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statti attento da me - Amlo

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“Scusa, ma quello è un Rolex, vero?”<br />

“Io mi chiamo Antonio”. In genere non era così scostante, e gli an<strong>da</strong>va<br />

benissimo che alle feste ci si rivolgesse la parola senza tante smancerie,<br />

per carità: ma certo, di questa era sicuro, non per chiedere informazioni<br />

su un Rolex.<br />

“Io Marta, tanto piacere. Quello è un Rolex, eh?”<br />

“No, è una copia, l’ho comparata <strong>da</strong> un marocchino”, <strong>me</strong>ntì lui, che si<br />

era accorto solo in macchina di avere ancora addosso l’orologio che si<br />

era misurato un attimo prima di addor<strong>me</strong>ntarsi.<br />

“Maddààài, <strong>da</strong>vvèèèro?”<br />

Marta sembrava un clone di Anna, e la cosa lo turbò non poco:<br />

sembrava che sti tipi più giovani di lui si potessero dividere e catalogare<br />

agevol<strong>me</strong>nte in due o tre pattern diversi; certo, lui e gli amici suoi<br />

sembravano usciti <strong>da</strong> Freaks di Todd Browning, però al<strong>me</strong>no erano<br />

freaks tutti diversi l’uno <strong>da</strong>ll’altro.<br />

“Hu hu. Giuro, L’ho pagato trenta euro”<br />

“Maddààài, <strong>da</strong>vvèèèro?”<br />

“Bello eh?”<br />

“Bellissimo! Fai vedere scusa…”, e gli afferrò il polso. Totonno la<br />

lasciò fare, ma non la agevolò nella torsione del braccio, così che Marta<br />

fu costretta ad assu<strong>me</strong>re una posa innaturale che le lasciava scoperta la<br />

nuca. Lui notò senza sorprendersi che una botta di acqua e sapone in più<br />

avrebbe fatto un gran bene al collo del clone scemo.<br />

“No guar<strong>da</strong>, non ci credo, sembra vero, sembra proprio vero sai?”<br />

“Apposta gli ho <strong>da</strong>to trenta euro al marocchino, scusa, eh?”<br />

“Tu sei il fi<strong>da</strong>nzato di Anna, eh?”<br />

“Beh, insomma, fi<strong>da</strong>nzato…”<br />

“Ah, allora non state insie<strong>me</strong>, eh?”, disse lei, felice co<strong>me</strong> una pasqua<br />

per aver colto in castagna quella che sembrava una palla dell’amica e<br />

collega. La cosa non fece piacere a Totonno: doveva ricor<strong>da</strong>rsi che non<br />

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