LA PAURA DI CAMILLERI - alphonse doria
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“Signora, suo marito è in casa?”<br />
“A chi cercate?”<br />
“Gerlando Garetta, abita qui?”<br />
“Si, ma mio marito non c’è!”<br />
“Chi è?” Una voce interna alla casa la contraddisse.<br />
“Sbirri!” Rispose lei.<br />
“Signora mi fa entrare? E’ meglio!”<br />
Galluzzo era pronto all’attacco, guardava con la mano vicina alla<br />
fondina.<br />
“Galluzzo! Stai calmo, tranquillo …”<br />
Quella casa era un tugurio: letti, tavolino, tinello sembravano<br />
messi a caso. Ma primeggiava, sopra il comò, un televisore<br />
gigante di questi moderni piatti come un quadro, con altre<br />
apparecchiature allacciate.<br />
S’appresentò, impomatato e fresco di barba, in canottiera con un<br />
tatuaggio che gli pigliava dal collo a tutto il braccio destro, con la<br />
tovaglia in mano. Due occhi virdi minuti in una faccia<br />
lentigginosa e di pilatura rossa.<br />
“Commissario Montalbano sono, dove possiamo scambiare due<br />
chiacchiere?”<br />
“Commissario io non ho tempo da perdere con lei. Devo andare a<br />
lavorare! Sono in arresto?”<br />
“Senta Garetta, se ne stia calmo e non alzi la voce, se no le<br />
manette gliele metto davvero e poi vediamo se sta volta i suoi<br />
amici riescono a farlo uscire. L’addrevi dove sono?”<br />
“A la scuola” Rispose poco convinta la moglie.<br />
“Bene, le conviene collaborare e se merita ragioniamo.”<br />
“Facci un cafè al dottore!”<br />
Già il Garetta aveva perso tutto lo sbromo di prima, si prese una<br />
seggia e s’assittò.<br />
“No grazie signora. Galluzzo tu?”<br />
Galluzzo se ne stava dietro a Garetta, alzò la testa e dissi no come<br />
i cavalli. Montalbano in mezzo a tutte quelle fitinzie gli si era<br />
chiuso lo stomaco. La puzza ardosa di quella casa, ammiscata con<br />
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