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statti attento da me - Amlo

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aveva ricitofonato, ma lei non aveva risposto. Bestemmiando, era salito a<br />

piedi, cercando su ogni porta il cogno<strong>me</strong> di Anna. Lo trovò su una<br />

targhetta di ottone al terzo su quattro piani, e ribestemmiò per non aver<br />

semplice<strong>me</strong>nte usato l’ascensore per arrivare all’ultimo piano e poi<br />

scendere a cercare: riribestemmiando, pensò sogghignando col fiatone<br />

che mai c’era stato un caso tanto lampante di esprit de l'escalier. La porta<br />

di lei era aperta. Suonò alla porta, e la voce di lei gli rispose, bovina:<br />

“Entra amore, sono in soggiorno!”.<br />

Stavolta fu <strong>da</strong>vvero tentato di an<strong>da</strong>rsene senza una parola. Ma co<strong>me</strong>,<br />

prima supponeva, chissà perché, che lui fosse nato con l’informazione su<br />

che piano abitava lei, poi aveva supposto che il mondo intero, tra cui<br />

Totonno, fosse a conoscenza dell’ubicazione del soggiorno di casa.<br />

Questo per non parlare del fatto che già lo chiamava amore, co<strong>me</strong> in una<br />

vecchia canzone di Peppino Di Capri. Aveva chiuso la porta dietro di sé<br />

che già la gastrite gli stava mangiando lo stomaco e gli faceva venire un<br />

alito fognato che gli faceva schifo in bocca perfino a lui. Lei gli era corsa<br />

incontro in ciabatte (altro particolare che per poco non lo fece vomitare)<br />

e gli aveva gettato le braccia al collo scendendogli due <strong>me</strong>tri di lingua in<br />

bocca.<br />

“Amoooore, che bello che sei venuto!”, cinguettò.<br />

“Ehhh, te lo avevo detto, no?”<br />

“Ah guar<strong>da</strong>, che bello che non ci stanno i miei che sono an<strong>da</strong>ti a trovare<br />

zia Concettina al paese, te lo avevo detto no? Quella che sta poco bene e<br />

che tiene i figli lontani che uno sta a Genova che fa l’infermiere in<br />

quell’ospe<strong>da</strong>le famoso, quello dove curano i bambini che c’è an<strong>da</strong>to pure<br />

il figlio di una mia collega al giornale e lui è stato tanto gentile, l’ha<br />

raccoman<strong>da</strong>ta col primario e tutto, e quell’altro che sta in Germania e non<br />

si è mai capito bene perché se ne è dovuto an<strong>da</strong>re <strong>da</strong>ll’Italia in fretta e<br />

furia?”<br />

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