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“”Aaaaah, domani. E che ne so io che mi viene in capa di fare domani,<br />
Anna? Allora magaaaari, domani vediamo, eh?”<br />
Anna capì che Totonno l’aveva incastrata; il fatto era che il gioco dei<br />
ruoli tra maschi e femmine, in città, si basava sul fatto che i maschi<br />
chiedevano, le femmine si negavano, poi i maschi richiedevano, le<br />
femmine si negavano ancora, finché il maschio non mostrava segni di<br />
cedi<strong>me</strong>nto che an<strong>da</strong>vano a scalpellare dritto al cuore della sua dignità<br />
personale. Ora, il gioco funzionava soltanto se tutte e due le parti erano<br />
consenzienti, co<strong>me</strong> gli scacchi. Se una delle due controparti, co<strong>me</strong> aveva<br />
fatto Totonno, s<strong>me</strong>tteva im<strong>me</strong>diata<strong>me</strong>nte di giocare (non accettando<br />
regole che gli imponevano di giocare senza alfieri, torri e cavalli), l’altro<br />
giocatore restava solo co<strong>me</strong> a uno stronzo. L’alternativa, per lui, anzi, in<br />
questo caso, per lei, era cercarsi un avversario che accettasse di giocare<br />
con un handicap così palese (ed era a questo punto che, sempre,<br />
entravano in ballo i tipi co<strong>me</strong> Lucio, pronti alla sconfitta certa pur di<br />
giocare), oppure restare seduta <strong>da</strong> sola <strong>da</strong>vanti alla scacchiera.<br />
Quello che Totonno aveva capito, di questo <strong>me</strong>ccanismo, l’aveva<br />
imparato sulla propria pelle. Il fatto, pensava lui, era che se accettavi di<br />
giocare secondo le loro regole, forse ti garantivi il privilegio di portarle a<br />
cena e poi a bere una cosa spendendo soldi che non avevi e che<br />
comunque dovevi togliere all’acquisto di un libro o di un cd. Però<br />
perdevi in dignità, e loro, che avevano fatto pratica<strong>me</strong>nte di tutto per<br />
fartela perdere, una volta che tu accettavi, cominciavano a considerarti<br />
una specie di smidollato; il risultato era che, dopo che tu le avevi fatte<br />
mangiare e bere a spese tue ed eri stato tanto buono e gentile, loro a<br />
<strong>me</strong>zzanotte ti mollavano e an<strong>da</strong>vano a farsi <strong>da</strong>re due botte <strong>da</strong> uno più<br />
furbo di te che non aveva accettato di farsi trattare co<strong>me</strong> una mappina.<br />
La cosa, tutto sommato, era molto semplice, secondo Totonno: non<br />
cedere mai, per nessun motivo. Mai.<br />
Fu per questo motivo che Anna rispose:<br />
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