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statti attento da me - Amlo

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l’arrivo di Giacomino Delli Colli. Natural<strong>me</strong>nte, lo riconobbe subito:<br />

l’uomo era una celebrità locale, una sorta di Kent Brockman un po’ più<br />

malvagio e un po’ più giovane. Totonno cercò di richiamare l’attenzione<br />

di Anna, che però era insie<strong>me</strong> alle altre groupie del giornale ad accudire<br />

il capore<strong>da</strong>ttore. Una gli aveva preso il giubbotto, l’altra gli aveva<br />

portato <strong>da</strong> bere e un piatto di rustici, un’altra ancora sembrava quasi<br />

scortarlo tra la folla (beh, insomma, folla) degli invitati affinché nessuno<br />

gli si avvicinasse troppo. Maronna che tristezza, pensò lui. Alla fine<br />

Anna arrivò, e cominciò a presentarlo entusiastica<strong>me</strong>nte in giro; cosa del<br />

tutto superflua, pensava Totonno, visto che tutti sembravano<br />

pratica<strong>me</strong>nte già tutto quello che c’era <strong>da</strong> sapere di interessante. Non<br />

riuscì a scambiare una sola parola interessante con nessuno, anche perché<br />

Anna sembrava trascinarlo in continuazione in giro per l’enor<strong>me</strong> salone.<br />

Sembrava nervosa, si guar<strong>da</strong>va intorno di continuo.<br />

“C’è qualcosa che non va?”, lui le chiese.<br />

“No! Tutto bene! Tutto! Bene!”, rispose Anna entusiastica<strong>me</strong>nte <strong>me</strong>ntre<br />

i suoi occhi sembravano cercare qualcosa. Totonno stabilì che il suo<br />

dovere era stato compiuto e smise di preoccuparsi. La cosa gli riuscì<br />

facil<strong>me</strong>nte e im<strong>me</strong>diata<strong>me</strong>nte, e gli fece ricor<strong>da</strong>re che il suo reale<br />

interesse nei confronti della sua quasi fi<strong>da</strong>nzata era pericolosa<strong>me</strong>nte<br />

prossimo allo zero. Chi se ne fotte, pensò, quando improvvisa<strong>me</strong>nte si<br />

spensero le luci e partì il coro tanti auguri a te. Anzi, si accorse con<br />

raccapriccio, non stavano cantando tanti auguri ma happy birth<strong>da</strong>y to<br />

you. Tutti nati a Liverpool, pensò. La festeggiata soffiò sulle candeline<br />

al<strong>me</strong>no una trentina di volte, tanto che lui pensò che qualcuno le avesse<br />

fatto uno scherzo sostituendo le candeline con quelle tipo zippo, che non<br />

si spegnevano mai; poi realizzò che Luna-Luana doveva avere la capacità<br />

polmonare di un bambino di tre <strong>me</strong>si, oppure un difetto agli occhi la<br />

faceva soffiare <strong>da</strong>ppertutto tranne che sulle fiam<strong>me</strong>lle. Finta la canzone,<br />

si scatenò un casino tre<strong>me</strong>ndo: qualcuno aveva acceso lo stereo a tutto<br />

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