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statti attento da me - Amlo

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Venne fuori che la spastica era, in realtà, la svastica, e che i sol<strong>da</strong>ti non<br />

erano altri che sol<strong>da</strong>ti nazisti di un pornosoft, o, co<strong>me</strong> li chiamavano al<br />

bar, i porno con la mutan<strong>da</strong>. Ecco perché <strong>da</strong> allora Alfredino era<br />

soprannominato Alfredino ‘o nazzista.<br />

Anna gli si avvicinò.<br />

“Alfredino sciao. Senti, non è che per caso hai visto a Lucio in giro?”, gli<br />

chiese, senza mai tirare il fiato nell’ingenua speranza che non attaccasse<br />

bottone.<br />

“Donna Nannina bbella <strong>da</strong>temi un bacio!”, urlò lui, per far sentire a tutto<br />

il bar che lui non solo conosceva a una femmina, la salutava, e la salutava<br />

pure con un bacio.<br />

“Ma insomma Alfredi’, l’hai visto o no a Lucio?”<br />

“Se ne è appena an<strong>da</strong>to, Nanni’, mommo’”<br />

“Ah. Non sai dove?”<br />

“Eh mo’ va trova quello dove sta! Tu lo sai quello che mascalzone che è,<br />

eh Nanni’?”, continuò a ululare Alfredino, cercando di millantare una<br />

confidenza che non aveva e contemporanea<strong>me</strong>nte insinuare che lei avesse<br />

una confidenza particolare con Lucio; in questo, Alfredino era un vero<br />

artista, o <strong>me</strong>glio lo sarebbe stato se solo qualcuno gli avesse <strong>da</strong>to retta, e<br />

in città nessuno se lo cacava, figuriamoci al bar, dove lo conoscevano<br />

vecchio.<br />

“Ommannaggia”, continuò Anna, tanto confusa <strong>da</strong> non percepire<br />

l’intrinseca pericolosità di fare una qualsivoglia confidenza al suo<br />

interlocutore, “è che gli dovevo dire una cosa importante”.<br />

“E dilla a <strong>me</strong>”, si approfittò im<strong>me</strong>diata<strong>me</strong>nte lui.<br />

“No Alfredi’, è una cosa complicata, diciamo.. quasi di lavoro va’,<br />

diciamo così va’”<br />

“Azz Nanni’, non mi dire che hai trovato un lavoro a Lucietto e a <strong>me</strong> no<br />

eh”, <strong>me</strong>ntì Alfredino, che aveva voglia di lavorare co<strong>me</strong> di farsi infilare un<br />

topo vivo nel culo.<br />

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