re d’Egitto erano di fermare Israele dal<br />
moltiplicarsi così che non si sarebbero alleati con il nemico dell’Egitto<br />
nel combattere contro l’Egitto e allo stesso modo, a motivo della loro<br />
bassa numerosità, non avrebbero avuto la forza di lasciare l’Egitto e<br />
ritornare in Canaan. In questo obiettivo, ci sono due obiettivi fondamentali.<br />
Questi obiettivi fondamentali erano quelli di fermare l’opera<br />
di Dio e il Figlio di Dio.<br />
Fermare l’opera di Dio. Dio aveva promesso che Israele sarebbe ritornato<br />
in Canaan; Satana si sforzava di impedire quel piano. Il suo<br />
40
La schiavitù in Egitto<br />
scopo è sempre quello di opporsi all’opera di Dio. È sovente tortuoso<br />
nel farlo, comunque; così tanto che lo spiritualmente ingenuo frequentemente<br />
non riesce a vedere il diavolo all’opera. Ma egli sta sempre<br />
dominando la mente degli oppositori all’opera di Dio. È così quando gli<br />
attaccabrighe di chiesa fomentano problemi in chiesa. Lo scopo ultimo<br />
degli attaccabrighe è di fermare l’opera di Dio: Ma così tante persone<br />
nella chiesa sono spiritualmente senza discernimento, non capiscono<br />
mai e non vedono la causa reale. Finiscono con il difendere gli attaccabrighe<br />
e condannare i ministri di chiesa che vengono attaccati dagli<br />
attaccabrighe. Queste persone senza discernimento non comprendono<br />
mai che la ragione per cui gli attaccabrighe sono così agitati è che<br />
i programmi e l’opera di Dio vengono promossi da queste persone di<br />
chiesa che gli attaccabrighe attaccano così ardentemente. Tutte le lamentele<br />
e l’agitazione e le intimidazioni non sono altro che uno schermo<br />
di fumo per la meta reale che è quella di fermare l’opera di Dio. Gli<br />
attaccabrighe possono anche dissimulare le loro lamentele come preoccupazione<br />
per l’opera di Dio. Ma si tratta di lupi in manto di pecora.<br />
Fermare il Figlio di Dio. Dietro l’attacco alla razza ebrea, c’era l’attacco<br />
di Satana al Figlio di Dio. “Non è difficile scrutare dietro le quinte e<br />
vedere uno che sta cercando di usare Faraone come strumento con cui<br />
compiere il suo diabolico disegno. Sicuramente possiamo scoprire qui<br />
un’esplosione dell’inimicizia del serpente contro il seme della donna.<br />
Supponi che questo sforzo avesse successo, che cosa allora? Perché, il<br />
canale attraverso cui il Redentore promesso doveva venire, era stato<br />
distrutto. Se tutti i bambini maschi degli Ebrei fossero stati distrutti non<br />
ci sarebbe stato Davide e, se non c’era Davide, non ci sarebbe neanche<br />
mai stato il figlio di Davide” (A. W. Pink). Possiamo seguire questo attacco<br />
di Satana al Figlio di Dio attraverso tutte le Scritture. Satana cercò<br />
così tanto di corrompere la razza umana ai tempi di Noè in modo che il<br />
Cristo non avrebbe potuto discendere attraverso la razza umana come<br />
promesso. Egli provò di eliminare la razza ebrea in Egitto. Cercò di uccidere<br />
Davide per mezzo di Saul per eliminare la linea di Davide. Provò<br />
di uccidere il Cristo in Betlemme per mezzo del decreto di Erode. In un<br />
41
<strong>Mosè</strong><br />
certo numero di incidenze nel ministero di Cristo, Satana cercò di uccidere<br />
Cristo prima che raggiungesse la croce. Apocalisse 12 lo raffigura<br />
bene come un grande dragone rosso che perseguitava il figlio maschio<br />
nato dalla donna. Ma ogni tentativo di Satana di eliminare il Figlio di<br />
Dio fallì. Dio regna sovrano. L’attacco in Egitto non avrà successo. Gli<br />
Ebrei non saranno eliminati, né il Figlio di Dio sarà fermato.<br />
42
Capitolo 2.<br />
figlio del destino<br />
«Or un uomo della casa di Levi andò e prese per moglie una figliuola<br />
di Levi. Questa donna concepì, e partorì un figliuolo; e vedendo com’egli<br />
era bello, lo tenne nascosto tre mesi. E quando non poté più tenerlo<br />
nascosto, prese un canestro fatto di giunchi, lo spalmò di bitume e di<br />
pece, vi pose dentro il bambino, e lo mise nel canneto sulla riva del<br />
fiume. E la sorella del bambino se ne stava a una certa distanza, per sapere<br />
quel che gli succederebbe. Or la figliuola di Faraone scese a fare le<br />
sue abluzioni sulla riva del fiume; e le sue donzelle passeggiavano lungo<br />
il fiume. Ella vide il canestro nel canneto, e mandò la sua cameriera<br />
a prenderlo. L’aprì, e vide il bimbo; ed ecco, il piccino piangeva; ed ella<br />
n’ebbe compassione, e disse: “Questo è uno dei figliuoli degli Ebrei”. Allora<br />
la sorella del bambino disse alla figliuola di Faraone: “Devo andare<br />
a chiamarti una balia tra le donne ebree che t’allatti questo bimbo?” La<br />
figliuola di Faraone le rispose: “Va’”. E la fanciulla andò a chiamare la<br />
madre del bambino. E la figliuola di Faraone le disse: “Porta via questo<br />
bambino, allattamelo, e io ti darò il tuo salario”. E quella donna prese il<br />
bambino e l’allattò. E quando il bambino fu cresciuto, ella lo menò dalla<br />
figliuola di Faraone: esso fu per lei come un figliuolo, ed ella gli pose<br />
nome <strong>Mosè</strong>; “Perché, disse, io l’ho tratto dall’acqua”. Esodo 2:1-10<br />
Nessun israelita nato in Egitto ebbe un destino terreno maggiore di<br />
<strong>Mosè</strong>. La nascita di <strong>Mosè</strong> diede inizio alla vita dell’uomo destinato da<br />
Dio a condurre fuori dal giogo gli Israeliti oppressi e ridotti in schiavitù<br />
alla libertà di una nazione indipendente. La nascita di <strong>Mosè</strong> diede inizio<br />
alla vita dell’uomo destinato da Dio a portare grande distruzione sul<br />
43
<strong>Mosè</strong><br />
paese d’Egitto. Il paese sarebbe divenuto un deserto ed il re e l’esercito<br />
di Egitto sarebbero distrutti. Significativamente e incredibilmente tutto<br />
ciò avvenne senza che un solo soldato dell’esercito sollevasse una<br />
spada o un arco per attaccare l’Egitto. E questa distruzione dell’Egitto<br />
e l’emancipazione d’Israele sotto la guida di <strong>Mosè</strong> avrebbero prodotto<br />
grande paura in molte nazioni per secoli. La nascita di <strong>Mosè</strong> diede anche<br />
inizio alla vita dell’uomo destinato ad essere il maggior portavoce<br />
di Dio che fosse mai stato suscitato fino a quel tempo. Lo zenit della<br />
posizione di <strong>Mosè</strong> come portavoce di Dio sarà al Sinai dove Dio diede a<br />
<strong>Mosè</strong> così tante rivelazioni significative inclusa la legge. Quale grande<br />
destino era davvero in serbo per il ragazzo ebreo nato nella crudele<br />
oppressione in Egitto.<br />
Per studiare la nascita di <strong>Mosè</strong> e gli eventi circostanti, considereremo<br />
l’arrivo di <strong>Mosè</strong> (versetti 1-2), l’atteggiamento attorno a <strong>Mosè</strong><br />
(versetti 3-9) e l’adozione di <strong>Mosè</strong> (versetti 6-10).<br />
A. L’ArrIvo DI MoSè<br />
Sebbene gli Israeliti al tempo non lo sapessero, l’arrivo di <strong>Mosè</strong> sulla<br />
scena in Egitto indicava che i giorni dell’emancipazione d’Israele erano<br />
in vista. La loro lunga oppressione sotto la schiavitù stava per finire.<br />
Le promesse di Dio stavano infatti per essere adempiute. Noteremo in<br />
modo particolare due aspetti del suo arrivo: il tempo del suo arrivo e<br />
la tribù al suo arrivo.<br />
1. Il tempo del suo arrivo<br />
<strong>Mosè</strong> nacque in un tempo pericoloso, ma anche a tempo debito. Il<br />
tempo in cui nacque <strong>Mosè</strong> è istruttivo ed incoraggiante.<br />
Tempo pericoloso. Quando le condizioni erano giunte proprio al<br />
peggio in Egitto per la nascita di un ragazzo ebreo, “in quel tempo [a<br />
quel tempo] nacque <strong>Mosè</strong>” (Atti 7:20). Successivamente la Scrittura<br />
racconta che il sovrano incivile di Egitto aveva decretato che tutti i ne-<br />
44
Figlio del destino<br />
onati maschi degli Israeliti dovevano essere gettati nel fiume Nilo (Esodo<br />
1:22), a questo punto incomincia il racconto della nascita di <strong>Mosè</strong>.<br />
Dopo aver dipinto lo sfondo tanto cupo quanto poteva essere, lo Spirito<br />
Santo si focalizza quindi sulla nascita di <strong>Mosè</strong>. Dopo aver descritto le<br />
condizioni che avrebbero reso la nascita prospera di un ragazzo ebreo<br />
più difficile che mai prima di allora, la Scrittura racconta la prospera<br />
nascita del grande emancipatore.<br />
Questo tempismo della nascita di <strong>Mosè</strong> è così incoraggiante per la<br />
nostra fede. Ci annuncia che Dio è ancora sul trono. Ci informa che Dio<br />
è l’Onnipotente, che può sfidare il diavolo in qualsiasi tempo egli desideri<br />
e vincere. Ci dice che per Dio nessuna circostanza è troppo grande<br />
da sconfiggere. Ci ricorda che serviamo Dio, serviamo un grande Dio!<br />
La nascita di <strong>Mosè</strong> non è l’unica volta nella Scrittura in cui testimoniamo<br />
che Dio sfida il meglio che il diavolo ha da offrire. La nascita<br />
più significativa di tutte, la nascita di Gesù Cristo, avvenne anche in<br />
un tempo pericoloso al massimo. Fu quando il malvagio Erode il Grande<br />
dominava Israele. Era un dominatore a cui non importava nulla di<br />
uccidere chiunque e quando voleva. Il suo comando di uccidere tutti<br />
i bambini fino ai due anni in Betlemme dimostrava la sua brutalità<br />
capricciosa e diabolica. Però, fu “ai dì del re Erode” (Matteo 2:1) che<br />
Cristo venne sulla terra come infante inerme, affidato alla cura di due<br />
umili campagnoli.<br />
Dio ama mostrare la sua potenza quando il nemico è al suo massimo.<br />
Ciò dimostra che Dio è onnipotente. Quando il nemico si infuria<br />
e diventa sempre più forte, non perdiamo la fede. Dio non ha perso il<br />
controllo. Sta semplicemente aspettando che il nemico raggiunga il suo<br />
picco di potenza, allora Dio entra e mostra come insignificante la forza<br />
dei nemici sia paragonata alla potenza di Dio.<br />
A tempo debito. Dio aveva promesso ad Abrahamo che i discendenti<br />
di Abrahamo sarebbero stati afflitti per quattrocento anni (Genesi<br />
15:13; Atti 7:6) in una terra che non era la loro terra, vale a dire l’Egitto.<br />
Dio non si addormenta mentre è di guardia; egli presta attenzione a<br />
45
<strong>Mosè</strong><br />
che tempo è. Così proprio al tempo giusto, <strong>Mosè</strong> nacque. Dal tempo<br />
in cui <strong>Mosè</strong> ebbe ottanta anni (Esodo 7:7), quando incominciò la sua<br />
opera come emancipatore degli Israeliti dalla schiavitù egiziana, Dio<br />
avrebbe portato <strong>Mosè</strong> sulla scena quell’ammontare di tempo necessario,<br />
prima che l’emancipazione incominciasse. Apprendiamo nel dodicesimo<br />
capitolo dell’Esodo che l’emancipazione occorse “al termine di<br />
quattrocentotrent’anni, proprio il giorno che finivano” (Esodo 12:41).<br />
Dio non tarderebbe un solo giorno (i trenta anni extra sono facilmente<br />
spiegati in quanto non era un tempo di afflizione quando gli Israeliti<br />
arrivarono in Egitto all’inizio).<br />
La venuta di Gesù Cristo fu anche al tempo precisamente designato.<br />
“Ma quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo”<br />
(Galati 4:4). La crocefissione di Cristo allo stesso modo occorse al<br />
tempo designato, poiché “Cristo, a suo tempo è morto per gli empi”<br />
(Romani 5:6). La puntualità della provvidenza divina dovrebbe ispirare<br />
la puntualità del popolo di Dio. Noi attendiamo e vogliamo che Dio<br />
sia puntuale, quindi dovremmo agire allo stesso modo. Disonora Dio<br />
moltissimo quando siamo pigri nell’eseguire il nostro sevizio per lui.<br />
Provoca anche molta afflizione nelle nostre vite, perché ritarda e persino<br />
impedisce molte benedizioni. Abbiamo bisogno di ogni benedizione<br />
che possiamo ottenere da Dio. Ritardarle o perderle significa solo problemi<br />
per noi.<br />
2. La tribù al suo arrivo<br />
“Or un uomo della casa di Levi andò e prese per moglie una figliuola<br />
di Levi. Questa donna concepì, e partorì un figliuolo” (versetti 1-2). Notiamo<br />
due caratteristiche sulla tribù in cui <strong>Mosè</strong> nacque. Sono l’oscurità<br />
e l’odiosità della tribù – <strong>Mosè</strong> alla fine cambiò entrambe.<br />
Oscurità. Sebbene la nascita di <strong>Mosè</strong> fosse più importante di tutte<br />
le milioni di nascite occorse fra gli Israeliti in Egitto, la sua nascita attirerebbe<br />
poca attenzione; poiché <strong>Mosè</strong> non nacque in una famiglia o in<br />
una tribù importante. E l’oscurità è enfatizzata dal fatto che i genitori<br />
46
Figlio del destino<br />
di <strong>Mosè</strong> non sono neanche nominati nel nostro testo. Apprendiamo<br />
più tardi dalla Scrittura (Esodo 6:20) che il nome del padre era Amram<br />
e il nome della madre era Jochebed. Apprendiamo anche più avanti<br />
nella Scrittura (ibidem) che <strong>Mosè</strong> aveva un fratello più anziano di<br />
nome Aaronne che era tre anni più vecchio di lui (Esodo 7:7). Il nostro<br />
testo informa che <strong>Mosè</strong> aveva una sorella. Sebbene abbia una parte<br />
importante nel nostro testo, lei, comunque, non viene nominata fino<br />
a Esodo 15 e la Scrittura non ci informa mai sulla sua età esatta. Ma le<br />
sue azioni nel testo indicano che lei aveva almeno dai dodici ai quindici<br />
anni al tempo della nascita di <strong>Mosè</strong>.<br />
Le tribù principali degli Israeliti in questo tempo erano tribù quali<br />
Ruben, Giuda, Giuseppe e Beniamino. Ruben era il primogenito. Il primogenito<br />
normalmente ha una importanza considerevole in una famiglia:<br />
Giuda era un leader nato. Egli fu il mediatore tra i suoi fratelli e<br />
Giuseppe quando i fratelli alla fine conobbero l’identità di Giuseppe in<br />
Egitto. Giuseppe fu naturalmente importante a motivo dell’elevata posizione<br />
che aveva occupato nel governo egiziano. Beniamino avrebbe<br />
guadagnato importanza dal punto di vista dello speciale onore datogli<br />
da Giuseppe. Ma Levi era proprio un’altra tribù. Comunque l’essere<br />
sconosciuti non è un ostacolo all’essere usati da Dio. Gedeone si lamentò<br />
di essere “il più piccolo nella casa di mio padre” (Giudici 6:15),<br />
ma ciò non impedì a Dio di usarlo. Davide era l’ultimo di otto figli e<br />
considerato così insignificante da non essere neanche chiamato alla<br />
riunione quando Samuele venne a cercare un re fra i fratelli di Davide.<br />
Ma chiunque legga un po’ delle Scritture sa quanto grande Davide divenne.<br />
Ciò che ci trattiene dal servire efficacemente Dio non è la nostra<br />
mancanza di fama, ma la nostra mancanza di fede. Se Dio vuole che noi<br />
siamo conosciuti se ne prenderà cura in un modo molto efficace (Esodo<br />
11:3; Giosuè 3:7). Non dobbiamo preoccuparci della nostra fama.<br />
La nostra preoccupazione deve essere sulla nostra fede. Prenditi cura<br />
della parte della fede e Dio si prenderà cura della parte della fama. Dio<br />
sovente fa sì che persone oscure siano potenti al suo servizio in modo<br />
che egli possa averne meglio la gloria.<br />
47
<strong>Mosè</strong><br />
Odiosità. <strong>Mosè</strong> nacque in una tribù che, finché egli arrivò, era sotto<br />
una nuvola. Dal vergognoso incidente in Sichem, al cui tempo Giacobbe<br />
disse a Levi (ed anche a Simeone): “Voi mi causate grande angoscia,<br />
mettendomi in cattiva luce davanti agli abitanti del paese” (Genesi<br />
34:30), i Leviti non erano soggetti promettenti. Quando elargendo le<br />
sue benedizioni patriarcali ai suoi dodici figli prima della sua morte,<br />
Giacobbe maledì solo Levi ( di nuovo insieme a Simeone). “Le loro spade<br />
sono strumenti di violenza. Non entri l’anima mia nel loro consiglio<br />
segreto, non si unisca la mia gloria al loro convegno! […] Maledetta la<br />
loro ira, perché è stata violenta e il loro furore perché è stato crudele!<br />
Io li dividerò in Giacobbe e li disperderò in Israele” (Genesi 49:5-7). Ma<br />
il libro di Esodo è sulla redenzione, sulla emancipazione dalla schiavitù<br />
– non solo schiavitù fisica, ma anche schiavitù spirituale. Quindi è<br />
proprio conveniente che il grande emancipatore di Israele venga da<br />
una tale tribù. Questo raffigura Gesù Cristo, il più grande Liberatore di<br />
tutti loro. Egli venne in terra come un uomo e, perciò, fu identificato<br />
con l’umanità peccatrice in modo da salvarla.<br />
Tu puoi provenire da una famiglia o da una situazione marchiate<br />
dalla disgrazia. Tu puoi essere quell’uno che attraverso un cammino<br />
coraggioso nella fede rimuoverà quel marchio ignobile e metterà un<br />
nuovo marchio sulla famiglia o sulla situazione. La vita di <strong>Mosè</strong> sollevò<br />
i Leviti dalla maledizione della vergogna e del disonore a grande onore.<br />
La tua vita ha portato onore o vergogna alla tua famiglia, alla tua chiesa,<br />
al tuo vicinato e al tuo paese? Produce o una cosa o l’altra.<br />
B. L’ATTeGGIAMeNTo Su MoSè<br />
Quando arrivò il tempo per Iokebed di partorire il suo terzo figlio,<br />
ci sarebbe grande preoccupazione nella casa circa il fatto che il nascituro<br />
fosse maschio o femmina. Il decreto omicida di Faraone rese qualunque<br />
prossima nascita fra gli Israeliti un tempo di vera apprensione<br />
d’animo. Diversamente da oggi, quando possiamo sapere molto prima<br />
48
Figlio del destino<br />
della nascita del bambino se è un maschio o una femmina, essi non conoscevano<br />
di quale genere fosse il bambino fino, appunto, alla nascita.<br />
Quando si sapeva che il nuovo bimbo era un maschio, si rivelavano<br />
diversi atteggiamenti. Quale fu l’atteggiamento dei genitori di <strong>Mosè</strong><br />
verso il nuovo maschietto? Si adirarono per il fatto che fosse un maschio?<br />
Si lamentarono con Dio? Avrebbero obbedito al comando del re<br />
e buttato il neonato nel fiume Nilo per ucciderlo? O avrebbero cercato<br />
di tenerlo in vita?<br />
L’atteggiamento predominante nei genitori di <strong>Mosè</strong> fu la fede. Lo<br />
scrittore dell’epistola agli Ebrei non lascia alcun dubbio su questo fatto<br />
poiché dice: “Per fede <strong>Mosè</strong>, quando nacque, fu tenuto nascosto per<br />
tre mesi dai suoi genitori” (Ebrei 11:23). Quindi, dopo i tre mesi quando<br />
“ [la madre] non poté più tenerlo nascosto” (Esodo 2:3) fu posto in<br />
un “canestro fatto di giunchi e […] vi pose [… ] e lo mise nel canneto sulle<br />
rive del fiume” (Ibid. ) dove egli sarebbe stato visto dalla principessa,<br />
la figlia di Faraone. La principessa ebbe compassione di lui, e dette un<br />
salario alla madre di <strong>Mosè</strong> affinché lo allattasse e quindi lo accolse nella<br />
sua casa regale come figlio. Attraverso queste azioni, che avvennero<br />
a motivo della fede dei genitori di <strong>Mosè</strong>, la vita di <strong>Mosè</strong> fu risparmiata.<br />
Quale grande fede <strong>Mosè</strong> ebbe in Dio e nella sua Parola. Questo è<br />
l’atteggiamento che deve governare tutti noi. Ci aiuterà ad affrontare<br />
grandi crisi ed ottenere vittoria invece di sconfitta. La fede è la miglior<br />
benedizione e l’eredità maggiore che possiamo a dare ai nostri figli.<br />
Così tanti pensano alla fama, alla ricchezza e al divertimento (dobbiamo<br />
farli partecipare alla piccola lega, portarli frequentemente ai circhi<br />
e zoo, e dar loro tutti i tipi di giocattoli, ecc. ) siano le cose importanti,<br />
ma la fede è la più importante.<br />
Vogliamo esaminare la grande fede dei genitori di <strong>Mosè</strong> per nostro<br />
insegnamento. Nel fare ciò, noteremo la presenza, la comunione, la<br />
percezione, la priorità, la pace, la protezione, la prudenza, la pazienza<br />
ed il premio della loro fede.<br />
49
<strong>Mosè</strong><br />
1. La presenza della loro fede<br />
Molti Israeliti nella terra di Egitto si diedero all’idolatria come narra<br />
Ezechiele 20:6-8. Ma non tutti gli Ebrei avevano apostato. C’erano ancora<br />
alcuni che camminavamo “per fede”. Fra coloro che camminavano<br />
per fede c’erano I genitori di <strong>Mosè</strong>. Sebbene fossero una coppia oscura<br />
fra le migliaia di Israeliti, vivevano però la loro fede fermamente. Le<br />
loro circostanze personali non causarono loro di rinunciare alla speranza.<br />
Sebbene Amram sarebbe uno di quegli schiavi che lavoravano<br />
lunghe, tormentose ore ogni giorno, lui e Iokebed mantennero la loro<br />
fede in Dio così bene che quando una crisi li confrontò, si comportarono<br />
il più nobilmente possibile.<br />
È possibile vivere una vita cristiana anche se tutti gli altri attorno a te<br />
stanno vivendo come pagani. È possibile vivere una vita cristiana anche<br />
se pochi altri la stanno vivendo. Basta con le scuse che gli uomini accampano<br />
per giustificare il venire meno della fede. Non devi seguire la<br />
folla. Tu puoi davvero vivere in ubbidienza a Dio nonostante l’ambiente<br />
ostile. Se i genitori di <strong>Mosè</strong> potevano vivere “per fede” nella terribile<br />
situazione in cui si trovavano, come osiamo scusare il nostro fallimento<br />
di vivere per fede nel nostro paese. Una delle lezioni che la Bibbia insegna<br />
chiaramente è che la fede non dipende da condizioni favorevoli<br />
esterne. Dipende dal cuore dell’individuo. Tu puoi provare a scusare la<br />
tua mancanza di fede accampando il fatto che sei stato cresciuto male<br />
o in un cattivo ambiente religioso. Una tale scusa è inaccettabile, comunque.<br />
Altri prima di te lo hanno avuto molto peggio, tuttavia sono<br />
cresciuti in fede grandemente ed hanno fatto opere potenti per Dio. La<br />
mancanza di vantaggi non scusa la mancanza di fede, neanche limita<br />
conquiste nella fede. È solo il tuo cuore a farlo.<br />
2. La comunione della loro fede<br />
Sia Amram che Iokebed vivevano “per fede”. Ma poiché non viene<br />
detto nel nostro testo che Amram aiutasse a salvare <strong>Mosè</strong>, alcuni scrittori<br />
parlano della fede della madre di <strong>Mosè</strong> in un modo che fa apparire<br />
50
Figlio del destino<br />
che il padre di <strong>Mosè</strong> non stesse camminando per fede. Ma il libro degli<br />
Ebrei chiarisce qualsiasi dubbio sulla fede del padre di <strong>Mosè</strong> quando<br />
parla della fede dei “suoi genitori” (Ebrei 11:23). Amram non sarebbe<br />
stato in grado di fare qualcuna delle cose che sono raccontate di Iokebed<br />
nel nostro testo dell’Esodo perché probabilmente era a lavorare<br />
come schiavo per molto tempo. Ma la sua fede era in accordo con la<br />
fede di Iokebed. Questo matrimonio era un’unità nella fede. Non era<br />
un matrimonio in confusione. Non c’era conflitto nelle loro credenze<br />
spirituali. Entrambi seguivano Jehovah.<br />
Quanto migliori sarebbero le nostre case se ci fosse sempre comunione<br />
nella fede fra marito e moglie. Potrebbero essere compiute<br />
grandi opere per Dio come fu nel caso dei genitori di <strong>Mosè</strong> nella loro<br />
cura di <strong>Mosè</strong>. Ma così tanti matrimoni sono male assortiti nella fede.<br />
Le coppie spesso si sposano solo per ragioni carnali. Poche sembrano<br />
interessate alla fede. Ma niente è più importante nella scelta di un<br />
partner coniugale. Scegli un consorte che conosca il Signore e cammini<br />
obbedientemente con il Signore. I matrimoni misti scomunicano. Dio<br />
proibisce i matrimoni di un credente con un non credente (2 Corinzi<br />
6:14). Un tale matrimonio avrà sempre una divisione nella materia<br />
più importante della vita. Può non influenzare l’aspetto materiale della<br />
vita del credente, ma incepperà pesantemente il servizio del credente<br />
verso Dio.<br />
3. La percezione della loro fede<br />
“Questa donna [‘essi’ in Ebrei 11:23, …] e vedendo come egli era<br />
bello, [‘i suoi genitori’, Ebrei 11:23] lo tenne nascosto tre mesi” (versetto<br />
2). Il racconto della nascita di <strong>Mosè</strong> come dato in Atti, illumina su ciò<br />
che era implicato nel percepire questo bambino come un bambino di<br />
“bell’aspetto” (o avvenente). Atti 7:20 racconta che quando <strong>Mosè</strong> nacque,<br />
era “divinamente bello”. Il testo greco dichiara che egli “era bello<br />
a Dio”. È qualche cosa di più che la bellezza esteriore. L’occhio delle<br />
fede poteva vedere qualche cosa di speciale in <strong>Mosè</strong>. Sì, era certamente<br />
un bambino grazioso esteriormente, ma c’era qualche cosa oltre la<br />
51
<strong>Mosè</strong><br />
fattezza umana che rendeva <strong>Mosè</strong> speciale. C’era il tocco di Dio su di<br />
lui. “Dio a volte dà precoci segni dei suoi doni e manifesta sé stesso al<br />
tempo giusto in coloro per cui e per mezzo dei quali designa compiere<br />
grandi cose. Per ciò egli mise una precoce forza in Sansone (Giudici<br />
13:24-25), un precoce servizio in Samuele (1 Samuele 2:18), [e] operò<br />
una precoce liberazione per Davide (1 Samuele 17:37)” (Matthew Henry).<br />
Delitzch disse che la bellezza stessa del bambino fosse “un segno<br />
particolare di approvazione divina ed un segno che Dio avesse qualche<br />
speciale disegno che lo riguardava”.<br />
La fede può percepire molto che la carne non percepirà mai. La fede<br />
vide in <strong>Mosè</strong> un bambino molto speciale. Il re d’Egitto avrebbe visto<br />
solo qualcuno da uccidere. La fede vede verità grandi e meravigliose<br />
nella Parola di Dio. La carne pensa che la Bibbia sia un libro noioso<br />
e antiquato senza applicazione alla nostra vita. La fede vede il valore<br />
dell’adorazione, la carne valorizza il piacere al di sopra dell’andare in<br />
chiesa. La fede vede la grande importanza delle cose spirituali, la carne<br />
ritiene di poca importanza le cose spirituali, ma valorizza al massimo<br />
le cose materiali e fisiche. Quale tragedia sarebbe stata se i genitori di<br />
<strong>Mosè</strong> avessero guardato a <strong>Mosè</strong> senza l’occhio della fede.<br />
4. La priorità della loro fede<br />
I genitori di <strong>Mosè</strong> dovettero fare una scelta quando <strong>Mosè</strong> nacque.<br />
Il decreto del re d’Egitto disse che <strong>Mosè</strong> doveva morire. Il Sovrano più<br />
grande di tutti loro aveva un decreto diverso. A chi avrebbero obbedito?<br />
La Scrittura è ovvia riguardo a chi obbedirono. Obbedirono a Dio.<br />
Essi ignorarono il comandamento del re d’Egitto. Perciò, “<strong>Mosè</strong> […] fu<br />
tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori” (Ebrei 11:23).<br />
Il nascondere <strong>Mosè</strong> dimostrava le priorità dei genitori di <strong>Mosè</strong>. La<br />
fede decise le priorità. La priorità della fede è l’obbedienza a Dio. Maggiore<br />
è la fede, maggiore è l’obbedienza. Ci voleva una grande fede per<br />
opporsi al re di Egitto. I genitori di <strong>Mosè</strong> stavano deponendo la loro vita<br />
sulla linea del nascondere <strong>Mosè</strong>. Ma la fede stima l’obbedienza a Dio<br />
52
più importante della vita.<br />
Figlio del destino<br />
La fede produce i migliori cittadini di un paese, ma non vuol dire che<br />
la fede dia alle leggi del paese le priorità massime. Pietro chiarì a quali<br />
leggi la fede dia la massima priorità quando dice: “Bisogna ubbidire a<br />
Dio anziché agli uomini” (Atti 5:29). Non molti santi ai nostri giorni hanno<br />
dimostrato la priorità della fede, comunque. Pochi nasconderebbero<br />
<strong>Mosè</strong> oggi. Queste persone non prendono alcuna posizione rischiosa<br />
contro i peccati del paese. Non combatteranno neanche il peccato<br />
nella chiesa. Non solo danno priorità alle leggi del paese prima che<br />
alle leggi di Dio, ma danno anche priorità ad interessi materiali e fisici<br />
prima che ad interessi spirituali. Però, essi, a differenza dei genitori di<br />
<strong>Mosè</strong>, hanno avuto straordinari vantaggi spirituali lungo gli anni che<br />
avrebbero dovuto far sì che crescessero grandemente nella fede ed<br />
avessero migliori priorità.<br />
5. La pace della loro fede<br />
I genitori di <strong>Mosè</strong> “non temettero il comandamento del re”(Ebrei<br />
11:23). La fede in Dio rimuove la paura e, perciò, è una grande fonte<br />
di pace. L’anima turbata e tremante troverà pace quando cammina per<br />
fede nella Parola di Dio. Pietro stava camminando sicuro sull’acqua per<br />
fede, ma quando cessò di camminare per fede, il suo cuore si riempì di<br />
paura circa le sue circostanze ed incominciò ad affondare. Camminare<br />
secondo le vie di Dio - che è ciò che la fede ci porta a fare – porta una<br />
tranquillità che supera tutto quello che il mondo può offrire.<br />
Molti in Israele obbedirono al comandamento del re e “li costrinse<br />
ad esporre i loro piccoli fanciulli perché non vivessero” (Atti 7:19).<br />
Camminando nell’idolatria pagana, temettero il comando del re. Questo<br />
non diede loro pace, ma piuttosto terrore e tragedia e lacrime. Essi<br />
sperimentarono le maledizioni dell’idolatria piuttosto che la calma che<br />
viene dalla fede nel vero Dio. Molti deriderebbero Amram e Iokebed<br />
per la loro fede antiquata; la maggior parte degli Israeliti la avevano ab-<br />
53
<strong>Mosè</strong><br />
bandonato in favore degli dei egiziani. Ma essi non potevano deridere<br />
o imitare la pace che questa coppia devota aveva. Lascia che il mondo<br />
disprezzi la nostra fede, lasciali schernire con derisione, ma, quando ti<br />
ricordi quello che hai per mezzo della tua fede, le loro risate di scherno<br />
non ti turberanno. Sebbene il fumatore che è pieno di cancro e tossisce<br />
ad ogni parola, derida la gente perché non fuma, il non fumatore difficilmente<br />
si dispiace di essere in buona salute perché non ha fumato.<br />
E, allo stesso modo, i santi diretti al paradiso dovrebbero non turbarsi<br />
quando peccatori diretti all’inferno deridono la fede.<br />
6. La protezione della loro fede<br />
La fede dà grande protezione. A motivo della loro fede i genitori di<br />
<strong>Mosè</strong> protessero <strong>Mosè</strong> dalla morte. Lo nascosero per i primi tre mesi<br />
dopo la sua nascita, quindi, come vedremo in seguito, fu posto in un<br />
cestino impermeabile e portato al fiume Nilo dove la figlia di Faraone<br />
lo vedrebbe ed adotterebbe.<br />
La fede non solo protesse il bimbo <strong>Mosè</strong>, ma, ancora più importante,<br />
è anche la grande protettrice dell’anima. “Poiché gli è per grazia che<br />
voi siete stati salvati [protetti dalla condanna eterna] mediante la fede”<br />
(Efesini 2:8). “Credi [fede] nel Signor Gesù, e sarai salvato [protetti<br />
dal giudizio divino] (Atti 16:31). Spendiamo un mucchio di soldi per<br />
proteggerci fisicamente e materialmente. Ciò non è necessariamente<br />
sbagliato anche se tante persone spendono fin troppo in queste aree.<br />
Ma quanto poche coltivano la loro fede in Dio e nella sua Parola. La<br />
più grande protezione che la nostra nazione può avere è questa stessa<br />
fede.<br />
7. L’accortezza della loro fede<br />
L’uomo di fede è un uomo saggio. La saggezza tiene compagnia alla<br />
vera fede. La fede non fa agire stoltamente le persone nella loro vita<br />
quotidiana. Le decisioni stolte e il comportamento di molti santi evidenziano<br />
la loro mancanza di fede. Tale condotta non impressiona il<br />
54
Figlio del destino<br />
mondo a favore della nostra fede. Le chiese spesso non evidenziano<br />
molta saggezza anche nell’amministrazione, nelle costruzioni, nelle<br />
finanze, ecc. Il mondo vede tutto questo e non viene impressionato<br />
dalla nostra fede.<br />
L’accortezza della fede nella vite dei genitori di <strong>Mosè</strong> è evidente<br />
in ogni cosa che essi fecero a proposito del neonato <strong>Mosè</strong>. Notiamo<br />
espressamente la saggezza della loro fede riguardo l’arca di giunchi<br />
preparata per <strong>Mosè</strong>. Vedremo l’accortezza nel piano per l’arca, la collocazione<br />
dell’arca e l’offerta dell’arca.<br />
Il piano per l’arca. “E quando non poté più tenerlo nascosto, prese<br />
un canestro fatto di giunchi” (versetto 3). I Bambini crescono. A tre<br />
mesi, un neonato è più difficile da nascondere che nei primissimi mesi<br />
dopo la nascita. Così i genitori di <strong>Mosè</strong> affrontarono un’altra crisi. Per<br />
fede ebbero la risposta. Notiamo il concetto dell’arca e la costruzione<br />
dell’arca.<br />
− Primo, il concetto dell’arca. I bimbi maschi dovevano essere gettati<br />
nel fiume Nilo. I genitori di <strong>Mosè</strong> si sarebbero ora conformati all’ordine.<br />
Comunque il bambino, quando collocato nel Nilo, verrebbe messo<br />
in un cestino. Ciò ostacolerebbe il proposito concepito dal crudele<br />
re sebbene fosse ancora secondo la sua legge. Darebbe ancora priorità<br />
alla via di Dio, non alla via del re. L’arca impedirebbe che il bambino<br />
affogasse immediatamente e provvederebbe opportunità per<br />
il soccorso. La fede non è ingenua, stupida o mancante di inventiva.<br />
Questo concetto, sebbene semplice, era comunque molto intelligente<br />
e funzionò a meraviglia.<br />
− Secondo, la costruzione dell’arca. “Prese un canestro fatto di giunchi,<br />
lo spalmò di bitume e di pece” (versetto 3). La parola tradotta “giunchi”<br />
è “papiro, canna per carta: un tipo di giunco era molto comune<br />
nell’antico Egitto, ma che è ora quasi completamente scomparso…<br />
Aveva uno stelo triangolare dello spessore di circa un dito, cresceva<br />
in altezza circa dieci piedi; le barche più leggere del Nilo ne veniva-<br />
55
<strong>Mosè</strong><br />
no fabbricate, mentre la mondatura della pianta veniva utilizzata per<br />
vele, materassi, stuoie, sandali ed altri articoli, ma principalmente<br />
per la preparazione di carta” (Keil).<br />
La madre di <strong>Mosè</strong> o comprò il canestro o più verosimilmente lo fece<br />
lei stessa.. Per costruirlo, prenderebbe gli steli del papiro e li intreccerebbe<br />
a formare un canestro abbastanza capace per contenere <strong>Mosè</strong>.<br />
Lei fece anche una copertura per riparare il neonato <strong>Mosè</strong> dal sole e<br />
dagli insetti. Quindi per renderlo impermeabile, lo spalmò di bitume<br />
e di pece. La parola “limo” (“slime” in inglese, “bitume” in italiano)<br />
viene anche trovata in Genesi 11:3 e 14:10 e significa “asfalto, bitume”<br />
(Wilson). La parola tradotta “pece” significa “bitume”(Ibid. ) Noi indicheremmo<br />
entrambi, limo e pece, per mezzo della parola “catrame”.<br />
Sarebbe una sostanza eccellente per impermeabilizzare l’arca.<br />
Ricoprire l’arca di giunchi con bitume e pece ci ricorda un’altra arca<br />
(stessa parola) che Noè fece. Anche essa era sigillata sia “di dentro che<br />
di fuori” (Genesi 6:14). Entrambe le arche servivano a salvare le persone<br />
dalla morte. In quell’opera sono una rappresentazione di Cristo, la<br />
Grande Arca di salvezza in cui si trova la salvezza eterna quando in lui<br />
si confida per la salvezza.<br />
La collocazione dell’arca. Dopo la costruzione dell’arca, la madre di<br />
<strong>Mosè</strong> “vi pose dentro il bambino, e lo mise nel canneto sulla riva del<br />
fiume” (versetto 3). Si vede saggezza qui, nel porre l’arca dove c’era<br />
protezione e dove la principessa si lavava.<br />
− Primo, dove c’era protezione. L’arca venne collocata fra il canneto. La<br />
parola “canneto” viene tradotta da una parola che si riferisce a “una<br />
specie più piccola di papiro” (Endersheim). Era un posto adatto in cui<br />
collocare l’arca, poiché il “canneto” avrebbe protetto l’arca dall’essere<br />
trascinata giù per il fiume dalla corrente. Manterrebbe l’arca ferma<br />
in un posto. Fu un atto così semplice, ma molto sapiente però.<br />
La fede è così. Vorremmo vedere di più di questa saggezza di senso<br />
comune nelle nostre chiese. Le azioni ottuse viste in così tante chiese<br />
oggi riflettono una grande mancanza di fede.<br />
56
Figlio del destino<br />
− Secondo, dove la principessa si lavava. Come osserveremo nei prossimi<br />
versetti, il posto in cui l’arca fu posata significava che l’arca attrarrebbe<br />
l’attenzione della principessa, la figlia del Faraone, quando<br />
andrebbe a lavarsi nel fiume. I genitori di <strong>Mosè</strong> sapevano dove la<br />
principessa andava a fare il bagno. Essi volevano che vedesse l’arca e<br />
scoprisse che cosa c’era dentro. Credevano e giustamente, che quando<br />
vedesse chi c’era dentro, avrebbe compassione. La fede utilizzò<br />
quella conoscenza per la scelta del luogo in cui l’arca doveva essere<br />
posta nel fiume. Di nuovo, l’accortezza della fede fu grande. Camminare<br />
per fede accresce la nostra saggezza.<br />
La profferta per mezzo dell’arca. “E la sorella del bambino se ne stava<br />
a una certa distanza per sapere quel che gli succederebbe […] Allora<br />
la sorella del bambino disse alla figliuola di Faraone: ‘Devo andare a<br />
chiamarti una balia tra le donne ebree che ti allatti questo bimbo?’<br />
La figliuola di Faraone le rispose: ‘Va’. E la fanciulla andò a chiamare<br />
la madre del bambino” (versetti 4-8). La saggezza della fede risplende<br />
nella proposta di offerta di servizi che Miriam fece alla principessa. Notiamo<br />
la sua opera di sorveglianza discreta e di guardia istruita.<br />
− Primo, sorveglianza discreta. Era necessario che la sorveglianza fosse<br />
discreta se la profferta doveva essere fatta con successo. La sorveglianza<br />
fu discreta in due modi. Primo, fu discreta nella scelta di chi<br />
svolse la sorveglianza. Miriam fu una scelta molto migliore di sua madre.<br />
Le ragazze giovani non sono così significative in una situazione<br />
come questa come invece sarebbe una madre. Ecco qui un caso che<br />
illustra come l’essere sconosciuto può essere più utile a volte che<br />
essere ben conosciuti. Secondo, fu discreto il luogo dove la guardia<br />
(Miriam) si trovava. La fede saggiamente aveva posto Miriam ad una<br />
buona distanza dall’arca di giunchi. Lei “stava a una certa distanza”<br />
(versetto 4) dall’arca. Sarebbe sembrato troppo ambiguo se Miriam<br />
si fosse posta proprio di fianco all’arca. Il suo compito era sorvegliare<br />
affinché nessun male accadesse all’arca e che fosse veramente la<br />
principessa ed il suo gruppo a trovare l’arca, non qualche altra perso-<br />
57
<strong>Mosè</strong><br />
na. Lei poteva fare questa sorveglianza stando ad una distanza prudente<br />
dall’arca.<br />
− Secondo, una guardia istruita. Dopo che la principessa ebbe aperto<br />
l’arca, fu profondamente commossa da compassione femminile per<br />
il bimbo e Miriam si mosse velocemente per andare dalla principessa<br />
e profferire i suoi servizi per trovare una balia. Tale proposta di offerta<br />
sarebbe stata trattata con rispetto perché era un gran bisogno<br />
della principessa. In quei giorni non avevano formule per il latte e<br />
bottiglie per nutrire i neonati. Un neonato doveva essere allattato da<br />
una donna se doveva sopravvivere i primi anni di vita. La madre di<br />
<strong>Mosè</strong>, naturalmente, sarebbe stata più che in grado di farlo. Perciò<br />
Miriam, ovviamente, fu attentamente istruita su cosa dire alla principessa<br />
così che infine verrebbe richiesto alla madre di allattare <strong>Mosè</strong>.<br />
Quanto saggia fu la fede nelle sue istruzioni per Miriam. Genitori fedeli<br />
daranno sagge istruzioni ai loro figli.<br />
8. La pazienza della loro fede<br />
Dopo aver posto l’arca nel fiume e dato a Miriam la consegna di fare<br />
la guardia, la madre lasciò la scena e quindi aspettò. Questo dovette<br />
essere uno dei più duri tempi di attesa che la madre di <strong>Mosè</strong> provò nella<br />
sua vita. Non poteva rimanere per vedere l’esito poiché ciò avrebbe<br />
rovinato il piano. Doveva attendere lontano dalla scena, e lei lo fece.<br />
Passa del tempo tra l’impegno e il premio che veramente prova<br />
la nostra fede. Per fede la madre di <strong>Mosè</strong> affidò quell’arca al fiume<br />
Nilo. Quindi si allontanò ed attese. Come piace al diavolo farci visita a<br />
questo punto. Egli deride il nostro impegno e ci ricorda che abbiamo<br />
dato tutto ma che non abbiamo niente in cambio. Comunque, la fede<br />
è paziente e crede che a tempo debito il premio verrà. Dimostriamo la<br />
nostra fede in modo forte quando continuiamo a vivere obbedientemente<br />
a Dio anche se al tempo non abbiamo ricevuto le promesse. Il<br />
mondo vuole tutto immediatamente. Non possono aspettare il tempo<br />
di Dio. Ma essi non esperimenteranno mai la benedetta salvezza dal<br />
58
Figlio del destino<br />
Nilo. Non esperimenteranno i dividendi del completare il compito. Non<br />
conosceranno le ricompense della virtù. Perderanno tutte queste benedizioni<br />
a motivo della loro impazienza carnale.<br />
9. Il premio della loro fede<br />
“E la fanciulla [Miriam] andò a chiamare la madre del bambino.<br />
E la figliuola di Faraone le disse: ‘Porta via questo bambino, allattamelo,<br />
e io ti darò il tuo salario’. E quella donna prese il bambino e<br />
l’allattò”(versetti 8-9). La Scrittura non è seconda ad alcun libro in termini<br />
di trama ed azione. Sebbene sia composto solo da poche frasi,<br />
il nostro testo racconta un’azione tanto emozionante e sensazionale<br />
quanto troverai affatto in altri libri. Quale piano ed adempimento eccitante.<br />
La madre di <strong>Mosè</strong> alleverà <strong>Mosè</strong> per i successivi due o tre anni<br />
(tempo di solito richiesto per lo svezzamento) – e verrà pagata niente<br />
meno che dalla principessa! La figlia del re pagherà con denaro proveniente<br />
dal tesoro del re per opporsi al suo ordine! Incredibile! Ma<br />
è una delle grandi ricompense che i genitori di <strong>Mosè</strong> ricevettero per<br />
vivere per fede.<br />
Le ricompense della fede sono grandi e meravigliose. Ebrei 11 ne<br />
elenca un certo numero. Non raccoglieremo tutte le ricompense della<br />
fede in questa vita, naturalmente, ma ne raccoglieremo a sufficienza in<br />
questa vita da essere una buona caparra per le grandi ricompense di<br />
fede che raccoglieremo nell’eternità.<br />
C. L’ADozIoNe DI MoSè<br />
“L’aprì, e vide il bimbo; ed ecco il piccino piangeva; ed ella ne ebbe<br />
compassione […] E quando il bambino fu cresciuto, ella lo menò dalla<br />
figliuola di Faraone, esso fu per lei come un figliuolo, ed ella gli pose<br />
nome <strong>Mosè</strong>; ‘Perché, disse, io l’ho tratto dall’acqua’” (versetti 6-10).<br />
<strong>Mosè</strong> divenne il figlio adottivo della figlia di Faraone. Noteremo l’entusiasmo<br />
per l’adozione, la presunzione nell’adozione, la personalizzazione<br />
dell’adozione e lo scopo dell’adozione.<br />
59
<strong>Mosè</strong><br />
1. L’entusiasmo per l’adozione<br />
“L’aprì (l’arca), e vide il bimbo; ed ecco il piccino piangeva” (versetto<br />
6). Il re di Egitto aveva ignorato la compassione umana nel suo crudele<br />
editto di uccidere tutti i neonati ebrei maschi. Ma non poté controllare<br />
la compassione innata, femminile, di sua figlia per un piccino piangente.<br />
Il cuore della figlia di Faraone si sciolse davanti a un bel piccino che<br />
piangeva. “Frequentemente l’Altissimo si compiace di magnificare la<br />
sua provvidenza per mezzo di cose disprezzate dagli uomini, per mezzo<br />
di strumenti deboli, e ciò che possa il più chiaramente apparire l’eccellenza<br />
della sua potenza” (Pink).<br />
Un bimbo piangente sembra così indifeso, tuttavia fu così potente<br />
che alla fine seguì grande distruzione sul paese malvagio e sul malvagio<br />
governo di Egitto. Il crudele Faraone di Egitto pensava che erano<br />
così astuti, ma Dio “prende gli abili nella loro astuzia” (Giobbe 5:13). Il<br />
piano di Faraone di distruggere Israele si rivelò un boomerang. Si dimostrò<br />
essere il piano per produrre proprio la cosa che il re di Egitto stava<br />
cercando di prevenire.<br />
2. La presunzione nell’adozione<br />
L’adozione di <strong>Mosè</strong> non avvenne come al giorno d’oggi. Non occorse<br />
ottenere alcun consenso dai genitori biologici. La figlia di Faraone semplicemente<br />
prese quello che voleva. Si, si può dire che il bimbo fosse<br />
abbandonato perché si trovava nel fiume. Ma conoscendo il crudele<br />
decreto del re rendeva ovvio che non era stato abbandonato volontariamente.<br />
La principessa semplicemente presunse e prese il bimbo<br />
come fosse suo. Dopo tutto, chi avrebbe avuto intenzione di impedirglielo?<br />
Lei era la figlia del re e gli Ebrei non ci avrebbero guadagnato<br />
nulla nel fermarla. Piuttosto, provare a fermarla avrebbe potuto portare<br />
morte al bimbo.<br />
Il potere dittatoriale, comunque, non è mai stato un problema per<br />
Dio. Cristo rettificò le cose in prospettiva in questa materia quando fu<br />
davanti a Pilato. Pilato disse a Cristo: “Non mi parli? Non sai che ho<br />
60
Figlio del destino<br />
potestà di liberarti e potestà di crocifiggerti?” (Giovanni 19:10). Gesù<br />
rispose: “ Tu non avresti potestà alcuna contro di me, se ciò non ti fosse<br />
stato dato da alto”. (Giovanni 19:11). Il potere appartiene a Dio. L’uomo<br />
spesso lo usa male, ma non lo toglie mai a Dio. L’adozione presuntuosa<br />
da parte della figlia di Faraone era tutta sotto il controllo di Dio.<br />
Quindi operò bene per il popolo di Dio poiché salvò la vita di colui che<br />
doveva essere il grande emancipatore degli Ebrei. Inoltre, come vedremo<br />
poi, preparò anche il grande emancipatore nei costumi del governo<br />
egiziano così che egli potesse trattare con il governo più efficacemente<br />
al tempo dell’esodo.<br />
3. La personalizzazione dell’adozione<br />
“Ed ella gli pose nome <strong>Mosè</strong>; ‘Perché, disse, io l’ho tratto dall’acqua’<br />
(versetto 10). Noi diamo il nome ai nostri propri figli. La principessa<br />
personalizza il suo possesso dando un nome al bimbo. Mentre i genitori<br />
di <strong>Mosè</strong> possono avergli dato un nome quando egli nacque (saremmo<br />
sorpresi se non lo fecero – la tradizione, secondo Jamieson, narra<br />
che egli fu chiamato Joachim), il nome che la principessa gli diede è il<br />
solo nome con cui lo conosciamo. Il nome era un gioco di parole, come<br />
il significato dato nella Scrittura ci indica. Era un nome altamente appropriato.<br />
Non solo si adattava alle circostanze in cui ella trovò <strong>Mosè</strong>,<br />
ma ciò che la principessa non sapeva e che forse non ha mai saputo in<br />
vita sua, fu che “la persona tratta fuori divenne infatti il traente fuori”<br />
(Kurz quotato da Keil). Dio controllò persino il porre nome al bambino<br />
così che è un nome calzante per l’opera che <strong>Mosè</strong> fece.<br />
4. Lo scopo dell’adozione<br />
Lo scopo dell’adozione era duplice. C’era lo scopo umano e lo scopo<br />
divino. Uno aveva a che fare con la principessa e l’altro aveva a che fare<br />
con Dio.<br />
Lo scopo umano. Lo scopo dell’adozione per quanto concerneva la<br />
principessa era di avere un figlio. “Philo [Judaeus Philo, il filosofo ebreo<br />
61
<strong>Mosè</strong><br />
di Alessandria, approssimativamente 20 avanti Cristo al 70 dopo Cristo]<br />
narra che, ella, sebbene sposata da tanto tempo, non aveva figli<br />
suoi” (Matthew Poole). È sempre stato importante per i reali avere figli.<br />
La mancanza di figli può significare la fine di una dinastia. Non ci<br />
viene detto quanto questa adozione abbia avvicinato <strong>Mosè</strong> al trono,<br />
ma è facilmente comprensibile che fosse in qualche modo in linea per<br />
il trono. Alcuni credono che fosse davvero il primo nella successione al<br />
trono. Ma sia che fosse il prossimo a succedere sul trono o dopo alcuni<br />
altri nella successione, avrebbe comunque un elevato rango reale. Un<br />
grande cambiamento dalle sue umili origini in una oscura famiglia di<br />
schiavi. Dio non ha nessuna difficoltà ad innalzare il suo popolo sebbene<br />
possa provenire da situazioni totalmente mancanti di potenziale di<br />
promozione.<br />
La principessa certamente non verrebbe delusa da <strong>Mosè</strong> (non fino<br />
naturalmente all’età di quaranta anni quando rinunziò alla sua eredità<br />
egiziana), perché <strong>Mosè</strong> non era solo un bimbo di bell’aspetto, ma<br />
divenne “potente nelle sue parole ed opere” (Atti 7:22). Se c’era stato<br />
qualche critica a proposito del suo adottare un ragazzo ebreo, sarebbe<br />
efficacemente posta a tacere dai successi di <strong>Mosè</strong>. E i successi sono<br />
esattamente ciò che la principessa vorrebbe. Ogni casa reale desidera<br />
che i suoi figli eccellano. Ma vedremo successivamente che lo scopo<br />
della principessa nell’adottare <strong>Mosè</strong> diventerebbe utile allo scopo di<br />
Dio cioè che <strong>Mosè</strong> vivesse nella casa reale. Dio avrà l’ultima parola.<br />
Prima che passiamo al punto successivo. Dobbiamo meditare il fatto<br />
che <strong>Mosè</strong> era un buon amministratore delle proprie opportunità.<br />
Egli non permise che i privilegi reali lo viziassero. Applicò sé stesso con<br />
profitto ai suoi studi e lavoro. Questo è il motivo per cui divenne “potente<br />
nelle sue parole ed opere”. Tutti i vantaggi di questo mondo non<br />
possono sostituire la mancanza di disciplina. La cattiva riuscita di un<br />
buon numero di persone non è a causa della mancanza di opportunità,<br />
ma a causa della mancanza di disciplina. Non lamentarti per la mancanza<br />
di vantaggi, indirizza la tua attenzione e dedizione nell’usare i<br />
vantaggi che hai.<br />
62
Figlio del destino<br />
Lo scopo divino. Lo scopo di Dio per avere <strong>Mosè</strong> nella casa reale<br />
era preparare <strong>Mosè</strong> per il futuro servizio per Dio. Essendo nella casa<br />
reale, <strong>Mosè</strong> ricevette molta istruzione. “E <strong>Mosè</strong> fu educato in tutta la<br />
sapienza degli Egizi” (Atti 7:22). Parte della sapienza degli Egizi sarebbe<br />
di nessun valore, ma non tutta quanta. <strong>Mosè</strong> verrebbe istruito in<br />
molte cose pratiche, come il governo egizio, la strategia militare, e la<br />
comunicazione. Un uomo che un giorno tratterà molto con il governo<br />
egizio, condurrà Israele in battaglie contro altre nazioni e scriverà i primi<br />
cinque libri della Bibbia, aveva bisogno di essere istruito e preparato<br />
in aree pratiche importanti.<br />
Dio non è nell’abitudine di mettere persone in luoghi di servizio senza<br />
che siano stati debitamente preparati per la posizione. Se la preparazione<br />
non è qualcosa di cui la persona comprende la necessità o<br />
è qualche cosa fuori dalla possibilità (come per <strong>Mosè</strong> essere istruito<br />
a palazzo), Dio provvederà le circostanze in modo che l’istruzione sia<br />
comunque provveduta. La preparazione più importante è spirituale,<br />
naturalmente e <strong>Mosè</strong> ne ricevette una parte a casa sua prima di andare<br />
a palazzo e ricevette molta più preparazione spirituale nel deserto<br />
dopo la sua educazione egiziana. Ma ciò non nega il bisogno della sua<br />
preparazione egiziana. La preparazione spirituale è semplicemente<br />
più indispensabile. Comunque, ci sono coloro che si fermerebbero alla<br />
preparazione degli Egizi e ciò ucciderà il servizio cristiano.<br />
La preparazione per il servizio è così essenziale nell’opera di Dio.<br />
Non sottostimarla mai. Commettiamo un grave errore quando ci fidiamo<br />
che cristiani appena convertiti insegnino nella scuola domenicale o<br />
in altre posizioni di servizio prima che abbiano una buona conoscenza<br />
delle cose di Dio. Commettiamo anche un grave errore quando mettiamo<br />
persone in servizi di chiesa molto importanti per i quali hanno<br />
poca abilità pratica o saggezza in modo da adempiere i doveri dell’ufficio.<br />
Alcuni tesorieri, per esempio, hanno poca conoscenza o abilità<br />
nell’area della contabilità. Ed alcuni di quelli impiegati come insegnanti<br />
nelle scuole cristiane sono totalmente mancanti di qualifiche. No,<br />
non vogliamo alcune delle qualifiche secolari per insegnanti che sono<br />
63
<strong>Mosè</strong><br />
così deplorevoli verso insegnamenti morali santi. Ciò di cui stiamo qui<br />
parlando sono le importanti e pratiche capacità per sapere come insegnare,<br />
conoscere la materia, sapere come gestire una classe piena di<br />
bambini. Anche i predicatori sono sovente totalmente impreparati. Si<br />
vede specialmente sul pulpito. Raramente i predicatori passano molto<br />
tempo a preparare i loro messaggi e questo rende la predicazione<br />
molto inefficace nell’istruire la congregazione in materie spirituali. Dio,<br />
comunque, mette molta enfasi sulla preparazione per il servizio. Perciò<br />
noi dovremmo fare altrettanto.<br />
64
Capitolo 3.<br />
Separazione da faraone<br />
“Or in quei giorni, quando <strong>Mosè</strong> era già diventato grande, avvenne<br />
ch’egli uscì a trovare i suoi fratelli, e notò i lavori di cui erano gravati; e<br />
vide un Egiziano, che percoteva uno degli Ebrei suoi fratelli. Egli volse lo<br />
sguardo di qua e di là; e, visto che non c’era nessuno, uccise l’Egiziano,<br />
e lo nascose nella sabbia. Il giorno seguente uscì, ed ecco due Ebrei che<br />
si litigavano; ed egli disse a quello che aveva torto: “Perché percuoti il<br />
tuo compagno?” E quegli rispose: “Chi t’ha costituito principe e giudice<br />
sopra di noi? Vuoi tu uccider me come uccidesti l’Egiziano?” Allora<br />
<strong>Mosè</strong> ebbe paura, e disse: “Certo, la cosa è nota”. E quando Faraone<br />
udì il fatto, cercò di uccidere <strong>Mosè</strong>; ma <strong>Mosè</strong> fuggì dal cospetto di Faraone,<br />
e si fermò nel paese di Madian; e si mise a sedere presso ad un<br />
pozzo. Or il sacerdote di Madian aveva sette figliuole; ed esse vennero<br />
ad attinger acqua, e a riempire gli abbeveratoi per abbeverare il<br />
gregge del padre loro. Ma sopraggiunsero i pastori, che le scacciarono.<br />
Allora <strong>Mosè</strong> si levò, prese la loro difesa, e abbeverò il loro gregge. E<br />
com’esse giunsero da Reuel loro padre, questi disse: “Come mai siete<br />
tornate così presto oggi?” Ed esse risposero: “Un Egiziano ci ha liberate<br />
dalle mani de’ pastori, e di più ci ha attinto l’acqua, ed ha abbeverato il<br />
gregge”. Ed egli disse alle sue figliuole: “E dov’è? Perché avete lasciato<br />
là quell’uomo? Chiamatelo, che prenda qualche cibo”. E <strong>Mosè</strong> acconsentì<br />
a stare da quell’uomo; ed egli diede a <strong>Mosè</strong> Sefora, sua figliuola.<br />
Ed ella partorì un figliuolo ch’egli chiamò Ghershom; “perché, disse, io<br />
soggiorno in terra straniera”. (Esodo 2:11-22 Riveduta)<br />
“Per fede <strong>Mosè</strong>, divenuto grande, rifiutò d’esser chiamato figliuolo<br />
65
<strong>Mosè</strong><br />
della figliuola di Faraone, scegliendo piuttosto d’esser maltrattato col<br />
popolo di Dio, che di godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando<br />
egli il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de’ tesori d’Egitto,<br />
perché riguardava alla rimunerazione.” (Ebrei 11:24-26 Riveduta)<br />
“Ma quando fu pervenuto all’età di quarant’anni, gli venne in animo<br />
d’andare a visitare i suoi fratelli, i figliuoli d’Israele. E vedutone uno a<br />
cui era fatto torto, lo difese e vendicò l’oppresso, uccidendo l’Egizio. Or<br />
egli pensava che i suoi fratelli intenderebbero che Dio li voleva salvare<br />
per mano di lui; ma essi non l’intesero. E il giorno seguente egli comparve<br />
fra loro, mentre contendevano, e cercava di riconciliarli, dicendo:<br />
O uomini, voi siete fratelli, perché fate torto gli uni agli altri? Ma colui<br />
che faceva torto al suo prossimo lo respinse dicendo: Chi ti ha costituito<br />
rettore e giudice su noi? Vuoi tu uccider me come ieri uccidesti l’Egizio?<br />
A questa parola <strong>Mosè</strong> fuggì, e dimorò come forestiero nel paese di Madian,<br />
dove ebbe due figliuoli.” (Atti 7:23-29 Riveduta)<br />
LA DECISIONE DI MOSE’ di separarsi dalla casa di Faraone è notizia<br />
fenomenale nel paese d’Egitto. Ci ricorda quando il re Edoardo d’Inghilterra<br />
abdicò al trono sebbene la decisione di re Edoardo certamente<br />
non riflettesse il nobile carattere e la fede implicata nel caso di<br />
<strong>Mosè</strong>. Se ai giorni di <strong>Mosè</strong> ci fossero stati gli attuali mezzi di comunicazione,<br />
i giornali avrebbero intestato questa notizia con il neretto più<br />
marcato e la radio e la TV la avrebbero reso il fatto dominante per un<br />
certo numero di giorni. Le persone avrebbero boccheggiato incredule<br />
alla decisione di <strong>Mosè</strong>: “L’annuncio avrebbe, forse, dovuto far fronte a<br />
lacrime amare e a bruciante indignazione da parte di colei a cui doveva<br />
così tanto… in quanti circoli sarebbe stato discusso, e quali differenti<br />
interpretazioni verrebbero offerte! Alcuni lo attribuirebbero ad umiliazione<br />
o a gelosia; altri alla presenza nelle sue vene di vile sangue<br />
di schiavo, altri a qualche macchinazione di auto-esaltazione estrema.<br />
Tutti commisererebbero la principessa, la cui gentilezza sembra così<br />
sgarbatamente ricambiata. Ma nessuno sospetterebbe la forza o la<br />
purezza del suo scopo nascosto, nato da Dio, e nutrito dal suo Santo<br />
Spirito (F. B. Meyer).<br />
66
Separazione da Faraone<br />
Questa separazione dalla casa di Faraone avvenne quando <strong>Mosè</strong><br />
aveva “quarant’anni” (Atti 7:23) e all’apice della sua vita. Dopo essere<br />
stato allevato per i primi anni da sua madre, era stato condotto al<br />
palazzo come figlio adottivo della figlia di Faraone. A palazzo <strong>Mosè</strong> eccelleva,<br />
come abbiamo osservato nel precedente capitolo. Egli “fu educato<br />
in tutta la sapienza degli Egizi ed era potente nelle sue parole ed<br />
opere” (Atti 7:22). Era ben conosciuto e rispettato. Portava molto onore<br />
e stima al palazzo –cose che una casa reale desidera ardentemente<br />
e su cui prospera. Tutto ciò contribuiva ad aumentare lo shock, l’incredibilità<br />
e l’importanza della separazione di <strong>Mosè</strong> dalla casa di Faraone.<br />
Qualcun altro oltre a <strong>Mosè</strong> e Dio comprese o apprezzò la separazione<br />
di <strong>Mosè</strong> dalla casa di Faraone? Il paganesimo non poteva comprendere<br />
l’azione di <strong>Mosè</strong> – e gli Egiziani e anche molti Israeliti si erano<br />
dati al paganesimo. Se qualcuno aveva discernimento circa la saggezza<br />
della decisione di <strong>Mosè</strong>, era un piccolo numero, perché pochi uomini<br />
anche nella fede ne avrebbero abbastanza da agire come <strong>Mosè</strong>. Il pensiero<br />
dell’uomo naturale avrebbe solo incoraggiato <strong>Mosè</strong> a stare nel<br />
palazzo e usare la sua influenza per aiutare Israele. L’uomo naturale<br />
penserebbe che “abbandonare la sua posizione elevata, onorevole ed<br />
influente, poteva essere ritenuto il risultato di uno zelo mal diretto non<br />
approvabile da nessun sano giudizio... Ma la fede pensava differentemente,<br />
poiché natura e fede sono sempre in lite. Non possono concordare<br />
su un solo punto. Neanche c’è qualche cosa, nei cui confronti<br />
differiscano così ampiamente come quello che sono comunemente<br />
chiamate ‘aperture della provvidenza’. La natura vedrà costantemente<br />
queste aperture come un’autorizzazione alla mollezza, mentre la fede<br />
vi troverà opportunità di abnegazione” (C. H. Mackintosh).<br />
Per esaminare I dettagli di questa separazione istruttiva e ispiratrice<br />
di <strong>Mosè</strong> dalla casa di Faraone, considereremo i rifiuti di <strong>Mosè</strong> (Esodo<br />
2:11; Ebrei 11:24-26) la riforma di <strong>Mosè</strong> (Esodo 2:11-15); Atti 7:23-29)<br />
e il rifugio di <strong>Mosè</strong> 2:15-22).<br />
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