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La stessa notte: ha chiamato? No? Devo cominciare a<br />
preoccuparmi? Qui niente. Ho già telefonato! Lo so! Lo so! Sto<br />
tornando… Quando vuol rientrare rientra… Ma lo faccio nero…<br />
Ma dove ho sbagliato?… Ma gli ho dato tutto… Ma<br />
io andavo in giro con i pantaloni rattoppati… Ma io mangiavo<br />
carne solo la domenica… Non gli basta mai!… Ma perché<br />
ti devono mettere in croce?… Ma tanti sacrifici per i figli ed<br />
ecco la paga… Ma io ho dovuto lavorare perché eravamo sei<br />
bocche da sfamare…<br />
La stessa notte: ora dormirei. In questo silenzio, si<br />
tratta solo di far tacere la testa. In questo silenzio, di notte<br />
pura, altra qualità che dentro la stanza. Altra letteratura.<br />
Tutto diventa impossibile in questa estate incipiente.<br />
In questa notte odorosa fino allo stordimento. Ai confini<br />
del <strong>Nulla</strong>. Tentennando verso il vuoto…<br />
L’urlo fu straziante, lungo quanto la caduta. Lungo<br />
come una corda tesa, dal parapetto al suolo, metri e metri<br />
più in basso. Lungo di tutte le risposte possibili.<br />
Ma quando ti sei fermato, nel soffice dell’erba, pareva<br />
che dormissi.<br />
Due<br />
Spinsi il grilletto… nero… luce…<br />
rimorso indicibile… brancicai per tornare nel mondo.<br />
Troppo tardi!<br />
Edgar Lee Master, Antologia di Spoon River<br />
24 anni<br />
Chi ve l’ha detto che uno dei tre o quattro ragazzi più<br />
belli della città, non potesse decidere di farla finita? Perché<br />
sarebbe strano? Perché era bello?<br />
Non è così definitiva la bellezza, né tanto calda da potercisi<br />
riposare.<br />
Troppa felicità delle forme può significare già la morte.<br />
E la vacuità di certe giornate passate a scegliersi il sorriso<br />
possono assomigliare a tempi già morti.<br />
E allora? Se ha deciso di farlo?<br />
<strong>Nulla</strong> ventosa porta le voci, le accumula nelle pieghe<br />
del viso.<br />
<strong>Nulla</strong> tormentosa assomiglia a quelle serate di tramontana<br />
che spazzano il cielo. Tutta chiarezza di sguardi turbolenti.<br />
Tutta saggezza buttata nel silenzio. Ricacciata<br />
nell’ostilità del dubbio. Del disprezzo. Delle serate deserte<br />
di sguardi. In ipnosi catodica.<br />
E sollevare le spalle per una domanda:<br />
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