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necessario aver ricevuto un’istruzione o un’educazione: anzi. Ma quelli<br />
erano pochi, perciò per lo più la cosa funzionava così: i poveri<br />
vendevano e i ricchi compravano, solo che i poveri non si arricchivano<br />
vendendo e i ricchi non si impoverivano comprando. Al massimo,<br />
qualcuno dei poveri girava per un po’ con una macchina che, se fosse<br />
an<strong>da</strong>to a lavorare, non avrebbe mai potuto comprarsi. Però, sicco<strong>me</strong> i<br />
soldi sanno dove devono an<strong>da</strong>re, alla fine dentro quelle macchine fatte<br />
per gente genetica<strong>me</strong>nte più ricca di loro, ci finivano ammazzati o<br />
gambizzati.<br />
Tutto questo papiello per dire che il Fritz era di proprietà e di<br />
competenza di un gruppo che con quello al quale Gioggiò doveva dei<br />
soldi non aveva niente a che fare. Più che essere nemici, i due similclan<br />
si guar<strong>da</strong>vano in cagnesco, senza però manifestare real<strong>me</strong>nte l’intenzione<br />
di attaccarsi, visto che nessuno due avrebbe avuto la capacità di gestire<br />
contemporanea<strong>me</strong>nte il giro d’affari proprio e dell’altro: era, più che<br />
altro una questione d’immagine, co<strong>me</strong> una gara tra culturisti.<br />
Di questa cosa Michelone non aveva detto niente a Gioggiò perché,<br />
innanzitutto, Gioggiò <strong>me</strong>no cose sapeva <strong>me</strong>no cose poteva dire in caso<br />
fosse costretto a parlare, e poi perché, paranoico com’era, non sarebbe<br />
mai stato disposto a seguire e accettare un ragiona<strong>me</strong>nto così lineare.<br />
Michelone gli aveva semplice<strong>me</strong>nte detto:<br />
“Domani andiamo al Fritz così ti faccio parlare io co uno”<br />
“Ma tu sei scemo? E se mi vede qualcuno e quelli arrivano e mi<br />
spezzano le cosce’”, aveva cominciato a squittire il fuggitivo.<br />
“Nisciuno ti vede. Statti tranquillo. Ci penso io.”, aveva detto<br />
Michelone, e si era portato la mano alla cintura, in un gesto che<br />
tranquillizzò im<strong>me</strong>diata<strong>me</strong>nte a Gioggiò.<br />
“Ah”<br />
“Eh”<br />
“Allora è sicuro, Michelo’? Sto tranquillo?”<br />
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