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“No niente, mo’ mi sono ricor<strong>da</strong>to”, rispose lui, scostando al sedia sulla<br />
quale era stato seduto giusto un attimo.<br />
“Che è stato, Totonno? Cose gravi?”, disse Lucio, pronto sempre e<br />
comunque a informarsi e, se nel caso, a rendersi utile.<br />
“No Lucie’, è che mi sono ricor<strong>da</strong>to mommo’ che…, rispose Totonno,<br />
guar<strong>da</strong>ndosi intorno alla ricerca di una scusa plausibile, e la trovò<br />
quando vide passare la smart di Marco.<br />
“Eccolo ragazzi scusate, sta Marco che sta arrivando, la vedi la smart<br />
Lucio?”<br />
“E se te ne devi an<strong>da</strong>re vai Toto’, ci vediamo.”<br />
“Ciao ragazzi eh? Ciao a presto e piacere Anna!”, chiuse Totonno,<br />
<strong>me</strong>ntre <strong>da</strong>va una pacca sulla spalla all’amico e porgeva la mano alla<br />
brillante nuovaiorchese.<br />
Scappò letteral<strong>me</strong>nte via in direzione della macchina di Marco, che però<br />
aveva rallentato solo un mo<strong>me</strong>nto, in automatico,e aveva proseguito.<br />
Fece finta di niente e continuò a camminare, gesticolando verso il nulla,<br />
<strong>me</strong>ntre Lucio si copriva col fazzoletto bagnato l’occhio ferito e con<br />
l’altro guar<strong>da</strong>va adorante Anna seguire con occhi già innamorati il culo<br />
di Totonno.<br />
4.<br />
Marco continuò a gui<strong>da</strong>re verso il centro, pensieroso co<strong>me</strong> non gli<br />
succedeva <strong>da</strong> tempo. Non era uno che si fermasse poi molto a pensare;<br />
neanche uno di quei rincoglioniti tutta palestra e vestitiello di<br />
dolcegabbana, ma insomma diciamo che era un tipo che sicco<strong>me</strong> aveva<br />
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