LA PAURA DI CAMILLERI - alphonse doria
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“Secondo me, ora ti spiego come la penso, tuo compare Firetto la<br />
statua la voleva fare a te!” Mentre il maestro si toccò in mezzo alle<br />
gambe. “Vedi, che è vero! Allora ti è venuta la felice idea di farla<br />
a mia. E c’è puru un motivo!”<br />
“Quale?”<br />
“Poi, questa strittanza con Firetto? Stai diventando<br />
berlusconiano?”<br />
“Salvo hai la licenza di sparare minchiate, ma non te ne devi<br />
approfittare!”<br />
“Intanto non mi somiglia! Con tutte le manciate che mi fai fare<br />
tecchia di pancia, invece quello è segalignu. L’artista, come si<br />
chiama?”<br />
“Giuseppe Agnello”<br />
“Quello che la fece pure a Sciascia! Macari lì aveva un vero corpo<br />
e gli è bastato copiare. Ma qui esistono solo le parole, la mia<br />
immagine letteraria è nella tua mente e quando la comunichi ad un<br />
altro ne esce un Montalbano diverso. Ora siamo: quello virtuale<br />
della televisione l’attore Zigaretti, quello di carne e ossa, il<br />
docente universitario di Cagliari, quel sardo? come si chiama?”<br />
“Il professore Giuseppe Marci!”<br />
“La statua di bronzo di Agnello ed io!”<br />
“Io che ho detto? E’ un Montalbano possibile!”<br />
“Poi in mezzo alla strada! Ma che minchia di idea è? che se un<br />
cane ci va piscia diventa il pisciatoio dei cani! Oppure qualcuno ci<br />
va sbatti, macari di rimbalzo mi carica di mali parole!”<br />
“Meglio essere in mezzo alla strata che in mezzo a la casa!”<br />
“Ecco che siamo arrivati al dunque!”<br />
“Che c’è Montalbano?”<br />
“C’è che ho capito che mi vuoi fare fuori! In uno scontro a fuoco?<br />
Una malattia? Dimmi come?”<br />
“Già è tutto scritto e lo saprai al momento opportuno!”<br />
“Mi immagino quel garruso di Zingaretti che soddisfazione<br />
proverà a morire! Come Michele Placido nella Piovra, non ne<br />
poteva più, si buttò a terra liberandosi così una volta per tutti del<br />
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