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Jackson con il sax e la sigaretta e quella grafica <strong>da</strong> vecchio disco jazz; lo<br />
comprò subito, telefonò a tutti gli amici e an<strong>da</strong>rono a casa di un tipo a<br />
sentirselo insie<strong>me</strong>. Ovvia<strong>me</strong>nte riuscirono a litigare anche su quel regalo<br />
inaspettato, perché ci furono un paio di scemi che dissero che insomma,<br />
se c’erano dei soldi per un disco bisognava consultare il gruppo e non<br />
comprare i dischi a cazzo: Poi però lo misero su e partirono le note di<br />
The verdict e il suono limpido, registrato in una sala di legno e pietra,<br />
ammutolì anche i più tenaci rompicoglioni. Ci fu qualche timido cenno di<br />
resistenza su You can’t get what you want (til you know what you want),<br />
dovuto al fatto che in quel periodo qualsiasi cosa potesse essere anche<br />
lontana<strong>me</strong>nte ballata veniva tacciata di essere un pezzo disco, e quindi<br />
una <strong>me</strong>r<strong>da</strong>, che crollò misera<strong>me</strong>nte col duetto, appunto di Happy ending,<br />
di fronte alla voce di Elaine Caswell, e Gioggiò venne definitiva<strong>me</strong>nte<br />
portato in trionfo dopo Be my number two, una canzone strappalacri<strong>me</strong> di<br />
quelle che ti fanno sanguinare il cuore, soprattutto se sei un adolescente<br />
ben lanciato lungo la stra<strong>da</strong> del falli<strong>me</strong>nto senti<strong>me</strong>ntale (e non solo).<br />
Gioggiò si tolse la cuffietta. I lettori mp3 erano buoni e cari, ma si<br />
sentivano co<strong>me</strong> buattelle, e del suono caldo e freddo di legno e pietra che<br />
l’aveva fatto piangere non rimaneva un bel cazzo. Con sti cazzi di lettori<br />
gli Stranglers avevano lo stesso suono di Ricky Martin, e la cosa lo<br />
faceva incazzare. Si rese improvvisa<strong>me</strong>nte conto che il suo cervello stava<br />
pensando stava (volontaria<strong>me</strong>nte) pensando a tutt’altro invece che alla<br />
cosa più importante, e cioè che era impantanato su due fronti con due<br />
differenti gruppi di brutta gente e stava rischiando. E scemiando<br />
scemiando la sua posizione diventava ogni giorno più grave; non ne era<br />
certo, ma un angolo del suo cervello gli diceva che se le cose non fossero<br />
an<strong>da</strong>te co<strong>me</strong> dovevano non se la sarebbe cavata con un paio di ginocchia<br />
fratturate, e forse nem<strong>me</strong>no con una coltellata. Questa non era la camorra<br />
che leggeva nei libri, coi soprannomi alla Leoncavallo, questi erano<br />
balordi che non se ne passavano per il cazzo della vita e della morte,<br />
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