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“No scusa Opale, tu vuoi dire che se mi scrivi TVB vuol dire che mi<br />
vuoi bene?”<br />
Opale fece la faccia con l’occhio bovino che le veniva benissimo e a<br />
Marco venne la pelle d’oca: non riusciva a capire co<strong>me</strong> facesse quella<br />
faccia a passare <strong>da</strong> un’espressione uguale a quella che dovevano avere gli<br />
angeli a quella di De Mita.<br />
“Che c’entra, scusa? Se lo scrivo vuol dire che in quel mo<strong>me</strong>nto lo<br />
penso, scusa!”<br />
“AAAAHH! In quel mo<strong>me</strong>nto! Solo in quel mo<strong>me</strong>nto!”<br />
“Maroo’, e quando lo devo pensare scusa? Quando dormo? Uaaa co<strong>me</strong><br />
sei pesante mamma miaa!”<br />
“Opale guar<strong>da</strong>, se dici a uno che gli vuoi bene vuol dire che gli vuoi<br />
bene sempre, mica solo in quel mo<strong>me</strong>nto là!”<br />
“Seeee, mo’ ti voglio bene per sempre! Ma che ne so io?”<br />
“Ma io non ho detto per sempre! Volevo dire che non è che a uno gli<br />
puoi volere bene a intermittenza, co<strong>me</strong> le lucette dell’albero di Natale”<br />
“Maro’ e co<strong>me</strong> sei pesante!”<br />
Così si concludevano tutte le loro discussioni, con lei che gli diceva che<br />
era pesante o, in alternativa, con lei che diceva che era vecchio. Perché<br />
sesso, niente, petting neanche, ma quanto a discussioni sembravano una<br />
coppia di vecchi fi<strong>da</strong>nzati. Marco, in realtà, ogni volta si giurava che non<br />
ci sarebbe ricascato, che era vera<strong>me</strong>nte <strong>da</strong> fessi farsi incastrare in litigi<br />
inutili, eppure ogni volta si ritrovava sempre lì a precisare, a<br />
puntualizzare, a discutere di questione che, lo am<strong>me</strong>tteva, erano pura e<br />
semplice lana caprina, eppure ogni santa volta la cosa ricominciava<br />
uguale, non c’era verso. Certo, rifletteva, era frustrante vedersela arrivare<br />
in casa alle ore più impensate; sembrava avesse una specie di<br />
imbarazzant-detector.<br />
Ogni volta che si sedeva sulla tazza del cesso per farsi una cacata<br />
tranquilla, lei citofonava, e lui doveva correre ad aprirle la porta con le<br />
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