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una cosa di soldi senza an<strong>da</strong>re a rubare né a vendere la robba e lo<br />
carceravano. Usciva con l’indulto che gli faceva sparagnare solo sei <strong>me</strong>si<br />
di gabbio, si <strong>me</strong>tteva in ginocchio <strong>da</strong>vanti al fratello, si <strong>me</strong>tteva a <strong>me</strong>ttere<br />
la benzina alla gente di notte per dieci o venti centesimi alla botta, e che<br />
cazzo gli an<strong>da</strong>va a succedere? Che gli ammazzavano a uno <strong>da</strong>vanti? E<br />
porca puttana stronza no eh? Steso a terra, aspettò un secondo colpo:<br />
niente. Allora tese l’orecchio per sentire se per caso riusciva a sentire il<br />
rumore del <strong>me</strong>zzo dei killer che si allontanava: ancora niente. Dopo un<br />
minuto o due realizzò che forse, quelli che avevano sparato, erano an<strong>da</strong>ti<br />
via a piedi, visto che non c’erano rumori di motori. Difficile che fossero<br />
ancora lì, lo sapeva perfino lui che era un povero fesso che dopo che hai<br />
sparato a uno è <strong>me</strong>glio che ti <strong>da</strong>i im<strong>me</strong>diata<strong>me</strong>nte, senza aspettare che<br />
arrivino le guardie a chiederti che cazzo è successo, docu<strong>me</strong>nti.<br />
Si alzò e diede un’occhiata in giro: continuò a non percepire alcun<br />
rumore, quindi prese coraggio e si avvicinò a quello che ormai credeva<br />
un ca<strong>da</strong>vere. Era a faccia in sù, e perfino nell’aria fresca della notte Botte<br />
Giovanni sniffò distinta<strong>me</strong>nte l’odore di <strong>me</strong>r<strong>da</strong>. Niente sangue, ma<br />
quello non voleva dire. Si inginocchiò per vedere <strong>me</strong>glio, quando<br />
improvvisa<strong>me</strong>nte il ca<strong>da</strong>vere aprì gli occhi, lo vide e si mise a urlare<br />
co<strong>me</strong> a un pazzo:<br />
“MAMMA DEL CARMINE! MAMMA DEL CARMINE!”, e allora<br />
Botte Giovanni si alzò di scatto e cadde all’indietro, <strong>me</strong>ntre il ca<strong>da</strong>vere,<br />
ormai in piedi, continuava a urlare la stessa frase e allo stesso tempo si<br />
toccava <strong>da</strong>ppertutto in cerca di una ferita che ormai avrebbe dovuto aver<br />
capito non c’era mai stata. Aveva in mano le chiavi della macchina e, con<br />
quelle, cominciò a minacciarlo:<br />
“GUARDA CHE TI SPARO EH? TI SPARO EH?”<br />
Ora, Botte Giovanni era brutto, era sfortunato, ma non era fesso, e di<br />
matti in vita sua ne aveva visti abbastanza, e uno che minaccia di spararti<br />
con le chiavi di una Lancia secondo lui tanto bene non stava, così fece<br />
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