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zarlo. Avanti, se non ti fa schifo quello di tuo marito,<br />
avanti, urla lui sollevandole la camicia da notte. Lui ha<br />
un furore negli occhi una bestialità che la spaventano.<br />
Lei è quasi inerme presa in una lotta che non capisce. Per<br />
questo ti piace tanto andare a lavorare, insiste lui. Ma ha<br />
i riflessi rallentati.<br />
Il pianto della bambina in piedi nella stanza degli<br />
ospiti blocca tutto. Lei si divincola con uno scatto, corre<br />
ad abbracciare la bambina.<br />
La mattina dopo ha già deciso.<br />
Sei un farabutto, dice nonno Giuseppe, il padre di lei<br />
che è venuto a ritirare qualche cambio verso mezzogiorno.<br />
Lui si è appena svegliato, non si è nemmeno accorto<br />
che la moglie e la figlia mancano da casa e sì che è sabato.<br />
Ma ci mette un attimo a capire e collegare tutto. Corre<br />
incontro al vecchio e gli strappa di mano la borsa con gli<br />
indumenti. Se vuole la sua roba che venga lei a prendersela<br />
quella bagassa di vostra figlia, urla.<br />
Sei un farabutto, gli risponde il vecchio con un filo di<br />
voce, se avessi qualche anno di meno… Ma non finisce la<br />
frase che lui con una spinta l’ha già messo alla porta.<br />
Per tutta la settimana successiva il telefono sulla scrivania,<br />
nell’ufficio di lei, non smette di squillare. Sono<br />
stato uno scemo, dice. Smetto di bere, promette. Ti ammazzo,<br />
minaccia.<br />
Torna a mangiare da sua madre, che lo coccola e da<br />
sua sorella che lo consola, gli stira le camicie, gli lava i<br />
calzini. Chi se ne frega, dice lui, ne trovo cento, a ogni<br />
angolo di strada ne trovo, dice.<br />
Allora la madre e la sorella fanno un consulto: è una<br />
vergogna troppo grande, concludono, bisogna intervenire.<br />
Così la madre di lui, nonna Giustina, va a casa di<br />
nonna Agnese, la madre di lei. Vogliamo sistemarla questa<br />
faccenda, dice, non sarà la prima né l’ultima famiglia<br />
dove capitano incomprensioni, il nostro dovere è di buttare<br />
acqua sul fuoco.<br />
È già andata da un avvocato Giustina, dice nonna<br />
Agnese tamponandosi gli occhi pieni di lacrime con un<br />
fazzoletto che ha sfilato dal polsino della blusa. Le mani<br />
addosso. Si lamenta.<br />
Nonna Giustina alza le spalle, se me ne fossi andata di<br />
casa tutte le volte che ho preso uno schiaffo da mio marito,<br />
dice, i giovani di adesso non sopportano più niente,<br />
conclude.<br />
Mio marito non ha mai alzato le mani contro di me,<br />
afferma risentita nonna Agnese, e se l’avesse fatto una volta<br />
non l’avrebbe fatto la seconda, conclude.<br />
Nonna Giustina allarga le braccia, allora non c’è più<br />
niente da dire, faccia Dio quello che vuole fare. E se ne va.<br />
A casa nuovo consulto. Si è messa l’avvocato, annuncia<br />
nonna Giustina a lui e alla sorella. Chiede la separazione.<br />
Che faccia, sbotta lui, la sputtano davanti a tutti, la faccio<br />
apparire per quella troia che è, tutti lo devono sapere.<br />
E non speri di tenersi la bambina, dice la sorella.<br />
E lo scandalo, chiede nonna Giustina, bisogna piegarsi,<br />
dice, per lo scandalo, questa faccenda bisogna ricomporla,<br />
perché così è una vergogna, finire sulla bocca di<br />
tutti, non finché io sono viva. Hai le tue ragioni figlio<br />
mio, ma questo lo devi fare per me.<br />
E dargliela vinta a quella là, chiede la sorella.<br />
Statti zitta, nonna Giustina è contrariata, si fa come<br />
dico io e tu la smetti, ordina alla figlia, c’è più tempo che<br />
vita.<br />
Cosa devo fare, chiede lui…<br />
Così il 9 Settembre alla prima udienza lui si presenta<br />
che sembra un cucciolo abbandonato, si mette a piangere,<br />
chiede di perdonarlo, arriva a giurare che<br />
cambierà. Nonna Giustina approva col capo.<br />
Non posso parlare, dice lei con un filo di voce, non<br />
farmi questo.<br />
Il giorno dopo ecco nonna Giustina che bussa a casa<br />
di nonna Agnese, così mi muore il ragazzo, me lo vole-<br />
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