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statti attento da me - Amlo

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isentire dei limiti culturali della sua città, anzi. In uno scritto dei suoi<br />

anni maturi affer<strong>me</strong>rà con coraggio che niente co<strong>me</strong> l’aria, il sole e il<br />

mare della mia dolce città, a<strong>da</strong>giata al sole co<strong>me</strong> un pigro gattino, mi<br />

aperì la <strong>me</strong>nte e il core, e spronommi ad alte gesta. Nel 1916 Augusto<br />

Germano, arso <strong>da</strong> spirito irredentista, comunica al padre, che nel<br />

frattempo ha aperto in città una rivendita di vini e oli, la sua ferma<br />

intenzione di an<strong>da</strong>re volontario in guerra per ottenere all’Italia, se non<br />

proprio Trieste e Trento, al<strong>me</strong>no l’Istria; sennonché il genitore, il<br />

corpulento Ubaldo, tenta di far desistere il giovane <strong>da</strong>i suoi guerreschi<br />

propositi: prima discutendo con lui con <strong>me</strong>desimo spirito patriottico,<br />

corroborato però <strong>da</strong> una robusta dose di realismo; poi, quando la<br />

discussione si accende, e Augusto arriva a battere il pugno sul tavolo,<br />

tirandogli una bottigliata in pieno viso e frantumandogli uno zigomo. La<br />

tu<strong>me</strong>fazione, che il Poncarè non curò mai a dovere, gli lascerà il volto<br />

curiosa<strong>me</strong>nte asim<strong>me</strong>trico, cosa che se negli anni della giovinezza gli<br />

procurò non pochi problemi con il gentil sesso, nell’età matura gli<br />

conferirà una sorta di autorevole broncio.<br />

Deluso e arrabbiato, Augusto decide comunque di partire per il fronte e,<br />

nottetempo, bacia la madre dormiente e, raccolti i suoi pochi averi e<br />

lasciata sul tavolo di cucina una toccante missiva di patriottiche<br />

spiegazioni (della quale, purtroppo, si persero poi le tracce), scappa <strong>da</strong>lla<br />

casa avita per raggiungere un centro di recluta<strong>me</strong>nto. Giunto a pochi<br />

chilo<strong>me</strong>tri <strong>da</strong>lla <strong>me</strong>ta, però, si imbatte in un gruppo di reduci mutilati.<br />

Racconterà Poncarè che non fu la vista delle mutilazioni a cambiare il<br />

corso della sua vita, quanto le alate parole di un uomo, alto e robusto,<br />

che per tempra ed età averebbe potuto essere il mio babbo: mancavangli<br />

una gamba e una mano, la destra, che gli dice addo’ cazzo vai, ue’<br />

scemo ‘e m<strong>me</strong>r<strong>da</strong>. In verità l’episodio, narrato col senno di poi<br />

<strong>da</strong>ll’Augusto Germano, viene legger<strong>me</strong>nte infiocchettato, e contiene<br />

un’esortazione del mutilato affinché il giovane letterato combatta non<br />

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