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stava al bar, e che gli conveniva pesare le parole con più attenzione se<br />
non voleva combinare casini di cui poi si sarebbe certa<strong>me</strong>nte pentito.<br />
“No, cioè, sì..”<br />
“Sì o no?<br />
“E’ <strong>da</strong> troppo poco che usciamo insie<strong>me</strong>, Marta, <strong>me</strong>glio non dire cose<br />
troppo impegnative. Per tutti e due, eh?”<br />
“Ah, allora state insie<strong>me</strong>.”. Totonno capì che non sarebbe uscito <strong>da</strong><br />
quella situazione con un ragiona<strong>me</strong>nto logico, quindi scartò di lato: la<br />
manovra del bufalo ebbro:<br />
“E tu sei fi<strong>da</strong>nzata?”<br />
Capì im<strong>me</strong>diata<strong>me</strong>nte di aver colpito e affon<strong>da</strong>to il suo incrociatore. La<br />
manovra del bufalo ebbro consisteva in quella semplice doman<strong>da</strong>, però<br />
posta a cazzo di cane, nel mo<strong>me</strong>nto <strong>me</strong>no opportuno, e prevedeva tre<br />
possibili risposte. La prima era un sì fermo e saldo co<strong>me</strong> una roccia, e ti<br />
esponeva alla possibilità che la babbea pensasse che ci stavi provando<br />
con lei (in realtà loro lo pensavano sempre, qualsiasi cosa facessi o<br />
dicessi). La secon<strong>da</strong> era un perché <strong>me</strong> lo chiedi? condito di solito con un<br />
sorrisetto malizioso che, fi<strong>da</strong>nzata o no, ti esponeva al rischio concreto<br />
che la cretina cominciasse a farti la corte. La terza era la più divertente, e<br />
si manifestava con un lievissimo broncio prepianto del labbro inferiore e<br />
la fuga più o <strong>me</strong>no precipitosa del soggetto in questione; significava che<br />
era stata abbandonata <strong>da</strong> poco oppure che aveva lasciato il fi<strong>da</strong>nzato<br />
convinta di averne già in tasca uno <strong>me</strong>glio ma le era an<strong>da</strong>ta male.<br />
“Scusa, devo an<strong>da</strong>re a vedere una cosa”, disse infatti Marta, e sparì<br />
co<strong>me</strong> un lampo. In genere Totonno si sentiva in colpa a usare questi<br />
trucchetti, ma decise che sicco<strong>me</strong> stava giocando fuori casa senza<br />
neanche una decina di ultras a <strong>da</strong>rgli man forte, tanto valeva che si fosse<br />
concesso un paio di entrate a gamba tesa. Mangiò un altro paio di rustici<br />
(non c’erano cazzi, erano del giorno prima) e si preparò un altro drink,<br />
giusto in tempo per assistere allo squittìo di gioia servile che accolse<br />
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