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Tempi che però avevano per<strong>me</strong>sso a don Giovanni, che continuava a far<br />
accomo<strong>da</strong>re i clienti abbaiando accoman<strong>da</strong>tevi pure, di arricchirsi in un modo<br />
vergognoso. Co<strong>me</strong> succede spesso nelle città piccole, la sua taverna era<br />
diventata un’istituzione, e la sporcizia che non aveva mai abbandonato il<br />
locale un marchio di fabbrica. I vigili an<strong>da</strong>vano per fare le multe e uscivano<br />
avvinazzati e carichi di teglie di parmigiana di <strong>me</strong>lanzane e bottiglioni d’olio<br />
(che ormai don Giovanni comprava in Grecia o in Cina a quattro soldi <strong>da</strong><br />
chissà chi, e chissà pure se era <strong>da</strong>vvero olio). I direttori dei due giornali locali<br />
an<strong>da</strong>vano lì la sera a mangiare, qualche volta con le famiglie, qualche volta<br />
con le commarelle; sin<strong>da</strong>ci, assessori, vescovi. Tutti passavano per la Taverna<br />
Don Giovanni, perché, per quel curioso modo dogmatico che ha la provincia<br />
per le puttanate senza senso, non si poteva non an<strong>da</strong>rci.<br />
Perché sì.<br />
Perché sì ‘o cazz, concluse <strong>me</strong>ntal<strong>me</strong>nte Marco lanciando la sua West fuori<br />
<strong>da</strong>l finestrino della Smart appena parcheggiata, diretta<strong>me</strong>nte in faccia a una<br />
ragazzina.<br />
Quei tempi, i tempi di suo padre, erano passati. Il centro storico era stato<br />
ristrutturato, e adesso ci abitavano i ricchi. I locali affianco alla Taverna<br />
avevano chiuso tutti, l’uno dopo l’altro, per lasciar spazio a brasserie, wine<br />
bars, slow fooderies, gourmanderies, insomma tutta roba di prima: locali che<br />
attiravano la <strong>me</strong>glio gioventù della città, che an<strong>da</strong>va lì a sbronzarsi e a<br />
comprare la coca e la ketazza <strong>da</strong>i pusher eleganti che apparivano, profumati e<br />
palestrati, all’ora dell’happy hour.<br />
E lui, Marco, non avrebbe mica passato il suo tempo a dire ai clienti<br />
accoman<strong>da</strong>tevi pure. Lui era an<strong>da</strong>to all’università, anzi era quasi laureato, e<br />
aveva, sulla taverna Don Giovanni, idee ri-vo-lu-zio-na-rie, co<strong>me</strong> minimo.<br />
Co<strong>me</strong> minimo.<br />
Spalleggiato <strong>da</strong>lla madre, era riuscito a ottenere la qualifica di som<strong>me</strong>lier<br />
del locale, e aveva respinto le proteste del padre (ma al<strong>me</strong>no lo vuoi fare quel<br />
cazzo di corso di som<strong>me</strong>lier, sennò che cazzo mi vuoi som<strong>me</strong>lierare, ue’<br />
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