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viscere belle piene piene e la panza abboffata co<strong>me</strong> quella di una<br />
femmina incinta all’ottavo <strong>me</strong>se. Se appena si stendeva sul divano per<br />
farsi un quarto d’ora di sonno, dopo dieci minuti, ciiiciiii ciiiciiii , lei<br />
bussava alla porta giusto in tempo perché gli vedesse la faccia<br />
stropicciata co<strong>me</strong> la borsa di una cornamusa. A dire la verità, lei<br />
sembrava neanche notarle, le sue pessi<strong>me</strong> condizioni. Diceva appena uè,<br />
poi si fion<strong>da</strong>va sul divano a guar<strong>da</strong>re i video, o accendeva il pc e gli<br />
incasinava tutto sul desktop, oppure an<strong>da</strong>va in cucina. Ecco, questa era<br />
un’altra cosa stranissima di Opale. Non la vedeva mangiare per giorni: la<br />
portava in giro nei migliori ristoranti o <strong>da</strong> Mcdonald, lei ordinava l’ira di<br />
dio e poi non mangiava quasi niente. Se ne stava lì, con le portate che le<br />
si accumulavano <strong>da</strong>vanti una dopo l’altra, in silenzio, a spiare la gente<br />
seduta ai tavoli vicini. Una volta, in un ristorante di pesce della costiera<br />
gestito <strong>da</strong> un amico di Marco, aveva fatto un <strong>me</strong>zzo casino pretendendo<br />
dei <strong>da</strong>tteri di mare, proibitissimi. Sicco<strong>me</strong> era <strong>me</strong>zzogiorno di do<strong>me</strong>nica,<br />
il maitre le aveva spiegato con la massima gentilezza che non era il caso,<br />
altri<strong>me</strong>nti anche gli altri avventori avrebbero chiesto lo stesso piatto e lui<br />
non avrebbe potuto servirglielo: magari, se si fosse accomo<strong>da</strong>ta in<br />
cucina, al tavolo del padrone, un piattino di <strong>da</strong>tteri era possibile farglielo<br />
avere. Apriti cielo. Opale se l’era presa subito con Marco, che che cosa la<br />
aveva portata a fare in quel posto di cafoni, che una volta che ordinava<br />
qualcosa non si poteva avere, e che era <strong>me</strong>glio che lo trasformassero in<br />
un Burger King (co<strong>me</strong> Marco scoprì più tardi, quella per Opale era<br />
un’offesa mortale, ritenendo lei e le sue amiche il Burger King l’apoteosi<br />
dell’ocess). Andò a finire che Marco, mortificatissimo, ordinò<br />
pratica<strong>me</strong>nte ogni piatto presente sul <strong>me</strong>nù per fare in modo che il<br />
piattino di <strong>da</strong>tteri di mare, confondendosi in un’orgia di portate, passasse<br />
inosservato. Natural<strong>me</strong>nte, quanto fu portato in tavola il piatto proibito,<br />
Opale, già nervosa di suo per l’affronto, li guardò appena e con la faccia<br />
schifata disse:<br />
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