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“Beh <strong>da</strong>i, allora magari stasera si può fare…”<br />
“Ah, allora stasera si può fare eh? E co<strong>me</strong> mai Nanni’? Ti sono spariti<br />
gli impegni di colpo, accussi’? Mi fa piacere!”, cominciò a sfotterla<br />
Totonno, che trovava questo teatrino ogni volta più irritante. Se tutte le<br />
volte mi tocca fare questa iacovella, pensava sempre più spesso, allora<br />
tanto vale che levo mano e al<strong>me</strong>no sto tranquillo.<br />
“No guar<strong>da</strong> Antònio, non pensare che io insomma che io…”<br />
“Aggio capito Nanni’. Allora ci pigliamo un aperitivo e poi andiamo, va<br />
bene?”<br />
“Sì però…”<br />
“Lo so, l’aperitivo ce lo pigliamo al Gazebar, va bene?”<br />
Il fatto era che al bar l’aperitivo consisteva in un campari e gin per lui e<br />
un long drink alla frutta per lei con contorno di reiterate rotture di<br />
coglioni e intromissioni nella conversazione <strong>da</strong> parte di Alfredino e degli<br />
altri amici. Invece il Gazebar era il posto dove potevi sederti e ti<br />
portavano pezzi di frittatine, pizzette, rustici, olive, patatine, nucelle e<br />
altre a<strong>me</strong>nità schiantafegato che le femmine, sicco<strong>me</strong> vedevano tutto in<br />
bocconcini, divoravano co<strong>me</strong> se non toccassero cibo <strong>da</strong> una settimana; se<br />
è a pezzi piccoli, allora non ingrassa, sembravano pensare le<br />
imbecillerri<strong>me</strong>: cosa vuoi che faccia alla mia cellulite una pizzettina di<br />
due centi<strong>me</strong>tri di dia<strong>me</strong>tro? Che sarà mai? Così facendo accumulavano<br />
grassi che non avrebbero mai bruciato, e sembrava an<strong>da</strong>ssero a<br />
stratificarsi, oltre che sulle cosce, soprattutto sul cervello e sul cuore. E<br />
sicco<strong>me</strong> in genere l’aperitivo lo offrivano i maschi, era anche gratis, una<br />
parola che sulle femmine della città aveva un effetto devastante.<br />
Era gente che, gratìs, si sarebbe presa anche il colera.<br />
Antonio aveva le tasche piene di soldi, e per una volta poteva<br />
per<strong>me</strong>ttersi di derogare alla secon<strong>da</strong> delle sue regole: non pagare tutto tu.<br />
Anche questa era una regola fon<strong>da</strong><strong>me</strong>ntale alla sopravvivenza del<br />
maschio vulgaris in città; un aperitivo, una cenetta (niente di sofisticato,<br />
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